Capitolo4.
Note
d’autore.
Non so davvero
come scusarmi per l’incredibile
ritardo! Questo capitolo è stato un vero e proprio parto
plurigemellare
podalico!
Comunque sia, vi ringrazio immensamente per le recensioni che lasciate,
mi
rendono incredibilmente felice.
Per quanto riguarda le altre storie che sto scrivendo/traducendo,
prometto di
aggiornare il prima possibile!
Detto questo, vi lascio al capitolo, e buona lettura!
PS: Ho riletto il capitolo e modificato qualche imprecisione, solo che ho dovuto rimetterlo perchè Efp faceva i capricci xD
“Come
ti è saltato in mente di andartene così?
Stai pur certa che appena avrò sistemato la situazione qui
in ospedale,
prenderò il primo volo per Beacon Hills e ti
riporterò qui! Te ne sei andata
via con due cacciatori, e non mi interessa quello che dice tua zia, dei
cacciatori non ci si può fidare!”
esclamò David.
“So
quello che faccio zio. Se poi verrai qui tanto
meglio, c’è bisogno di aiuto contro gli Alpha, ed
un licantropo in più potrebbe
essere utile.”
“Tu
non combatterai questa guerra.” Rispose severo
l’uomo.
“E’
il mio branco quello minacciato. Combatterò,
puoi starne certo.”
“Azzardati
a farlo sul serio e-” fece per
ribattere lo zio che venne però interrotto dalla ragazza.
“Devi
fidarti di me zio! Sono al sicuro con Dean e
Sam. Ora devo scappare.” Tagliò corto la ragazza,
attaccando il telefono in
faccia allo zio e riprendendo a cucinare.
I due cacciatori
entrarono in casa con le buste
della spesa in mano, Sam con un’espressione rassegnata mentre
Dean aveva l’aria
di chi nasconde qualcosa.
“Buone
notizie!” esclamò il biondo entrando in
cucina, seguito a ruota dal fratello.
“Ho
trovato un lavoro sia per me che per Sam.”
Spiegò Dean.
“Bene,
sono contenta abbiate seguito il mio
consiglio.” Rispose Rachel mentre infornava
l’arrosto.
“E
dimmi, cosa avete trovato?” chiese curiosa la
ragazza.
“Se
proverà a staccarti la testa a morsi, stai pur
certo che non interverrò.” Si intromise il castano.
Dean sorrise ed
ignorando bellamente le parole del
fratello spiegò tutto alla ragazza.
“Questo
pomeriggio mi trovavo del tutto
casualmente dalle parti del tuo liceo ed ho pensato di farci un salto e
per
puro caso mi sono imbattuto nel preside, che è stato
così gentile da dirmi che
cercavano un nuovo co-allenatore per la squadra di lacrosse/assistente
insegnante
di educazione fisica. Così mi sono offerto per il posto e mi
hanno assunto,
mentre sono riuscito a sistemare Sammy in biblioteca come segretario.
In questo
modo potremo tenere d’occhio tutti gli adolescenti della
città e allo stesso
tempo i licantropi
che ne fanno parte.”
La situazione
era abbastanza comica: Sam alternava
lo sguardo tra Dean e Rachel preoccupato che questa potesse staccare la
testa
al fratello, Dean fissava l’altro cacciatore sorridendo e
Rachel fissava prima
il biondo poi il bruno leggermente confusa.
“Derek
non ne sarà contento.” Disse solo la
ragazza mentre si toglieva il grembiule da cucina e spariva al piano
superiore,
per poi ricomparire nella stanza con la borsa in mano.
“Stai
uscendo?” Chiese Sam vedendo che la ragazza
stava indossando il cappotto.
“Sì,
oggi c’è una riunione del branco.
L’arrosto
sarà pronto tra circa mezz’ora. Ci vediamo
più tardi ragazzi.” Rispose Rachel,
dopodiché uscì di casa e si incamminò
verso la fermata del bus, diretta verso
l’appartamento di Derek.
