Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ladyvampiretta    10/05/2013    5 recensioni
- Stanchi del solito "...e il fidanzatino/la fidanzatina?" dei parenti e genitori a tutte le feste comandate? Stanchi degli amici che vi organizzano appuntamenti al buoi deprecabili? Allora S.O.S Amore è quello che fa per voi!! Abbiamo centinaia di ragazzi e ragazze che per una modica cifra si fingeranno il vostro lui/la vostra lei. Sono attori professionisti, che aspettate? Date un'occhiata!-
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo quel fatidico giorno al bar, Andrea non mi cercò più.

La mia vita stava andando finalmente per il verso giusto.

Finché non arrivò una chiamata...

« Ali! » mi urlò Alessia al telefono « I genitori di Giacomo ci lasciano una baita in montagna per Capodanno! »

Capodanno sulla neve? Cosa?!

Odiavo la montagna! Preferivo di gran lunga il mare!

I genitori di Giacomo non erano ricchi, di più. Avevano una ventina di chalet sul Monte Livata vicino Roma. Durante le feste li affittavano a prezzi esorbitanti ai turisti disposti a tutto per un po' di neve.

Io, invece, odiavo tutto ciò che poteva essere collegato al freddo, per non parlare del fatto che per andare in montagna, serviva l'attrezzatura "siberiana": stivaloni, cappotti, guanti, maglioni, pantaloni super felpati.

No, preferivo di gran lunga le spiagge assolate...

« Eddai! Così passiamo il Capodanno tutti e quattro insieme! » provò a convincermi.

« Senti... sai come la penso riguardo alla montagna... » provai a dire.

Alessia passò il telefono a Giacomo « Ho capito, allora proverò a convincere Stefano! » disse riagganciando.

In preda al panico, composi subito il suo numero, ma quei due erano stati più veloce di me: trovai il telefono occupato.

"Merda!"

Dopo quella che sembrò una eternità, mi arrivò il messaggio della tim che mi avvisava che "l'utente" era di nuovo raggiungibile.

« Ste » esordii, senza neanche un "ciao" « dimmi che hai detto di no riguardo alla montagna! » lo pregai, incrociando le dita.

Lui rimase per qualche istante in silenzio « Mi hanno detto che tu avevi detto di sì e che quello da convincere ero io... »

"Ma guarda che bugiardi!" pensai.

« Ma non è vero! Io odio la montagna! » ringhiai.

« Vabbé, che ci posso fare? Mi avevano detto che avevi accettato... » provò a scusarsi.

« Adesso mi sentono! »
Stefano sospirò « Dai, che sarà mai? Sono solo tre giorni... lascia stare » e immaginai stesse sorridendo.

« Ma tu ci sei mai stato in montagna? » domandai incredula.

« No... »

"Ecco spiegato tutto"

« Dai che ci divertiamo! » provò a convincermi.

Erano tre contro una... non avevo chance... anche perché l'ultima volta che avevo detto di non voler andare, mi vennero a prendere letteralmente di peso (e non sto scherzando!): Giacomo mi prese in braccio caricandomi in macchina mentre Alessia mi preparava in fretta e furia la valigia...

Certo, mi divertii, ma i metodi "coercitivi" non mi erano mai andati a genio.

« E va bene, andiamo in montagna » sospirai.

 

Durante il viaggio, scoprii che Stefano non sapeva mettere le catene alle ruote.

« Leggi le istruzioni! » mormorai in preda ai brividi di freddo. Ci eravo fermati ad una piazzola di sosta ed eravamo scesi entrambi per capire come fare.

« Sono in tedesco! » sbraitò « Tu sai il tedesco?! »

« Ma perché le hai prese in tedesco? » sbottai. Mi strinsi ancora di più nel giaccone.

« Non sono mie, ma di Tommaso! »

Sbuffai. Mi feci passare il foglio.

C'erano le istruzioni in tedesco, in russo e in cinese, ma in inglese no!

Provai ad orientarmi con i disegnini e con Stefano provammo per circa un'ora.

Passò una pattuglia della polizia che si fermò e ci guardò storto, dato che eravamo entrambi piegati per terra.

Ora che ci penso, visti dall'esterno, poteva sembrare una situazione compromettente...

« Ragazzi, che succede? » domandò un polizziotto scendendo dalla macchina e guardandoci male.

Ci alzammo entrambi in piedi.

« Abbiamo problemi con le catene... » disse Stefano mettendo il broncio.

L'uomo ci guardò con un cipiglio alzato.

« Avete letto le istruzioni? »

"No, genio, andiamo a tentativi!"

« Sono in tedesco... » dissi.

Il polizziotto si riprese subito.

« E che problema c'è? » domandò, poi si voltò verso l'altro polizziotto « Ferdi, vieni un attimo! »

Un uomo alto e corpulento ci raggiunse.

« Traduci un po' » disse passandogli le istruzioni. Il polizziotto le osservò attentamente e cominciò a tradurre.

