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Autore: ivi87    11/05/2013    7 recensioni
Timeline: post 4x23 ma senza il finale con il botto ihihih *-*
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Dopo la discussione di “Always” Rick chiude ogni rapporto con Kate e i due si allontanano l'uno dall'altra. Sarà uno "speciale incidente" a far sì che le loro strade si incrocino di nuovo.
Nuove situazioni, nuove coppie, nuove avventure, ognuna corredata da una canzone speciale.
Perché come dice Kate, quando sei innamorato ‘all the songs make sense’ ;-P
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Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When you're in love, all the songs make sense'
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#  2 – Thinking of you

 

L’ambulanza arriva a sirene spiegate fuori dall’ospedale.

I paramedici estraggono veloci la barella dal portellone posteriore, seguiti dal dottor Porter e Alexis.

Peter l’aveva implorata con lo sguardo di non lasciarlo da solo e Alexis non aveva potuto fare altro che stringergli la mano e promettergli che sarebbe andato tutto bene.

Castle arriva in auto dietro di loro, giusto in tempo per vederli correre all’interno dell’ospedale.

Una volta dentro, vengono raggiunti da altri dottori e infermiere che portano via Peter.

“Dobbiamo aspettare che arrivi un’agente per dare la nostra deposizione” dice Castle a sua figlia e al dottore Porter mentre si siedono in sala d’aspetto.

I quattro agenti della polizia stradale giunti sul posto erano ancora impegnati a fare i rilievi, sgombrare il traffico e a registrare le testimonianze sia dei testimoni che della responsabile dell’incidente.

“Come stai, tesoro?” domanda poi, guardandola in volto.

“Così....” risponde sua figlia, stravolta ”Ce la farà vero?”.

Un sorriso teso compare sul volto dell’uomo che ora la sta abbracciando forte.

Di sicuro non si aspettavano di finire così la giornata.

Alexis abbassa lo sguardo cercando di non pensare al peggio “E quello?” domanda indicando lo zaino ai piedi del padre.

Castle lo solleva e se lo porta sulle ginocchia “L’ho trovato poco distante dalla nostra auto. Credo sia di Peter. Dev’essere stato l’impatto con...” la smorfia di sua figlia gli impedisce di proseguire “Vediamo se ci sono documenti? Un numero di telefono?”.

Alexis lo apre un po’ incerta.

Ci sono molti libri di economia.

Li sposta di lato per vedere meglio, finché non trova un portafogli nero sul fondo dello zaino.    

“Forza, aprilo” la incoraggia Castle.

“Mi sembra di violare la sua privacy....ma non abbiamo altra scelta, quindi...” apre il portafogli e cerca nei vari scomparti.

Trova una tessera studentesca, cinquanta dollari e la patente “Peter Reed, South Carolina” legge su di essa.

“Hai detto Reed?” chiede Castle pensieroso.

“Si, ti ricorda qualcosa?” domanda, vedendolo riflettere

“Non sono sicuro... per un secondo mi è sembrato familiare” risponde, poi scuote la testa “No, scusa, non mi dice nulla”.

E’ abbastanza provato anche lui da tutta quella situazione.

È stanco e poco lucido.

Si sporge in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia. Si massaggia il volto e poi torna a guardare la sua bambina.

Una giovane donna, coraggiosa e altruista che non ha sprecato un secondo e si è subito messa a disposizione per salvare la vita di quel ragazzo.

Non può essere più fiero di così.

Però è terribile vedere le sue mani e la sua camicetta sporche di sangue.

“Tesoro, perché non vai in bagno a lavarti le mani?” le consiglia dolcemente.

La ragazza si guarda stupita “Oh...non me n’ero accorta....” automaticamente si alza e imbocca un corridoio a caso, in cerca della toelette.

“Non si preoccupi” esclama il dottor Porter, seduto poco distante “È l’adrenalina che sta svanendo e lascia spazio allo shock” spiega comprensivo “Tra un po’ andrà meglio”.

Castle annuisce. Spera davvero che Peter se la cavi, che sua figlia si riprenda e che quella giornata finisca.

Prende in mano il portafogli del ragazzo.

Non trovando nessun numero di telefono, decide di cercare tutti i Reed della South Carolina.

Grazie al suo iPhone trova tre famiglie Reed.

Quando Alexis torna a sedersi accanto a lui può solo riferirle che i proprietari dei primi due numeri non conoscono nessun Peter, mentre al terzo non ha risposto nessuno.

 



Dopo due ore di attesa il chiacchiericcio di alcuni medici attira la loro attenzione.

Alexis vede il camice azzurrino di uno di questi, sporco di sangue, e afferra istintivamente il braccio del padre.

