Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: InuYuriLove99    12/05/2013    3 recensioni
I nostri eroi dopo aver sconfitto Naraku decidono di fare un viaggio verso il continente e con l'aiuto di un Signore da loro aiutato in precedenza riescono ad imbarcarsi su un Vascello.
Il mare scatenerà In Inuyasha(che lo dico subito è una donna nel mio racconto, anche se questo non cambia niente del suo carattere o di quello che ha fatto nell'Anime) vecchi ricordi.
Si scopriranno le origini di sua madre e il perché tra tante donne suo padre si sia proprio innamorato di lei.
Antiche creature che riposavano negli abissi però non vorarnnoc he questo segreto venga ricordato e cercheranno di elimarli. Kagome dimostrerà il suo amore, Sango e Miroku metteranno alla prova la loro fedeltà e il piccolo Shippo dovrà dimostrarsi più coraggioso di quanto è mai stato se vorranno rimanere con il loro più grande amico.
"C'è un audace marinaio che attendo dentro al cuore.Non sò nulla di quell'uomo, Ma ho bisogno del suo amore."
Genere: Avventura, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Quando Kagome riaprì gli occhi vide solo il buio ed ebbe un forte giramento di testa, dovuto alla puzza di muffa e pesce marcio che impregnavano la piccola cella in cui si trovava.
Provò a muoversi ma si trovo incatenata per i polsi.
Le manette non erano strette ma il ferro arrugginito le aveva graffiato la pelle, che ora sanguinava.
“Divina Kagome!” Kagome sentì al voce di qualcuno a lei conosciuto, chiamarla. Voltò piano la testa e vide in un'altra piccola cella di fianco a lei Miroku e Sango, anch’essi legati.
“Kagome, Stai bene?” Chiese Sango avvicinandosi alle sbarre della sua gabbia.
“S-Sango, Ma dove siamo?” Chiese Kagome con voce roca, riprendendosi lentamente
Sango e Miroku si tranquillizzarono vedendo che riusciva a parlare.
“Siamo su una nave, una nave pirata supponiamo.” Disse Miroku avvicinandosi anche lui.
Kagome ricordò tutto, l’attacco alla paese e quando erano svenuti.
“E Shippo e Kirara?!” chiese poi preoccupata.
Sango la tranquillizzò subito dicendole che entrambi erano rimasti entrambi nel paesino, probabilmente erano ancora con il Locandiere.
Kagome tranquillizzata ed ora in piena coscienza di sé, cominciò a muoversi, uscendo da quell’intorpidimento.
Ricordò anche le due pozze d’ambra che aveva visto prima di svenire.
Per un attimo, un minuscolo attimo, sperò, sperò follemente che quel dio, quel malvagio dio del suo sogno non le avesse dato retta, e che…e che avesse riportato in vita Inuyasha.
La porta si aprì di botto, e un accecante raggio di luce li colpì.
Sulla soglia apparve un’efebica figura dalla lunga coda squamosa.
Dopo qualche attimo gli si avvicinò e i suoi lineamenti presero forma.
Era un ragazzo, abbastanza basso, forse meno di un metro e sessanta, pensò Kagome mentre gli di avvicinava tronfio e sicuro di sé.
Si protese verso le sbarre delle due celle.
Appena lo vide bene in volto Kagome si accorse che non era un ragazzo. Sembrava proprio un bambino!
Un bambino molto grazioso. Il viso era composto da lineamenti dolci e sottili, e quell’espressione di tracotanza lo rendeva ancora più tenero. Gli occhi erano di un verde molto chiaro, pieni di quella curiosità dei giovani ma con una serietà inadatta alla sua età, ciglia lunghe e labbra piccole, sottili e carnose.
I capelli erano marroni, corti e scompigliati. Sprigionava un gradevole profumo di sale, come quando ci si asciuga al sole, che era il Valalla in quella cella puzzolente.
Era vestito con una camicia, una giacca spessa da capitano, stivali e dei pantaloni scuri tenuti su da una cintura con una fondina in cui si trovava una pistola.
