La mia vita universitaria si prospettava straordinaria, e non nascondo che la cosa mi allettava; in poco tempo avevo conosciuto un sacco di persone nuove e stretto amicizia con altrettante.
Il giovedì sera, definito per eccellenza “giovedì universitario”, era il giorno in cui si usciva in comitiva per i locali a divertirsi come matti perché il giorno seguente le lezioni non c’erano.
Proprio in un giovedì come tanti altri, passando per locali, il mio sguardo incrociò quello di una ragazza assolutamente fantastica; subito mi feci due domande:
“come conoscerla?” e  “le posso piacere?”
Queste due domande mi torturarono per tutta la sera, finche non trovai il coraggio e tra un salto e l’altro sulla pista, mi ritrovai faccia a faccia con lei e mi buttai:
“Ciao”
“Ciao”
“Sei di Torino?”
“No, studio lingue qui, ma vengo dalle Marche,tu invece?”
“Io neanche, è il mio primo anno,anzi primo mese qui, è giuro di non aver mai visto una ragazza bella come te!”
“Ma che dici, qui a Torino ne trovi a milioni migliori di me!”
“Si, potresti anche aver ragione, ma nessuna che sappia catturare il mio sguardo per una sera intera come sei stata in grado di fare tu”
Beh, quelle poche parole scambiate con quella ragazza, mi raddrizzarono la serata, non era stato tempo perso quello che avevo buttato rincorrendola tutta la sera.
Poco dopo non la vidi più per il locale, ma riuscì alla fine della conversazione a chiederle come si chiamava; mi disse Laura.
Quel nome per me in quel momento non era un semplice nome, ma era un base dalla quale partire per poterla rincontrare o parlarci, magari contattandola su Facebook.