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Autore: Melanto    29/11/2007    5 recensioni
Aria. Acqua. Terra. Fuoco. Alla disperata ricerca del Principe scomparso, mentre nel cielo rosseggia un'alba che odora di guerra. Una lotta contro il tempo per ritrovare la Chiave Elementale, prima che finisca nelle mani del Nero, e salvare il pianeta.
Siete pronti a partire?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Hajime Taki/Ted Carter, Mamoru Izawa/Paul Diamond, Teppei Kisugi/Johnny Mason
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementia Esalogy'
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ELEMENTIA
- The War -





CAPITOLO 4: Avventura nel deserto

Via Crociata – Regno degli Ozora, Terre Centrali

“E così vi conoscevate già?" Yuzo era entusiasta della rivelazione di Hajime.
Quest’ultimo annuì, cavalcando accanto a lui e Teppei. “Sì, veniamo entrambi da Ilar, una città dell’Est non molto lontana dalla Piana di Bryzla.”
“E ti dirò di più!” intervenne l’Elemento di Terra “Eravamo vicini di casa e le nostre madri erano amiche da tempo! Praticamente, i primi quattro anni di vita li abbiamo trascorsi sempre insieme!”
“Poi siamo stati mandati alle Città Elementali” concluse il Tritone.
“Come mai scuole diverse?” si incuriosì il volante e Hajime si strinse nelle spalle.
“Tradizioni di famiglia. I nostri padri sono Minister ad Ilar, rispettivamente di Acqua e di Terra, e con due figli maschi, beh, era ovvio che scegliessero per loro la via Elementale.”
“Questo è vero, ma quando mi dissero che sarei dovuto partire per Tyran e che non ci saremmo rivisti per tanto tempo, piansi come un disperato!” raccontò Teppei con un sorriso. “Ero più triste del fatto di lasciare il mio migliore amico che i miei genitori!”
“Me lo ricordo! Strepitavi ogni santo giorno, tua madre non sapeva più come fare per calmarti!”
Teppei si grattò la nuca, ridacchiando, leggermente imbarazzato. “Sì, ero tremendo!” poi si rivolse al volante “Per te, invece, sarà stato più semplice: avevi comunque tuo padre alla Scuola, all’epoca era il Master di Alastra, no?”
Yuzo sospirò, distendendo le labbra in un sorriso. “Sì, eppure, nonostante tutto, lo vedevo relativamente poco. In qualità di Master era sempre molto impegnato” scrollò le spalle “riunioni, viaggi. Quando era libero cenavamo insieme, ma capitava molto di rado.”
“Oh, capisco…” annuì l’Elemento di Terra, visibilmente dispiaciuto. Aveva sempre creduto che essere figli del capo della scuola rendesse le cose molto più facili, invece il volante gli aveva appena detto che non cambiava quasi nulla, anzi, forse Yuzo vedeva il padre ancor meno dei suoi compagni. "Immagino che ora che è diventato Console, le cose siano peggiorate.”
“Già: se riusciamo a vederci due/tre volte all’anno è un gran traguardo” Ma riuscì ugualmente a sorridere con serenità. “Mi consolo sapendo che anche questo incarico terminerà, un giorno.” Poi alzò volutamente la voce. “Quindi, non ho chissà che privilegi.”
E Mamoru, che cavalcava un paio di metri più avanti, mugugnò, cogliendo la sottile frecciata. Il volante ridacchiò.
L’ottimismo di quest’ultimo si trasmise con entusiasmo anche a Teppei, che annuì con decisione al suo positivistico pensiero, rivolgendosi poi proprio all’Elemento di Fyar. “E tu, Mamoru? Sei diventato Elemento per seguire le orme di tuo padre?”
L’interpellato sbuffò con noia. “Spettegolare dei fatti miei non rientra nella missione.”
Quella risposta gli fece ottenere una linguaccia di rimando da parte del tyrano che masticò un: “Antipatico!”, tornando a far chiacchiere con Yuzo.
Hajime, invece, spronò leggermente la sua cavalcatura, raggiungendo il compagno e cominciando a marciare accanto a lui.
“Vedo che stai seguendo il mio consiglio” esordì con un mezzo sorriso. “Non gli hai dato contro nemmeno una volta da che siamo partiti.”
“Non ha fatto alcun danno, almeno per il momento.” Spiegò la Fiamma senza nemmeno voltarsi. “Quindi non c’era motivo che intervenissi.”
“Meglio così” sospirò il Tritone, rilassandosi, ma l’altro si affrettò ad aggiungere.
“Ciò non toglie che, se dovesse fare un passo falso, non avrò la mano leggera.”
“Non ne avevo dubbi.” Si sforzò di trattenere una risata e Mamoru arricciò il naso con stizza.
Avevano lasciato Raskal da circa tre settimane e a lui non sembrava vero che stesse filando tutto liscio. Sapendo chi erano i suoi compagni di viaggio, gli sembrò un miracolo. Soprattutto, il volante si stava comportando bene, per quando sapesse che fosse solo una mera questione di tempo: prima o poi, avrebbe provato l’istinto omicida nei suoi confronti.
