Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: shadow_sea    13/05/2013    4 recensioni
Il seguito di "Come ai vecchi tempi".
Questa volta le avventure del comandante Trinity Shepard fanno riferimento agli eventi narrati in Mass Effect 3.
Come nella storia precedente, la mia intenzione è quella di scrivere storie che traggano spunto dal gioco originale e se ne discostino allo stesso tempo, sempre attente a non stravolgere la trama o i personaggi. Le storie che troverete qui sono frutto di considerazioni ed emozioni personali, sono frutto del mio amore appassionato per questa trilogia e per Shepard ma, soprattutto, per Garrus Vakarian.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Shepard e Vakarian'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Premessa
Mi sono inventata di sana pianta alcuni usi e costumi della razza turian. Nel gioco originale non ci sono elementi che avvalorino la mia tesi, ma neppure che la neghino. Mi è venuto spontaneo immaginarli come li troverete descritti in questo capitolo e nel successivo (che si chiamerà, appunto “... E COSTUMI”). Spero che vi possiate divertire.


USI...


Conquest of Paradise


- Sai benissimo quanto sia felice per averti ritrovato - pronunciò inaspettatamente la voce di Garrus all’interno della cabina del comandante.
- E sai anche quanto io ti voglia bene - continuò a dire il turian, mentre Shepard fissava con espressione stupita l’altoparlante, lasciando cadere sulle coperte il datapad che stava consultando mentre sedeva sul bordo del suo letto.
- Ma devi tenere le tue zampacce lontano dalla mia vita - concluse lui con una sorta di ringhio irato, appena represso.
- Eh? - mormorò Shepard, completamente sbalordita.

Seguì un lungo silenzio che lei impiegò nel tentativo di capire cosa diavolo potesse motivare quelle parole tanto inattese e pronunciate con un tono che non sembrava neppure appartenere al turian. Ripassò rapidamente gli avvenimenti della settimana appena trascorsa e decise che quella frase finale non aveva alcuna spiegazione. Anche i programmi futuri non potevano motivare quell’inatteso rimprovero: in quel momento la Normandy si stava dirigendo verso la Cittadella, allo scopo di permetterle di trovare nuovi alleati in grado di contribuire allo scontro finale.
Non fece in tempo a chiedergli una spiegazione prima che Garrus riprendesse a parlare.
- Non ne ho idea, non so neppure la data di oggi… Un anno, credo - fu la frase successiva che chiarì inequivocabilmente come il turian non stesse parlando con lei. Seguirono pochi secondi di silenzio, poi la voce di Garrus risuonò nuovamente nel suo alloggio.
- No che non gliel’ho chiesto. Per tutti gli Spiriti! Sei completamente impazzita, Sol?
Dieci secondi di pausa. Shepard si alzò dal letto, prese un bicchiere e ci versò un po’ di vino.
- Ti sfugge una cosa, sorella. Lei è un’umana. U-ma-na… capisci? - sillabò con rabbia - Non è una turian.
Quindici secondi. Shepard bevve tutto il vino in un unico sorso nervoso. Si risedette sul letto stringendo il bicchiere vuoto fra le mani.
- Non ci avevo neppure mai pensato... ma comunque… risponderebbe no.
A questo punto ci fu un lungo silenzio e Shepard ne approfittò per sussurrare nel terminale privato - IDA, come si è aperta la comunicazione con la batteria primaria?
- Garrus ha dato un pugno al muro, poco fa. Immagino sia stato allora... probabilmente l’ultima chiamata l’aveva fatta al tuo alloggio. Chiudo il canale?
- No! Oh no, no, no… proprio no - rispose con un risolino inquieto - Grazie IDA.

- E’ inammissibile. No! Stai zitta… Vuoi starmi a sentire? Maledizione! - continuò Garrus con un tono così alterato che Shepard si chiese se fosse davvero una buona idea continuare a spiare quella conversazione privata fra fratelli di cui probabilmente era proprio lei l’argomento in questione.
Poi decise che siccome era proprio lei l’argomento in questione non sarebbe mai riuscita a chiudere quella maledetta comunicazione senza dover passare ore, forse interi giorni, a macerarsi nei dubbi. Decise di rimanere in ascolto e si versò un altro bicchiere di vino.
- Non può funzionare fra due razze così diverse - spiegò Garrus alla sorella con un tono che dimostrava quanto fosse seccato e sfinito per quella discussione - Lei per prima penserebbe che sono impazzito.
Dieci secondi. Shepard finì il vino, lavò il bicchiere sotto il getto del rubinetto del lavandino nel bagno e si costrinse a lasciarlo sulla mensola sotto lo specchio, per evitare la tentazione di finire la bottiglia.

