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Autore: _Atlas_    12/05/2013    6 recensioni
- 8 e 30 - annunciò Tony dopo un lungo silenzio.
- Cosa?
- L’orario della partenza. Partiamo domani mattina alle 8 e 30. Si vesta leggera, in Thailandia ci sono 40 gradi a Natale.

[Pre-Pepperony / Iron Man 2]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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Di nuotate, di bagni e di omelette fallite

 


Tic.

I primi raggi del sole filtravano dalle imposte nella camera da letto, l’aria era molto calda nonostante fossero le otto del mattino e aveva il tipico profumo vacanziero, quello che si è abituati a sentire quando non c’è bisogno di impostare la sveglia alle cinque del mattino e correre da qualche parte.

Tic.

Si potevano sentire i primi canti degli uccelli e il fruscio delle piante cullate da una leggera e piacevole brezza.

Tic.

Pepper si mosse fra le lenzuola, sorridendo e stiracchiandosi, in attesa di una piacevole e rinfrescante giornata al mare, una bella tintarella su una sdraio e un dissetante cocktail alla frutta da gustare.

Tic.

Una specie di frastuono prodotto da una schiera di chitarre elettriche, bassi e batterie con volume alle stelle si innalzò dal comodino che aveva di fianco e Pepper balzò sul letto con un “ Santo cielo!”.
Eppure non era la prima volta che sentiva quel rumore, anzi, lo conosceva fin troppo bene e dopo che rimase a pensare su chi o cosa avesse potuto scatenarle così tanto panico in pochi istanti, capì che era lei, Back in Black.

"Pepper! Buongiorno! Dormito bene?"
Un Tony Stark versione petto nudo e boxer si presentò sulla soglia della porta, sconvolgendo ancora di più l’animo della povera Virginia.

"Si…" rispose lei assolutamente poco convinta e cercando di riprendersi dal mancato infarto che, ovviamente, era stato causato da Brian Johnson e compagni.
Tony intanto si era avvicinato al comodino e aveva recuperato il cellulare che continuava a trasmettere imperterrito gli AC/DC.

"Colonnello Rhodes! Ma che sorpresa! Da quando è curioso di essere aggiornato sull’andamento delle mie vacanze?" rispose lanciando un sorriso a Pepper e dirigendosi in soggiorno.

"Smettila Tony, sai bene perché ti ho chiamato" rispose il colonnello dall’altra parte della cornetta.

"Lo so?"

"Sì, la situazione è cambiata drasticamente dopo la vicenda di Monaco e lo sai bene."

"Ti prego, la predica mi è già stata fatta."

"Devi tornare."

"Cosa?! Non se ne parla!"

"Cosa vuol dire non se ne parla? Devi risolvere questo casino, non puoi scatenare il pandemonio e poi ritirarti in Thailandia!"

"Ehi, aspetta, frena. Ho diritto anch’io a delle vacanze natalizie, soprattutto adesso che sono preso di mira dai media e, a proposito, non ti azzardare a spargere la voce che mi trovo da queste parti o non tornerò affatto" rispose mentre continuava a fare chilometri per il soggiorno e lanciando, di tanto in tanto, qualche bruta occhiata al Babbo Natale in bermuda.

"Tony…"

"Rhod…"

"Oh dannazione! Fai quello che vuoi ma sappi che devi tornare qui il più presto possibile se non vuoi essere accolto con un linciaggio."

"Va bene, sì, ritornerò…ora però ti devo salutare. Ci si vede, colonnello" disse chiudendo definitivamente la telefonata.
Non poteva occuparsi di quella faccenda adesso, non poteva per due motivi apparentemente distinti ma che in realtà erano ben collegati l’un l’altro. Uno era il suo avvelenamento da palladio, l’altro era Pepper.

"Tutto bene?" chiese alla ragazza appena la vide uscire dal bagno.

