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Autore: _Stefania_    11/05/2013    5 recensioni
ATTENZIONE: LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE SOSPESA PER ESSERE MIGLIORATA (CONTROLLATA FINO AL CAPITOLO 12)
Sono Stefania, ho 17 anni e vivo a Milano in Italia. Io e la mia migliore amica sognamo sin da piccole di andare insieme a Londra e finalmente questo sogno si sta per avverare.
DAL CAPITOLO 20:
Io: "Prometti che mi amerai per sempre.."
Harry: "Io non ho bisogno di promettertelo, io ti amerò per sempre!"
Io non gli risposi e lo baciai.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente l'ultimo giorno di scuola è arrivato. Tutti gli studenti aspettano impazientemente questo giorno ogni anno che, sì, segna la fine della scuola, almeno per un po' di tempo, ma segna anche l'inizio dell'estate. 
Io sono Stefania, frequento il Liceo Scientifico e sono all'ultimo anno, quello infatti per me fu il mio ultimo giorno da liceale. Non potete minimamente immaginare la fantastica sensazione che si prova nel pensare che il prossimo anno non dovrò mettere più piede al liceo. Insieme alla mia amica Francesca aspettiamo questo giorno da tanto tempo perchè avevamo deciso che, una volta finito il liceo, saremmo partite per tre settimane a Londra per farci, come regalo della maturità, che ovviamente avevamo avuto, una vacanza visto che era iniziata l'estate. Noi ci conosciamo dall'età dell'asilo e sin da piccole avevamo il sogno di andare, per la prima volta, insieme a Londra. Molte volte i nostri genitori, che sono molto amici, ci avevamo proposto di fare una vacanza a Londra ma noi, dato che volevamo farla da sole, senza genitori tra i piedi, avevamo sempre cambiato i loro piani.
Le nostre famiglie, che naturalmente dopo tanti anni sapevano della nostra promessa ci dissero di si, anche perchè la maturità l'avevamo presa, che poi non è che avevamo bisogno del consenso dei nostri, avevamo diciotto anni e ormai eravamo autonome, così al settimo cielo stavamo facendo le valige perché fra due giorni saremmo partite per la città dei nostri sogni.
Vi chiederete 'Ma tra tutte le bellissime città del mondo perchè loro preferiscono Londra?'. Bhe, la risposta non la sapevamo nemmeno noi, sapevamo che c'erano città migliori di Londra però a noi, sin da piccole, ci aveva colpito.
I genitori di Francesca e i miei ci avevano viziato un po', la maggior parte delle volte ci accontentavano su tutto che si trattasse di spendere soldi o di andare da qualche parte, ma questo perché ne avevano la possibilità economica, ringraziando a Dio le nostre famiglie stavano più che bene economicamente. Mio padre era un imprenditore e mia madre era la sua 'assistente' mentre i genitori di Francesca erano entrambi medici.
I nostri genitori si conoscevano da moltissimo tempo, come già detto, e si conobbero ancora di più quando da giovani (non che ora siano vecchi) avevano partecipato, insieme ad altri genitori, ad un corso dove si imparava l'inglese (per questo lo parlavano benissimo) e lì, nacque la loro grande amicizia.
Erano dei genitori 'moderni' come li vogliamo noi adolescenti, non li vogliamo tra i piedi e non vogliamo siano protettivi in modo esagerato, ma sapevano anche essere severi quando volevano. Per esempio mai ci avevano comprato un motorino, che come sapete, noi adolescenti ne vogliamo uno a tutti i costi, e loro erano così puntati a non comprarlo che non cedettero mai. Io e Fra non sopportavamo mai il fatto che quando eravamo a delle feste loro ci venivano a lasciare e a prendere mentre tutti gli altri ci andavano e tornavano autonomamente, fortunatamente però gli orari li stabilizzavamo noi, sempre con il loro consenso, e così erano costretti, pur di non comprarci il motorino, a venirci a prendere nonostante fosse un orario inopportuno.
Questi due giorni passarono in fretta e finalmente arrivò il giorno tanto atteso, avevamo il volo alle 6:00 del mattino e quindi alle 4:00 ero già sveglia. Per essere sicura che Francesca non stesse dormendo e che non si fosse dimenticata di mettere la sveglia decisi di chiamarla.

