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Autore: HisLovelyVoice    10/05/2013    2 recensioni
No, questa non è la classica fiaba.
Non narra dell’ormai nota principessa in pericolo salvata dall’eroe valoroso.
Non è il tipo di storia che termina con un banalissimo “e vissero per sempre felici e contenti.”
No, non lo è per niente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No, questa non è la classica fiaba.
Non narra dell’ormai nota principessa in pericolo salvata dall’eroe valoroso.
Non è il tipo di storia che termina con un banalissimo “e vissero per sempre felici e contenti.”
No, non lo è per niente.
C’era una volta, in un paese lontano, una graziosa fanciulla di nome Catherine. Questa ragazza era figlia di due contadini molto poveri. Era bella, la più bella di tutto il suo paese. C’era solo un dettaglio che stonava nella sua vita: era triste. Da quando suo fratello maggiore era morto, non era più la ragazza spensierata di un tempo. Spesso le capitava di piangere tutta la notte, nulla riusciva a calmarla. Con la scomparsa del fratello e l’avanzare dell’età del padre, il cibo a disposizione era sempre di meno. Il padre si era indebitato molto, ed era costretto a lavorare più dei prima per ripagare con gli interessi coloro che lo avevano aiutato. Catherine si sentiva un inutile peso. Il padre voleva che lei frequentasse la scuola, che però era a pagamento. Continuava a ripeterle che lui era più che felice di pagarle gli studi, che riuscivano a vivere con poco. Ma Catherine non voleva che i suoi genitori non potessero avere nemmeno delle medicine per potersi curare.
Una sera di luglio decise di scappare. Avrebbe lasciato i suoi genitori, ai quali voleva molto bene, pur di non essere d’intralcio. Lavò i piatti come consuetudine, poi, quando i genitori furono andati nella loro camera, prese dalla dispensa una pagnotta e del formaggio. Li avvolse in un canovaccio, poi andò in camera sua. Prese dalla sua cassa qualche vestito e li mise in un sacco insieme al cibo. Uscì silenziosamente dalla sua stanza. Poi, una volta in cucina, lasciò un bigliettino, scritto poco prima. C’era scritto: mamma, papà, non voglio più essere un peso per voi. Vi prego, non mi cercate, non cambierò mai idea. Sappiate che vi voglio veramente molto bene. Vostra Catherine.
Si asciugò una lacrima che stava rigando il suo pallido volto. Si guardò per la millesima volta intorno, imprimendo nella mente ogni angolo della sua casa. Sapeva che le sarebbe mancata. Ma sapeva anche che stava prendendo la scelta giusta.
Uscì di casa correndo e molto velocemente arrivò ai pressi di un bosco. Ebbe un tuffo al cuore. Sapeva benissimo che bosco era. Era lo stesso nel quale suo fratello aveva perso la vita. Ma in quel momento doveva scappare, non poteva rimanere a ripensare al suo passato. Si addentrò nel bosco correndo, ignorando i rovi che le graffiavano il volto e riducevano in brandelli il vestito.
Dopo una lunga corsa arrivò in uno spiazzo. Cadde a terra, a causa della stanchezza. Pianse. Pianse a lungo. Si sentiva sola, distrutta, triste, tremendamente triste. Piano piano si addormentò, cullata dal rumore del vento.
****
Il giorno dopo, quando si svegliò, sentì un dolore tremendo lungo tutto il corpo. Il freddo era penetrato nelle ossa, a causa della mancanza di coperte.  Ma il suo pensiero andò ai genitori. Chissà se avevano già trovato il biglietto… Si alzò in piedi, decisa ad andarsene, ma ciò che vide la lasciò senza parole. Sotto un albero, difronte a lei, dormiva indisturbato un essere magico, considerando soprattutto la pelle bianca. A Catherine sembrava molto una fata. Decise di andarsene via il più silenziosamente possibile. Ma appena si mosse verso una via tra gli alberi fitti, quella fata si svegliò. Guardò la ragazza impaurita, sorridendole.
«Ti sei svegliata.» Le disse dolcemente.                                 
«Emmm…Io…» La fata mise una mano in avanti, come per fermarla.
«Tranquilla, so già tutto. Sono qui per darti una soluzione.» Catherine corrugò la fronte. Non sapeva che dire. Come faceva a sapere tutto? Cosa intendeva con “sono qui per darti una soluzione”? La fata tirò fuori da una tasca una boccetta di vetro. «Vedi questa boccetta?» Catherine annuì. «Bene. Se berrai una goccia di questo liquido diventerai una di noi, una fata. Non dovrai più scappare, non dovrai più soffrire. Devi solo bere una goccia, e il gioco è fatto.» Catherine guardò con aria sognante quella piccola boccetta. Voleva assolutamente bere il suo contenuto, se questo voleva dire non soffrire più. Si avvicinò timorosa alla fata e le prese la fiala. La osservò, poi, coraggiosamente, l’aprì, e la portò alle labbra. «Attenta! Sappi che se berrai più di una goccia morirai!» Catherine annuì nuovamente. Piano piano fece scendere una goccia di quella pozione e la ingerì. Sfortunatamente, cadde sulle sue labbra un’altra goccia. Ma nessune delle due se ne accorse. Catherine iniziò a sentire un dolore dentro al petto. Si stava trasformando. Sentiva la testa girare, poi improvvisamente la colpì un fascio di luce molto potente. Rimase accecata da quell’intensità, e non vide per qualche secondo. Quando riaprì gli occhi e si guardò la mano che teneva la boccetta, si rese conto di essere cambiata. La pelle era bianca, non più rosa, come quella della fata. Sorrise. Era veramente felice, niente sarebbe potuto andare storto. Ma poco dopo sentì un bruciore allo stomaco. Era un dolore veramente forte, non riusciva a capire cosa le stesse succedendo. Le sembrava di cadere. L’ultima cosa che vide era il volto preoccupato della fata difronte a lei. La vide scuotere la testa, mostrandole due dita. Catherine capì di aver ingerito due gocce solo in quel momento. Ma ormai era tardi. Stava morendo. Nulla l’avrebbe salvata. Ma forse non avrebbe più sofferto...






HEI!!!
beh, non so che dire, veramente, ho sconvolto me stessa!
non pensavo che avrei mai scritto una storia di questa genere, ma dopotutto c'è sempre un prima volta
credo che non è bellissima, ma mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate. quindi critiche e commenti sono bene accetti :D
non vi annoio più, me ne vado c:
un bacio xxx
Giulia
  
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