"A parte la mia salute psichica compromessa, intende? Benissimo, grazie" rispose avviandosi all’uscita della villa e dimenticando definitivamente lo spiacevole episodio di poco prima.
Tanto gliel'avrebbe fatta pagare.

Quando arrivarono in spiaggia Pepper fu sorpresa dalla pochissima quantità di gente presente, evidentemente Tony aveva scelto il luogo più isolato e meno frequentato per avere un po’ di privacy. O più verosimilmente lo aveva scelto perché era alla sua sola portata di portafogli.
In ogni caso l’atmosfera venne gradita particolarmente da Pepper che non perse tempo e si accomodò su una delle sdraio prenotate.

"Io torno subito" le disse Tony avviandosi verso quello che doveva essere un bar.
Pepper portò gli occhi al cielo, pensando che il suo capo avesse appena fiutato l’odore di qualche fanciulla; tanto lei non gli avrebbe mai permesso di portarne a casa una, quindi tanto valeva che si divertisse in spiaggia.
Si liberò del vestito e rimase in costume iniziando a spalmarsi la crema solare su tutto il corpo.

"Se vuole posso spalmarle la crema sulle spalle" disse una voce al suo orecchio, una voce che conosceva fin troppo bene e che, puntualmente, la fece sobbalzare e diventare rossa come un pomodoro maturo.

"Non si azzardi..."

"Addirittura? Cercavo solo di essere gentile, mi sembrava in difficoltà…"

"…a provarci con me, Tony."

Lui spalancò la bocca e la guardò da sotto i suoi ray ban a specchio "Non mi permetterei mai!" disse in tono fintamente innocente ma che intanto scrutava con attenzione il corpo della sua ex assistente.
Pepper lo guardò di sbieco e notò che in mano aveva due grossi bicchieri in vetro con dentro un succo arancione e dai quali spuntava un ombrellino di carta. Forse le sue previsioni sulle fanciulle erano state un po’ troppo azzardate…

"La sua colazione" le disse poggiando un cocktail sul porta bibite e accomondandosi al suo fianco.

"Lei non se la mette la crema?" gli chiese dopo un po’ lei, mentre gustava rilassata il suo drink.

Tony fece spallucce "non ne ho bisogno."

"Si brucerà!"

"Non ho mai messo della crema solare in vita mia e non mi sono mai bruciato, ci crede?"

"Faccia come vuole, poi non si venga a lamentare da me."

Lui sbuffò divertito "Se la crema me la mette lei potrei anche accettare" le disse provocandola.

Pepper lo fulminò con lo sguardo e tornò al suo drink "Allora si ustioni, a me non interessa" gli disse.
Tony rise di gusto e tamburellò sul reattore arc che brillava sul suo petto, poi si guardò intorno e osservò i pochi turisti e la gente del posto che si tuffava nel mare cristallino.

"Ha notato che qui non mi riconosce nessuno?" disse seriamente sorpreso.

"Mi avverta se intende salire su una sdraio e informare i thailandesi che la verità è che lei è Iron Man, preferirei non assistere alla scena."

"Sa cosa le dico?" disse lui alzandosi e facendole temere il peggio "Vado a farmi un bagno."
Pepper tirò un respiro di sollievo e lo osservò tuffarsi in modo decisamente poco aggraziato fra le onde del mare.
Doveva ammetterlo, a parte qualche piccolo inconveniente la vacanza stava proseguendo in tranquillità e Tony non si stava comportando troppo male con lei a parte, dicevamo, qualche piccolo inconveniente. Decise di abbandonare momentaneamente la tintarella e si diresse verso la riva del mare.
Quando l’acqua fredda tocco i suoi piedi un brivido le attraversò tutto il corpo, ma nonostante tutto le venne una gran voglia di immergersi.

"Cosa fa lì impalata! Venga in acqua!" le urlò Tony raggiungendola sul bagnasciuga.

"Non mi va adesso" rispose lei, indifferente.

