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Autore: Asu chan    12/05/2013    2 recensioni
Naruto stava camminando attraverso le vie deserte del Villaggio con una spiacevole sensazione nel petto. Il sole era già calato dietro l’orizzonte e la luce soffusa del crepuscolo rendeva lo spettacolo ancora più spettrale: non c’era anima viva, sembrava che Konoha si fosse trasformata in una città fantasma.
Scritta per la festa della mamma. Auguri a tutte le madri!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Naruto stava camminando attraverso le vie deserte del Villaggio con una spiacevole sensazione nel petto. Il sole era già calato dietro l’orizzonte e la luce soffusa del crepuscolo rendeva lo spettacolo ancora più spettrale: non c’era anima viva, sembrava che Konoha si fosse trasformata in una città fantasma. Accelerò il passo, cercando di ignorare il vuoto che gli cresceva nel petto, fino a cominciare a correre disperatamente verso casa propria ansimando nella penombra delle strade.
Sentì un leggero sollievo solo nel momento in cui scorse la soglia della sua dimora, emozione che aumentò non appena poté afferrare la maniglia e scivolare con foga all’interno. Sbatté la porta chiudendo quel mondo cupo all’esterno e si appoggiò al duro legno con la schiena, abbassando le palpebre.
Dove diavolo erano finiti tutti?
Aprendo gli occhi rimase sorpreso. Il corridoio d’ingresso di casa sua era perfettamente illuminato, in netto contrasto con le vie che aveva appena percorso. Allora la sua famiglia era ancora lì! Percepì il senso di oppressione diminuire mentre faceva qualche passo attraverso l’atrio seguendo un delicato odore di zuppa di miso.
« Hinata-chan? » domandò speranzoso quando si affacciò alla cucina, fornita di un tavolo dove erano soliti mangiare insieme. Qualcuno era indaffarato ai fornelli, ma non era la sua compagna di vita. Sentì il cuore sprofondargli nel petto. Avrebbe riconosciuto quegli splendidi, lunghissimi capelli rossi ovunque.
Kushina Uzumaki si voltò perplessa e quando vide il figlio gli dedicò un sorriso così dolce e gioioso, tanto simile al suo, che a questo salirono le lacrime agli occhi.
« Bentornato a casa, tesoro »lo salutò con premura, prima di prendere un sorso della zuppa dal mestolo che reggeva nella mano destra. Schioccò la lingua sul palato, mugugnò di soddisfazione e spense il fuoco per poi afferrare due presine di stoffa che giacevano accanto a lei. « Hai fame? »
Naruto fece un paio di passi all’interno della stanza mentre sua madre posava la pentola della pietanza da lei preparata sul tavolo, sopra una base di marmo.
« Mamma? » sussurrò il giovane incredulo, con gli occhi lucidi. La donna sollevò lo sguardo sul ragazzo e lo fissò sorpresa.
« Naruto, cos’hai? Qualcosa non va? » domandò con apprensione, lasciando le presine sul ripiano di legno e aggirando l’ostacolo per poter raggiungere il figlio. « Ti fa male qualcosa? »
Incapace di resistere oltre, il biondino si slanciò verso Kushina con le braccia spalancate per stringerla, ma la madre gli sfuggì dalle mani come se fosse fatta di fumo. Il giovane Uzumaki tentò ripetutamente di afferrare la donna, ma lei continuava a scomparirgli davanti come una visione eterea, alimentando la morsa gelida del panico che stringeva il cuore del ragazzo. I contorni della stanza cominciarono a farsi meno nitidi.
« Mamma, aspetta! Mamma! Mamma! »
Il figlio gridò più volte, ma a poco a poco la cucina di casa sua, e con essa quegli occhi grigi e preoccupati e quei capelli rossi, svanirono nell’oscurità lasciandolo solo.
 
