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Autore: _Atlas_    09/05/2013    5 recensioni
- 8 e 30 - annunciò Tony dopo un lungo silenzio.
- Cosa?
- L’orario della partenza. Partiamo domani mattina alle 8 e 30. Si vesta leggera, in Thailandia ci sono 40 gradi a Natale.

[Pre-Pepperony / Iron Man 2]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pepperony Holidays'
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Arrivo a Koh Samui




L’aria quella mattina era più fredda del solito e il sole pallido si nascondeva dietro le prime nuvole della giornata. Pepper era avvolta in un caldo cappotto bianco ed era appena arrivata all’ingresso di villa Stark; sentì il suono delle onde del mare infrangersi contro la scogliera e un brivido le corse sulla schiena. Qualcuno aprì la porta.

"E’ in ritardo di tre minuti, signorina Potts" sentenziò Tony comparendo dall’altra parte della casa.

"E’ già tanto che io sia qui, Tony" lo freddò.

"Ma che si è messa?!" chiese poi l'uomo squadrandola dalla testa ai piedi "le avevo detto di vestirsi leggera! Lo sa che ci sono 40 gradi in Thailandia?"

"Si da il caso che al momento ci troviamo a Malibù, Tony, e di gradi ce ne sono 13. Vorrei evitare di prendermi una polmonite proprio durante le vacanze di Natale"

"Come vuole, sale in macchina con me?" chiese poi chiudendosi la porta della villa alle spalle.

"Non se ne parla! Voglio arrivare intera in aeroporto, andrò in auto con Happy"

"D’accordo" acconsentì Tony, poi si voltò verso l’autista che era appena arrivato "Ehi Happy! Stacchiamo a 200 metri dalla statale, ok? Si metta la cintura, Pepper" aggiunse.

"Come?" riuscì solo a sussurrare la giovane, non poteva certo immaginare che da lì a poco si sarebbe trovata coinvolta in una gara degna di una scena di Fast and Furious.

"Stai migliorando Happy, ti faccio i miei complimenti" esclamò Tony quando scese dall’auto.

"Grazie, signore"

"Continua così e la prossima volta mi batti"

Happy si guardò i piedi imbarazzato "Ne dubito, signore" .

"Sì, anch’io."
Tony si sistemò la giacca sportiva beige e indossò i suoi ray ban a specchio che, alle nove del mattino e con il sole non ancora alto in cielo, dovevano proprio essergli indispensabili.

"Siete due squinternati!" gridò furiosa Pepper scendendo dall’auto "Vi è andato di volta il cervello per caso?"

"Si rilassi Pepper" intervenne Tony "Mi pare sia arrivata sana e salva"

"Potevamo schiantarci!" gli fece notare.

"Potevamo, ma non è successo. Forza" disse sfregandosi le mani e dirigendosi verso il jet firmato Stark "la Thailandia ci aspetta."

Un’ora più tardi Pepper era concentrata a scrutare il panorama che le offriva la visuale del finestrino al suo fianco. Si era liberata del cappotto, per la gioia del suo capo, e una camicetta bianca aveva preso il suo posto.
"Si può sapere perché quest’anno ha deciso di andare in Thailandia?" chiese poi a Tony , intento ad armeggiare con un tablet sul sedile di fronte.

Lui fece spallucce "Per fare qualcosa di diverso; vado sempre in montagna per Natale e tutta quella neve mi ha congelato il cervello"

"E doveva scegliere proprio la Thailandia?"

"Cos’ha contro la Thailandia?"

"Niente, a parte il fatto che si trova dall’altra parte dell’oceano, che questo è il periodo dei monsoni e che..."

"Ok, stop" la interruppe lui "Sarà una settimana indimenticabile, glielo prometto"
"Lasci perdere le promesse" lo guardò lei con aria rassegnata.

"Non si fida di me?"

"Non è che in passato abbia avuto molti motivi per fidarmi di lei, Tony"

"Facciamo così" sospirò lui posando il tablet scompostamente sul tavolino di fronte "Se non si divertirà le lascerò scegliere la meta delle prossime vacanze. Ci sta?"

Pepper sorrise a quella proposta senza aggiungere altro. Sorvolò sul fatto che Tony avesse dato per scontato che lei lo avrebbe seguito anche nelle vacanze successive e che, soprattutto, ci sarebbero state delle vacanze successive. Forse non aveva molto chiaro quanto fosse aumentato il suo lavoro ora che l’aveva nominata amministratore delegato e di certo non pretendeva che lui capisse, sperava solo di poter lavorare tranquillamente.
Il sole le illuminava il volto e in quel momento stava così bene che decise di allontanare definitivamente i pensieri riguardanti al lavoro passato, presente e futuro. Chiuse dolcemente gli occhi e si lasciò cullare dalla sensazione di poter volare sopra le nuvole.