Rimase a fissarli per molto prima di parlare con una voce infantile ma sicura si sé.
“Siete voi i viaggiatori provenienti dal Giappone? Miroku, Sango, kagome?” Con loro grande sorpresa parlò Giapponese.
Erano talmente stupiti che poterono solo assentire.
Il Ragazzino drizzò la coda, poi sbuffò e aprì la cella.
Si diresse a grandi passi verso Kagome, per un attimo ebbe paura, ma appena tirò fuori delle chiavi e le liberò i polsi si tranquillizzò. Similmente fece con Sango e Miroku.
Kagome lo fissò massaggiandosi i polsi.
Quando ebbe finito di liberarli si avviò fuori bisbigliando uno scocciato “seguitemi.”
I tre non se lo fecero ripetere e lo seguirono fuori da quel luogo scuro e puzzolente alla luce del sole. La porta marcia si richiuse dietro di loro.
Per un attimo il sole li accecò, e ci misero un po’ per mettere a fuoco. Il vento soffiava forte e portava con sé l’odore di mare e il suono delle onde che si abbattevano sullo scafo.
Si trovarono circondati da un’intera ciurma, come quella di cui si ascoltavano i racconti, di bucanieri.
C’era chi puliva il ponte, chi sistemava le vele, chi giocava a dadi o semplicemente poltriva appoggiato al parapetto della nave.
Kagome e gli altri seguirono il ragazzo ignorando gli sguardi che gli venivano lanciati.
Li condusse verso le stanze del capitano e dopo averli fatti entrare richiuse subito la porta dietro di sé.
L’ambiente in quella camera era molto più calmo. Era una stanza gradevole. C’era una scrivania posta davanti ad un balcone chiuso da delle vetrate colorate che lasciavano passare una luce simile a quella di una cattedrale, una sedia foderata, un letto a baldacchino dalle coperte rosse e morbidi cuscini candidi, un tavolo apparecchiato e con sopra tantissimi tipi di cibo e alcolici, un cassettone levigato, un tavolino con sopra un mappamondo, una scacchiera chiusa e delle carte nautiche. E anche uno splendido pianoforte a muro, nero e con uno spartito giallo.
Nell’ambiente c’era profumo di fiori e thè, e si udiva una splendida musica provenire dal grammofono posto di fianco al letto su un tavolino a tre gambe.
Kagome riconobbe la splendida melodia -La Carmen- dall’omonima opera.
Si guardò intorno, in quella calda luce soffusa, e scorse, seduta sul letto, sorridente, chi non avrebbe mai sperato.
Inuyasha.
Le gambe le cedettero e crollo al suolo.
Inuyasha si alzò piano e si avviò verso di lei.
Le porse la mano continuando a sorridere. Lei come in un sogno, in quella luce soffusa, guidata dalle note di quella stupenda melodia in crescendo, si alzò gettandole le braccia al collo.
Inuyasha ricambiò l’abbraccio ma si scostò da lei, permettendo così che anche Sango e Miroku, constatassero che era davvero lì. Sango pianse, ma Kagome non vi badò, troppo presa da Inuyasha.
La luce soffusa e la musica sprigionatasi dal grammofono rendevano tutto così irreale che Kagome pensò che si trattasse di un sogno, e che se avesse soltanto mosso un passo di sarebbe svegliata.
Ma a rompere quell’idillio fu il ragazzo che le aveva condotti lì.
“ Ho fatto come mi avevi chiesto.” Disse dopo aver fermato la musica, spegnendo il grammofono.
“Grazie, Vince.” Rispose Inuyasha, voltandosi verso il ragazzo, mano sul fianco.
Kagome fu così sollevata dal capire che non era un sogno, e che Inuyasha era davvero lì davanti a lei.
Indossava gli stessi vestiti che aveva voluto portasse, una camicia bianca con maniche a sbuffo  ricamate, pantaloni neri semi attillati e stivali marroni.
E adesso le sorrideva.
Rimasero in silenzio per qualche minuto.
Poi Sango asciugatasi le lacrime chiese felice “Ma come hai fatto a salvarti!?”
“Come? Eh, eh, eh….” Inuyasha ridacchiò, “Veramente non lo so’.”
“ma allora come..?” Chiese Miroku.
