Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: champagnepapi    11/05/2013    1 recensioni
"Io so tutto di te." quella frase mi fece rabbrividire.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter two.
 
 
La mattina dopo guardandomi allo specchio la mattina, vidi che avevo delle profonde occhiaie.
Chiusi gli occhi e i ricordi del giorno prima riaffiorarono nella mia mente, non avevo chiuso occhio per colpa sua, per tutta la notte ho pensato a come era successo, e solo in quel momento mi resi conto di quanto era stata stupida la bugia che aveva inventato sul momento, di quanta poca verità c'era nelle sue parole, e al suo viso sollevato quando gli dissi che non avevo visto nulla, fino a quel momento non avevo dato molto peso a quel dettaglio, ma poi ci ripensai e sussultai quando mi ricordai cosa realmente avevo sentito e cercato di vedere prima di svenire.
 
Flashback.
"Uccidilo!" gridò.
Non riuscì a vedere nulla.
Sentii un tonfo e poi caddi a terra.
Mi svegliai ritrovandomi in una stanza buia.
Mi alzai rannicchiandomi di più all'angolo della stanza, sperando che nessuno sarebbe venuto a prendermi.
Sussultai nel sentire un rumore di passi.
La porta si aprì di colpo facendo così intravedere un ragazzo alto e magrolino, non riuscì a vedere bene il suo volto a causa della poca luce che c'era nella stanza.
Mi si avvicinò.
"Alzati." mi disse con fermezza.
Non mi mossi.
"Cos'è sei sorda per caso? Ti ho detto di alzarti. Ora."
Mi mossi piano alzandomi tenendo sempre lo sguardo basso, come se avessi paura di incontrare il suo sguardo freddo, gelido.
"D-dove sono?" azzardai a chiedere.
"Questo per ora non credo ti debba preoccupare. Pensa che forse non uscirai neanche viva da qui." sorrise beffardo.
 
Fine flashback.
 
Il mio sguardo si perse nel vuoto.
Mi sedetti sul letto continuando a guardare un punto indefinito nella mia stanza, tutto combaciava, il suo sguardo, le parole di Jason e le sue bugie, tutte per coprire la dura verità.
Ero stata in macchina con un assassino, e la cosa che più mi faceva stare male è che io stavo bene con lui.
Io non volevo stare bene con un'assassino, era inammissibile.
Mi alzai e decisi di andarmi a fare una doccia, lasciando che il getto freddo dell'acqua scacciasse via tutti quei pensieri e mi lasciasse la testa un po' più ingombra. 
Stetti li per una buona mezzora, poi uscii dal bagno andando verso il mio armadio. 
Presi un shorts e una maglietta a caso,scesi giù per le scale presi la borsa e uscii di casa salutando mia madre.
Avevo bisogno di rilassarmi,e quale posto migliore della spiaggia? con il fruscio dolce del mare come sottofondo?
Presi fuori le cuffie e me le misi, poi cominciai ad incamminarmi verso la spiaggia, in men che non si dica mi trovai davanti alla spiaggia, mi sdrai sulla sabbia in un posto meno affollato, chiusi gli occhi lasciandomi cullare dal dolce suono delle onde del mare.
Avevo voglia di dimenticare Justin, dimenticare il suo viso candido, dimenticare i suoi occhi color caramello, dimenticare che per un momento ero stata bene con lui, ma era difficile, fottutamente difficile.
Mi sentii scuotere delicatamente un braccio, feci una smorfia e aprii un occhio.
Sbiancai.
Aprii e chiusi gli occhi più volte velocemente per mettere a fuoco la figura davanti ai miei occhi, sperando con tutto il mio cuore che non fosse lui.
 
Fanculo speranza, era lui.
 
Mi guardo con un sorriso.. dolce mentre mi alzavo e lo guardavo impaurita.
"I-io devo andare, ciao." dissi cominciando a camminare velocemente verso l'uscita della spiaggia, sentii i suoi passi veloci rincorrermi, fino a quando non mi raggiunse, prendendomi delicatamente per il polso facendomi voltare verso di lui, facendo così scontrare i nostri sguardi.
Riuscire a reggere il suo sguardo era un'impresa, e io fallii miseramente, abbassando lo sguardo, lui lascio' il mio polso e posò la mano sotto il mio mento alzandolo delicatamente, costringendomi a guardarlo fisso negli occhi.
"Perchè stai scappando da me Jenna? Cosa c'è di sbagliato? Dimmelo, ti prego."
C'era che io avevo paura di lui, di quello che la mia mente era riuscita ad elaborare con tutte le informazioni e i ricordi del giorno prima, avevo paura che fosse davvero un'assassino, avevo paura di cio' che provavo quando ero con lui.
"J-justin..io.." cominciai incerta.
"Tu?" mi spronò a parlare lui sorridendomi rassicurante.
"D-dimmi che non l'hai ucciso tu.."
Il sorriso che prima si era dipinto sul suo viso era scomparso, gli occhi, da luminosi erano diventati cupi.
Passò come un'infinità di tempo e lui ancora non mi rispondeva.
 
Lo sapevo.
   
 
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