- Non capisco di cosa mi stai accusando... - fu il commento successivo di Garrus, questa volta pronunciato in tono incerto.
Venticinque secondi. Shepard prese a spogliarsi lentamente, accorgendosi che stava trattenendo il respiro solo quando il suo corpo le comunicò un impellente bisogno di ossigeno.
- Scusa, ma da dove hai pescato tutte queste informazioni sugli usi umani?
Altri venti secondi infiniti. Un’altra piccola apnea del comandante.
- Non puoi accusarmi di averla ingannata! Come facevo a saperlo? - esclamò Garrus in tono incerto.
- Se mi fosse venuto in mente mi sarei informato, Sol - precisò il turian con palese irritazione, calcando le parole come se le stesse incidendo su una parete con un coltello affilato.
“Ma informato su cosa?” si chiese Shepard, senza accorgersi che era passata a rosicchiarsi l’unghia del medio della mano sinistra, dopo aver accuratamente rifilato con i denti tutta l’unghia dell’indice.
- Se quello che dici è vero, dovrò riflettere... Non credo di voler fronteggiare una Shep arrabbiata... - osservò il turian, concludendo la frase con una breve risata nervosa.
Altri trenta secondi che alla Shep in questione sembrarono un paio di ore. Si fissò le mani. C’erano volute due settimane per avere delle unghie decenti e in pochi secondi aveva distrutto il frutto di tutto quel lavoro...
- Nell’ultimo anno?... Uhm… forse quattro. Non si trovano molte femmine della nostra razza in giro e io passo quasi tutta la mia vita a bordo di una nave in cui sono l’unico turian…
Dieci secondi che Shepard utilizzò per trovare un senso alternativo a quella frase che sembrava suggerirle un sospetto decisamente sgradevole.
- E’ inutile ripetere il concetto, Sol! - esclamò Garrus con veemenza, ma anche con stanchezza - Non sono stupido, tutt’al più puoi accusarmi di ignoranza... - concluse, mentre Shepard se lo immaginò prendersi la testa fra le mani, come faceva quando era esausto e stressato.

Venti secondi di pausa, che lei impiegò per spegnere la luce e tornare sul letto, avvoltolandosi nell’abbraccio accogliente delle lenzuola. Erano di fattura turian, ma erano calde e morbide, nonostante fossero estremamente resistenti.
- Ecco, sì… ora magari pretenderai addirittura che io ti ringrazi per avermi avvertito - pronunciò la voce di Garrus in tono ironico - Cosa devo risponderti? Immagino che per gli umani possa essere diverso... - concluse in tono esasperato.
Cinque secondi. Minuscole briciole di tempo che però sembrarono pesarle addosso come macigni, togliendole il respiro.
- Va bene, prometto: mi informerò dei dannati costumi degli stramaledetti um... - e qui la frase si interruppe bruscamente, per proseguire in tono completamente diverso - Sol? Cosa succede?
Tre secondi. Shepard si mise a sedere sul letto, inquieta.
- Sol? Mi senti?... Sol? - chiese più volte Garrus, con ansia.
Poi l’imprecazione - Dannazione! - esplose nella cabina del comandante, seguita a breve dal rumore di un colpo secco e violento.
Shepard pensò che Garrus avesse tirato un altro pugno sulla parete, preoccupato per l’improvvisa interruzione della trasmissione.
- Chiudi il canale, IDA - sussurrò, tornando a sdraiarsi e ad avvolgersi nelle lenzuola, imponendosi di non pensare a nulla di quanto aveva appena sentito.
Si era fatto tardi e il suo programma per l’indomani mattina, una volta effettuato l’attracco sulla Cittadella, prevedeva impegni notevoli, anche se per prima cosa sarebbe passata in ospedale. Successivamente avrebbe dovuto incontrare persone che potevano essere determinanti per aumentare considerevolmente l’entità delle forze alleate poste sotto il comando dell’ammiraglio Hackett. Non poteva farsi distrarre da questioni personali, nemmeno se riguardavano il turian.