Il gruppo di dottori però li supera e svoltando il corridoio si disperde.

Non erano lì per loro.

Un po’ sollevata libera il padre dalla sua presa.

Mentre aspetta Castle non sa cosa fare. Dove guardare.

Da un momento all’altro si aspetta di sentire delle urla o di vedere medici correre dentro alle sale operatorie.

Cerca un punto su cui posare lo sguardo. Una zona neutra che non gli ricordi di essere in ospedale e di aver appena assistito ad un incedente quasi mortale.

Ma ogni oggetto o persona su cui posa lo sguardo grida ospedale.

E il ricordo di Kate esanime si riaffaccia prepotente.

Si alza di scatto spaventando Alexis.

Caffè. Ha assolutamente bisogno di un caffè e di un attimo di distrazione.

Il bar dell’ospedale è il luogo perfetto.

È abbastanza chiassoso e il chiacchiericcio gli impedirà di pensare alle ultime due ore.

“Vado…vado a cercare un caffè…” la rassicura immediatamente.

Come un automa, Rick si allontana.

Non ne ha veramente voglia, ma non vuole preoccupare ulteriormente sua figlia.

Deve essere forte per lei in caso quel ragazzo non reggesse l’operazione.

Svolta l’angolo ignaro di dove andare.  

Dopo aver girovagato qualche minuto a vuoto trova un’indicazione.

È quasi arrivato, può già sentire nell’aria l’aroma di caffè, quando un paio di medici escono dal piccolo bar dell’ospedale.

Li guarda solo per un secondo. Hanno ancora in mano i loro bicchieroni fumanti.

Castle pensa che sia un pieno di caffeina pre-operazione.

Ma dopo qualche passo torna a posare lo sguardo su di loro.

Uno dei dottori, abbandonato il gruppo poco più avanti, ora fa lo stesso.

Lo fissa in mezzo al corridoio.

“Ehi” esclama tornando sui suoi passi, verso Castle.

È ancora scosso da tutta quella strana mattinata.

Josh è l’ultima persona che si aspetta di rivedere.

Eppure ora che lo guarda sembra così dannatamente ovvio.

Ci saranno duecento dottori al New York Ospital. Logico incontrare l’ex della donna di cui si è innamorati.

Da scrittore, Castle, accetta a testa alta il colpo di scena.

“Ehi” risponde con poca enfasi.

Il dottor Josh Davidson si avvicina e tende la mano “Sembri distrutto” nota, mentre i due si stringono la mano.

Castle risponde solo con un sospiro.

L’ultima volta che si sono visti, Josh gli avrebbe volentieri spaccato la faccia.

Ora lo saluta come se niente fosse.

“Va tutto bene?” domanda cercando con gli occhi se c’è qualcun altro oltre allo scrittore.

Un sorrisino amaro gli spunta sul volto “Kate non è qui”.

Il viso di Josh si rilassa visibilmente e torna a prestare attenzione al suo interlocutore.

“Io e mia figlia abbiamo assistito ad un incidente stradale questa mattina. Abbiamo accompagnato il ragazzo qui e stiamo aspettando notizie...”.

Il dottor Davidson annuisce “L’incidente sulla Lexington, ho sentito...”.

“Sai per caso qualcosa? Nessuno ci dice nulla da due ore” Castle domanda speranzoso.

“Non è un mio paziente, ma posso andare a chiedere....” risponde professionale “....sai il nome?”.

Castle si passa una mano in fronte nervosamente “Si... Reed. Peter Reed. Non so altro, non sono riuscito a trovare nessun famigliare per ora...”.

“Il nome per adesso mi basta, vado a vedere a che punto sono con l’intervento”.

“Grazie” riesce a dire prima di vederlo allontanarsi.

Lasciato perdere il caffè, Castle torna in sala d’attesa trovando sua figlia da sola “Che fine ha fatto il dottor Porter?”.

“Aveva dei pazienti, si farà vivo più tardi” spiega Alexis.

Castle le si siede accanto “Tesoro ascolta, ho incontrato Josh poca fa...”.

La ragazza lo interrompe raddrizzandosi di scatto sulla sedia “Quel Josh?!”.

“Si, ma tranquilla, nessuna lite in corso. Sta andando a chiedere di Peter, se scopre qualcosa ci verrà ad informare”.

Alexis tira un profondo sospiro di sollievo “Oh... ok, meno male”.

Le braccia di suo padre la avvolgono subito in un caldo abbraccio.

“Papà, ti vibra la giacca” esclama poco dopo, con una leggera risata che la rallegra per un attimo.

Castle guarda il display del cellulare “E’ il distretto”.

Sono mesi che non segue un caso. Vede i ragazzi per qualche partita a poker e ha spiegato loro la situazione con Kate.