Il cielo era
plumbeo ma la ragazza era uscita
comunque senza ombrello, con il risultato di arrivare davanti alla casa
dell’Alpha zuppa come una spugna. Salì le scale
velocemente starnutendo ogni
tre per due e sperò con tutto il cuore che il lupo con i
suoi sensi super
sviluppati l’avesse sentita ed avesse già aperto
la porta di casa, poiché aveva
assolutamente bisogno di mettersi al caldo. Le sue speranze furono
soddisfatte
quando trovò Peter sulla soglia della porta.
“Perso
l’ombrello?” disse sarcastico l’uomo
facendo entrare la ragazza.
“Non
l’ho proprio preso, quando sono uscita non
pioveva! Tempo del cazzo.” Esclamò Rachel
togliendosi il cappotto.
“Siamo
di cattivo umore oggi?” chiese Peter.
“No.
Voglio dire sì, o per lo meno lo sono da
quando i Winchester hanno deciso di sorvegliarmi come se fossi un
pericoloso
criminale.” Disse la ragazza lasciandosi cadere sul pavimento
davanti al
termosifone.
“Cos’hanno
fatto?” chiese Derek uscendo da quella
che doveva essere la cucina.
“Si
sono fatti assumere a scuola uno come
segretario, uno come vice allenatore. Come se non li avessi abbastanza
tra i
piedi durante il giorno.”
“Ti
avevo detto che non sarebbe stata una buona
idea averli in casa… Dove vai zio?” chiese stupito
Derek, vedendo lo zio
prendere le chiavi dell’auto.
“Isaac
mi ha appena scritto dicendomi che la
macchina di McCall si è rotta, quindi devo andare a
prenderli. Torno tra poco.
Tu intanto nipote, dai a questa povera ragazza dei vestiti asciutti o
si
prenderà il raffreddore! Diamine, siamo a metà
Settembre ma sembra di essere in
inverno!” concluse il beta uscendo
dall’appartamento.
“Vieni,
ti do qualcosa di asciutto da mettere.”
Disse Derek porgendo una mano alla ragazza. La condusse al piano
superiore
nella sua camera ed andò alla ricerca di una maglietta e un
paio di pantaloni
che potessero andarle.
Intanto Rachel,
seduta sul letto dell’Alpha, si
guardava intorno con curiosità: la stanza era enorme, un
grosso letto
troneggiava sulla parete difronte all’entrata, il muro dietro
di questa nero e
gli altri quattro di un color granata metallico piuttosto scuro. Il
resto del
mobilio comprendeva una scrivania con sedia abbinata, una libreria, un
armadio
con accanto una cassettiera sopra cui vi era uno specchio. La ragazza
si lasciò
cadere completamente sul letto e sospirò: si sentiva
circondata. Sebbene non
volesse darvi troppo peso, la telefonata con lo zio l’aveva
parecchio agitata,
e la convivenza con i due cacciatori era sempre più
difficile proprio per via
del loro lavoro: non facevano altro che controllarla e spingevano in
tutti i
modi per sapere dove abitasse Derek. Tutto ciò turbava molto
anche il lupo
interiore della ragazza, che sentiva l’urgenza di proteggere
il proprio branco
da quei due pericoli.
“Questi
dovrebbero andarti, almeno credo.” Le
parole dell’Alpha distolsero Rachel dai suoi pensieri e la
ragazza si alzò dal
letto andando incontro al ragazzo.
“Grazie.”
Rispose e fece per uscire dalla camera,
ma venne preceduta da Derek, che le disse che poteva cambiarsi
lì.
Così
fece Rachel e nemmeno avesse sentito ogni suo
singolo movimento, Derek rientrò proprio quando la ragazza
si era appena
infilata la maglietta.
“Stai
bene?” le chiese, vedendo che fissava un
punto impreciso alle sue spalle.
“Si,
se tralasci la costante sensazione
dell’essere controllata ogni minuto della tua
giornata.” Rispose Rachel andando
a sedersi sul letto, appoggiando la schiena contro la testiera.