- IDA, dove sono tutti? - chiese Garrus nella tarda mattina del giorno successivo, dopo aver completato i controlli delle apparecchiature nella batteria primaria. Uscendo dalla porta non aveva incontrato alcun membro dell’equipaggio in sala mensa e dopo essere salito al ponte 2 aveva scoperto che la sala tattica e perfino la postazione di Joker erano deserte.
- La quasi totalità dell’equipaggio è sbarcato sulla Cittadella da un paio di ore - rispose la voce della IA dagli altoparlanti.
Garrus trovò un po’ inquietante quell’inatteso silenzio, appena disturbato dal ronzio lieve delle poche apparecchiature tuttora in funzione. Anche le luci all’interno della nave erano quasi tutte spente, segno che la Normandy aveva i motori spenti ed era attraccata da parecchio tempo. “Non mi sono neppure accorto che avessimo attraccato, accidenti ai discorsi di Sol” si disse, ripromettendosi però di mantenere la promessa, fatta alla sorella, di indagare sui costumi degli umani.
- Ho avuto quasi paura che neanche tu fossi a bordo - scherzò poi, mentre cercava di pensare quale persona dell’equipaggio fosse in grado di rispondere ai suoi interrogativi.
- In realtà la mia persona fisica si trova al mercato del Presidium - rispose la IA che effettivamente stava utilizzando il corpo della dottoressa Eva per studiare il via vai di gente che si accalcava intorno ai terminali dei diversi negozi o i gruppetti di persone che indugiavano sulle panchine sparse un po’ ovunque in quel settore, godendosi la splendida giornata di sole artificiale in compagnia di Joker.
- Dov’è Shepard? - chiese Garrus, sicuro che anche il comandante non si fosse trattenuto a bordo, ma avesse approfittato della sosta sulla Cittadella per sbrigare qualche faccenda importante.
- Non conosco la sua posizione attuale, ma quando abbiamo attraccato ha preso un trasporto per l’Huerta Memorial Hospital.
- Qualcuno è ancora qui a bordo?
- La dottoressa Liara T’soni è nel suo laboratorio, il dottor Mordin Solus sta riposando negli alloggi dell’equipaggio.
- Grazie IDA - concluse Garrus avviandosi verso la stanza occupata dalla asari.

- Ciao Liara, ti disturbo? - chiese il turian bussando leggermente all’uscio chiuso. La porta si spalancò immediatamente e Glifo si spostò da una parte invitandolo ad entrare.
- Hai idea del motivo per cui Shepard è andata all’ospedale sulla Cittadella? - chiese Garrus a Liara, che sollevò il viso dal monitor e lo guardò con espressione distratta, con i pensieri rivolti all’ultima notizia riguardante uno dei suoi agenti, probabilmente ucciso nel corso di un attacco dei Razziatori su un pianeta lontano.
- So che Thane è ormai costretto a passare lì molte ore ogni giorno, dato che il progredire della sindrome di Kepral ha aggravato le sue condizioni di salute. Probabilmente Shepard sarà passata a salutarlo. E di certo sarà andata a visitare il maggiore Kaidan, che è finalmente uscito dal coma clinico a cui lo avevano sottoposto i medici come misura di sicurezza. Pochi giorni fa le aveva inviato un messaggio pregandola di andare a trovarlo.
- Kaidan ferito? E quando?
- Durante la prima missione di Shepard dopo il processo, quella su Marte. Pensavo lo sapessi...
- Veramente non so nulla: né della missione su Marte, né di Kaidan. Non sapevo neppure della sua promozione a maggiore - rispose il turian un po’ stupito.
- Credo che Shepard e il maggiore si siano incontrati sulla Terra prima dell’attacco dei Razziatori. Il comandante era con lui e James quando ci siamo ritrovate. Nello scontro finale contro l’androide di Cerberus, Kaidan si è fatto quasi uccidere per salvarci la vita. Lo abbiamo dovuto portare d’urgenza sulla Cittadella: ero quasi certa che sarebbe morto.

