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Autore: samhain    12/05/2013    3 recensioni
[...] Haruya cominciò ad osservare il paesaggio e la sua espressione divenne malinconica all'improvviso. L'albino se ne accorse, ma fece finta di niente. -Ti ricordi?- esordì il rosso dopo lunghi minuti di silenzio. -Ricordare cosa?- domandò stranito il rivale. -Da bambini uscivamo sempre con la pioggia e ci divertivamo a saltellare nelle pozzanghere.-
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'estate stava ormai per volgere al termine ed il periodo scolastico si stava riavvicinando.

Era una giornata stranamente diversa dal solito. Fuori pioveva, il cielo era dipinto di grigio e grandi nuvole scure adombravano la città. Nagumo e Suzuno erano chiusi nella loro stanza del Sun Garden alle prese con i compiti. -Accidenti! Non ce la faccio più! Tutti questi numeri mi stanno facendo venire la nausea! Più cerco di capirci qualcosa, più continuo a confondermi!- brontolò il ragazzo dai capelli rossi. -Ma se hai ancora il libro chiuso!- lo rimbeccò Fuusuke. -Lo so, ma anche i numeri sulla copertina mi danno alla testa!- sbraitò Haruya, portandosi entrambe le mani sul capo. -Se avessi studiato sin dal primo giorno di scuola come il sottoscritto, fare i compiti non sarebbe stato così duro.- asserì l'albino. -Non tutti ci chiamiamo “Suzuno Fuusuke”, lo sai? E non tutti ci fottiamo la vita studiando!- affermò l'altro. -Se tieni davvero al tuo futuro invece ti converrebbe cominciare a passare il tuo tempo sui libri, altrimenti non ti prenderanno nemmeno come spazzino.- ribatté Suzuno. -Senti, hai voglia di litigare?- gli ringhiò contro il rosso. -No.- rispose. -Bene, allora vedi di tacere!-

Dopo quella frase, ci fu il silenzio totale.

La pioggia nel frattempo era aumentata, e tamburellava insistentemente sul tetto dell'orfanotrofio. Di solito le voci dei ragazzini echeggiavano continuamente nell'edificio, ma quel giorno era come se non ci fosse nessuno.

Dopo svariati tentativi non riusciti, Nagumo aprì finalmente il libro ma la sua attenzione venne subito rapita dal rombo di un tuono. Il ragazzo si alzò in piedi e si diresse verso la finestra, mentre Suzuno seguiva ogni suo movimento con la coda dell'occhio. Haruya cominciò ad osservare il paesaggio e la sua espressione divenne malinconica all'improvviso. L'albino se ne accorse, ma fece finta di niente. -Ti ricordi?- esordì il rosso dopo lunghi minuti di silenzio. -Ricordare cosa?- domandò stranito il rivale. -Da bambini uscivamo sempre con la pioggia e ci divertivamo a saltellare nelle pozzanghere.- disse. Nella voce di Nagumo erano stranamente percepibili note di dolcezza, cose non molto usuali da parte sua. -Si, ricordo.- rispose allora Suzuno.

-Davvero bei tempi quelli.-

-Già.-

Passarono altri minuti in silenzio. Nagumo non staccò gli occhi dalla finestra nemmeno per un secondo. -Perché non torni a studiare?- gli domandò il ragazzo dai capelli bianchi, rompendo il silenzio. Il ragazzo dalla bizzarra capigliatura, simile ad un tulipano, si voltò verso l'amico e gli sorrise. Era un sorriso amaro, pieno di malinconia e nostalgia. Suzuno non riuscì a reggere quello sguardo, e roteò gli occhi verso un'altra direzione. Haruya, accortosi di ciò, si avvicinò a lui e gli afferò il polso. -Hey, che fai?- domandò Fuusuke. Nagumo non rispose, si limitò semplicemente a trascinarlo fuori dalla stanza. Lo portò fuori in cortile, sotto la pioggia. -Hey, ma sei scemo? Guarda che così ci bagneremo e siamo anche scalzi! poi chi la vuole sentire Hitomiko?- disse l'albino. Il rosso non aprì bocca, rimase imbambolato a fissare il cielo. Nagumo preferiva di gran lunga le giornate soleggiate a quelle scure e nuvolose, ma amava terribilmente sentire le gocce di pioggia solleticargli il viso. -Oi, mi senti? Terra chiama Haruya!- insisteva l'albino nel richiamarlo. Il rosso allora si voltò e, con uno scatto, fece un salto in una pozzanghera, schizzando tutta l'acqua addosso all'amico. -Si può sapere perché l'hai fatto???- domandò seccato Suzuno. -Come ai vecchi tempi.- rispose.

