Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Natalie__    12/05/2013    2 recensioni
“Non mi hai ancora detto chi sei.” Chiede ancora, già che sbadato.
“Sono Justin, il vicino.” Gli porgo la mano, e lei la stringe subito dopo.
“Owh, visto che abiti qui vicino, tornatene a casa, okay?” Mi chiede subito dopo, sorridendo beffarda.
Il mio sorriso si curva in una smorfia di disgusto.
“E già che ci sei, fai finta che io non sia mai venuto qui okay?” Dissi prima di andarmene, perdutamente incazzato, entrando in casa un minuto dopo.
Justin Drew Bieber.
Hayley Chelsea Powell.
Due persone estremamente diverse, con due caratteri uguali da morire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter ten.

Era passata una settimana da quando il mio corpo era disteso su quel letto, ma la mia anima era in cielo insieme a Wendy.
Oggi abbiamo promesso che sarei tornato da Hayley e che le sarei restata accanto.
La stavo aspettando nella poltrona bianca che stava adagiata nel bianco più totale, quando la vedo arrivare.
E’ bella, e porta i suoi capelli attaccati in un chignon, e il suo abito –ovviamente- bianco, le ricade morbido sulla pelle chiara.
“Justin, per favore non ti dimenticare di me!” Mette il broncio, incrociando le braccia al petto.
“Certo che no bubi, come posso scordarmi di te? Non l’ho mai fatto.” Le dico scoppiando a ridere –E’ incredibile quanto bella sei fattapicci
“Sei qui da una settimana e l’unica cosa che hai detto più spesso è quanto sono bella. Tu sei fuori” Scuote la testa divertita.
“Oh ma è la verità, non prendermi in giro puzzoletta” Le dico avvolgendola in un abbraccio.
“Senti non chiamarmi più in quel modo, intesi?” Mi guardò torva.
“Puzzoletta, puzzoletta, puzzoletta..” Cominciai a dirle all’orecchio, facendola arrabbiare ancora di più.
“Non farmi dire parolacce Justin, siamo in paradiso per tua fortuna!”
Scoppiai a ridere buttando la testa indietro. Era bellissimo farla arrabbiare, come ai vecchi tempi.
“Wendy, devo tornare da Hayley, ha bisogno di me.” Ritorno serio subito dopo.
“No non devi.” Mi risponde subito dopo.
“Perché no? E’ la ragazza che amo, non puoi impedirmelo!” Comincio a blaterare.
“Tu non puoi andare da lei, devi restare qui okay?” Mi grida contro.
“Tu non decidi per me!” Mi giro di scatto, non volevo guardarla.
“E va bene, torna da lei. Ma non dirmi che non ti avevo avvisato!” Era arrabbiata, e si vedeva.

“Che vuoi dire adesso?” Mi volto verso di lei e la guardo negli occhi, li ha lucidi.
“Niente di compromettente per me, ciao Justin vivi la tua vita, e dimenticati di me.”

Non feci in tempo neanche a salutarla che sparì davanti ai miei occhi, lasciando il vuoto più totale dentro di me, e un dolore al petto assordante, quasi per dimenticare.
 
Hayley’s pov.
Justin è disteso su quel letto da giorni, e le sue condizioni sono sempre le stesse.
Mio padre è stato portato in carcere per tentato omicidio, e io non dormo da sette giorni e sei notti.
Sono distrutta, e prego giorno e notte che Justin apra gli occhi.

Sento spalancare la porta dietro di me, mi giro di scatto.
Una donna dai capelli bianchi raccolti in un chignon entra e si avvicina a me.
Seguita da lei c’è mia madre, con un sorrisino in  viso.

Mi giro un’altra volta verso Justin che dorme, e sento che quella sarà davvero l’ultima volta che lo vedrò.
Quella donna lì avrebbe fatto di tutto pur di separarmi da Justin, dopo che io ho fatto incatenare suo marito per aver tentato di uccidere il mio ragazzo.