Ad ogni modo, doveva ammettere che come diplomatico ci sapeva dannatamente fare. I Doge con i quali avevano parlato si erano mostrati subito disponibili nei confronti di Yuzo, e avevano risposto a tutte le sue domande. Solo una volta, Mamoru aveva tentato di dire la sua e il Doge lo aveva squadrato con aspra diffidenza. Va beh, forse era stato troppo perentorio nelle sue richieste… o era meglio dire arrogante e presuntuoso?
Sbuffò. Ciò non toglieva che con il volante tutti fossero delle affabili pecorelle. Forse per via del suo viso pulito e i modi cortesi. Tutta roba che, con quelli come lui, non attaccava in nessuna maniera, anzi, lo facevano irritare. E Mamoru, sotto sotto, non aspettava altro il famoso passo falso per poter tornare a odiarlo liberamente alla faccia di Hajime che non avrebbe potuto rinfacciargli di non aver almeno tentato di andarci d’accordo.
Le labbra si tesero in una smorfia sorridente, mentre continuava a tenere sotto controllo la via davanti a sé.
“Tu non sei normale.” Lo stuzzicò il Tritone, attirandosi la coda del suo occhio. “Prima sbuffi, poi ridacchi senza alcun apparente motivo. Si può sapere che stai pensando?”
“Devo rendere atto anche dei miei pensieri, adesso?”
“Beh, se non sono rivolti a ‘come rompere le scatole a Yuzo’, allora no.”
L’Elemento di Fyar ringhiò qualcosa di incomprensibile, girandogli la faccia, e stavolta fu Hajime a ridacchiare.
Le voci del volante e di Teppei li raggiunsero nuovamente.
“E’ stata una vera sorpresa per entrambi ritrovarsi alla capitale e scoprire di dover prendere parte alla medesima missione.” spiegò l’Elemento di Terra.
“Un’incredibile coincidenza. Siete stati davvero molto fortunati.”
“Già! Pensa che, per essere scelto, ho dovuto battermi con due dei migliori guerrieri di Tyran!”
“Davvero?!”
“Ci siamo affrontati nell’Arena principale e, modestamente, ho vinto!” concluse Teppei gongolandosi della sua impresa, ma subito Mamoru intervenne sghignazzando.
“Meno male che erano i migliori…”
“Qualcosa da ridire, Izawa da Fyar?” rimbrottò il compagno in tono velatamente minaccioso. “Tu che parli tanto, come sei stato selezionato?”
L’interpellato si strinse nelle spalle. “E chi lo sa? Magari hanno lanciato la monetina. Per quel che mi riguarda, potevano anche mandarci qualcun altro. Io avrei di sicuro preferito non essere qui.”
Teppei si infervorò a quella risposta, asserendo con severità. “Quello che dici è un oltraggio verso la Famiglia Reale! Trovi che la vita del Principe non sia abbastanza importante per scomodarti?”
“Pensala un po’ come ti pare” rispose asettico. “Se non me ne fregasse nulla di Elementia, non avrei firmato per essere uno dei soldati dell’avanguardia di Fyar. Però, su una cosa siamo d’accordo: del Principe non me ne importa un accidente. È solo un uomo come tanti, e gli uomini vanno e vengono.”
Yuzo inarcò un sopracciglio a quella risposta: Mamoru era terribilmente cinico certe volte.
“E qui ti sbagli!” sbottò Teppei “Io non credo affatto che il Principe sia una persona qualunque: ricorda che è stata la Chiave stessa a sceglierlo e non era mai accaduto niente di simile! Credi ancora che sia uno come gli altri?!”
L’Elemento di Fyar sbuffò. “La Chiave! La Chiave! Tutti che parlano della Chiave Elementale! Ma tu sai cos’è? L’hai mai vista? Io no e francamente comincio a credere che non esista!”
“La Chiave è ciò che le Dee ci hanno lasciato insieme alla Magia! Solo i Consoli e il Re sanno cosa sia di preciso. Vorresti metterti contro la parola del Consiglio Anziani?!” Adesso il tyrano si stava letteralmente alterando. Si girò a guardare Yuzo. “Tuo padre è uno dei quattro, non ti ha mai parlato della Chiave?! Non gli hai mai chiesto nulla?!”
Il volante sospirò, scavando nei ricordi. “Una volta entrammo in argomento, ma lui mi disse solo che nel momento in cui la Chiave Elementale avesse scelto il giusto possessore a cui donare i suoi poteri, si sarebbe mostrata al mondo nel suo vero aspetto. Niente di più, si era già sbottonato abbastanza.”
E per Teppei fu più che sufficiente, perché si volse nuovamente ad inquadrare la schiena di Mamoru. “Sentito?! Troviamo il Principe e troveremo la Chiave, così la smetterai di fare lo scettico!”
Mamoru si limitò a stringersi nelle spalle. “Mah, staremo a vedere.”
“Non toccare a Teppei i suoi saldi principi o rischi di fartelo nemico!” mormorò Hajime all’Elemento di Fuoco, che abbozzò un sorriso sghembo.
“Me ne sono accorto.”
Entrambi si voltarono a guardare il giovane di Tyran che continuava a rimbrottare con Yuzo, contro Mamoru: “Quanto è antipatico quando fa così!”