Garrus restò lungamente in silenzio dopo lo stringato riassunto della asari, cercando di elaborare le tante informazioni appena ricevute, mentre fingeva di dare un’occhiata ai vari strumenti che occupavano buona parte delle pareti della stanza dell’Ombra.
Ricordava perfettamente la breve storia d’amore che c’era stata fra Kaidan e Shepard, quando erano a bordo della Normandy SR1, così come ricordava il loro successivo incontro su Horizon, ma quello che era successo dopo non gli era stato ancora mai raccontato. Gli sembrò strano e inquietante che Shepard non gliene avesse mai fatto parola.
Provò a immaginarsi quei due umani sulla Terra, sotto il fuoco dei Razziatori, accomunati dalla sofferenza e dalla disperazione, ed ebbe un brivido lungo la schiena nell’immaginarsi il maggiore che cercava di confortare il comandante, o viceversa... Forse Kaidan le aveva chiesto perdono e forse lei glielo aveva accordato.
Poi fantasticò sul maggiore Alenko nell’atto di proteggere con il proprio corpo quello di Shepard, prima di cadere gravemente ferito al suolo, come un vero eroe. Conosceva il comandante e poteva immaginare quanta pena avesse provato in quel momento. Non riusciva ad accettare la morte di uno sconosciuto, figurarsi quella di un membro del suo equipaggio, che era stato anche il suo ragazzo... Sentì che i brividi lungo la schiena si moltiplicavano, ma non si rese conto del movimento ripetuto dei suoi cheliceri, che producevano un suono lieve, ritmico e raschiante.

Liara lo fissò interdetta, incerta se chiedere cosa gli fosse successo o aspettare che lui parlasse di sua spontanea volontà. Dopo qualche secondo lui le chiese - Sai se Kaidan ha finalmente realizzato di essersi comportato da vero stupido su Horizon?
- Con quelle frasi lui ha perso Shepard, questo è sicuro. E lo sai anche tu, non credo ti serva una conferma. Non so però se si sia pentito… Di certo mi è sembrato diverso, su Marte. Era più sicuro di sé, più determinato - replicò la asari.
- Kaidan forse è pazzo, ma non è stupido, anche se su Horizon può essersi comportato come tale - puntualizzò Garrus, avviandosi verso la porta della stanza di Liara, scuotendo la testa con espressione assorta e continuando a contrarre ritmicamente le mandibole.

Prima che facesse in tempo a varcare l’uscio, la lieve pressione di una mano sulla spalla spinse il turian a voltarsi, trovandosi a fissare i grandi occhi della asari.
- Non essere tu lo stupido, ora, Garrus. Kaidan può anche aver perso Shepard su Horizon, grazie alle sue accuse idiote, ma sarebbe successo comunque, prima o poi - cercò di rassicurarlo Liara che, dopo una breve pausa, riprese in tono animato - Non so se lui la ami ancora oppure no. Non ne ho idea. Come si può non amare Shepard? Lei ti travolge e ti affascina...
- Hai mai pensato che è una specie di Ardat-Yakshi umana? - gli chiese Liara con un sorriso divertito - La seguiresti ovunque, affidando la tua vita nelle sue mani senza quasi pensarci.
La asari restò un attimo in silenzio, poi continuò a parlare, questa volta con un velo di tristezza e di rammarico - Ma né Kaidan né io siamo quello di cui Shepard ha bisogno. E lei lo sa benissimo, Garrus.
- Preferisco aspettarmi sempre il peggio - rispose il turian - si corre solo il rischio di rimanere piacevolmente sorpresi.
Si fermò un attimo a pensare e poi le chiese - Vorrei fare un giro sul Presidium, tanto per passare qualche ora. Ti va di tenermi compagnia? Ti farebbe bene prendere un po’ d’aria o diventerai una Matrona prima del tempo…. E poi - aggiunse con espressione assorta - avrei qualche domanda sui costumi umani...

Più tardi, mentre Garrus e Liara si trovavano di fronte al terminale di uno dei tanti negozi del mercato sul Presidium, Shepard li raggiunse, salutandoli con un’allegria inaspettata e con un’espressione insolita di felicità.
Il suo arrivo troncò un confronto animato, nel corso del quale Garrus aveva appreso come in genere gli umani non avessero relazioni intime multiple, al contrario di quello che invece era prassi comune per la sua civiltà. Liara era rimasta stupita e delusa che lui non avesse avvertito il comandante di quelle differenze così marcate fra la civiltà umana e quella turian, e lo aveva letteralmente ricoperto di aspri rimproveri, tanto da risplendere di quella inquietante luce azzurra biotica da capo a piedi.
Solo l’aria di genuina sorpresa di Garrus nel rendersi conto della sua ignoranza era riuscita a tranquillizzarla abbastanza da smettere di brillare come un’insegna pubblicitaria, attirando su di loro lo sguardo stupito dei passanti occasionali, ma nel momento in cui Shepard si era avvicinata, la asari stava ancora sgridando aspramente il turian che continuava a difendersi con sempre minore energia, anche se non riusciva a capire perché dovesse essere lui quello in torto: lui non si era occupato di studiare i costumi umani, era vero... ma nemmeno Shepard doveva aver studiato quelli turian...