"Ma se sta morendo di caldo! Venga a farsi una nuotata, si rinfrescherà!"

La tentazione era veramente troppa, ma lei non voleva farsi una nuotata, non…poteva.
"Non so nuotare" sussurrò.

"Cosa?!" chiese lui spalancando gli occhi. Non riusciva a crederci.

"Mi ha sentita perfettamente. E non si azzardi a prendermi in giro" gli rispose puntandogli contro un dito.

Tony sospirò "Venga qui" le disse.

" ...perchè?"

"Si fida di me?"

Pepper alzò un sopracciglio.

"Rielaboro: vuol provare a fidarsi di me?"

"Cosa vuole fare?"

"Rimediare a questo problema, la insegno a nuotare" le disse Tony porgendole una mano.

"Io non voglio imparare a nuotare!"

"Come sarebbe a dire non vuole? Ci pensi, cosa accadrebbe se lei dovesse accidentalmente trovarsi in pericolo e non riuscire più a salire a galla? Guardi che l’armatura di Iron Man si arrugginisce con l’acqua, non posso sempre venire a salvarla."

"Adesso basta, Tony" lo interruppe Pepper ormai viola dalla vergogna.

"Avanti, solo una nuotata" disse ancora lui tendendole sempre la mano.
Pepper sospirò e si guardò intorno, dopodiché decise di seguire il consiglio del suo capo e gli afferrò la mano.
Tony la trascinò in acqua e dopo aver raggiunto un tratto discretamente lontano dalla riva, si rivolse alla ragazza.

"Per prima cosa deve imparare a stare a galla, mi ha sentito? Si metta a pelo dell’acqua e si sdrai allargando le braccia…insomma, faccia il morto" le disse schietto.
Pepper lo guardò malissimo ma seguì le istruzioni in modo piuttosto impacciato.

"Si rilassi, la tengo io" la gentilezza di Tony in quel momento non le era particolarmente d’aiuto e le sue mani poggiate dietro la schiena le portarono il battito del cuore alle stelle.
Fece un respiro profondo e si stese definitivamente.

"Non si azzardi a lasciarmi" gli disse poi allarmata.

"Non la facevo così fifona, Pepper!"

"Io non sono fifona."

"Stia zitta e si rilassi… sono i passi base e se non impara questi non imparerà mai a nuotare."
Pepper fece un altro respiro e chiuse gli occhi.
Dopo essersi rilassata del tutto trovò quasi piacevole quella sensazione e il sole che le illuminava il viso rendeva tutto più bello.
Poi aprì gli occhi e tutto cambiò.
Improvvisamente si rese conto che Tony aveva tolto le mani dalla sua schiena e si era allontanato da lei. Quello che lei non sapeva era che la distanza fra la mano di Tony e la sua pelle era meno di due centimetri e presa dal panico si mosse velocemente nell’acqua tenendo la testa in alto per paura di affogare, si voltò verso Tony e si aggrappò a lui come se fosse l’unico appiglio nel bel mezzo dell’oceano.

"Pepper si calmi! Va tutto bene!"

"Lei è uno psicopatico!" gli urlò mantenendo stretta la presa delle braccia intorno al collo.

"Io?!"

"Le avevo detto di non lasciarmi!"

"Mi sono allontanato da lei di pochissimo, non l’avrei mai lasciata!"

"Resta sempre uno psicopatico, ma ci tiene tanto a vedermi isterica?!"

"La smette di dimenarsi così?! Va a finire che affoghiamo tutti e due!" la rimproverò prendendola per la vita.

"Cosa?!" urlò.

"Sto scherzando, SCHERZO! Si calmi adesso" disse avvicinandosi sempre di più alla riva.

"Non ci provi mai, mai più" disse Pepper una volta raggiunta la spiaggia.
Tony rimase in acqua osservandola dirigersi furiosa verso l’ombrellone.