Huria, Città-fortezza dell’AlfaOmegaRegno degli Ozora, Valle della Meteora, Terre del Nord

Sul pavimento si sentiva solo il lento strisciare del lungo mantello nero che aveva appuntato sulle spalle: aveva il cappuccio, tirato sulla testa a celarne lo sguardo, e la ‘α’ e la ‘Ω’ ricamate in filo dorato. Dei suoi passi, non si avvertiva nemmeno il più sottile scalpiccio e questo suo essere silenzioso lo faceva paragonare a un fantasma, certe volte, e aumentava l’aura di timore reverenziale che si portava dietro.
Si fermò davanti la grande vetrata della sala in cui si trovavano alcuni dei suoi adepti più potenti; aspettavano, seduti attorno al tavolo rettangolare, che lui commentasse le ultime novità che la rete di spie aveva carpito scivolando nei vicoli bui di Raskal e ammaliando guardie e servitù con neri incanti.
All’esterno, le tempeste di polvere meteoritica continuavano a imperversare come sempre accadeva in quel periodo dell’anno.
Degli Stregoni che si muovevano dabbasso era possibile scorgerne solo gli aloni di luce purpurea della magia che stavano utilizzando per camminare nella tormenta.
“Quattro Elementi, giusto?” fece eco senza voltarsi e tenendo le mani nascoste nelle ampie maniche della tunica.
Uno dei convitati rispose. “Esattamente, potente Nero. Le nostre spie hanno detto che i giovani provenienti dalle scuole hanno lasciato Raskal circa tre settimane fa, muovendosi in direzione Sud.”
“Proprio dalla parte opposta al fronte” ci tenne a sottolineare un altro dei partecipanti.
Il Nero non rispose subito, continuando a guardare l’esterno e lasciando che il silenzio tornasse a dominare la stanza per qualche momento.
“E così, il Re si è finalmente deciso a cercare Tsubasa.” Poi sorrise. “Se l’è presa comoda! Credevo che lo lasciassero marcire al Sud.”
Una terza figura emerse dall’ombra che le candele sparse per la stanza non riuscivano a lambire. Tintinnare di collane ai suoi movimenti e un tono confidenziale nei riguardi dello Stregone più potente di Elementia, l’unico che si permetteva di farlo senza essere ucciso all’istante.
“Beh, converrai con me che Koudai Ozora sia stato molto impegnato a causa dello scontro con Gamo e che gli Elementi non usufruiscono dei nostri comodi Aprivarco, ergo, i loro tempi di viaggio sono molto più lunghi.”
L’altro scrollò le spalle. “Anche questo è vero.”
“Li hanno abbigliati con indumenti normali e non stanno usando i loro poteri, per il momento” precisò il secondo che aveva parlato. La sua capigliatura, di un biondo dorato, risaltava sugli abiti scuri e nella penombra, come i vividi occhi azzurri.
“Cercano di non dare nell’occhio, Fredericks(1)” dedusse il Nero “per non attirare attenzioni sgradite come le nostre. Apprezzabile.” E parlava come se il problema non lo riguardasse minimamente.
“E allora?!” sbottò aspramente una quarta persona seduta al tavolo. “Noi cosa dovremmo fare?!”
La guida dell’AlfaOmega spostò leggermente il capo nella sua direzione. “Niente. Perché? Dovremmo fare qualcosa?” Il tono tranquillo e affabile. Si faceva scivolare tutto addosso con una calma invidiabile, forse perché era perfettamente conscio di essere quasi imbattibile. Magari solo i Master messi assieme avrebbero potuto tenerlo vivacemente impegnato, mentre i Consoli non erano che vecchietti incartapecoriti paragonati a lui. “Mi spiegate perché dovete preoccuparvi così tanto per quattro ragazzi che non sono nemmeno Minister?” Scosse il capo, tornando ad interessarsi dell’esterno. “Il viaggio per il Sud è molto più lungo di quanto voi e loro possiate immaginare. Chi vi dice che arriveranno vivi alla meta?”
“Sì, ma se si dovessero avvicinare troppo, cosa…”
“Se si dovessero avvicinare troppo” lo interruppe il Nero “allora vedremo se eliminarli o no.” Poi si rivolse nuovamente al suo uomo più fidato, che continuava a restare in piedi. “Alla base Sud non ci sono i fratelli Konsawat?”
“Sì, sono loro i responsabili.”
“Allora non c’è di che preoccuparsi” annuì con serenità, ma il quarto non sembrò essere particolarmente d’accordo.
“Mio Signore, voi la state prendendo troppo alla leggera!” disse quasi con rimprovero “Dovremmo eliminarli subito invece di-”
“Stolto.” Il Nero lo zittì con uno sbuffo. “Se li eliminassimo ora, il Re finirebbe con l’insospettirsi e ne manderebbe altri. Non potremmo più lavorare con tranquillità. Ci vorranno mesi prima che raggiungano la base a Sud, abbiamo tutto il tempo. Gradirei che pensaste, prima di farvi prendere dalla foga.” Lo ammonì, venando di sottile asprezza le parole, poi sollevò una mano senza nemmeno voltarsi. “Inoltre, detesto che si usi quel tono con me. Ni he nat.”Un’ombra scura scivolò dalle sue dita, avvinghiandosi con forza attorno alla gola dell'incauto Stregone. Lo sollevò senza sforzo e lo fece contorcere nel tentativo di liberarsi.
“Bada a te, Igawa(2)” sibilò, lanciandolo lontano sino a farlo impattare con la parete e cadere al suolo. La mano di tenebra scomparve, permettendo ai polmoni del malcapitato di tornare a incamerare aria. “La prossima volta non sarò così clemente.”
“S-sì… Nero…” biascicò l'altro tra i violenti colpi di tosse.
Il Signore degli Stregoni sospirò, riacquistando la sua serafica calma. “Ad ogni modo, visto che vi fanno tanta paura, continueremo a tenerli d’occhio. Va bene?” Sembrava quasi una madre stanca che cedeva briciole ai propri figli per farli stare buoni. Lo stesso tono accondiscendente.
“Sì, Signore” risposero in coro Fredericks e l’altro di nome Dick(3) che, come lui, era rimasto seduto al tavolo; mentre Igawa si alzava lentamente massaggiandosi il collo.
“Potete andare ora. E che la malefica Kumi sia dalla vostra.”
I tre Stregoni fecero una breve riverenza, abbandonando finalmente la stanza.
Con un leggero gesto della mano, la maggior parte delle candele si spense sotto l’azione di un refolo di vento nato all’improvviso e solo quelle che illuminavano la sua sedia al tavolo rettangolare rimasero accese.
Una volta soli, l’uomo con le collane lo raggiunse presso la finestra. Il Nero ne percepì i movimenti dall’acuto tintinnio dei preziosi. Appena lo ebbe accanto, parlò.
“Tsubasa non ha ancora rivelato dove ha nascosto la Chiave Elementale, vero?”
L’altro scosse lentamente il capo. “No, continua a tacere.” Poi abbozzò un sorriso quasi affettuoso nei confronti del loro prigioniero. “E’ davvero un ragazzo ostinato, sai? Tenace, leale… non mi sorprende che la Chiave abbia scelto lui come suo possessore.”
“Sono d’accordo, ma anche io sono un osso duro, dovresti saperlo, e ho tanta, tanta, tanta pazienza. L’attesa non mi spaventa, Tsubasa cederà.”
Una volta che avrebbe avuto quell’oggetto sacro, nessuno avrebbe mai più potuto seriamente impensierire la sua posizione di comando. Ma se il Principe fosse in qualche modo riuscito a usare la Chiave contro di lui… forse non ne sarebbe uscito vincitore, per questo doveva trovarla e sfruttare lo stupido pretesto della guerra per poter togliersi dai piedi i reali e i Master. Le Scuole Elementali sarebbero finalmente cadute e lui avrebbe dimostrato che la Magia Nera era la più potente di tutte.
“Con Gamo come la mettiamo?” riprese l’altro “Quando hai intenzione di dirgli che il Principe è gradito ospite della nostra base al Sud?”
Il Nero sorrise divertito. “Massì, massì. Glielo dirò, prima o poi… quando non avrò più bisogno di lui, magari.” E scosse il capo con ironia. “Minato è davvero convinto che prenderà il posto di Koudai Ozora alla guida di Elementia e io sostituirò le quattro Scuole con l’AlfaOmega. Ed è anche convinto che lo servirò!” ridacchiò ancora “Ma tu lo facevi grande, grosso e così ingenuo?”
“Beh, gli hai fatto credere che farai esattamente ciò che hai appena detto.”
“Allora è doppiamente stupido. Fossi stato al suo posto, non mi sarei mai fidato di uno Stregone che si fa chiamare il Nero!”
L’altro scrollò le spalle. “E allora mi spieghi perché hai deciso di unirti a lui? Ti confesso che ancora non l’ho capito: il Principe è nelle nostre mani da molto prima che Minato venisse a proporti di appoggiarlo. Se glielo avessimo consegnato, Gamo avrebbe avuto la vittoria su di un piatto d’argento.”
Il Nero si tolse la buffa, passandosi una mano tra gli intricati e scuri capelli rasta; gli occhi, altrettanto scuri, ma attenti e curiosi, continuavano a scrutare l’esterno “Oh, ma così è più divertente!” esordì ridacchiando e tradendo la sua vera età che lo vedeva poco più che diciottenne. “E poi, vuoi mettere la comodità? Visto che loro potrebbero essere dei prigionieri pericolosi in futuro, lascia che si sterminino da soli. Ricorda che le forze Elementali sono maggiori rispetto alle nostre, uomini in più non possono che farci comodo.”
Il giovane al suo fianco sospirò rassegnato. “A volte ti comporti proprio come un ragazzino, lo sai, Natureza(4)?”
Il Nero lo guardò sorridente. “Questa è buona, fratello! Io sono un ragazzino!”

