Niente è più folle, lo dico sin d’ora
Di una testa libera per un quarto d’ora.
Dodici settimi di un quarto di bronzo
Quattro quartine e cinque più un osso.
Secchi di serpi, strusci di fate
Figli di rame e lenti sfocate.
Occhi solenni e viscidi merli
Più li avvicini e meno li senti.
Notti fatate, deliri alienati
Sogni, tinozze, pastelli e ballate
Ad hoc ab loca e qui pro quo
Tanto da perdere, e tempo non ho.