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Autore: Loveroflife    10/05/2013    1 recensioni
Lei, Marika, 19 anni appena compiuti, ammessa alla facoltà di medicina da poche settimane, ha un solo sogno: diventare medico pediatra, i bambini sono la sua passione.
Lui, Victor, 21 anni, studente di storia dell'arte, bocciato un po' di volte, è nella facoltà da un anno. Ha due scopi nella vita: diventare un pittore e un chitarrista famoso.
Cosa li unisce? Lei è la cugina del suo migliore amico. Cosa li ha divisi? L'indecisione.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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''Te lo dico subito, adesso quello li se ne va a Milano per un anno, non tornerà piu', diventerà famoso e si scorderà di noi, mi scommetto le mani, e guarda che mi servono!'' Michele stava scagliando tutta la sua rabbia e delusione contro i suoi amici che, impotenti, lo fissavano dispiaciuti.
''Non esagerare! Non possiamo vietargli una cosa del genere! Non sta dicendo nulla Marika, figurati cosa potremmo dire noi.'' Franco era il solito diplomatico.
''Non sparare cazzate. Marika non sta dicendo niente per non tappargli le ali ma, fidati, appena Victor arriverà a Milano inizierà a litigare anche con lei e saranno dolori.''
''Stai tirando i piedi?'' Angelo lo fissava, a metà tra l'ironico e il compassionevole.
''No, anzi, sono una bella coppia ma caro mio il successo da alla testa e Victor la perderà, fidati!''
''Dopo Capodanno dovrebbe partire, ormai non possiamo fare più granchè. Se succedessa a te, una cosa simile, cosa vorresti? Vorresti sentire tutte queste lamentele da parte nostra?''
''Certo che no Fra', ma di certo ne parlerei con voi prima. Siamo la sua band! I suoi migliori amici, porca miseria! Non contiamo un cazzo per lui?''
''Michele, santo cielo, calmati, mi fai venire mal di testa! Contiamo, ma non possiamo impedirgli questo sogno che si sta realizzando per lui. Dovremmo esserne felici e tu invece sei il solito rompi coglioni!'' Anche la diplomazia di Franco era andata via.
''Andate a fare in culo, tanto lo so che dureremo meno di uno sputo!'' Michele raccattò le sue cose e andò via, lasciando Angelo e Franco soli, nella sala prove.
''E' impazzito.'' Sbottò Franco, appena la porta si chiuse.
''No, semplicemente non vuole che Victor vada via. Tiene molto a lui, cosi come a noi.'' Angelo sapeva guardare negli occhi la gente e capirci tante cose.


''Mamma, papà, devo dirvi una cosa.'' Victor entro piano nel salotto, dove la madre e il padre erano abbracciati sul divano a vedere la tv e la sorellina più piccola si stava passando lo smalto sulle unghie.
''Dimmi amore.''
''Ecco ma', avete presente quando ho fatto domanda per lo stage a Milano?''
''Beh?'' Il padre sperava davvero che il figlio fosse stato preso, voleva che lui raggiungesse i suoi sogni, sogni che si erano bloccati per lui anni prima, quando la sua fidanzatina scoprì di essere incinta. Fidanzatina diventata poi moglie.
''Sono stato preso. Andrò un anno a Milano.''
In quel preciso istante, il padre lo abbraccio' con tutta la fora possibile e la madre scoppio' a piangere, dichiarando di essere fiera di lui.

''Quindi mi abbandoni.'' Roberta era triste, certo a 14 anni hai ancora bisogno di tuo fratello, anche se litigate 23 ore al giorno.
''Tornerò tra un anno, scemina.''
''Portami un regalo da Milano, mi raccomando.''
''Tutti quelli che vuoi, piccola.''

 

Il sabato seguente, Marika era a pranzo con tutta la sua famiglia e i suoi innumerevoli parenti. Era il compleanno della nonna, andava festeggiato.
''Quindi ti sei fidanzata. Chi l'avrebbe mai detto.'' Sua zia, quella strega, zittì tutta la tavola, facendo affogare Marika con il brodo.
''Beh si zia cara, sono una donna, un uomo posso averlo anche io no?'' Se lei si era sposata, Marika allora poteva diventare anche una super-modella. Dopo vent'anni Marika ancora si chiedeva per quale droga suo zio, uomo bellissimo, era ceduto sotto le grinfie di quella strega con i baffi. Probabilmente era anche ubriaco quel giorno, effettivamente nel video del matrimonio non aveva una bellissima cera.
''Quando ce lo presenti?'' Il nonno non vedeva l'ora di avere un altro nipote acquisito, dopo tutte le fidanzate e i fidanzati dei cugini di Marika.
''Domani. Nonna, posso invitarlo qui? Tanto domani mangiamo tutti da te, no?''
''Certo che puoi, amore, sono davvero curiosa.''
''Spero davvero che sia un bravo ragazzo.'' Ancora sua zia, quella strega.
''Tranquilla zietta, non mi sono fidanzata con un delinquente.''

