Risata di un pazzo
"Dimmi dov'è la bacchetta!".
Ordini dati da un pazzo.
Vecchiaia, esperienza, follia: baluardi, ultima difesa del mondo.
Voldemort avanza, con quella luce folle negli occhi iniettati di sangue.
E lui ride.
Ride per quel mezzo uomo davanti a lui, che ancora non sa, non conosce i suoi errori.
Ride per non pensare che anche lui è stato un mezzo uomo, in una vita lontana o forse in un'altra: confusi ricordi di quando la gente tremava sentendo pronunciare il suo nome, "Grindewald".
Ride per paura. Paura che quella sia davvero la fine di tutto: dei sogni negati, degli ideali sbagliati, di una vita già morta.
Ride per non ricordare i capelli rossicci, ormai folto argento o solo mucchietto di cenere e polvere. E gli occhi azzurri luccicanti, attenti e nascosti da occhiali a mezzaluna. E il naso ricurvo, che quando era dritto aveva tanto amato.
Ride per non parlare. Le parole sarebbero confessioni, perdita e privazione di un amore lungo un battito di ciglia, un'estate afosa, un gioco tra ragazzi, una mezzanotte l'ultimo dell'anno.
La domanda rimbomba nelle orecchie e la risposta viene negata.
"Uccidimi".
Rabbia, disperazione, follia: attacco contro il mondo, forza inarrestabile.
Luce verde.
Nella piccola cella buia rimane solo un cadavere. E il suono di una risata.
La risata di un pazzo che non ha potuto amare.
angolo dell'autore.
Allora... rieccomi su efp dopo moltooo tempo. Devo dire che l'idea di un confronto Voldemort-Grindewald mi stuzzicava da un po'. In fondo, si assomigliano tantissimo, ma credo che la vera differenza sia che Grindewald alla fine ha capito i suoi sbaglia. Sono entrambi due pazzi, ma è una follia diversa. La risata è quella di Grindewald, ovviamente. Che dire?! Spero che vi piaccia.
Proteggetevi a vicenda.
small...
...e tutto questo è scritto in verde, perchè il verde è il mio colore.