"Pepper…" qualcuno le stava sfiorando un braccio "Pep…"

"Cosa c’è?" disse aprendo di colpo gli occhi e non capendo cosa stesse succedendo.

"Siamo quasi arrivati" mormorò Tony guardandola divertito "Ha dormito sei ore di fila, cos’ha fatto la scorsa notte?" chiese malizioso.

"Sei ore?!" ripeté la donna svegliandosi definitivamente.

"A-ha. Caffè?" chiese Tony porgendole una tazza che lei afferrò prontamente.

Pochi minuti più tardi il jet aveva toccato terra ed entrambi si erano affrettati a recuperare le valigie e scendere dall’aereo.
La cappa di calore che avvolse i due appena toccarono l’asfalto fu a dir poco traumatica.
40 gradi? Tony in quel momento ne percepiva 150 e Pepper il doppio, ma era comunque meglio che trovarsi al freddo dall’altro capo del mondo.

"Ben arrivato Signor Stark, la sua auto è pronta. Il signor Serj accompagnerà lei e la sua assistente al villaggio dell’isola di Koh Samui" disse un hostess accogliendo i due vacanzieri.

"Koh Samui?" Pepper guardò confusa la donna.

"E’ il villaggio dove alloggeremo" rispose Tony avviandosi verso l'auto, felice come un bambino.

"Perché non mi convince?"

"Si ricrederà, Potts. E a proposito, guardi che magnifica giornata di sole" disse alzando le mani al cielo "E' sicura di essersi informata bene riguardo ai monsoni?"

"Ho passato tutta la notte a cercare notizie su Google, sono perfettamente sicura che questa è la stagione dei monsoni" rispose lei infilandosi in macchina.

"Ecco cos’ha fatto stanotte!" esclamò con uno sguardo sollevato "Io invece sono perfettamente sicuro che questa sia una giornata meravigliosamente soleggiata. Partiamo?" ordinò poi all’autista.

"Subito signore"



Il viaggio in taxi durò una decina di minuti e a Pepper bastarono per rendersi conto che dopotutto la Thailandia non era così male, anzi: c’era un’atmosfera decisamente estiva e rilassante, curioso se pensava che in realtà era il 23 dicembre. Per quella volta la cronica megalomania del suo capo venne apprezzata, anche se decise di non farglielo sapere.

"Le piace?"
Pepper si morse la lingua "Beh…è accettabile" si limitò a dire.

"Non è convinta eh? Non importa, ho una settimana per farle cambiare idea" rispose Tony scrutandola divertito.
Il taxi li lasciò sul ciglio della strada ai piedi di una villetta che si affacciava su un bellissimo giardino rigoglioso.

"Ma non aveva detto di aver prenotato una camera in albergo?" chiese Pepper sbalordita.

"Avanti Potts, lo sa che mi piace fare le cose in grande e poi non mi sembrava giusto venire fin quaggiù e rimanere in un modesto albergo" rispose.

La villa sembrava un grande gazebo, con il tetto coperto di paglia e con le pareti in legno resistente. C’era un ampio terrazzo addobbato con fiori coloratissimi e un’amaca ben fissata a due grossi pali decorati in stile orientale e, per finire, una splendida vista che affacciava sull'oceano cristallino.

"Wow" disse Pepper in un sussurro.

Tony gustò la sua reazione e sorrise compiaciuto "Non resti lì impalata. Bisogna ancora vedere l’interno" esclamò.
Quando entrarono l’espressione che si dipinse sul viso di Pepper fece gongolare Tony di orgoglio e pensò ne fosse valsa veramente la pena arrivare fin laggiù, se non altro per ammirare gli sguardi che la sua assistente gli regalava inconsapevolmente ogni volta che si imbatteva in qualcosa di stupefacente, come l’enorme vasca da bagno che si trovava in un altrettanto enorme bagno.
Non che non fosse abituata alla grandezza dei mobili, anche perché Tony gliel’avrebbe fatta pagare cara, ma perché l’atmosfera che respirava in quel momento era inesprimibile.
Tony da canto suo era sorpreso almeno quanto lei, ma smise di esserlo non appena si avvicinò all’albero di Natale posto in un angolo del salotto.
Palline colorate, nastrini, ghirlande e …un Babbo Natale in bermuda.

"Non ho mai visto niente di più osceno in tutta la mia vita" commentò.
Pepper, che non si era accorta di niente perché ancora immersa ad ammirare ogni centimetro quadrato della villa, lo raggiunse in soggiorno.

"Ci sono così tante cose belle qui intorno e lei è andato a guardare le bermuda di Babbo Natale?" gli disse.