La tavola allora riprese a mangiare e a brindare in onore del futuro cugino, o presunto tale.
''E' carino?'' Le sussurrò Niky, sua cugina.
''Molto, domani lo vedi.''
''Non vedo l'ora.'' E brindarono con il vino del nonno.

''Tu hai detto cosa?? Io dovrei mangiare dove??'' Victor non credeva alle proprie orecchie, dopo l'invito di Marika per il giorno successivo.
''Hai capito bene, vieni a mangiare con me da nonna, la mia famiglia ti vuole conoscere, prima che mio padre ti massacri sul serio.''
''Oh mamma mia. Non sono pronto, come mi devo vestire, che tipi sono i tuoi parenti?''
''Devi mostrarti per quello che sei, non mettere maschere sei stupendo anche con la maglietta stappata di Jimi Hendrix.''
''Non credo sia un buon abbigliamento. Specie da come mi hai detto, visto tua zia che già si aspetta di vedere un mezzo barbone per poter fare le critiche.''
''Lo so, é solo lei la parte orribile della famiglia, li altri ti ameranno già. A mia cugina é bastato sapere che sei un figo.''
''Mmmh sono un figo, quindi?'' L'attiro' a se in macchina, iniziando a baciarle il collo, istigandola a ridere sempre più forte.
''Ovvio,altrimenti non staresti con una modella come me.''
''Ma sentila, la ragazza più modesta della terra. Ma vieni qui, piuttosto.'' Se l'attirò su di se, iniziando a baciarla e a spogliarsi a vicenda, rabbrividendo dal freddo ma vogliosi di stare insieme. Dopo poche carezze entrambi erano prontissimi e cosi, senza tanti preavvisi, Victor entrò dentro di lei con una foga inarrestabile.
''Ahia!''
''Oh mamma, scusami, mi sembravi pronta. Ti ho fatto male?''
''Ssh, tranquillo, vai avanti.'' E andò avanti, senza problemi, portando all'apice Marika e sentendo le gambe che gli venivano meno.
''V-Victor, Victor!''
''Si amore, chiamami, mi piace!''
La faccia di Marika a quelle parole sussurrate cosi placidamente divenne quasi color prugna, facendola venire all'istante, seguita a ruota da Victor.
''Mi mancherai tanto.'' Disse Marika con il respiro affannato e con il suo ragazzo ancora tra le sue gambe.
''Anche tu, tantissimo.''
Mentre si rivestivano, il più in fretta possibile, perchè faceva davvero freddissimo, Victor scoppiò a ridere da solo.
''Cosa ridi?''
''Niente, immagino domani, se solo provassi a dire cosa è appena successo, i tuoi parenti mi mangerebbero vivo. Specie tuo padre.''
''Sei proprio scemo, ma ti amo anche per questo.'' Lo prese e lo baciò, sentendo già l'ansia per il giorno delle presentazioni.

 

Quella mattina, all'ora di pranzo, Marika era davanti al portone di casa della nonna, osservando attentamente chi avesse intorno. Venditore ambulante di dolci e noccioline, fruttivendolo, pescheria, macelleria, il supermercato a pochi passi, le abitazioni dei vicini e il giornalaio. Pochi istanti e senti suonare un clacson familiare. Victor parcheggiò velocemente ed usci dalla macchina. Stava benissimo. Una camicia bianca, pulitissima e stirata a dovere, un pantalone nero e un gilet nero in coordinato, scarpe lucide e pulite, capelli tirati indietro con un po' di gel e sorriso smagliante. Ah, e un vassoio carico di pasticcini in mano.
''Ma ciao, chi è che si sposa?'' Marika gli attaccò le braccia al collo e lo baciò, con trasporto, davanti a tutti i clienti del venditore di noccioline.
''Scema, ho messo la cosa più elegante che avessi. Quest'abito l'ho messo la prima e ultima volta al matrimonio di mio cugino.''
''Ti sta benissimo.''
''Grazie piccola, adesso entriamo prima che ti salti addosso qui e adesso.''

