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Autore: Stellina_chan    12/05/2013    8 recensioni
"Racchia, maschiaccio e vita larga, eh? Ora vedremo."
Non so perche' ma l'undicesimo capitolo lo calcola come decimo e lo mette prima del "vero"decimo.Inoltre improvvisamente mi mette il quarto capitolo dopo il quinto. Percio' e' possibile che l'ordine cronologico in questo caso sia invertito. Quindi attenzione!Baci:-*
P.s. scusate, ma me ne sono resa conto soltanto ora: anche il sesto e il settimo me li cambia. Invertiteli. Dannazione, come cavolo fanno a spostarsi da soli?!°₩°
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Akane non sapeva proprio come si sentisse in quel momento.
Felice per la vittoria di Ranma? No, decisamente.
Triste per la vittoria di Ranma? Neanche questo aggettivo andava bene.
Frustrata? Mmm, ci si avvicinava come emozione.
Furiosa?
BINGO.

Ecco cos'era: furiosa. Il fatto di aver dovuto mettere in gioco il suo onore, il suo orgoglio, il suo amore non l'aveva minimamente mossa nella direzione dell'ira. Non l'aveva fatto nemmeno l'improvvisa entrata in gioco del ragazzo visto che non credeva minimamente che sarebbe riuscito a vincere.
Ma poi lui aveva trovato quello stratagemma.
LUI, che spesso non coglieva neanche i doppi sensi davvero espliciti che Nabiki gli lanciava, era riuscito a escogitare un piano del genere?
Doveva essere proprio disgustato al pensiero di baciarla.

-LAAANMAAAA! Come hai potuto???-

La minore delle Tendo spostò lo sguardo, fino a pochi secondi prima fisso come a guardare qualcosa di particolarmaente interessante sulla recinzione del giardino, sulla cinesina.
Shampoo stava chiaramente passando una crisi isterica che nemmeno Freud ebbe modo di osservare.

-Come ho potuto fare cosa?- rispose l'ormai Ranko, mentre si asciugava con un asciugamano.
Per tutta risposta la cinesina lanciò un urlo di battaglia, pronta a strozzare la rossina.
-Shampoo, smettila!-
Come svegliata da uno stato di trance, la ragazza dai capelli viola si bloccò, girandosi verso la persona che le aveva dato quell'ordine perentorio.
-Akane... Come fai a stale così calma? Ci ha giocate!-
-Si, è vero. Ma cosa altro potrei fare? Ormai la sua scelta l'ha fatta. E' chiaro che non vuole nessuna delle due.-
A queste parole la cinesina si girò e, dopo aver guardato per l'ultima volta Ranma, disse, saltando il muro di cinta di casa Tendo -Non finisce qui, Lanma.-

Ranko la guardò scomparire, versandosi dell'acqua calda presa chissà dove. -E fuori anche l'ultima!- proclamò, emettendo un sospiro di sollievo.
Akane lo guardò, con lo sguardo impassibile e gli occhi come svuotati da qualsiasi sentimento.
-Già Ranma. Fuori anche l'ultima- *Non mi ha nemmeno considerato come una delle due ultime partecipanti. Non si è neanche preso la briga di vedermi come una sfidante. C'era solo Shampoo per lui. Era una sfida tra loro due. Di cosa mi stupisco? In fondo me l'aveva detto ieri sera che avrei perso sicuramente.*
-Bè Akane, ora finalmente potremmo tornare alla normalità!- disse tutto sorridente.
Vedendo che la fidanzata lo guardava senza battere ciglio, si fermò a osservarla.
-Bè? Che cosa c'è?-
*E' come se mi avesse dimenticata. Come se per lui non avessi importanza. Come se non fossi nulla. Come se non riuscissi a fare niente. Ranma, su questo tuo comportamento non posso sorvolare.*

Improvvisamente gli occhi di Akane divennero lucidi. Intorno a lei si andò a creare un'aura blu.

Per il codinato non ci fu nessuna via di scampo.
Si ritrovò a terra, più morto che vivo, mentre la ragazza si allontanava.
-Fammi un favore, Ranma Saotome: fai finta che io non esista.-
Si fermò, voltando leggermente la testa.
-Continua a fare esattamente quello che hai fatto fin'ora-

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Dopo quello che era successo, Akane aveva bisogno di sfogarsi.
Andò in camera sua per indossare il gi. Poi tirò dritto verso la palestra.
Posizionati i blocchi di cemento, li colpì con tutte le sue forze. Ovviamente si ruppero in mille pezzi.

Dopo tre ore che si trovava lì, si accorse che appoggiato alla porta c'era lui.
Da quanto tempo la studiava?
La osservava, con le braccia incrociate al petto e una gamba davanti all'altra.
Continuò a sferrare calci e pugni, ignorandolo. Non gliel'avrebbe data vinta.
-Akane?-
Un calcio in alto.
-Akane, potresti fermarti un attimo? Dobbiamo parlare.-
Un calcio in alto con l'altra gamba. Poi silenzio. Akane si girò di 180° e si ritrovò Ranma e un metro di distanza.
Decisa a non curarsi di lui, continuò i suoi kata.
- Mi hai sentito?- chiese, visibilmente irritato, stringendo i pugni.
*Certo che ti ho sentito. Ma non reagirò come vorresti. Ora levati dai piedi.*
Per sottolineare il concetto sferrò un calcio nella sua direzione.
Che Ranma prontamente afferrò. Con un'abile mossa la immobilizzò a terra. Lui sopra di lei.
-Sai Akane, non avrei voluto farlo, ma tu non mi lasci altra scelta.-
Lei lo guardò interrogativa mentre lui si avvicinava pericolosamente.
Che cosa voleva fare?
Per un attimo un pensiero le sfiorò la mente ma era talmente assurdo, considerato tutto quello che era accaduto, che si dissolse come era arrivato. Quel pensiero, così leggero, era quello di essere baciata da lui. Che finalmente il fidanzato si fosse reso conto delle stupidaggini commesse. Dei suoi sentimenti feriti.