Poli-Poli Desert Regno degli Ozora, Terre Centrali

Hajime afferrò il lungo fazzoletto che aveva nella tasca e lo strinse saldamente tra le mani; si concentrò, mentre una sottile goccia di sudore scivolava lungo la tempia. Quando rilasciò la stoffa, essa era pregna d’acqua. Sospirò, avvolgendosela attorno alla testa a mo’ di turbante, per ricercare un po’ di refrigerio nella calura del Sole che picchiava violentemente su di loro. Ma, come Elemento d’Acqua, solo lui sembrava soffrirne particolarmente: per Mamoru era una tiepida temperatura, mentre Teppei e Yuzo non sudavano nemmeno. Lui si sarebbe disidratato prima o poi e quando vide la sottile striscia di deserto comparire davanti ai suoi occhi, sospirò affranto.
“Questo dovrebbe essere il Poli-Poli, vero?” esordì il giovane di Fyar e il Tritone annuì.
“Grazie alle Dee si estende soprattutto in lunghezza, mentre lo spessore è di circa cento chilometri. Lo supereremo presto.” Sospirò ancora, più come un tentativo di incamerare aria che altro.
“Non ti senti bene, Hajime?” domandò Yuzo, affiancandolo, mentre Mamoru e Teppei si stavano già inoltrando nella sottile distesa sabbiosa, seguendo sempre la Via Crociata che appariva e scompariva sotto i granelli silicei smossi dal vento.
Il Tritone sorrise. “Fa caldo” disse con sincerità “Ma, fortunatamente, le terre oltre il deserto sono più boschive e le temperature accettabili anche per quelli come me.”
“Vuoi che sollevi un po’ di tramontana per rinfrescarti?” propose il volante, ma lui rifiutò.
“Meglio di no, si alzerebbe troppa sabbia e poi chi vuole sentirlo Mamoru che si lamenta perché ha la terra dappertutto?”
Yuzo ridacchiò, mentre proprio la voce dell’Elemento di Fyar li raggiungeva. “Siete ancora lì?” borbottò con tono annoiato “Datevi una mossa che non voglio passarci la vita in questo deserto! La sabbia comincia ad entrarmi nei vestiti e mi irrita!”
“Come volevasi dimostrare” sospirò il Tritone, spronando il cavallo ed avanzando all’interno del Poli-Poli seguito dal volante.
“Non ti facevo così petulante, Mamoru, lo sai?”
L’altro sbuffò. “Pensa a te, Teppei! Tu sei un Elemento di Terra, un po’ di sabbia nelle mutande non ti crea problemi, ma a me sì, va bene?”
“Che acido.” Il tyrano gli fece il verso, girandosi subito in direzione di Yuzo e Hajime per mimare una risata di divertimento che fece ridere anche gli altri due.
“Piantatela di sfottere!” rimbeccò Mamoru, dando uno scappellotto a Teppei prima di aumentare l’andatura del suo cavallo, ben deciso a lasciare quel maledetto deserto quanto prima.
Quando arrivarono a metà della distesa, il sole stava già cominciando a tramontare e forse sarebbero riusciti ad uscirne per l’ora di cena, giusto il tempo per fermarsi nella prima città che avrebbero trovato e passarvi la notte.
Fu allora che l’Elemento di Terra si fermò, arrestando di colpo il suo cavallo. Con sguardo serio osservò lentamente l’intorno, sezionandolo con attenzione.
“Che ti prende, ora?” esclamò Mamoru col suo solito tono brusco.
L’interpellato scosse il capo, scendendo dalla cavalcatura. “Non lo so, ma avverto delle strane vibrazioni dal terreno.” Si inginocchiò, afferrando una manciata di sabbia.
Anche il giovane di Fyar scese, raggiungendolo in rapidi passi. “Che vibrazioni?” domandò mettendosi sull’allerta. “Da quanto tempo le senti?”
“Da un’oretta circa, non vorrei sbagliarmi… ma siamo pedinati.”
Mamoru si guardò intorno: a parte loro e le dune, non c’era nient’altro in quel deserto, nessuna figura in lontananza, non volava nemmeno un uccello.
“Che sta succedendo?” chiese Yuzo avvicinandosi ad Hajime, ma quest’ultimo si strinse nelle spalle. “Non saprei” Scese dal cavallo, affidandogli le redini “Vado ad accertarmene.” Gli disse, raggiungendo gli altri.
“Teppei, ma qui ci siamo solo noi!” sentì esclamare Mamoru appena fu abbastanza vicino.
“Dovrebbe esserci qualcun altro?” esordì il Tritone e il ragazzo di Fuoco scosse il capo, passandosi una mano nei lunghi capelli scuri.
“Teppei dice che siamo pedinati, ma io non vedo nessuno.”
Ad alcuni metri da loro, Yuzo continuava a restare in sella alla sua cavalcatura osservando, senza capire, il gruppetto che continuava a parlare fitto fitto. Li vedeva scrutare l’intorno e, forse in un gesto condizionato, lo fece anche lui. Alla sua destra poteva scorgere una striscia verde che segnava la fine del deserto, mentre per il resto c’era solo sabbia e…
Qualcosa si mosse.
Yuzo sbatté velocemente le palpebre.
Niente.
Forse doveva essersi sbagliato.
Un leggero fruscio provenne dalla sua sinistra, facendolo volgere di scatto.
Ancora niente. Solo sabbia rapidamente smossa.
“Mamoru…” chiamò, continuando a guardarsi intorno.
Un altro fruscio alle sue spalle e ancora sabbia che scorreva come se qualcosa ne avesse variato l’equilibrio.