Il pranzo domenicale con tutti i parenti era un must, nessuno poteva sfuggire, pena le lamentele della nonna per tutta la settimana.
Marika accompagnò Victor nella grande casa dei nonni, costruita con sacrifici e con anni di lavoro in gastronomia, di proprietà del nonno.
Attraversarono il lunghissimo corridoio che nonna aveva appositamente riempito con migliaia di foto di tutti i nipoti e con un altarino pieno di statuette di santi e foto di parenti defunti.
''Famiglia, zii, cugini, nonni, vi presento Victor, il mio fidanzato.'' In quel momento, nella grande cucina della nonna regnò il silenzio.
I suoi 4 cugini smisero di giocare alla playstation, sua cugina e il fidanzato spuntarono dal giardino, nonno, i suoi due zii e suo padre rimasero incantati mentre discutevano di politica, la nonna si congelò con la teglia delle lasagne in mano, sua madre e le due zie ,che prontamente stavano preparando gli antipasti, rimasero con i coltelli e i piattini in mano.
Sua cugina più piccola era semplicemente rimasta a bocca aperta, con il cellulare in mano, intenta a messaggiare con qualche amichetta.
''S-salve! Mi chiamo Victor..Piacere!'' Tempo 3 secondi e Victor fu assalito da tutti che si presentavano, che lo abbracciavano, dalla nonna che lo spingeva a capotavola, dallo zio che gli offriva una birra. Si ritrovò sballottato a tavola, pieno di rossetto da parte delle zie e della nonna e di abbracci e pacche sulle spalle da parte dei cugini. Si trovava stranamente bene, un tipo calmo come lui pensava di amare la tranquillità, ma anche l'allegria della famiglia di Marika non gli dispiacque, facendolo sentire a casa, ai bei tempi in cui suo nonno stava ancora bene e i pranzi come questo erano un rito.
''Allora, dove hai conosciuto quell'esaurita di mia cugina?'' Fu Mimmo a parlare, il suo cugino più grande, quello con cui Marika andava più d'accordo. Intanto a tavola regnava il silenzio, tutti pronti ad ascoltare tra una forchettata di pasta e un bicchiere di vino.
''E' una storia lunga, ci conosciamo perchè io suono con Angelo, suo cugino, e lei veniva spesso ai nostri concerti o alle prove. Poi io mi sono fidanzato e ci siamo un po' allontanati, l'ho incontrata a settembre all'Università dove studio arte e l'ho convinta a darmi una possibilità.'' Le risate si estesero per tutta la tavola, facendo arrossire Marika.
''E non potevi accorgertene prima della mia nipotina?'' Sua zia ruppe le risate, quella strega chissà cosa pensava.
''Oh ma io me ne sono accorto appena l'ho vista, mi é piaciuta subito. L'ho invitata un milione di volte ad uscire e lei un milione di volte mi ha rifiutato. Ma per fortuna poi si é convinta a darmi una possibilità.'' Victor le sorrise, apertamente, facendola arrossire ancora di più.
''Abbiamo saputo anche dell'incidente, quella notte Marika non si dava pace. Adesso come stai?'' Fu la madre di lei a parlare, attirando i dispiaceri di tutti.
''Oh meglio, mi fanno ancora un po' male le gambe ma sto bene, grazie.''
''Qualche bicchiere di troppo?'' Quella serpe pensò subito che fu colpa sua, maledetta.
''Tutt'altro, non avevo bevuto neanche un goccio d'acqua. Un ragazzo sotto effetto di sostanze stupefacenti ha invaso la corsia dove guidavo e mi è piombato addosso. Per evitarlo ho sterzato bruscamente e sono finito in campagna. La macchina si é ribaltata. Gli artificieri ci hanno messo 2 ore per tirarmi fuori.'' Marika senti una stretta allo stomaco a sentire quel discorso, le sembrava di rivivere quella notte.
''Pensiamo alle cose belle, adesso sei qui con noi e stai mangiando la mia pasta, a proposito, com'è? Ne vuoi ancora?'' La nonna ruppe quel triste momento con la sua solita dialettica e i suoi soliti modi, spostando la conversazione su altri argomenti.
Marika strinse forte la mano di Victor sotto il tavolo, sorridendogli grata e avvicinandosi piano.
Sul bacio che le diede Victor scoppiarono gli applausi e i fischi dei suoi cugini, aumentati dagli sguardi amorevoli della sua famiglia.
''Quindi, hai detto che studi arte, vero? E sei anche un musicista? Forte!'' Suo cugino Enzo era il tipico ragazzo curioso, che amava chiedere tutto su tutti.
''Si, suono la chitarra da sempre, da quando avevo si e no 9 anni. Ho preso arte perchè mi piace molto, anche se tra un mese vado via.'' A quelle parole Marika ricordò il destino che li aspettava e si rattristò.
''Ma come, già abbandoni la mia nipotina?!'' Sua zia, quella serpe continuava a provocare, fino a quando Marika non ce la fece più e sbottò.
''E' il destino di un'artista zia, Victor é stato chiamato direttamente dal direttore di un'importante scuola di Milano che opera con due case discografiche, le più importanti. Un anno di stage a Milano praticamente gratis, con alta possibilità di sbocchi artistici importanti.'' La zittì in pieno, con Victor ancora con la bocca aperta, pronto a parlare.
''Forte, magari tra qualche anno ti vedremo in tv!'' La sua cuginetta sognava cose improbabili, seppur non impossibili.

