Ecco lo sapevo ogni volta che Rufy combina qualcosa noi dobbiamo subirne le conseguenze.
Non che mi dispiaccia, ma già i marmocchi non li sopporto, pensare che siamo in un parco giochi per bambini dice tutto.
Era iniziata come una giornata normale, sbarcati su un isola estiva, Maggiolina si chiamava.
Era suddivisa in due aree, quella dei divertimenti e quella commerciale.
Ovviamente le ragazze erano andate a fare shopping portando con loro quasi tutti i nostri soldi,lasciando a noi lo stretto necessario per mangiare.
Rufy con Chopper si avviarono al Parco Giochi pensando di poter almeno fare un'attrazione senza però sapere che le regole sull'eta erano ferree: massimo dieci anni.
Ci avviammo nel chiosco di quel parco immerso nel verde, come posto era sicuramente perfetto ma le urla si quei mocciosi proprio non potevo sentirle.
"Zoro tu cosa prendi?"
"Sakè come al solito!"
"Io CARNE CARNE CARNE"
"Sanji tu?"
"Una tazza di the va benissimo"
Arrivò una ragazzina che prese l'ordine e subito ci servì.
"Allora in tutto sono Cento Berry"
"Cento Berry signorina non crede che siano troppi?"
"Allora facciamo il resoconto:
2 bottiglie di sake;
Porzione di carne per venti persone;
Thè caldo con biscotti;
Acqua;
E vari stuzzichini...ma questi sono offerti dalla casa"
"Si ha detto tutto"
"Si allora sono Cento Berry"
"Mia dea scusaci per il malinteso, se vuole mi offro per sdebitarmi di questa figuraccia"
"Non si preoccupi, ma ora, prego i soldi"
Ci guardammo e Chopper tirò fuori i soldi che però non sembravano a sufficenza.
"Signorina se vuole ci offriamo per estinguere il debito"
"In effetti un modo ci sarebbe, essendo oggi la festa dei bambini, sono tutti qui"
"Farò tutto quello che vuole mia dolcezza"
"Allora le attrazioni sono: zucchero filato pop corn e creps per il quale ho pensato a questo bel giovanotto" la ragazzina indico Sanji e lui accettò all'istante.
"Poi c'è il treno degli indiani" 
"Io signora cameriera, io la prego!" Rufy esclamò come un bambino, ma lei non fece una piega.
"Poi uno che intrattiene i bambini più piccoli e ho pensato a voi signor peloso"
"Chopper...comunque va bene"
"E per te, testa verde, lo scivolo gonfiabile"
"No io ci penso neanche a fare da servo ad una come te, ne ho già una che mi comanda a bacchetta!"
Una figura uguale si avvicinò a noi con aria minacciosa.
"Volete che chiamiamo la marina?"
Chopper spaventato disse che sarebbero andati subito.
Tutti eravamo alle proprie mansioni, Chopper entusiasta, Sanji che per ogni ragazza quasi sveniva e per non parlare del nostro capitano che era comodamente seduto e non faceva altro che far partire il trenino e raccogliere i biglietti, sai che fatica per lui che si poteva allungare.
Io invece ero seduto accerchiato da bambini che non erano semplice fanciulli bensì dei demoni ferocissimi che si spingevano, saltavano e mi irritavano.
Iniziai ad urlare e come d'incanto diventarono angioletti, ora si avrei potuto dormire in pace.
"Signole può accompalmi, ho paula"
Disse una bambina piccina, occhi verdi ed i capelli rossi con un viso angelico.
"No mocciosa non posso!"
"Ma signole il tato che sta qui semple mi accompagna" 
"Allora vuoi che ti accompagno se l'hai sempre fatto?" Non era mica furba.
"Ma la plima fa semple paula, poi scendo da sola, plomesso!"
A quel sorriso così innocente non seppi dire di no, mi privai dei miei stivali e l'accompagnai anche se lei non stava zitta un secondo.
"Tato, ma pecche ha una cicatlice sul petto? Pecche ha tle spade? Pecche è così folte? Anche mio papà è il più folte di tutti"
Pensai che se un giorno avessi avuto una famiglia mi sarebbe piaciuto che mia figlia mi guardasse come questa bimba vedeva suo padre.
Pronti a scivolare la bimba si mise sopra di me.
"Tato, mi plemetti che non mi lasci scendele da sola?"
"Te lo prometto" 
"Uno, due, tre" dicemmo in coro.
E scivolammo giù, mi teneva stretto, quasi avesse paura che l'avrei lasciata scivolare da sola.
"Visto è divertente, ed ora scivola da sola come hai promesso"
Ed iniziò ad andare da sola, quando ad un tratto mi sentii picchiare sulla schiena.
"Buzzurro si può che siete sempre a combinar casini, ho sistemato tutto, ora possiamo andare"
Senza pensarci mi alzai, avevo ormai l'allergia di quel posto, ma mai mi sarei dimenticato di quel visino.
"Anja, dai andiamo a casa, mamma ci aspetta"
Ecco come si chiamava, si, mia figlia si sarebbe chiamata così: Anja Roronoa.
"Testa d'alga ti sei imbambolato? Andiamo!"
Una volta sulla nave mi avviai verso lo studio di Nami, era molto tempo che non stavamo un po' soli.
"È stato bello vederti fare il papà, sai?"
"Vuoi un bambino mocciosa?" 
"Si, magari un giorno, quando non rischieremo la vita in ogni momento!"
"Come sei diventata premurosa"
"Dovresti esserlo anche tu scemo"
"Strega, che ne dici se ci alleniamo per farli?.."
"Credo che sia un ottima idea"...