- Cosa state comprando? - chiese il comandante con voce squillante, senza far caso al fatto che al suo arrivo inaspettato i due suoi amici si fossero bruscamente interrotti e avessero assunto un’espressione quasi colpevole.
- Garrus ti ha appena fatto recapitare in cabina un distributore automatico di mangime per i pesci - rispose Liara abbracciando il comandante, felice di vederlo tanto soddisfatto e rilassato per la prima volta dopo tanti giorni.
- A dire il vero è più un regalo per me che per te - puntualizzò Garrus con un sorriso - avevo dovuto mettere un timer nella batteria primaria per evitare che i tuoi stupidi pesci morissero di fame.
Poi aggiunse - Ti va di raccontare la tua giornata sulla Cittadella di fronte a una succulenta bistecca nel ristorante panoramico qui vicino? E’ quasi ora di cena.
- Affare fatto! - esclamò Shepard con entusiasmo, cingendo Garrus con il braccio sinistro e Liara con il destro e avviandosi con un passo leggero, che sembrava quasi di danza.
Lui le lanciò qualche occhiata perplessa chiedendosi se il colloquio con Kaidan potesse spiegare quella inusuale allegria che lo stava mettendo a disagio.

- Ricordi Aria? - chiese d’un tratto Shepard a Garrus verso metà della cena.
- Archangel difficilmente scorderà quella asari... - rispose il turian con un sorriso divertito. Shepard sorrise a sua volta, rivivendo in pochi secondi gli avvenimenti su Omega, e le venne istintivo allungare la propria mano destra per stringere con forza la sinistra del turian, in uno di quei rari gesti di affetto a cui difficilmente si abbandonava quando non erano soli.
Liara non si lasciò sfuggire l’occasione per lanciare a Garrus un’occhiata significativa, che gli comunicava chiaramente lo vedi quanto sei stupido?
- Aria ha messo al servizio dell’Alleanza tutte e tre le bande mercenarie di Omega. Tutti i vecchi nemici di Archangel combatteranno al nostro fianco, insomma - annunciò Shepard con soddisfazione - A dire il vero sto ancora combinando con i Sole Blu, perché per concludere l’affare devo uccidere un generale turian o procurarmi qualche prezioso manufatto… Credo che la seconda soluzione sia preferibile, anche perché i turian ultimamente mi stanno insolitamente simpatici… - ridacchiò Shepard, dopo essersi gustata il lieve sobbalzo di Garrus all’annuncio del possibile assassinio di un suo generale.
Liara guardò nuovamente verso di lui, scuotendo la testa con aria di sufficienza e di leggero compatimento.

- E cosa mi racconti di Kaidan? - chiese verso la fine della cena la asari, per aiutare il turian a mettere una pietra sopra a tutti i suoi dubbi residui.
- Oh, già… credo di non averti mai raccontato nulla di lui, Garrus, e neppure l’Ombra può conoscere le ultime novità - affermò Shepard con una breve risata, versandosi mezzo bicchiere di vino.
Lo bevve d’un fiato e si appoggiò allo schienale della sedia, cominciando a raccontare.
- Ho incontrato Kaidan nella sede del Comitato di Difesa dell’Alleanza sulla Terra, pochi istanti prima dell’attacco dei Razziatori. Per ordine dell’ammiraglio Hackett ci siamo diretti su Marte con la Normandy e, fin dall’inizio della missione, ci siamo resi conto che l’attacco alla struttura era opera di Cerberus.
- Kaidan mi ha fatto un lungo interrogatorio circa i miei rapporti con l’Uomo Misterioso ed è stato veramente insistente e sgradevole, non molto diverso da quella volta su Horizon. Alla fine è intervenuto perfino James per dimostrargli quanto infondati potessero essere i suoi sospetti, facendogli presente che ero rimasta rinchiusa in un dannato appartamento, senza poter avere alcun tipo di contatto con l’esterno… figurarsi con Cerberus…

A questo punto Shepard fece una pausa e Garrus ne approfittò per versare a tutti un altro bicchiere di vino, mentre Liara chiese ad un cameriere di passaggio quali dessert avessero quella sera.
- Alla fine della missione, dopo che James aveva speronato con la navetta da sbarco il veicolo guidato dalla dottoressa Eva, Kaidan si è fatto quasi ammazzare per evitare che io e Liara venissimo uccise da quella bastarda. Lo abbiamo trasportato il più velocemente possibile sulla Cittadella e da allora è rimasto in coma. Ha ripreso conoscenza pochi giorni fa e mi ha scritto chiedendomi di andarlo a trovare - aggiunse con tono rilassato, mentre Garrus non si stava perdendo neppure una parola, anche se fingeva di essere terribilmente interessato al contenuto del suo bicchiere.
- Si è scusato per le sue accuse infondate su Horizon e su Marte, mi ha chiesto un parere sulla sua nomina a Spettro e poi ha voluto che chiarissimo i nostri rapporti personali. Questo è tutto - concluse prendendo in mano il bicchiere che le aveva riempito pochi minuti prima Garrus.