Fuusuke, allora, lo ripagò con la stessa moneta. Iniziò una vera e propria battaglia. Erano entrambi bagnati fradici e sporchi di fanghiglia, ma nessuno dei due aveva intenzione di smettere. Le loro voci risuonavano nel vento, le loro risate unitesi allo scroscio della pioggia sembravano formare una sorta di melodia e l'odore pungente dei fiori di gelsomino misto a quello dell'acqua piovana aveva letteralmente invaso il cortile. Era da così tanto tempo che non si divertivano in quel modo. Con la storia dell'Aliea Academy avevano addirittura dimenticato come ci si divertiva. Quando erano conosciuti come i famigerati “alieni”, il sadismo era l'unico diletto che conoscevano. Veder soffrire le persone li faceva sorridere. Pensavano che ripercuotere la propria rabbia sulla gente avrebbe dato loro soddisfazione, ma in fondo sapevano che non era così. Erano stati tolti loro la libertà, la possibilità di esprimersi, l'occasione di fare nuove esperienze...avevano ceduto a tutto ciò per un desiderio del loro amato padre, ma ora che era tutto finito tutti quanti volevano riscattarsi.

Decisero di ricominciare da capo, avrebbero riscritto la loro storia per trasformarla in qualcosa di assai meraviglioso.

Nagumo e Suzuno continuarono a saltellare nelle pozzanghere e a schizzarsi a vicenda per un'altra buona mezz'ora. D'un tratto Fuusuke inciampò in una pozza e cadde sopra Haruya. Quest'ultimo senza pensarci due volte, lo abbracciò. L'albino rimase interdetto. Di solito si abbracciavano due volte all'anno, ovvero nei giorni dei loro rispettivi compleanni, non avrebbe mai pensato che quel capoccione di Nagumo si avvinghiasse così a lui di punto in bianco. Beh, non che gli dispiacesse.

-Ma ci pensi? Tutto questo finirà.- disse Haruya.

-Cosa intendi dire?- chiese dubbioso Suzuno, mentre inseriva il volto nell'incavo della spalla dell'amico.

-Un giorno ce ne andremo da qui, prenderemo strade diverse e non ci rivedremo mai più.-

Suzuno perse un battito quando sentì quella frase. Era tutto così strano quel giorno. Nagumo non si era mai comportato in quel modo, anche se quel che diceva era vero: cosa avrebbe riservato loro il fato? Cosa avrebbero fatto una volta andati via dal Sun Garden?

Anche se troppo orgoglioso per ammetterlo, Fuusuke voleva molto bene ad Haruya e non avrebbe mai sopportato l'idea di non vederlo mai più.

D'un tratto Nagumo sentì delle gocce calde bagnargli la t-shirt. Capì che non era la pioggia, ma le lacrime dell'amico. Rimase alquanto stupito, non aveva mai visto Suzuno piangere.

-I-io non ci voglio pensare...- singhiozzava il ragazzo con i capelli bianchi. Il rosso sbarrò gli occhi e strinse l'amico-rivale ancora più a sé.

-Suzuno...- lo richiamò dolcemente Nagumo. L'albino alzò la testa e ritrovò le morbide labbra del compagno premute sulle sue. All'inizio rimase di stucco, ma poi si lasciò piano piano andare. Si separarono dopo alcuni secondi e ripresero ad abbracciarsi.

-Io voglio stare per sempre con te...- sussurrò Suzuno.

-Anch'io, non sai quanto. Adesso diciamo così, ma chi lo sa cosa potrebbe accadere domani? Non sempre le cose vanno come si spera...-

Suzuno per la prima volta non seppe cosa rispondere. Non avrebbe mai pensato che dalla bocca dell'idiota con cui stava giocando poco fa, sarebbero potute uscire frasi del genere. L'aveva sempre visto come un ragazzo spensierato e ribelle, ma per la prima volta ebbe la certezza che la persona con cui stava parlando in quel momento fosse il vero Nagumo Haruya.

Un'altra lacrima gli rigò il viso. Nagumo gliela asciugò delicatamente con la mano.

-Hey- bisbigliò Nagumo.

-Si?-

-Ti va ancora di saltare nelle pozzanghere?-

-Tsk...Stupido bamboccio, non crescerai mai.-

 

 

  • Angoletto dell'autrice (che in questo momento è allagato dalle pozzanghere)

Ehm buonasera...spero di non avervi annoiato con le pozzanghere...Questa fic mi è venuta in mente perché oggi ha piovuto (anche se per poco). All'inizio avevo pensato ad una HiroMido però si è evoluto tutto in ciò. Mi piace pensare a Nagumo e Suzuno in questo modo...ok...ehm...che dire spero che non abbia fatto tanto schifo!

 

PS: “Hoppipolla” è il termine islandese per dire “saltellando nelle pozzanghere”, lo preso dalla mia canzone preferita dei Sigur Ròs, un gruppo post-rock islandese.

  
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