« Sua moglie è tedesca, quindi conosce la lingua » disse il primo con un sorriso.

Non ricordo quante volte li ringrazziammo per averci aiutato.

Dopo circa mezz'ora ci trovammo circondati da una morbida (almeno così sembrava) coltre bianca.

Arrivammo all'indirizzo che Giacomo ci aveva dato, allo chalet numero 23.

Era una piccola baita di legno e pietra, con tanto di porticato con tre scalini. Vicino alla porta, il "23" era scritto con caratteri molto grandi.

« 23, cominciamo bene » borbottai innervosita dal vento gelido che aveva cominciato a soffiare.

« Ma... Alessia e Giacomo? » chiese Stefano. Cominciammo a guardarci intorno e poco più in là riconobbi la macchina del mio amico.

« Perché è parcheggiata davanti al 22? » domandai mentre venivo percorsa da un brivido.

« Avranno sbagliato a darci l'indirizzo » ipotizzò Stefano. Cominciammo ad arrancare sulla neve verso la baita accanto. 50 metri equivalevano a 2 kilometri con tutto quel ghiaccio.

Arrivati davanti allo chalet 22, bussai con vigore.

Poco dopo, Alessia mi venne ad aprire con una cioccolata calda e fumante in mano. Senza dire una parola mi consegnò una chiave. La guardai confusa.

« Voi state allo chalet 23 » disse semplicemente.

« Che vuol dire "voi"? Non stiamo tutti insieme? » domandai in preda al panico.

Alessia scosse la testa con un sorriso malizioso « Ceneremo tutti insieme la sera, ma la notte ognuno nella sua baita »

Poi mi si avvicinò « Pensavo volessi un po' di privacy » sussurrò.

Avvampai all'istante.

"Io e Stefano nello stesso chalet da soli?"

Non sapevo cosa rispondere, così balbettai qualche tentativo di convincerla.

Non ero pronta per tutta questa "intimità"! Già stare tutti insieme era diverso.

« Dai, andate a disfare i bagagli » disse ridacchiando.

Quando chiuse la porta, mi girai tra le mani la chiave. Attaccato ad essa, c'era un portachiavi di legno con sopra inciso il numero "23".

"Che fortuna" pensai mentre il mio cuore partiva all'impazzata. Il problema era spiegarlo a Stefano. Come facevo a dirgli che i miei amici avevano perso completamente la testa?

Lui intuì i miei pensieri « Chalet da soli, giusto? » mormorò ridendo.

Mi limitai ad annuire. Stare dietro alle idee di Alessia stava diventando davvero un problema.

 

Quando aprii la porta dello chalet numero 23, quello che mi si parò davanti mi lasciò letteralmente a bocca aperta.

Era costituito da un salone enorme con un letto matrimoniale praticamente all'entrata, due divani bianchi posti davanti ad un camino, un tavolo in legno massiccio e una cucina stile rustico. In tutta la casa era un alternarsi di bianco e marrone. Inoltre sul pavimento c'erano diversi tappeti colorati.

"Un momento... letto matrimoniale?!"

Neanche il tempo di formulare un pensiero coerente che Stefano si era già lanciato sul letto.

Mi venne da sorridere. Cercai di arrivare nel salotto, ma non mi accorsi che il ragazzo aveva buttato per terra le sue valigie.

Inciampai e feci un mezzo urlo prima di cadere. Atterrai sul letto accanto a lui.

« Uh uh, cominciamo subito? » domandò divertito, vedendomi a mezzo centimetro da lui. Avvampai di rossore e subito mi sedetti.

« Fai vedere che sei uomo e accendi il camino » mugugnai imbarazzata.

« Agli ordini! » disse ridendo.

 

« Vado a fare un giro » urlai mentre mi chiudevo la porta dello chalet dietro.

« Va bene, io vado a farmi una doccia! » urlò lui di rimando.

Non appena mi trovai in mezzo alla neve, ebbi un attimo di ripensamento.

"Wow che freddo!" pensai rabbrividendo. Mi strinsi forte nel cappotto.

Intorno a me c'erano una serie di baite uguale alla nostra.

"Magari faccio un salto da Alessia" pensai mentre i miei piedi affondavano nella neve alta.

"Però..." pensai "Se loro non sono ancora venuti da noi..." la risposta era una sola: avevano "altro da fare".

No, era meglio andare a fare un giro per conto mio. "Tanto, cosa può accadermi di male in montagna?" pensai ironica, mentre nella mia mente si palesavano immagini di spiagge assolate.

Mi sfregai le mani con i guanti e cominciai a girovagare.

Ovunque c'erano bambini che giocavano tirandosi palle di neve.

Una piccola peste, una bambina che non doveva avere più cinque anni con dei biondi, lunghi capelli ricci me ne tirò una addosso.

