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Autore: MichellePureblood    12/05/2013    1 recensioni
No,ma cosa stava pensando? Era indubbiamente colpa dell’incubo,inutile inventare scuse. Oramai era diventato un tormento,che tornava a farle visita ogni notte,al quale non avrebbe dato tanto penso se non fosse stato per il fatto che,ogni volta,le sembrava talmente tanto reale da farla svegliare con il cuore a mille ed il respiro affannato,gli occhi spalancati come due fari che scrutavano il mare in tempesta,in cerca di possibili vittime o relitti,e le mani che stringevano le lenzuola con forza,come in cerca di un appiglio.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Osservare le sfumature riflesse sul tavolo di legno era sicuramente più interessante del libro di Aritmanzia che aveva davanti,da chissà quanti minuti ormai. Proprio non ce la faceva a leggere un paragrafo senza venire distratta dal granello di polvere che lievitava nell’aria,o dallo sbuffare di un altro studente nel tavolo vicino. Quel giorno lei e la concentrazione non potevano coesistere nella stessa stanza,nemmeno se questa era il luogo di studio per antonomasia.
Si,era circa un’ora e mezza che quella sedia della Biblioteca,all’apparenza non molto stabile,ospitava il suo regale fondoschiena senza dare segni di cedimento,ma era certo che,se avesse potuto parlare,avrebbe cercato di lamentarsi per la sua poca voglia di fare.
Non stava per nulla dando il buon esempio in quei giorni,ma la sua mente era proiettata altrove. Forse era colpa di quell’incubo ricorrente,di cui non capiva il significato,o era il freddo che andava intensificandosi.. No,ma cosa stava pensando? Era indubbiamente colpa dell’incubo,inutile inventare scuse. Oramai era diventato un tormento,che tornava a farle visita ogni notte,al quale non avrebbe dato tanto penso se non fosse stato per il fatto che,ogni volta,le sembrava talmente tanto reale da farla svegliare con il cuore a mille ed il respiro affannato,gli occhi spalancati come due fari che scrutavano il mare in tempesta,in cerca di possibili vittime o relitti,e le mani che stringevano le lenzuola con forza,come in cerca di un appiglio.
Chiuse il libro con un colpo secco,mandando via quei pensieri all’istante,e si sistemò la spilla da Caposcuola sul petto. Aveva capito che non era la giornata adatta per studiare,quindi tanto valeva tornare nei Sotterranei a fare qualcosa di più produttivo oppure fare un giro nella Sala dei Caposcuola per controllare i turni di sorveglianza della settimana successiva.
Afferrò la borsa scura e se la mise in spalla,allontanandosi a passo veloce dal tavolo ormai vuoto,e per poco non si scontrò con una Gryffindor dai riccioli castani. Senza guardarla in faccia storse il naso e sibilò una risposta poco pacata.
Non si fermò ad ascoltare la  replica,aveva altro a cui pensare in quel momento che non fossero le parole di individui che avevano lo stemma rosso ed oro sul petto.
Uscì dalla Biblioteca e si trovò davanti la sua amica Victoire,intenta ad ascoltare le parole di un Ravenclaw con aria annoiata. Si guardava le unghie con attenzione,atteggiamento che avrebbe innervosito chiunque si fosse trovato a parlare con un interlocutore simile.
Si lasciò sfuggire una risata,prima di avvicinarsi ed afferrare la sua amica per un gomito.
“Mi dispiace,ma lei ora ha da fare!”
“Cos-..Oh,si certo. Ci si vede,Carter!” rispose Victoire,sollevando le spalle fintamente dispiaciuta per l’interruzione della loro piacevolissima chiacchierata.
“Oh,Blondie,grazie! Quello non si staccava più,non sapevo cosa inventarmi.. Ma tu,piuttosto,dove sei sparita?”
“Io ero in Biblioteca,a cercare di fare quello che dovresti fare anche tu,signorina Rivera!”
“Dici le unghie? Perché in effetti..”
Il pesante volume di Aritmanzia le sfiorò l’orecchio dopo quell’affermazione,che riuscì comunque a strapparle un sorriso divertito. Victoire era una delle ragazze più belle e ricercate della scuola,il classico tipo che aveva decine di appuntamenti alla settimana ma che non concedeva mai realmente il suo tempo. Una di quelle che frequentano ma non si innamorano,che sanno tenere il proprio cuore al sicuro da minacce esterne,rendendolo impenetrabile. Questo poteva sembrare un male,ma non ai suoi occhi,perché lei,Michelle Selwyn,invidiava profondamente quell’assurda capacità di tenere fuori le persone e non lasciarle venire a contatto con i sentimenti.