Quando Tony tornò a casa erano quasi le cinque del pomeriggio e Pepper lo aveva preceduto di almeno mezz’ora, ancora irritata con lui, anche se dopo un’attenta analisi di coscienza aveva realizzato che infondo la colpa non era stata sua.
Il silenzio incombeva nella villa e non c’erano tracce della sua assistente.
"Pepper?" chiamò Tony.
Non era in soggiorno, non era in camera...
"Pepper?" chiamò di nuovo bussando stavolta alla porta del bagno.
Nessuna risposta.
"Pepper, è lì dentro? Mi dispiace per l’inconveniente di questa mattina, ma lo sa che non rivolgermi più la parola è una cosa alquanto ridicola? Soprattutto dal momento che la colpa questa volta non è stata mia."



Pepper era comodamente immersa in una distesa di acqua e schiuma profumata e teneva il collo poggiato su un bordo dell’enorme vasca.
Si era appena convinta di dover nuovamente “perdonare” il suo capo per quel piccolo inconveniente quando la porta della suite venne sfondata da un colpo secco e fatta violentemente sbattere contro il muro.
Pepper emise un grido per lo spavento e un’espressione furiosa le si dipinse sul volto quando vide comparire sulla soglia un’armatura rossa e gialla.

"Tony! Cosa diavolo sta facendo!?!?" urlò violenta.

"Si può sapere perché non mi ha risposto?!L’avrò chiamata una decina di volte!" replicò lui.

"Le è andato di volta il cervello per caso?! C’era bisogno di sfondare una porta?!"

"Ero preoccupato! Se lei mi avesse risposto"

"Stavo facendo un bagno, UN BAGNO! E’ possibile che..."

"Pensavo le fosse successo qualcosa!"

"Oh, Tony, va bene che non so nuotare ma..."

"Non mi riferivo a quello"

"...non c’era bisogno di prendermi in giro fino a questo punto!"

"Non mi riferivo a…non la sto prendendo in giro!"

"Se ne vada, per favore!"

"Me ne vado?"

"Sì e all’istante!"

Tony alzò il casco dell’armatura e scrutò la sua assistente immersa nella vasca.

"E non mi guardi in quel modo" disse lei più calma.

"E’ molto…nuda?"

"Tony!" gridò nuovamente, esasperata.

"Va bene, vado. Devo farmi perdonare giusto? In fondo è la vigilia di Natale…"

"Sparisca."

Pepper vide Tony allontanarsi verso il soggiorno e tirò un sospiro di sollievo, l’ennesimo in quella giornata. Se la vacanza fosse continuata così, sarebbe tornata a casa con un esaurimento nervoso, ne era certa.
Cerco di terminare al più presto quel bagno che avrebbe dovuto avere uno scopo benefico su di lei, ma che in realtà si rivelò tutto il contrario a causa dell’irruzione di Tony.
Indossato un vestito arancione con fantasie floreali, Pepper si diresse in soggiorno e mentre avanzava, pregò con tutta se stessa che quella che sentiva nell'aria, non fosse puzza di bruciato.
Appena svoltò l’angolo che divideva il soggiorno dalla cucina, Tony le si presentò davanti impedendole di passare.

"Finito il bagno? Le sta bene questo vestito" le disse sincero ma con un’espressione che si apprestava a nascondere qualche grave danno.

"Cos’è questa puzza?" chiese lei.

Lui inspirò "Quale puzza?" chiese.

"Che ha combinato questa volta?" le disse sull’orlo della disperazione.

"E…ehm. C’è stato un problema…tecnico" ammise.

"Chi è la vittima? Un’ennesima omelette?"

"E…più o meno, ma niente di grave, non si preoccupi. Solo…"

"Solo?"

"Nulla. Le va di cenare in spiaggia? Credo ci sia una festa questa sera…"

Pepper sospirò tenendo a freno l’impulso di strangolarlo "Solo se offre lei" gli concesse.