“Mamoru…” chiamò di nuovo, ma l’altro era troppo impegnato a discutere con Hajime per dargli retta, però quando vide quella che sembrava essere la coda di un qualcosa sgattaiolare nel sottosuolo, la sua voce si fece più decisa e allarmata.
“Mamoru!”
“Che diamine c’è, rompiscatole di un volante?!” sbottò l’altro con stizza, alzando gli occhi al cielo. “Non vedi che stiamo parlando?!”
“I-io…” tentò di dire, continuando a scrutare la sabbia che era tornata immobile.
“Tu cosa?!” incalzò Mamoru con uno sbuffo. “Santadea! Finiscila una frase, quando la cominci! Sei snervante, te l’hanno mai detto?!”
“Io… io credo di aver visto qualcosa…” Ma ora non c’era più niente lì attorno o almeno così credeva.
“E cosa avresti visto? Sentiamo.” Picchiettando nervosamente un piede al suolo ed incrociando le braccia al petto con fastidio, Mamoru lo guardò con condiscendenza.
“I-io… non lo so” ripose Yuzo in tutta sincerità: quell’affare era stato troppo veloce e forse si stava preoccupando per niente, magari era solo una lucertola.
“Non lo sai, eh?” gli fece il verso il compagno. “La prossima volta che non devi dire qualcosa di intelligente, mi faresti il sacrosanto favore di tacere?”
Intanto, anche Teppei si era alzato, continuando ad avvertire quelle strane vibrazioni: si allontanavano, si avvicinavano, ma in superficie non c’era nulla tranne loro, quindi, non potevano che provenire dal…
Abbassò lo sguardo e qualcosa sbuffò sabbia, prima di cominciare a muoversi velocissimamente tra i piedi di Hajime e Mamoru, diretto proprio al volante.
Attento!” gridò all’improvviso, attirandosi l’attenzione di Fuoco e Acqua, che finalmente si accorsero della ‘cosa’ imprecisata, e del volante, che la vide quando ormai era troppo tardi.
Una chiazza scura, avvolta dalla rena, emerse dal sottosuolo, spaventando il cavallo che si impennò, disarcionando il cavaliere. Yuzo ruzzolò per tutto il declivio della duna fino a fermarsi qualche metro più in basso, in una conca. Intanto, la strana creatura che non erano stati capaci nemmeno di vedere, tanto si era mossa velocemente, era già scomparsa sotto la sabbia, non dando ulteriore traccia della sua presenza.
“Ehi, volante!” chiamò Mamoru dall’alto della cresta. “Sei tutto intero?!”
L’Elemento di Alastra annuì, alzandosi in piedi e togliendosi la rena dagli abiti. “Sì, tutto bene…”
“Accidenti!” sibilò Teppei, attirandosi lo sguardo del Tritone. “Stai a vedere che abbiamo a che fare con uno di loro!” Ma non specificò a chi o cosa si stesse riferendo; si affacciò accanto a Mamoru, cominciando a sbraitare: “Yuzo! Vola via! Sei caduto nella tana di un formicaleone(5) gigante! Fai presto!”
“Di un… cosa?!” fu il coro unanime di tutti e tre.
“Te lo spiegherò più tardi cos’è! Ora fai come-”
Ma la trappola del grosso coleottero era già scattata ed il volante cominciò lentamente a sprofondare. Solo allora il ‘padrone di casa’ fece la sua comparsa: un enorme scarafaggio, armato di tenaglie, emerse da un foro scavato nella duna e sembrava essere particolarmente affamato.
“Presto! Vola!” ripeté Teppei e Yuzo non attese che lo dicesse una terza volta. Si liberò della sabbia che lo risucchiava verso il basso. Il formicaleone, però, non gli diede il tempo di prendere quota perché balzò contro di lui, afferrandogli un piede nelle tenaglie e trascinandoselo nel sottosuolo da cui era emerso.
Il tutto durò qualche minuto dopodiché, volante e coleottero, non furono più visibili ai loro occhi.
“Dove sono finiti?” mormorò Hajime con lo sguardo ancora fisso sulla tana ormai vuota e la sabbia immota.
“L’ha portato con sé, accidenti!” rispose l’interpellato, mentre le labbra di Mamoru si incurvavano minacciosamente verso il basso e gli occhi prendevano quasi ad ardere come tizzoni.
“Teppei, usa i tuoi poteri. Rovisteremo questo deserto come un calzino pur di tirarlo fuori.”
“Io credo che abbiate ben altri problemi di cui preoccuparvi” esordì una voce alle loro spalle, mettendoli immediatamente sulla difensiva.
Un omone, grande quanto una montagna e con un buffo codino, restava bellamente accomodato su un volante tappeto fatto di sabbia e fumava lentamente una sottile pipa.
“E tu chi diavolo saresti?” domandò l’Elemento di Fyar con ben poca grazia.
L’energumeno esalò una densa nuvoletta di fumo, sorridendo. “Il mio nome è Vulkan(6), messeri, e voi siete intrusi non graditi sul mio territorio.”
“Come sospettavo!” ringhiò Teppei. “Avevo sentito parlare di loro, ma non credevo che ne dimorasse uno nel Poli-Poli. Solitamente infestano le regioni fuori dal Regno degli Ozora.”
“Sai chi è?” fece eco il Tritone, inarcando un sopracciglio, e lui annuì gravemente.
“E' un Demone dei Deserti.”