Francesca: "Stefania, sono le 4:00 del mattino, cosa vuoi?"
Io: "Ecco appunto, lo sapevo che te ne saresti dimenticata, oggi è il 26 giugno ovvero il giorno che noi partiamo per Londra, ricordi?"
Francesca: "Oh mamma! Come ho fatto a dimenticarlo? Aspetto questo giorno da tanto tempo.. Comunque meno male che ci sei tu come sveglia se no se non mi avessi svegliata potevamo dire addio a Londra almeno per ora!"
Io: "Infatti. Comunque adesso vado a sbrigarmi, mi raccomando alle 5:00 in aeroporto!"
Francesca: "Si lo so! Ciao ciao"
Attaccai.

Quella ragazza era assurda, non ricordava mai niente infatti mi chiamava 'la sua agenda personale' ma era anche per questo che lei era la mia migliore amica!

Alle 5:00 eravamo già all'aeroporto ed era arrivato il momento di salutare i nostri genitori e fare il check-in. Dopo averlo fatto entrammo nell'aereo e prendemmo i posti che c'erano stati assegnati. Il volo sarebbe durato un paio di ore e quindi io, non appena l'aereo decollò, presi il mio iPod e mi misi ad ascoltare la musica. La prima musica fu Payphone dei Maroon 5 una delle mie band preferite del momento, oltre questa avevo anche i One Direction ma di loro, come dei Marron 5, mi piaceva solo la loro musica, non andavo pazza di loro, non ero un fan che sapeva tutto sulla loro vita, a me bastava solamente sentire le loro voci.
Nel frattempo Francesca si mise a leggere un giornale di moda, che aveva trovato sull'aereo, poiché ne andava pazza infatti, da grande, desiderava fare la stilista. Qualche volta, di nascosto da lei, sbirciavo i suoi schizzi ed erano a dir poco fantastici purtroppo, però, lei non lo capiva, le sembravano banali, ma erano tutt'altro.

Dopo alcune ore atterrammo e Francesca mi svegliò, prendemmo i nostri bagagli a mano e scendemmo per dirigerci per prendere le nostre valige imbarcate.

Mentre camminavo presi il mio iPhone per mandare il messaggio a mia mamma che ero atterrata, ma non ebbi neanche il tempo di aprire la casella messaggi che un ragazzo, idiota oserei definirlo, mi venne addosso.
Era tutto coperto, sembrava volersi nascondere, aveva degli occhiali scuri, un cappello e una sciarpa che gli copriva il naso e la bocca.
'Ma che problemi ha?' Pensai.
Non era normale vedere una persona coperta in quel modo, almeno a Milano non ne avevo mai visti a meno che non fosse un ladro ma dubitai lo fosse, incapace come era non poteva mai aver rubato qualcosa.

Io: "Gli occhi esistono per guardare, guarda cosa hai fatto, mi hai rotto il telefono!"
X: "Scusa non era mia intenzione, adesso devo andare, vado di fretta"

Io non risposi, ero molto arrabbiata, magari poteva dirmi che me lo avrebbe ricomprato! Cioè, non pretendevo me lo pagasse perché anche se fosse stato così non glielo avrei MAI permesso ma mia mamma, sin da piccola, mi insegnò che chi rompe paga poi naturalmente sua madre non era di questa idea, ma comunque lasciai perdere la questione, il pomeriggio nei avrei comprato un altro alla Apple. Ero appena arrivata a Londra e il mio cellulare era già rotto.

Io: "Iniziamo bene questa vacanza!" Sospirai.

SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti, questo è il mio primo spazio autrice e questa è la mia prima fanfiction, come potrete vedere. Parto dal fatto che non so che dire quindi se questo spazio autrice fa pena, sapete perchè. Mi piacerebbe che voi recensiate per farmi capire se questo prologo vi piace o no e se la punteggiatura è corretta, perchè ci tengo molto. Penso non vi costi niente scrivermi anche solo 10 parole quindi per favore, recensite!
A presto, Stefania :*

 
  
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