"Così ha ammesso di adorare questo posto, finalmente" incalzò l'uomo cambiando argomento.

"Le ricordo che ho a disposizione una settimana per poter cambiare idea" lo canzonò continuando il giro della villa.
La camera da letto non era grande quanto le altre stanze, ma Pepper non ci fece molto caso e corse subito a tastare la morbidezza del materasso. Un sorriso le apparse sul volto e pensò di non volersi muovere da lì per nulla al mondo; si abbandonò completamente sulle lenzuola candide e fresche e chiuse gli occhi per godersi meglio quel paradiso.

"Molto bene, signorina Potts" la fece sobbalzare Tony comparendo sulla porta "A quanto pare sto guadagnando punti"
Pepper si alzò immediatamente dal letto e l’imbarazzo la raggiunse fino alla punta delle orecchie.

"Non ci conti troppo, signor Stark"

Lui le si avvicinò e poi si lasciò cadere sul letto proprio come aveva fatto lei pochi secondi prima.
"Allora, che si fa?"
Pepper alzò un sopracciglio non capendo dove volesse andare a parare.

"Sono appena le sette, non mi dica che vuole mettersi già a dormire!" disse ancora lui.

"Io non ho detto niente. E poi mi sembra di aver dormito abbastanza durante il viaggio"

"Appunto e se non sbaglio non ha toccato cibo"

"Non sbaglia"

"Bene, allora è deciso, si va a cena. Su, si sbrighi" disse poi alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno.
Mezz’ora più tardi Pepper sfoggiava un abito di seta verde acqua che le arrivava al ginocchio; i capelli ramati sciolti le ricadevano morbidi lungo le spalle.

"Adesso chi è quello in ritardo?" chiese bussando alla porta del bagno.

"Nessuno, dal momento che non ci siamo dati orario"

"Sono pronta da un quarto d’ora, Tony!"

"Non le ha mai detto nessuno che i grandi divi si fanno aspettare?"

Pepper portò gli occhi al cielo "Lei non è un divo"

"Sì, invece"

"No, invece. E poi sono io che la sto aspettando, quindi si dia una mossa se non vuole inaugurare la vacanza con una ramanzina"

"Eccomi" disse lui uscendo finalmente dal bagno "Come sto?"
Indossava dei jeans eleganti e una camicia bordeaux e accidenti se stava bene.

"Può andare" commentò Pepper sorridendo e cancellando dalla mente la risposta che avrebbe voluto dargli.

"Tutto qui?" la raggiunse di corsa verso l’uscita della casa ammirando il vestito svolazzante della giovane.
"Anche il suo vestito può andare" commentò una volta fuori.




"E quello che diavolo sarebbe?"mormorò poi quando si trovò davanti a una lunga, lunghissima bicicletta con due sedili e due manubri.

"Un tandem, Tony! Non mi dica che non ne ha mai visto uno!"

"Si da il caso che io sia occupato in faccende molto più importanti durante il giorno, piuttosto che informarmi sull’esistenza dei tandem"

"E quali sarebbero questi faccende molto importanti? Rischiare la vita in una gara di formula uno, per caso?" lo canzonò.

"Mi sembra di essermi già ampiamente scusato per quello" le disse.

"Certo, con un’omelette bruciata e assolutamente insapore"

"Non ho avuto abbastanza tempo per renderla deliziosa come avrei voluto"

"Ma non mi dica...tre ore non le sono bastate?"

"Adesso basta, Pepper" la ammonì con tono poco convincente "Chiamo un taxi"

"Che cosa?! Non può chiamare un taxi!" lo fermò la donna.

"E perché?"

"Perché non ha senso! Siamo venuti qui in vacanza e dobbiamo comportarci da turisti"

"Quando i Thailandesi fanno i turisti negli Stati Uniti lo usano il taxi!"

"Solo perché sarebbe decisamente scomodo girare per le città con un tandem!"

"Noi non useremo quel triciclo, mi ha sentito?"

"Allora ci vada da solo a cena, io il taxi non lo prendo"
Gli occhi di Tony si chiusero in due fessure e tentarono di lanciare uno sguardo minaccioso alla donna, ma il tentativo cadde rovinosamente.



"Pedali più forte! E’ troppo lento!" urlò Pepper alle sue spalle qualche minuto più tardi.

"Non si azzardi a farmi la predica adesso, sono concentrato" le rispose lui.

"Se lei non pedala più veloce arriveremo al ristorante domani mattina!"

"Non è colpa mia! Questo aggeggio non risponde ai miei comandi!"

"Avanti Tony! Non sta parlando con uno dei suoi robot, se non mette un po’ di energia non riusciremo mai ad avanzare!"
Alla fine riuscirono ad arrivare al ristorante più o meno con un'ora di ritardo.