Tsk! Qualunque cosa sia, poco mi importa” intervenne Mamoru, stringendo lo sguardo in due ribollenti fessure di pece. “Ma se non ci restituirà il volante vivo… gli farò rimpiangere di essersi messo sulla nostra strada.”
Il colosso rise sguaiatamente, battendosi una manata sulla pancia prominente. “Avreste intenzione di scontrarvi con me?”
“Restituiscici il nostro compagno e fatti da parte, se non vuoi che una delle Fiamme di Fyar sfoghi la sua ira su di te!” Le labbra di Mamoru erano tese e sottili come spilli, ma le sue parole riuscirono solo a farlo ridere più forte. La rabbia stava per raggiungere il culmine.
“Mi spiace deluderti, mio fervente amico, ma sono refrattario al fuoco, quanto al vostro compare, potrò sempre chiedere alla mia amatissima Yadira di restituirvi le sue ossa… dopo che le avrà spolpate.”
Scintilla, e la fiamma divampò come un incendio.
Mamoru caricò l’avversario, lanciandosi su di lui con furia. Sfere infuocate avvamparono nei palmi delle mani che si mossero a colpire il Demone. Vulkan scosse il capo, innalzando una barriera di sabbia.
“Principianti” decretò, aspirando una lunga boccata dalla pipa, mentre l’attacco di Mamoru andava praticamente a vuoto e la fiamma si estingueva.
“Maledizione!” sibilò il giovane tra i denti, atterrando con un paio di balzi.
“Teppei, la Terra è il tuo Elemento, non puoi fare qualcosa?” propose Hajime, ma l’altro serrò i pugni.
“Credi sia semplice? La sabbia è un materiale troppo incoerente, la sismica è inutile e la telecinesi richiede uno sforzo estremo per sollevare abbastanza granelli da sferrare un’offensiva! Per quanto riguarda la manipolazione, il tempo richiesto è troppo rispetto quello che abbiamo!” spiegò con rabbia.
Il Tritone decise allora di tentare qualcosa, attaccando il Demone con un getto d’acqua e l’idea sembrò funzionare perché la sabbia si impregnò, sgretolandosi al suolo, dissolvendo anche il colosso. Ma questo ricomparve perfettamente sano alle loro spalle.
“Tutto qui?” li schernì, accendendosi una nuova pipa. Hajime fece per caricare un secondo colpo, ma una vertigine lo fece accasciare sulle proprie gambe, mentre l’acqua si spargeva intorno a lui. Teppei lo soccorse immediatamente.
“Un calo di energie, colpa del caldo intenso di questa giornata” sentenziò il Tritone.
Con un grido rabbioso, Mamoru tentò un secondo assalto, ma questa volta cercava lo scontro corpo a corpo.
Vulkan esalò un’altra nuvoletta di fumo. “Bah, basta così” decretò con noia e una corda di sabbia avvolse l’Elemento di Fyar che si ritrovò immobilizzato. 
Per quanto riguardava Hajime e Teppei gli ci volle ancora meno. Bastò solo una breve scossa al terreno sotto i loro piedi, già parzialmente pregni d’acqua, affinché si tramutasse in sabbie mobili: troppa acqua perché il tyrano potesse intervenire e troppa terra perché potesse farlo il Tritone.
Una disfatta.
Il loro primo, vero scontro e venivano messi fuori combattimento in pochissimo tempo e da un solo avversario, per giunta. Una battaglia senza un briciolo di onore.
“Bene, bene. Vediamo un po’, Elementi dei miei stivali, sono indeciso: vi ammazzo adesso o gioco ancora un po’ con voi?”
“Liberami!” gli ordinò Mamoru, contorcendosi come un’anguilla. “E ti faccio passare io la voglia di giocare!”
La risata sguaiata di Vulkan lo fece irritare ancora di più tanto che gli ringhiò qualche insulto in fyarish.
“Visto che sembri tenerci così tanto a morire per primo, allora ti accontento subito.”
Al suo comando, la rena che lo avvolgeva iniziò a stringersi, strappandogli versi di dolore che lui cercava di trattenere per non dargli alcuna soddisfazione.
Ma un’improvvisa esplosione, proveniente dalla tana del formicaleone, interruppe la lenta esecuzione, incuriosendo il Demone. Appena la polvere cominciò a disperdersi, e poté finalmente vedere cosa stesse succedendo, emise uno stridulo urletto allarmato, mollando la pipa.
Il coleottero restava sospeso a mezz’aria, pancia in su, agitando convulsamente le zampe.
Yadira!” strillò ancora “Oh, no! Ti prego! Mettila giù! Lei soffre di vertigini! Non strapazzarla così! È una bestiola innocua!”
“Innocua?” fece eco Yuzo, i cui abiti erano strappati in più punti. “Avrei qualcosa da ridire in proposito.” Nel mentre, seguitava a tenere il formicaleone lontano dal suolo con il potere del vento.
“Ti prego! Sono disposto a fare qualsiasi cosa, ma mettila giù!”
Il volante sorrise. “Allora ti propongo uno scambio: i miei amici ed il permesso di attraversare il deserto, per il tuo animaletto da compagnia. Mi sembra equo.”
“Va bene! Va bene! Tutto quello che vuoi!”
Yuzo annuì, adagiando lentamente la bestia al suolo, che si ribaltò e corse a nascondersi dietro il nerboruto Demone.
“Ho rispettato i miei patti, Vulkan. Ora sta a te” disse l’Elemento d’Aria e l’altro sospirò.