Perciò se lo chiamano dal distretto deve essere importante.

“Castle”  risponde con un po’ di esitazione.

“Castle stai bene? Sei in ospedale” è la voce del detective Ryan quella che sente all’altro capo del telefono.

“Si sto bene, sono con Alexis in ospedale. Come fai a saperlo?”.

“Ci è arrivata la notizia dell’incidente e i vostri nomi sono tra l’elenco dei testimoni” spiega Ryan “È tutto a posto?”.

“Stiamo bene Ryan, abbiamo seguito l’ambulanza...stiamo aspettando notizie del ragazzo che è stato investito…”.

“Lo so, un’agente della stradale ce l’ha detto, sa che ti conosciamo e ci ha informati e…”

Ryan si blocca incerto.

“Ryan? Ci sei ancora?”  non è il momento delle frasi in sospeso, i nervi di Castle sono già a fior di pelle.

“Ci sono... sta arrivando qualcuno a prendere anche le vostre deposizioni...” prosegue il detective.

“Ok, bene, lo stavamo aspettando...”.

Altra pausa di silenzio.

“Ryan, ti prego, sono già abbastanza agitato, se devi dire qualcosa dilla!” sbotta Castle.

“Kate non l’ha presa bene” sputa tutto d’un fiato “Si è agitata parecchio… anche se l’agente della stradale le ha assicurato che stavate bene…voleva raggiungerti in ospedale ma la Gates gliel’ha impedito”

Ora è Castle a stare in completo silenzio.

“Dovresti chiamarla e dirle tu stesso che stai bene” suggerisce Ryan.

Alza lo sguardo e vede Josh avvicinarsi a grandi passi “Ti devo lasciare ora, ci sentiamo dopo” riattacca e si alza in piedi.

Alexis imita il padre e istintivamente si aggrappa al suo braccio.

Stanno entrambi per tempestarlo di domande quando Josh li anticipa, portando avanti le mani per placarli “Lo stanno ancora operando”.

Alexis fa un passo avanti lasciando il braccio di suo padre “Ma come sta andando? Starà bene vero?”

“Questo non te lo posso garantire. Un operazione è sempre rischiosa ma è davvero in ottime mani e l’intervento sembra stia andando bene”

“Ci puoi tenere aggiornati?” insiste Alexis.

“Non preferite andare a casa a riposarvi? Se lasciate il vostro numero ad un infermiera vi avviserà immediatamente alla fine dell’operazione” suggerisce invece lui.

Castle vede sua figlia scuotere violentemente la testa e implorarlo con gli occhi lucidi “No...ehm restiamo qui, grazie. Peter non ha nessuno in questo momento”.

“Ho promesso che non l’avrei lasciato solo” Alexis parla con fermezza fissando Josh.




Di nuovo in attesa di altre notizie.

Con la testa reclinata all’indietro appoggiata alla parete, Castle si ritrova a sperare che Josh torni presto.

Ironia della vita. Fino a ieri avrebbe pagato pur di non rivederlo mai più e non pensare a lui e Kate insieme.

Ora non aspetta altro che vederlo svoltare il corridoio e di sentirgli dire che Peter sta bene.

Chiude gli occhi cercando di indirizzare la testa altrove.

Kate.

Sospira forte. È inutile. È sempre nei suoi pensieri.

Che sia contento, triste, arrabbiato o deluso, lei è sempre nella sua mente.

Lei.

Lei che sorride quando le porta il caffè.

Lei che lo guarda male se fa una battuta a doppio senso.

Lei che toglie le viti dalla sedia per fargli credere di essere maledetto.

Lei che....

Spalanca gli occhi e si raddrizza di colpo sulla sedia.

È stato un flash. Un secondo.

Solo uno stramaledettissimo secondo è servito a ricordare dove aveva già sentito il cognome Reed.

O forse sarebbe meglio dire ‘letto’.

Non può essere. Non può essere vero.

Si alza agitato sbottonando il colletto e allargandolo a forza con le dita.

È sicuramente una coincidenza.

Deve esserlo!  

 

 

* Thinking of you - Katy Perry  - http://www.youtube.com/watch?v=ncIAKQqontY




Ivi’s Corner:

Bene, bene... va chi c’è in ospedale? E quel cognome?

E Kate preoccupata?

Mmmmm che succede qui?

Shhh non vi posso ancora dire nulla...

Kiss kiss, Gossip Girl... ah no scusate, ho sbagliato telefilm... :-P


Ahahahahah vabbè, qui tuona, metto in my veins e cerco di capire come vestirmi stasera...

Buona lettura e grazie a tutte coloro che hanno letto e recensito :-**

 

Ivi87

   
 
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