Avrebbe fatto di tutto per rendermi la vita impossibile, e lo aveva appena fatto, chiamando un’assistente sociale.
Quella donna era perfida quanto mia madre, lo capivo dal suo sguardo.
Avete presente uno di quei sguardi di ghiaccio, e il sorriso beffardo sulla bocca?
Quello sguardo che ho provato a mettere io la prima volta che rividi Justin dopo tanti anni? Ecco.
“Signorina deve seguirmi!” La voce roca di questa sessantenne si rivolge a me, mentre alcune lacrime scendono dalla mia guancia e finiscono per bagnare la mano di Justin che è incollata alla mia.
“Lasciatemi qualche minuto, giusto il tempo per scrivere una lettera. Al suo risveglio non ci sarò, e voglio che si ricordi di me.”
Così dissi, e le due signore se ne andarono schifate. Presi un foglio e una penna, che stavano sul tavolo, e cominciai a scrivere.
“Ciao amore mio,
mi dispiace che tutto questo sia successo. E mi dispiace che qui su questo letto, ci sia tu e non qualcun altro. Sappi che nonostante tutto, io non smetterò mai di pensarti, mai di amarti e ne di pregare che tu ti risvegli. Ti amo,  anche se ti ho solo causato problemi. Anche se l’unica cosa da fare era continuare a respingerti, anche se non avrei mai dovuto provare a buttarmi da quel balcone, o semplicemente non avrei mai dovuto venire con te quella notte. Scusa per tutto, scusa se mio padre ti ha lasciato in queste condizioni. Scusa per averti sin da piccoli rovinato la vita. Giuro che non volevo lasciare andare Wendy. Quando leggerai questa lettera sarò già lontana, non provare a cercarmi Justin. Addio.”
Quando finii di scriverla mi accorsi che in parte era bagnata dalle mie lacrime. Ma la piegai lo stesso, e la riposi sotto il bicchiere dell’acqua pieno.
Poi baciai la sua fronte, e di seguito lasciai un tenero bacio sulle sue labbra.

“Ti amo, Justin.” Sussurro, e poi mi chiudo la porta alle spalle, senza girarmi un secondo.
Ad aspettarmi fuori c’è quella signora, e le stringo la mano, consegnandomi a lei.

Sarei uscita dalla vita di Justin per sempre.
 
Justin’s pov.
“TI amo, Justin.” Sentii solo dopo essermi accorto che Wendy non c’era più, e che il bianco intorno a me si era trasformato in un grigio cupo, lasciando una voglia di aprire gli occhi e di svegliarsi.

Quando li aprii, ero solo in quella stanza, senza neanche l’infermiera. Capii che mi trovavo in un ospedale, dall’ago che stava infilzato nel mio braccio.
Portai la mia mano vicino la faccia, e notai una lacrima.
Ma non ci feci caso.
Spinsi il bottone dietro di me, per chiamare un’infermiera. Volevo sapere dov’era Hayley.
Quando l’infermiera arrivò, spalancò gli occhi e andò chiamare un dottore.

Il problema è che stavo morendo di sete, e che quella lì se n’era andata. Dovevo fare da solo.
Mi girai verso il mobile accanto a me, e vidi un bicchiere d’acqua, fortunatamente pieno.
Lo presi e cercai di berne il contenuto.

Ma fu nel momento in cui stetti per riposarlo che notai un foglio piegato in quattro parti sotto di esso.
Lo presi, lasciando il bicchiere sopra il mobile.
Era umido, e un nome sbiadito si riusciva a leggere. Hayley.
Il cuore iniziò a battere sempre più forte, quando aprii quella che doveva essere una lettera, ma esso si fermò quando alla fine c’era su scritto: Addio.
 
To be continued. E un grazie speciale a Fabiana, che mi ha aiutato a scriverlo!<3
   
 
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