“Così sia.” In pochi attimi, la sabbia che avvolgeva Mamoru e le sabbie mobili si ritirarono, lasciando liberi i loro prigionieri.
La prima che cosa che il giovane di Fyar fece, una volta in grado di muoversi, fu di puntare, furente, il volante.
“Perché diavolo non lo hai ucciso?! Avresti potuto eliminare quella specie di scarafaggio iper-nutrito e non l’hai fatto! Sei impazzito?!”
“E perché avrei dovuto?” rispose l’altro con calma. “Era l’unico modo per avervi sani e salvi. Mai sentito parlare di ‘contrattazione’?”
“Me ne sbatto della contrattazione! I Demoni sono creature pericolose e vanno eliminate sempre e comunque!”
“Nel nostro caso, Vulkan è stato molto disponibile, non vedo perché avrei dovuto ricorrere alla violenza.”
“Siamo stati solo fortunati! Ma la prossima volta che io ti ordinerò di eliminare qualcuno, tu lo farai! Mi hai capito bene?!”
“Io non uccido proprio nessuno!” cominciò a stizzirsi il volante, incrociando le braccia al petto e guardandolo con astio. “L’Aria è fonte di vita! E non sarai certo tu a farmi andare contro le leggi di Alastra!”
“Io sono il responsabile di questa missione e l’unica legge che dovrai seguire, fintantoché sarò io a comandare, sarà la mia!”
“Affatto! E sai che ti dico?! Se vuoi ammazzare qualcuno, fallo da te!” Yuzo gli girò la faccia con uno sbuffò infastidito, mentre Mamoru ringhiava, alzando minacciosamente le mani e pronto a balzargli alla gola.
L’aveva detto, lui, che presto gli istinti omicidi avrebbero prevalso e se non fosse stato così furente avrebbe saltato dalla gioia nel rompere la loro tregua.
Di lontano, Hajime e Teppei sospiravano rassegnati, affiancati da un perplesso Vulkan che si grattava un sopracciglio.
“Ecco che incominciano” disse il tyrano, alzando lo sguardo al cielo.
“Mi sembrava strano che fossero durati così a lungo senza scannarsi” replicò il Tritone, scuotendo il capo.
“Ma fanno sempre così?” domandò il Demone.
“Oddea! Spero di no! Il viaggio è appena cominciato!” si allarmò Teppei.
“Dove siete diretti?”
“Al Sud” spiegò Hajime “Siamo sulle tracce del Principe di Elementia, Tsubasa Ozora.”
Il colosso inarcò un sopracciglio. “Il Principe hai detto? È passato di qui, molti mesi fa. Disse che ci saremmo rivisti al suo ritorno, ma così non è stato. Né io, né Yadira lo abbiamo più visto da allora.” Ed i due Elementi si lanciarono una rapida occhiata. L’Erede aveva attraversato il Poli-Poli, quindi, il suo cammino doveva essere stato interrotto molto più a Sud della loro posizione attuale.
“Hai per caso notato se fossero seguiti da qualcuno? Spie oppure Stregoni?” chiese ancora il Tritone, ma l’altro scosse il capo.
“Me ne sarei accorto. So quello che avviene contemporaneamente in ogni parte di questo deserto e quel giorno la delegazione reale non aveva occhi indiscreti nella scia. Di questo ne sono sicuro.”
Hajime rimase a pensarci per un po’. Se qualcuno avesse tenuto davvero d’occhio il Principe, probabilmente era a conoscenza della presenza di Vulkan nel Poli-Poli e aveva quindi lasciato che il giovane attraversasse tranquillamente il deserto per poi tornare a seguirlo una volta fuori. Ma questa eventualità comportava svariate conclusioni: la prima era che il Principe aveva più persone alle calcagna; qualcuno che lo aveva seguito fino a che non era entrato nel Poli-Poli e qualcun altro che lo aveva aspettato all’uscita del deserto. La seconda era che se qualcuno lo aveva seguito prima che entrasse nel Poli, significava che lo avevano tenuto d’occhio da quando avevano lasciato il castello e che, quindi, faceva tutto parte di un piano premeditato.
Ovviamente, non era detto che fosse davvero tutta opera degli Stregoni, però sembrava quasi assurdo che i membri dell’Armata Reale fossero stati sconfitti da dei semplici banditi: erano i migliori guerrieri di Raskal. Inoltre, dei comuni ladri avrebbero chiesto già da molto tempo un eventuale riscatto.
Soldati di Minato Gamo?
Improbabile. Avevano una guerra da preparare e il Signore del Nord non avrebbe certo mandato alcuni dei guerrieri al Sud, sottraendoli ai suoi contingenti.
Hajime scosse il capo, mentre i suoi ragionamenti sembravano non portarlo da nessuna parte. Con la coda dell’occhio, diede un rapido sguardo al Demone, abbozzando un sorriso. “Mi spieghi perché non hai fermato il Principe come hai fatto con noi?”
Vulkan si strinse nelle spalle. “Non sono così pazzo da mettermi contro il detentore della Chiave Elementale.”
Teppei si interessò subito alla conversazione. “A-ah! Quindi anche tu credi che esista?!”
“Certo che esiste, ma non devo mica dirvelo io. Voi Elementi dovreste essere i primi a crederlo.”
“Non guardare me, è Mamoru da Fyar il miscredente!” Il ragazzo di Terra lanciò un’occhiataccia in direzione del giovane che continuava a litigare con Yuzo.