Derek la
fissò qualche istante, indeciso sul da
farsi, per poi raggiungerla e sedersi nella sua stessa posizione.
“Perché
non li mandi via? E’ casa tua dopo tutto.”
Chiese un po’ dubbioso.
“Perché
mi sembra brutto fare una cosa del genere.
Insomma, sono qui per aiutarci.”
“Ma
sono anche qui per ucciderci.” Rispose l’Alpha
fissando la ragazza.
“E’
solo che… ok, avevo chiesto loro di trovarsi
un lavoro, ma non volevo che lo facessero per tenermi ancora di
più sotto
controllo!” esclamò esasperata Rachel.”
L’Alpha
aveva un pensiero che gli ronzava per la
testa da quando la genitrice era tornata. Pensiero che aveva sempre
represso,
ma che questa volta premeva per essere espresso.
“Vieni
a stare qui.” Disse alla fine il lupo,
cedendo alla muta richiesta della sua mente.
“Hale,
hai seri problemi di fiducia, pensi davvero
di potermi sopportare in giro per casa?” chiese sarcastica la
ragazza.
“Moore,
fai parte del branco. E poi non ho
problemi di fiducia.”
“No,
certo che no. A tal punto che persino i tuoi
problemi di fiducia hanno problemi di fiducia.” Rispose
sorridendo la ragazza.
“Addirittura?
Sono così messo male? Eppure mi
sembrava di essere migliorato un minimo.”
“Oh
sì, sei migliorato in effetti. Ma… sul serio
potrei venire a stare qui?” chiese improvvisamente seria
Rachel.
“Si.
Come ho detto, fai parte del branco. Senza
contare che più uniti siamo, meglio è. Sempre
ammesso che ti faccia piacere.”
“Si,
ovvio che mi fa piacere. Però Hale, mi
stupisci ogni giorno di più!” rispose sorridendo
Rachel, per poi fare un grosso
sospiro, senza che nemmeno lei stessa ne sapesse la ragione.
Derek
agì d’istinto.
Un momento prima
il pensiero si stava formando
nella sue testa, e l’attimo dopo aveva attirato la ragazza
contro il proprio
petto stringendola in un abbraccio.
“Ci
sbarazzeremo degli Alpha. Ci sbarazzeremo dei
Winchester. Ti prometto che si sistemerà tutto
vedrai.” Aggiunse senza pensarci
il lupo.
Rachel,
totalmente presa in contropiede, stretta
in quella calda morsa si sentì incredibilmente esposta ed
allo stesso tempo al
sicuro e ricambiò l’abbraccio, sentendo ululare di
felicità il proprio lupo interiore.
Restarono fermi
in quell’abbraccio finché Peter
non tornò con il resto del branco, escluso Stiles che era
rimasto a casa con il
padre, e finalmente iniziarono la riunione.
Dopo che anche
il resto del branco ebbe appreso il
nuovo impiego dei Winchester, Scott riferì che dal primo
giorno di scuola erano
arrivati nel liceo una coppia di gemelli, entrambi vestiti con
giubbotti di
pelle e con moto sportive, che avevano tutta l’aria di essere
dei licantropi.
“Non
li ho notati oggi quando sono andata dalla
Morrel.” Disse Rachel sedendosi meglio sul divano.
“Oggi
non c’erano. Ma penso possano essere degli
Alpha, il loro portamento incute un certo timore.” Rispose il
beta-non beta
lanciando un’occhiata ad Isaac per conferma.
“Se
sono davvero degli Alpha non è prudente che
Rachel vada a scuola. Magari per ora potrebbero non accorgersi della
sua
natura, ma il giorno di plenilunio sicuramente lo
noterebbero.” Disse Peter,
trovando in Derek un valido alleato.
“Deaton
ha pensato a questo problema, ed ha detto
che basta che Rachel prenda queste pillole ed il suo odore
verrà mitigato.
Certo nei giorni di luna piena si sentirà di più,
ma è sempre meglio di niente.”