Lei lottava profondamente per apparire fredda e distaccata con chiunque,e poteva dire di riuscirci alla perfezione.. O quasi.
“Vic! Victoire! Ferma,la McGranitt ti cerca”
Quella voce profonda ma melodiosa apparteneva a Fabian Campbell,Slytherin all’ultimo anno,il che lo collocava quasi automaticamente nello stesso gruppetto delle due ragazze. Forse era inutile specificare quali fossero i requisiti per entrarci,ma era certo che il loro legame non era basato solo quelli. Avevano stretto amicizia sin dai primi anni di scuola e il rapporto non si era spezzato con il passare del tempo.
Michelle si voltò a guardare la sua amica con sguardo di rimprovero,certa che la convocazione fosse per qualche guaio combinato da Victoire.
“Ehi,è inutile che mi guardate così entrambi! Giuro che questa volta non ho fatto nulla,sul serio!”
Puntò lo sguardo prima su una,poi sull’altro ed infine sbuffò sonoramente.
“Inutile discutere con voi due! Vado subito a vedere che vuole quella rompipluffe e vi raggiungo nei Sotterranei.”
Si voltò teatralmente,facendo ondeggiare la chioma bionda,e partì in direzione dell’ufficio della professoressa McGranitt.
“Spero che non ci farà perdere altri punti,o dovremo trovare il modo di recuperarli di nuovo”
“Tu ti preoccupi troppo mia cara!”
Fabian le avvolse un braccio intorno alle spalle,un gesto amichevole che le rivolgeva spesso, e si avviarono insieme in direzione dei Sotterranei.
“Piuttosto,parliamo di domani. C’è la gita ad Hogsmeade,ci andrai?”
Michelle scosse la testa,quasi imbronciata. “Mi sa di no. Ho del sonno da recuperare e poi devo studiare. Oggi sono a malapena riuscita ad aprire il libro!”
“Ma come,ci abbandoni così? Sei uno Schiopodo!”
“Ma sono comunque più bella di te! E poi..”- abbassò il più possibile la voce prima di parlare nuovamente-“.. Per la festa di domani sera ci sono,senza dubbi.”
“Ci mancherebbe! Sarà un party da sballo!”
Varcarono la soglia della Sala Comune Slytherin insieme,separandosi con la promessa di rivedersi a cena,un paio d’ore più tardi.
Michelle raggiunse il suo dormitorio in tutta tranquillità,massaggiandosi le tempie con gli indici: avrebbe atteso la sua amica riposandosi sul letto,magari sarebbe riuscita a schiacciare un pisolino,il che non sarebbe stato affatto male visto quanto poco riposava in quel periodo.
Si tuffò sul letto non appena la borsa toccò il suolo. Di solito,quando il dormitorio era vuoto e silenzioso come in quel momento,la sua mente vagava senza meta. Ricordava momenti passati,che a volte le facevano sorgere sorrisi spontanei sulle labbra,o rifletteva sulla sua vita,su quello che aveva ottenuto e quello che ancora non aveva nemmeno sfiorato.
Fu tra un pensiero e l’altro che il sonno sopraggiunse e,puntuali come un’orologio svizzero, arrivarono anche quelle immagini che tempestavano i suoi sogni da parecchie notti.
La scena era confusa,sentiva urla provenire da ogni dove e vedeva sagome correre ovunque. Non capiva cosa stesse succedendo,ma sapeva che doveva uscire all’esterno e trovare qualcosa,o forse qualcuno. Percepiva la disperazione scorrere nel corpo della lei del sogno,sentiva il bisogno urgente di trovare quello che stava cercando.
All’improvviso,come ogni volta,si trovava inginocchiata per terra,ad un paio di metri dal corpo inerme di una studentessa. Chiazze di liquido scarlatto si potevano distinguere sull’erba,nonostante il buio regnasse sovrano e le uniche luci fioche provenissero dall’interno del castello.
Poi qualcosa le toccò la spalla e si risvegliò di soprassalto.
“Selwyn,che stavi blaterando nel bel mezzo dei tuoi sogni da decerebrata?”
Con la solita dolcezza e comprensione,Amber Williams l’aveva svegliata dall’incubo. E,forse,doveva essergliene grata perché per la prima volta riusciva a ricordare perfettamente le immagini che la sua mente continuava a trasmetterle.
Ricordava la ricerca disperata,ricordava la confusione che la circondava e ricordava la ragazza stesa per terra.
E,soprattutto,ricordava i suoi occhi.
Occhi azzurri come il cielo e profondi come l’oceano.
  
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