Le lanciai un'occhiataccia e mugugnò delle scuse. Non ero proprio in vena di giocare. Il solo dover passare una notte con Stefano mi metteva ansia.

"Ma voi due avete già passato una notte insieme" disse una vocina nella mia testa. Era vero, ma non era proprio la stessa cosa!

Soprappensiero, incappai in una radice che sporgeva dalla neve e caddi ruzzolando per qualche metro.

Mi andai a schiantare contro un ammasso di neve enorme. Bagnata e infreddolita, mi ritirai su massaggiandomi la schiena.

« Ahi! » mormorai dolorante. Ero proprio imbranata, un pericolo per me stessa. Possibile che inciampavo a tutto spiano?

Alle mie spalle sentii un bambino scoppiare a piangere.

« CHE COSA HA COMBINATO! » urlò una voce femminile alle mie spalle. Mi voltai nella speranza che non si riferisse a me.

Ovviamente con chi altri poteva parlare?

A quanto pare ero ruzzolata distruggendo il pupazzo di neve di un bambino.

« Mi... mi dispiace » mugugnai intimorita dalla donna: alta, con tratti spigolosi e decisamente robusta.

« Mi dispiace? Mi dispiace?! » mi rimbeccò lei. La vidi scattare verso di me, così presi la decisione di correre via.

"Però, veloce la signora!" pensai preoccupata, mentre lei riduceva di tanto la distanza che ci separava.

Corsi a perdifiato e cominciai a nascondermi dietro i vari chalet. La donna, come un doberman, scrutò le prime baite. Lanciai un'occhiata al numero 23: non era poi tanto distante. Con uno scatto avrei raggiunto la salvezza.

Sfruttai un attimo di distrazione della donna per lanciarmi verso lo chalet. Appena arrancai alla porta, entrai senza esitare e mi chiusi la porta alle spalle, girando accuratamente il chiavistello.

Sospirai di sollievo. Ero in salvo.

Il calore del camino acceso mi diede subito sollievo.

Sentii Stefano canticchiare allegramente "I'm walking on sunshine" mentre la porta del bagno si apriva e lui usciva.

Completamente nudo e bagnato, si stava frizionando i capelli con un asciugamano, dirigendosi verso il letto.

Sgranai gli occhi.

"Porca miseria!"

Stefano spostò lo sguardo su di me. Divenne immediatamente rosso e si portò l'asciugamano all'inguine e corse nuovamente in bagno.

« Ma por...! » cominciò a imprecare in varie lingue del mondo, mentre io non avevo il coraggio di muovermi da dove ero.

« Ma che ca... non avevi detto che uscivi! » urlò da dietro la porta.

« Sc... scusa! » mugugnai.

Avevo visto... tutto!

"Merda, che situazione!" pensai portandomi le mani in faccia.

Poco dopo, Stefano uscì nuovamente dal bagno, fumante di rabbia.

Questa volta si era legato l'asciugamano in vita.

Quando incrociò il mio sguardo, mormorò « Tanto ormai hai visto tutto! » e cominciò a vestirsi, incurante che io fossi ancora vicino alla porta.

Indossò i boxer, un jeans e un maglione.

Mi sedetti sul letto a gambe incrociate, fingendo di non guardarlo.

Mi limitavo di tanto in tanto a sbirciare.

Cavolo, era incredibilmente sexy!

Sarebbero stati tre giorni lunghissimi.

Si buttò sul letto, poggiandomi la testa sulle mie gambe.

« Mi dispiace » dissi nuovamente, guardandolo in modo supplichevole.

Lui fece una smorfia.

« No, non basta, occhi per occhio, dente per niente » recitò.

« Tu mi hai visto nudo » borbottò indispettito « ... ora sono io che devo vederti nuda! ».

Spalancai gli occhi.

"Ma che sta dicendo?!"

« Eh? »

Lui, notando la mia espressione, scoppiò a ridere.

« Dai che scherzavo! » disse buttandosi completamente su di me. Mi ritrovai quindi sotto di lui.

Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Era terribilmente eccitante trovarmi così vicina a Stefano. La razionalità abbandonò la mia mente, mentre l'adrenalina entrava in circolo.

Mi guardò a mo' di sfida e ridacchiando si tirò su a sedere, come feci io.

Mi rivolse un sorriso dolce. Era di una bellezza sconvolgente.

Io allungai le braccia verso di lui, attirandolo a me.

Con un rapido gesto e cogliendolo di sorpresa, lo baciai.

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Che dire... spero di avervi colto di sorpresa con l'ultima frase (e in generale con tutto il capitolo xD)! Fatemi sapere cosa ne pensate, sono curiosissima di leggere le vostre recensioni!!

Come sempre, ringrazio chi recensisce: DolceVenereDiRimmel90, Blackbird_, rosaRosa e BluSelene, grazie davvero **

Un abbraccio, al prossimo capitolo!!

Ladyvampiretta

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ladyvampiretta