“La nostra tregua può considerarsi conclusa!”
“La cosa non mi tange.”
“Se io ti do un ordine, tu lo devi eseguire!”
“Se va contro la mia morale, scordatelo!”
“Invece lo farai!”
“Invece no!”
“Ho detto sì!”
“E io ho detto no!”

“Ma… ma… non hanno ancora finito?!” sbottò il tyrano con incredulità, mentre Hajime agitava una mano, sedendosi a terra ed incrociando le gambe.
“Mettiti comodo, Teppei, questo è solo l’inizio.”

Sotto il Sole del Deserto
ci si affronta a viso aperto,
mentre il Nero in disparte
scopre piano le sue carte
.


[1]FREDERICKS: uno dei ‘Cavalieri delle notti bianche’, compare nel World Youth Hen e milita nella Svezia (ha un taglio di capelli orrido ed è GAY!!! E’ SPUDORATAMENTE GAYYYYYYY!!! XD)

[2]IGAWA: capitano della squadra degli Urawa Reds della J-League in cui milita anche Takeshi Sawada (Danny Mellow). Compare nel Road to 2002.

[3]DICK: fa una breve comparsata nel World Youth Hen e milita nell’Olanda di Kruyfort. Compare in maniera più approfondita in uno degli speciali: “Holland Youth”.

[4]NATUREZA: è il nemico naturale di Tsubasa (e, personalmente, lo preferisco a Ozora!!XD). Compare per la prima volta nel World Youth Hen come asso nella manica della Nazionale Brasiliana. Adoro il suo serafico modo di fare! ** (Ho chiaramente detto che ha già 19 anni compiuti, ma non è detto che sia corretto. Purtroppo non si conosce la data di nascita precisa di Natureza.)

[5]FORMICALEONE: è un insetto del deserto e se l’ho nominato assieme a Vulkan non è stato un caso. La ‘Trappola del Formicaleone’ è una tecnica che la Arabia Saudita di Owairan usa nel World Youth Hen.

[6]VULKAN: compagno di squadra di Owairan nell’Arabia Saudita, compare per la prima (e se non erro, unica) volta nel World Youth Hen. Se lo vedete, assomiglia al ‘Genio della Lampada’! XD per questo gli ho fatto fare il Demone sul tappeto volante! *hihi*


…Il Giardino Elementale…

Dopo una lunga attesa, miei cari viandanti, bentornati nel giardino ad ascoltare le mie storie.
Gli Elementi hanno effettuato la loro prima tappa importante che li ha messi di fronte a un terribile avversario, con scarsi risultati.
Hanno ancora molto da imparare, come il ‘gioco di squadra’.
Aria e Fuoco, invece, non riescono ancora a trovare uno stabile punto di incontro tra i loro opposti modi di vedere le cose. Anche la tregua che si erano concessi è stata facilmente infranta: cosa riserverà loro il futuro?
E, soprattutto, quale sarà la prossima avventura?

Galleria di Fanart (aggiunta una nuova fanart):

- L'Elemento di Aria Yuzo Shiroyama

Enciclopedia Elementale (aggiunto il volume 3):

1) Enciclopedia Elementale – Volume Primo: Le Scuole Elementali e l’AlfaOmega

3) Enciclopedia Elementale - Volume Terzo: Cicli di Studio e Titoli Angolino del “Grazie, lettori, grazie! XD”:

Solarial: Sei stata un vero fulmine a recensire, accidenti!!!
XDDDDDDDDDDD sì, Yuzo è un povero disgraziato! E ti dirò: scrivere la parte del suo arrivo ha divertito anche me! XDDD come sono perfida con lui!
*_* Ovviamente ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti e per quanto riguarda Yuzo e Mamoru… *fischietta* muta sono. XDDD

Akuma: R&R, manco a dirlo, sono un omaggino a tuààààà *_* perché so che li adori come coppia (e li stai facendo adorare anche a me! XDD), quindi, sono felicissima che ti sia piaciuto ritrovarli qui! *_*
Per quanto riguarda Yuzo, ti ringrazio per tutte le parole che hai detto! T__T Credo che in questa fic sia molto vicino all’immagine che il Taka dà di lui: buono e ingenuo (e per questo taaaaanto puccioso!*.*).
Mamoru è un infame! XDDD E mi ha divertito caratterizzarlo in questo modo, ma, visto che non è tutto oro quello che luccica… *blink*… staremo a vedere! E’ un personaggio che ha decisamente molto da dire!
Per il resto, come detto per Sol: muuuuuta sono! XDDDDD

   
 
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