“Questo non è il momento, ve lo spiegherò con calma ma adesso che ne dite di qualcosa da mangiare?” Disse Inuyasha facendoli accomodare alla tavola imbandita.
Kagome, Sango e Miroku che avevano molta, davvero Molta, fame, si gettarono letteralmente sul cibo trangugiando tutto.
Inuyasha si sedette sul bordo del letto sorridendo, felice di rivederli, il ragazzo che fino a quel momento era stato in disparte si sedette vicino ad Inuyasha dandole una leggera gomitata.
“e-ehm, Inuyasha, non dimentichi nulla?” Chiese a bassa voce.
“Oh si! Ehi, Ragazzi, prima che divoriate tutta la nave, permette che vi presenti il glorioso capitano della nave.”
I tre smisero un attimo di ingozzarsi voltandosi verso Inuyasha, curiosi.
“ Lui è Vincent Rowald Seras George Barbanera.” Disse tutto d’un fiato.
“Non c’era bisogno che dicessi tutto il nome per intero.” Disse arrossendo Vincent.
Inuyasha gli posò affettuosamente una mano sui corti capelli scompigliati.
“E da i suoi altissimi quattordici anni, è il comandante della nave su cui siete ospiti, La –Dernier-, e da me soprannominata -Besuto suekko-”
“Ti ho detto di non chiamarla così!” Disse alterato Vincent, senza spostare la mano di Inuyasha dalla sua testa però.
Inuyasha ridacchiò poi continuò a spiegare “Io non so’ come ho fatto a salvarmi ma dopo non so’ quanto, ho riaperto gli occhi e non ero in fondo al mare, ma su una spiaggia.
La ferita al petto sparita. Purtroppo, la spiaggia in questione era quella di un isola deserta, e ho dovuto vivere diversi giorni in quello schifo di posto, per mia(s)fortuna però, una nave pirata si arenò proprio su quell’isola.
Naturalmente mi attaccarono, ma riuscì a sopraffarli finché il loro capitano, naturalmente usando la pistola, mi ha atterrato. Però colpito dall’abilità che avevo meritevolmente dimostrato mi ha preso nella sua ciurma, purtroppo, il compito che mi ha addestrato è stato di allenare il suo ultimogenito nel combattimento.”
Kagome e gli altri avevano tante altre domande da fargli ma prima che potessero chiedere Vincent disse “Per ora credo che le spiegazioni bastino, e visto che avete finito di mangiare suppongo siate stanchi. Domani vi dirò di più su i vostri compiti e su dove siamo diretti. Adesso potete ritirarvi nella cambusa dove ho fatto preparare delle brande per voi.”
I tre si alzarono, ma furono buttati a terra dal brusco arresto della nave.
Vincent si appoggiò ad Inuyasha finché la Nave non fu di nuovo stabile.
“Ma cosa stà succedendo?!” Chiese Miroku spaventato aiutando Kagome e Sango a rialzarsi.
Inuyasha si diresse fuori seguita a ruota da Vincent.


SPAZIO AUTRICE

Un "Salve Salvino" Ned Flanderino da me!
So' di essere stata assente per parecchio ma il computer riparte(uno schifo, ma riparte) e io stò ricominciando a scrivere, Scusate per il capitolo un po' corto ma devo riprenderci la mano.
Stò già ricominciando con "Mehamana" e presto molto presto avrete il quarto capitolo, più "serio" del precedente.
La canzone, o meglio Opera, che fà da sfondo a questo capitolo è -La Carmen- Opera lirica francese dell'ottocento, so' che la fascia temporale non è quella -.- quindi non fate i pignoli:

http://www.youtube.com/watch?v=mkcz3z-GZj8
 Cambaindo discorsone, io domani ho un compito di Algebra-Geometria e se vado male mi dimentico per molto, davvero moooolto il computer, ergo la publicazione sarà rallentata all'infinito.
Quindi pregate per me, qualunque sia il vostro dio o le vostre divinità: Dio, Allah, Buddha, Spongebob, ecc...
E se non recensionate di più =.= giuro che non continuo più e lascio tutto in sospeso. Ecco!
E-ehm. A risentirci presto cari lettori!!

   
 
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