Che bel finale sarebbe stato, vero?
Ma sapeva fin troppo bene che quello non era il loro finale.

Accadde tutto in un attimo. Velocemente Ranma fece passare un braccio sotto la sua schiena, tenendole ancora ferme le mani con l'altro, poi, ruotando incredibilmente la gamba destra riuscì ad sollevare entrambi i loro corpi, compiedo un casquè perfetto, ma all'incontrario.
Se qualcuno fosse entrato in quel momento avrebbe sicuramente pensato che stessero ballando.
Akane visualizzò nella sua testa l'immagine di Nabiki che guardava soddisfatta il bel gruzzoletto fatto grazie alla foto scattata della loro posa.
Istintivamente guardò verso la porta del dojo, ma non c'era nessuno. Questa cosa la fece sorridere, seppur involontariamente.
-Che c'è da ridere? Sono così divertente?- chiese Ranma, scontroso.
Lei si soffermò a osservargli il volto rosso: in effetti qualcosa che avrebbe potuto innescare una risata c'era. Ovviamente lei non rispose.
-Ora vedremo se sghignazzerai ancora tanto!- proclamò lui.
Subito la prese in braccio e schizzò fuori dalla palestra, correndo per le strade di Nerima.
Akane cercò di scendere ma lui, visto che lei non dava segno di volersi calmare, se la caricò in spalla, lasciandola penzolare come un sacco di patate.
*Il linguaggio di un uomo delle caverne lo possiede già, i modi pure... gli manca solo una clava.* pensò Akane.
Certo che lei non era tipo da arrendersi così facilmente: cominciò a tirare pugni alla schiena del codinato, che le rispondeva con dei "Finiscila!" , "Non sei per niente carina!", "Sei proprio un maschiaccio!", "Cocciuta!".

All'ennesimo insulto lei si rese conto di dove la stava portando: al Furinkan.
Ma perchè proprio lì?
Appena entrati nel cortile lui si diresse verso la zona che Akane temeva di più.

E lei cominciò a sudare.

Non aveva altra scelta: se i pugni non funzionavano, doveva tentare con le parole.
-Ranma! NO!! Fermo!-
-Adesso perlaremo, ma mi devo assicurare che tu non fugga... quale luogo migliore di questo?-
-Fermati, maledetto idiota! Come potremmo parlare?-
-C'è una zattera, finiscila fifona!-
-Fifona a chi..... aaaahh!-
Un balzo e erano proprio nel centro del luogo più ostile per Akane.
Erano nella piscina del Furinkan.

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-Maledettissimo idiota, perchè mi hai portato qui?! Se cadessi in acqua e tu fossi distratto? Non ho neanche la ciambella!-
-Oooh, piantala! Come potrei distrarmi? Ci siamo solo io e te.-
Ranma si sedette, incrociando gambe e braccia.
-Tu... tu.... TU!- Akane non sapeva se uccidere il fidanzato con le proprie mani o approfittare di quella splendida piscina... o meglio, la sua acqua.
-Devi imitare la segreteria telefonica ancora a lungo?- le chiese il codinato.

Lei lo squadrò con sguardo assassino, poi si sedette davanti a lui.

-Continuerò se ne avrò voglia.-
-Bè, io ti ho portata qui per parlare. Pensi di riuscirci senza spedirmi all'altro mondo o senza insultarmi inutilmente, maschiaccio che non sei altro?-
-Sai, è difficile non affogarti se mi dedichi queste affettuose parole. Perciò, evitale. Ora parla, così la facciamo finita.-

Detto questo si mise in ascolto, puntando i suoi occhi marroni in quelli azzurri del ragazzo.

-Bene. Dunque: si piuò sapere perchè ti sei infuriata con me?-
 Non ci poteva credere. Era davvero così stupido?
-Non ti viene in mente davvero nessuna ragione?-
-No. Anche perchè mi è parso che ... che tu... si, insomma.... in questi ultimi giorni fossi.... come dire.... più ...- rispose balbettando -più.... disponibile nei... nei miei confronti.-
-Caspita, allora sei più idiota di quanto pensassi, Ranma.-
-Avevamo detto niente insulti!-
- Insulti inutili. Questo te lo sei meritato tutto.-

Ranma prese un sospiro, nel cercare di calmarsi. Akane rimaneva muta, aspettando una sua qualsiasi reazione.
Niente.
-Vuoi veramente saperlo?-
-No. Ho semplicemente voluto portarti qui per farti dire cose carine nei miei confronti.- le disse, con ironia. -Certo che voglio saperlo!-
-Bene: mi sono sentita messa da parte, senza importanza: non mi avevi considerato una sfidante, e perciò una tua potenziale moglie, per quanto questo possa suonare a entrambi strano.-

Ranma era colpito non si aspettava di certo una simile franchezza da lei.
Ma se Akane Tendo ci era riuscita perchè lui, Ranma Saotome, non poteva fare altrettanto?
Prese una decisione.
Era ora o mai più.
Doveva farlo. Per entrambi.
E così si mosse.

 

 

 

 

 

 

 

 
  
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