"Questo posto mi piace" commentò Tony entrando nel locale e constatando che era pieno zeppo di ragazze bellissime e meravigliosamente poco vestite; Pepper al suo fianco stava borbottando qualcosa in proposito.

"Tony mi sta ascoltando?!" sbottò finalmente prendendo posto a un tavolo.

"Eh...ehm. Sì?"

"Se solo prova a portare a casa una di quelle ragazze giuro che gliela farò pagare pesantemente, mi ha sentita adesso?" ripeté in tono minaccioso.

"Perfettamente"

In realtà non aveva pensato neanche per un attimo di farsi avanti con quelle ragazze, ma quando notò l’irritazione delle sua assistente pensò che la cosa si stesse facendo più interessante e divertente.

"Gelosa?" le chiese.

"Cosa?!" il volto di Pepper diventò del colore della camicia di Tony.

"E’ gelosa? Perché mi sembra…"

"Io non sono gelosa" lo interruppe.

"Davvero?"

"Assolutamente. Vorrei solo evitare di buttare la spazzatura al posto suo anche qui in Thailandia" disse ironica.

"Non accadrà" rispose lui sorridendo e con un sorriso stranamente sincero.
Parlando del più e del meno e andando a toccare argomenti che in genere non era lecito affrontare in una conversazione civile fra capo e assistente personale, la serata passò in un battibaleno.
Il sole rovente era tramontato aldilà dell’orizzonte ma quando Tony e Pepper tornarono alla villetta, ed era quasi l'una di notte, l’aria era ancora calda e umida e in lontananza si potevano sentire gli echi di gente che rideva e ballava perdendosi in feste organizzate sulla spiaggia.

"E se ci unissimo a loro?" chiese Tony affacciandosi sul balcone.

"Vuol dire che lei si unirà a loro, io sono stanca morta" rispose Pepper entrando nella casa.

"Ma se oggi pomeriggio ha dormito sei ore" protestò lui raggiungendola.

"Sì, ma sono rimasta sveglia tutta la notte per assicurarmi che lei non avesse prenotato nel bel mezzo della foresta equatoriale, ergo, sono stanca e ho sonno" concluse dirigendosi in bagno da cui, dieci minuti dopo, uscì indossando al posto del vestito, dei pantaloncini corti e una canottiera.

"Mmm perché non si veste così anche a casa mia?" commentò Tony.
Pepper arrossì vistosamente. Era la prima volta che si faceva vedere in quel modo dal suo capo, ma infondo era stato lui a prenotare la vacanza con la precisa intenzione di dividere la villa con lei e il caldo torrido che all’una di notte insisteva ad appiccicarsi sulla sua pelle giustificava più che ampliamente il suo abbigliamento.

"Io vado a letto, signor Stark" sospirò prima di rilassarsi su quel materasso divinamente comodo.
Tony la osservava dal ciglio della porta con un sorriso stampato sul volto.

"Buonanotte Pepper. Si riposi, domani mattina ci attende la spiaggia"
Socchiuse la porta della camera e si diresse verso il soggiorno quando un dubbio atroce, gigante e assolutamente imprevisto esplose nella sua mente.
E lui dove avrebbe dormito?
Rimase fermo per qualche secondo meditando a una possibile e concreta soluzione e dopo averci riflettuto a lungo, e in effetti dieci secondi erano per lui un tempo fin troppo lungo, fece marcia indietro e riaprì la porta della camera da letto.

"Posso dormire con lei?" chiese facendo sobbalzare Pepper che già si era addormentata.

"Cos’ha detto?" mormorò la donna.

"Non avevo considerato che avremmo dovuto dormire in letti diversi e la faccenda è abbastanza curiosa visto che di letto ce n’è uno solo ed è occupato da lei"

"Dorma sul divano"

"E lei mi lascerebbe dormire su un divano, di legno oltretutto?"

"Sì" rispose tranquillamente la donna.

"E’ perfida"

"Tony sono stanca, mi lasci dormire"

"Ma io…non posso dormire sul divano!" disse in tono supplichevole.
Pepper lo odiava, lo odiava con tutta se stessa e odiava il suo sguardo da cane bastonato ogni volta che si cacciava nei guai, ed era sicura che in quel momento lo stava sfoderando ampiamente sul suo volto. Lo riusciva a vedere anche ad occhi chiusi.

"Faccia come vuole" sbuffò alla fine "ma mi lasci dormire in pace"
Tony non se lo fece ripetere due volte e sgattaiolò sul letto accanto a lei facendo ballare tutto il materasso, a cui seguì l’ultimo rimprovero di Pepper prima che sprofondasse definitivamente nel sonno.

 
   
 
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