Rispose Isaac lanciando un tubetto alla ragazza, che per poco non
mancò la
presa.
Stabilirono gli
ultimi dettagli, giusto in tempo
per l’arrivo delle pizze, ordinate spontaneamente da Peter, e
mangiarono
direttamente in salotto, come se fossero una famiglia, o un gruppo di
vecchi
amici.
I due
adolescenti se ne andarono poco dopo,
accompagnati da Peter, e lasciarono una Rachel mezza addormentata sul
divano ed
un Derek intento a brontolare mentre tentava di rimettere un
po’ in ordine il
suo appartamento.
Quando
finalmente l’Alpha ebbe finito si accorse
che la ragazza era ormai crollata in un sonno profondo e, per non
lasciarla
sola, si sedette sul divano vicino a lei, mettendosi a guardare un
po’ di
televisione.
Ad un certo
punto si appisolò e si risvegliò solo
quando sentì Rachel che, nel sonno, si era appoggiata a lui.
Senza pensarci
troppo e seguendo il suo istinto,
Derek l’abbracciò e, sistematosi un po’
meglio, si concesse un po’ di meritato
riposo.
Ciò
che svegliò Rachel fu l’odore di frittelle che
aleggiava nella stanza. Fece per alzarsi ma trovò due forti
braccia che la
bloccavano e solo in quel momento si ricordò di non essere
mai andata via dalla
casa dell’Alpha e che, con molta probabilità,
quelle braccia erano proprio
quelle del lupo brontolone.
Non senza poca
fatica riuscì a liberarsi ed si
andò a cambiare con i propri vestiti.
Mentre si
dirigeva verso la porta d’ingresso venne
intercettata da Peter che, senza ammettere scuse, la fece sedere a
tavola per
“una colazione come si deve”, usando le sue parole.
“E’
cambiato.” Esclamò la ragazza ad un tratto,
dopo un silenzio disteso.
“Penso
che lentamente stia iniziando a capire che
non è stato per colpa sua che i nostri familiari sono morti.
Kate era
un’invasata, e in un modo o nell’altro avrebbe
portato a termine ciò che aveva
in mente. Sai, per lui non è
facile
fidarsi degli altri, per non parlare di se stesso: ora però
sa di avere un
branco che si fida abbastanza di lui, ed il tuo ritorno non ha fatto
che
migliorare le cose. In questi mesi si è sforzato molto per
essere un Alpha
migliore, ha affrontato i demoni del nostro passato andando a trovare i
nostri
familiari al cimitero e tornando dove la fine ebbe inizio, ed ora
è sicuramente
più forte di prima. Certe volte, quando lo guardo, mi sembra
di rivedere mio
fratello, sempre ostinato a voler aiutare tutti, pronto a tutto pur di
rendere
felici le persone che ama. A modo suo anche mio nipote tenta di farlo,
anche se
magari non tutti i
tentativi possono
andare a buon fine. Se riusciremo a superare anche la minaccia del
branco di
Alpha, penso che diventerà il capo che ha sempre desiderato
essere.” Peter
concluse il suo monologo sussurrando, poiché aveva appena
posato una coperta
sul nipote, che dormiva ancora beato sul divano.
“Ha
bisogno che tu gli stia vicina in questo
particolare momento, per lo meno come amica… Avresti mai
immaginato che un
pazzo come me potesse mai fare un discorso così
sdolcinato?” chiese poi
sorridendo in modo ironico alla ragazza.
“Gli
vuoi bene, questo spiega tutto.” Rispose
Rachel, posando una mano sulla spalla dell’uomo e sorridendo
leggermente.
Peter le
posò le chiavi dell’auto in mano, e prima
che la ragazza potesse protestare le disse: “Prendi la mia
auto, non è il
quartiere adatto ad una ragazza che gira da sola.”
Rachel lo
ringraziò ed uscì dall’appartamento,
non
senza prima aver buttato un ultimo sguardo all’Alpha.