''Magari, piccola, magari.''
Il pranzo continuò senza troppi intoppi, la zia stette zitta tutto il tempo, i cugini scherzavano e parlavano con Victor come se fosse uno di loro e tutti lo trattavano come se fosse un nipote o un figlio.
Ai saluti finali, dopo pranzo, caffè, dolcetti e discorsi generici a tavola, Victr fu salutato da tutti come se fosse uno di famiglia, con tanto di lacrimoni della nonna e della madre di Marika.
''Mi raccomando ragazzo, fatti valere a Milano. Noi facciamo il tifo per te.'' Fu il nonno a parlare, uomo molto taciturno da come aveva potuto costatare Victor, però molto dolce e buono. Guardava i nipoti come se fossero acqua nel deserto.

''Certo signore, non si preoccupi, ci vedremo comunque quest'estate.''
''Chiamami nonno, ragazzo.''
''Perfetto, nonno. Ci vediamo.'' E si abbracciarono. A Victor mancò molto pronunciare la parola ''nonno''. Suo nonno era molto due anni prima, per una terribile malattia. Era legatissimo, tant'è che poco prima di morire, il nonno chiese al nipote di intonargli una canzone con la chitarra, per poi fargliela cantare visto che il suo nipotino era un grande cantautore e di questo ne faceva vanto con tutti i suoi amici. Il nonno spirò proprio mentre Victor finiva la canzone che più piaceva a lui. Inizio' a piangere impercettibilmente, tant'è che Marika si spaventò.
''Non é cosi terribile la mia famiglia dai, non piangere.''
''Non é per quello scemina, stavo pensando.''
''A cosa?''
''La tua famiglia mi ha trattato come se fossi un altro nipote. Tuo nonno mi ha detto che non devo chiamarlo più signore, ma bensì nonno. Mio nonno é andato via due anni fa e stavo pensando a come sarebbe bello riaverlo qui, magari per presentarlo al tuo. Sarebbero diventati grandi amici.''
''Tuo nonno era uguale al mio?'' Marika si intenerì, sentendo gli occhi colmi di lacrime.
''No, esattamente il contrario. Mio nonno era esuberante, non stava zitto un secondo, é andato a ballare con nonna fino ad una settimana prima della morte. In quell'ultima settimana i suoi nervi non ce la fecero più e lo obbligarono a stare a letto. Però amava danzare, cantare. Mi ha insegnato tutto.''
''Tu sai ballare?'' Non finiva mai di conoscere il suo ragazzo.
''Giusto i balli da sala, valzer, tango, so condurre una donna. Nonno diceva sempre che le donne si conquistano in tre modi. Dedicando loro canzoni, facendole ballare e facendole ridere. Cosi lui ha conosciuto nonna.''
''Ballando? Dio che tenero. Beh io e te ci siamo conosciuti con la musica, fa lo stesso?''
''Oh si, direi che la musica mi ha migliorato la vita, in tutti i sensi.''
Eh si, anche a Marika la musica aveva migliorato la vita. Però la musica l'avrebbe divisa anche da ciò che di meglio aveva. Ormai mancava poco e Marika si sentiva morire ogni giorno di più. Ma forse, non tutto il male viene per nuocere, o sbaglio?



Buonasera! Ho scritto questo capitolo di getto, in 3 ore. Lo pubblico ora perchè penso che domani non potrò pubblicare. Un bel pranzo a casa di Marika vero? Giusto prima della partenza di Victor. Le cose miglioreranno o peggioreranno? Mah, chi lo sa.
Nel frattempo vi invito anche a leggere il prologo della mia nuova storia ''Vorrei che fossi qui.'' incentrata su Michele e Veronica, migliore amico e amica di Marika e Victor. Vi auguro a tutte un buona notte e soprattutto un buon week-end. Bacioni!
M.

  
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