 
Naruto si svegliò di soprassalto, ansimando. Si guardò attorno terrorizzato, con un senso di oppressione insopportabile al petto, ma ai suoi occhi si presentò la sua solita stanza da letto, con la finestra coperta da tende bianche che fluttuavano al vento e le lenzuola profumate di bucato. Sentì un respiro quieto e voltandosi vide che Hinata dormiva placidamente al suo fianco, il volto dalla pelle candida perfettamente rilassato.
Guardandola percepì la sensazione di panico affievolirsi lentamente. Prendendo lunghi respiri, aspettò finché non si fu calmato completamente, quindi si alzò e si vestì in silenzio. Si premurò di non svegliare la moglie mentre socchiudeva la porta della camera e percorreva il corridoio di casa propria. Entrò in cucina, aprì il frigo e ne estrasse una ciotola, quindi lo richiuse e raggiunse la soglia della sua dimora. Lì indossò i sandali da ninja ed uscì nell’atmosfera fresca della notte. Le stelle e la luna splendevano argentee nel cielo e Naruto fu sollevato nel constatare che le luci del Villaggio funzionavano perfettamente. Camminò con tranquillità attraverso le strade quiete di Konoha, in pace. L’aria pungente l’aveva svegliato del tutto e si sentiva bene, nella consapevolezza che la città era ancora abitata e tutti stavano solamente dormendo. Riposavano sapendo di essere protetti da lui: dall’Hokage. Si sentì orgoglioso. Percorse le vie senza fretta fino a raggiungere il cimitero, dove si fermò davanti alla lapide con inciso il suo nome: Kushina Uzumaki.
Sorrise con tenerezza, si chinò e appoggiò davanti alla pietra la ciotola.
« Ciao, mamma » mormorò dolcemente mentre si rialzava. « Ti ho portato un po’ di zuppa di miso che abbiamo avanzato. Beh, non è il massimo, nel senso che forse preferivi dei fiori… Però è una cosa comune, e come sai io non lo sono per niente! Sono pur sempre il figlio del Quarto Hokage e di uno degli ultimi membri del Clan Uzumaki, no? »
Fissò l’incisione che riportava il nome della madre e sospirò.
« Non è niente, solo mi mancavi. Ti ho sognata, sai? Anche se mi hai fatto spaventare, in un certo senso. Non intendo che fossi brutta, eh » si affrettò ad aggiungere, quasi avesse timore che Kushina potesse spuntar fuori all’improvviso e rifilargli un bel pugno in testa per l’insinuazione. « è solo che ti perdevo di nuovo… Ma insomma, non è da me deprimermi così! » aggiunse infine, esplodendo nel sorriso che aveva ereditato da lei. « In più ero venuto qui non per intristirti, ma per farti gli auguri. Mi sono ricordato che è la festa della mamma, così volevo darti almeno un piccolo regalo. Spero ti piaccia. Sei stata una madre meravigliosa, sai. »
Sospirò e guardò con dolcezza la lapide.
« Ti voglio bene, mamma. Prendetevi cura di me, tu e papà! Spero si sia ricordato della tua festa, altrimenti cantagliele! »
Si chinò e sfiorò il nome della donna.
« Buonanotte, mamma. E auguri. »
Con quell’ultimo saluto, si voltò e si allontanò di nuovo per tornare a casa, con il cuore di nuovo colmo della pace e dell’amore che sua madre gli aveva infuso prima di andarsene per sempre.




Angolo dell'autrice
Hola! Ho momentaneamente messo da parte la long per dedicarmi a questa shottina che avevo tanta voglia di scrivere. Dovevo semplicemente rendere omaggio a Kushina, che ho sempre trovato un personaggio meraviglioso e una madre stupenda, quindi quale occasione migliore che dedicarle la festa della mamma? So che è malinconica da morire, ma ogni tanto ne ho bisogno anche io *va a fustigarsi nell'angolino*
Alla fin fine il personaggio non era nemmeno tanto una sorpresa... è che non volevo anticipare troppo XD Si perde il gusto del pathos D: L'accenno NaruHina è davvero un accenno, come avrete notato XD
Detto questo, un grazie enorme a Clà per averla letta prima che io la pubblicassi, sentire la sua approvazione mi solleva sempre da morire (la linko anche a voi che seguite il fandom di Naruto, non potete non leggerla ç^ç http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=11632) <3
Infine, grazie a voi per essere arrivati anche in fondo ai miei scleri! Spero tanto vi sia piaciuta. Auguri a tutte le mamme! <3
   
 
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