"E’ il minimo, credo…dopo tutti i casini che ho combinato oggi…"

"Vedo che almeno ne è consapevole…"

"Già" disse annuendo "Andiamo?"

Dopo altre mille discussioni e battibecchi, Tony riuscì a convincere Pepper a prendere il taxi e non il tandem e in meno di cinque minuti di macchina, raggiunsero la spiaggia.
Il sole era appena tramontato e il cielo ancora rosso rendeva l’atmosfera unica e magica.
Il locale sulla spiaggia trasmetteva musica allegra e la gente iniziava a danzare sulla sabbia a piedi scalzi.
Pepper sorrise e una sensazione di gioia la pervase da capo a piedi.
Sensazione che la accompagnò per tutta quanta la serata, da quando Tony l’aveva fatta accomodare a un tavolo, a quando prendendola per una mano l’aveva trascinata fino alla riva del mare.
Le grida della gente sembravano lontanissime e la musica echeggiava rendendo l’aria frizzante.
Pepper si tolse le scarpe e immerse i piedi nell’acqua che a quell’ora, in contrasto con la brezza fresca, sembrava quasi calda.

"Passata bene questa vigilia di Natale?" chiese Tony ammirandola con sguardo attento e con le mani fisse nelle tasche dei jeans.

"Non è andata male…se non altro si è fatto perdonare per oggi" rispose con un sorriso.

"Non credevo non sapesse nuotare."

"Questo mette in dubbio le mie capacità di assistente?" domandò lei curiosa.

Tony rise "Per così poco?" disse

Qualche istante di silenzio calò su di loro, Pepper con ancora i piedi immersi nell’acqua e Tony, seduto sul bagnasciuga dietro di lei.

"Non potrei chiedere di meglio" disse dopo un po’.

"Come dice?" chiese Pepper.

"Non potrei mai avere un’assistente migliore di lei" chiarì "Sono fortunato."

"Tecnicamente non sono più la sua assistente" scherzò lei cercando di celare l’emozione di quella rivelazione.

"Sa cosa intendo" disse ancora lui, improvvisamente serio. Si portò una mano al petto, proprio accanto al reattore e respirò profondamente. Le cose potevano davvero mettersi male e vedere Pepper lì, a pochi passi da lui, era la sola consolazione, l’unica sicurezza che aveva in quel momento complicato.
Pepper rimase a guardarlo in silenzio e per un attimo vide una luce diversa nei suoi occhi, un’emozione nuova a cui non riusciva a dare un nome.
Gli si avvicinò e gli si sedette accanto.

"Anch’io non potrei chiedere di meglio" ammise tenendo gli occhi fissi a terra.
Tony la guardò con sguardo interrogatorio.

"Non potrei avere un capo migliore di lei, o forse sì. Ma mi piace mettere a rischio la mia salute psicofisica…" scherzò regalandogli un ultimo sorriso.

Quando tornarono a casa Tony vide Pepper raggiungere di corsa la camera da letto e trafficare con alcune lenzuola e cuscini che, chissà per quale arcano motivo, si affrettava a trasportare verso la suite.

"Che sta facendo?!" le chiese quando la vide sistemare il tutto nell’enorme vasca.

"Preparo il suo letto" disse lei con tranquillità.

"Il mio…cosa?!"

"Il suo letto…non avrà mica pensato che solo perché ieri sera ero stanca morta quando me l’ha chiesto, l’avrei fatta dormire con me per una settimana intera…"

"Lei è …"

"Lo so" disse annuendo con un sorriso "E' tutto, signor Stark?"

Tony le lanciò un’occhiataccia "Certo, signorina Potts."
 
"Bene, buonanotte allora."

Tony la vide sgattaiolare nella camere da letto e dopo che la porta venne completamente chiusa, volse lo sguardo verso la vasca, ammirando desolato la miriade di cuscini su cui avrebbe dovuto dormire.
   
 
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