- E cosa gli hai risposto? - chiese a questo punto Liara, perché provava un affetto sincero per quel turian un po’ impacciato che le sedeva accanto in silenzio, senza osare far domande che lo riguardavano troppo da vicino. Conoscendolo, era ovvio che si stesse prefigurando la peggiore situazione possibile, in linea con il suo abituale approccio al mondo esterno.
- Gli ho risposto che se pure comprendevo il motivo per cui mi aveva rivolto quelle accuse, speravo di non dover più sentire niente del genere in futuro. Gli ho anche consigliato di accettare la nomina a Spettro: è un buon soldato e se lo merita.
Dopo quest’ultima frase Shepard restò in silenzio, bevve il vino e poi guardò il volto del turian che in quel momento stava fissando un punto imprecisato dell’orizzonte con un’aria fintamente distratta che la fece sorridere.
- Sapeva di noi, Garrus, e voleva capire quanto seria fosse la nostra storia.
A questo punto smise di parlare e si appoggiò contro lo schienale della sedia, aspettando pazientemente che lui si decidesse a guardarla, comprendendo i timori del turian.

Quando Garrus si rese conto che il comandante era in attesa, smise di fissare l’orizzonte e finalmente lo guardò negli occhi. Shepard sorrise leggermente e si decise a smettere di tenerlo sulle spine.
- Credo prevedesse la mia risposta. In ogni caso dovevo essere sincera e non lasciargli false speranze. Sono felice che abbia accettato di far comunque parte del nostro equipaggio. Non ci raggiungerà immediatamente perché ha delle faccende personali in sospeso, ma potremo contare su di lui nello scontro finale contro i Razziatori.
Alla fine di questa frase Shepard si alzò e si diresse verso la cassa del ristorante dicendo in tono che non ammetteva repliche - stasera offro io perché voglio festeggiare una giornata che mi ha portato solo buone notizie.
Garrus guardò la snella figura della comandante che si avviava con quel passo leggero che le era abituale quando non era appesantita dall’armatura e sorrise soddisfatto. Poi sbirciò Liara, accorgendosi che lei lo stava fissando. L’asari aveva aspettato che Shepard si allontanasse per concludere il discorso che stava facendo con il turian davanti al negozio, prima che l’arrivo del comandante la costringesse ad interrompersi.
- Io posso anche essere convinta della tua buona fede, Garrus, ma adesso sai come stanno le cose. Vedi di non fare lo stupido: gli usi turian e quelli umani sono diversi. Spiegale almeno le differenze, perché non ce la vedo ad accettare tranquillamente che tu vada appresso a qualunque sottana... Non farla soffrire. Non è questo il momento per crearle problemi, lo sai benissimo anche tu - fu l’ultima ramanzina della asari, che il turian accettò a capo chino.

Più tardi, nell’abbraccio accogliente e rilassante della sua batteria primaria, Garrus ripassò nella mente il contenuto dei colloqui avuti con Solana e con Liara. Poi ripensò alla paura che aveva provato nell’immaginarsi che i rapporti fra Shepard e Kaidan potessero riprendere da dove si erano interrotti e, avvolgendosi nel tepore della piccola coperta, decise che il giorno successivo avrebbe parlato con il comandante, compiendo l’azione più sconsiderata di tutta la sua vita.
Si rassicurò al pensiero che quella decisione, in grado di cambiare la sua vita, era semplicemente inevitabile e che quindi sarebbe stato del tutto inutile provare a valutarla nei pro e nei contro e si provò ad addormentare, con l’animo turbato, ma fermamente deciso a effettuare quel passo.



*****
Nota
Ho leggermente modificato i dialoghi fra Liara e Garrus per renderli più verosimili, alla luce delle osservazioni di Johnee, che ringrazio di tutto cuore per l'attenzione che mi ha prestato e per la sua sincerità.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: shadow_sea