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Autore: Deep_Strife    01/12/2007    3 recensioni
Prima del caso Kira, un altro caso ha cambiato L... forse siste un collega quasi alla sua altezza?
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bones



- …abbiamo insomma tra le mani un dipinto di enorme valore che…-

-…i know, i know all about your motives inside, and your decision to hide…-

Rimasi incerta qualche secondo: il presentatore noioso sull’orecchio destro, con una forte erre moscia e modi affettati, oppure “Headstrong” che mi rimbombava sull’orecchio sinistro?

…non fu una scelta difficile; con l’alluce schiacciai il tasto della TV, quindi sprofondai nel divano, con le cuffie nelle orecchie. Alzai il volume della musica finchè non fu solo il sottofondo delle mie azioni, ma parte di me, finchè non mi riempii la testa delle parole dei Trampt

- … headstrong, to take you anyone, I know that you are wrong and this is not when you belong…-

Lasciai che la cartella piena di schede mi cadesse sul viso. Relax.

Dunque… da Filadelfia non può essersi spostato fino a New York in 10 minuti, no? …Ha degli spostamenti strani, si avvicina sempre di più a New York… ma c’è un complice per forza, se non consideriamo il fatto che questo tizio abbia la capacità di piegare la dimensione spazio- temporale…che cazzata…

-… I can’t give anything away… I won’t give anything away…-





L



- Ma cos’è che sta facendo? Riflette? Dorme? Cazzeggia? Cosa?-

Stavo osservando la mia collega dalle telecamere, mentre mi morsicavo insistentemente il pollice. Bones era seduta, anzi meglio, era stravaccata a gambe incrociate sul divano, con la cartella del caso che le copriva il viso, e le cuffie del lettore mp3 infilate nelle orecchie.

Comoda, sicuro. Impegnata, forse. Attiva, sicuramente no. E che cavolo.

Scesi le scale ed entrai nella stanza

- bè?- esclamai.

Non era difficile trovare una scusa per prendersela con lei quando avevo le balle girate, ora che la conoscevo un po’: musica troppo alta. Carte incasinate, perse o sparse. Silenzi offesi e improvvisi. Inoltre era, poco ma sicuro, la persona più spensieratamente indisponente che avessi mai conosciuto.

Aveva sete quando era finita l’acqua.

Fame quando il frigo della base era vuoto.

Non lo faceva apposta, ma tant’era…almeno, credo che non lo facesse apposta.

Lei sollevò appena le palpebre e si sfilò le cuffie, da cui usciva ancora musica.

- Com’è spiare un detective all’opera?- chiese, fingendo indifferenza e guardandomi con gli occhi stretti.

Indisponente, indisponente, indisponente..sono troppo educato anche per pensare altri insulti.

- Cosa stai dicendo?

- Insomma, dici “vado in bagno” un quarto d’ora fa, poi, PUFF! , sparisci. E visto che ci sono più telecamere qui che alla Casa Bianca…-

- Non vuol dire nulla.- affermai, sedendomi e dandole le spalle. Dall’infanzia mi era rimasto il brutto vizio di arrossire leggermente quando dicevo delle bugie da nulla.



Bones



Qualcuno poteva aiutarmi a capire quello strano essere? Un giorno era dolce come uno zuccherino e mi offriva dolci caramelle a quantità industriali, il giorno dopo era capace di rimproverarmi senza sosta dalla mattina quando mi svegliavo alla sera quando cadevo in stato semi comatoso fra i cuscini (duri) del divano (scomodo).

E non ero nemmeno sicura che si zittisse mentre dormivo.

L era l’esatto opposto di ogni uomo con cui avessi mai avuto contatto, anche indiretto: trasandato, disinteressato a tutto ciò che lo circondava (tranne i casi del momento e le sue adorate torte alla fragola), polemico, indisponente. Ma. MA.

Ma a differenza di qualunque altro imbecille dal bell’involucro e l’encefalogramma appiattito, sapeva sfruttare la propria intelligenza al meglio.

Astuto, brillante, sveglio. La peggiore persona che un malvivente vorrebbe alle calcagna. Un modello unico da imitare al’istante.

Ma, nonostante questo, è da tenere conto che non era famosa per la mia pazienza, e che lui era dispettoso come una biscia, quando ci si metteva.

- Insomma!- esplosi, mentre lui si lamentava per il lettore mp3 che, a detta sua “lasciavo ovunque intralciasse”

- Questo è il mio modo di lavorare!...e comunque dubito che un ovale di metallo grande 5 cm dia così tanto fastidio! Ascolta, se se ne va il mio mp3, me ne vado anch’io! Tanto il caso praticamente è risolto, no? Ti puoi benissimo arrangiare.-

Lui stette zitto per un attimo, e quando si girò aveva dipinto in faccia un sorriso timido. L’unico che gli avessi visto fare nelle mie due settimane di permanenza, da quando avevo fatto armi e bagagli ed ero stata rinchiusa nella stanza Raffaello Rochet.

- Vuoi una fetta di torta?



L



Mamma mia, che voglia di dolce che avevo.

Una torta fragola e panna sarebbe il massimo.

Bones accettò, un po’ spiazzata… ma chi, sano di mente, avrebbe rifiutato?

Mentre mi dirigevo verso il carrello, che Watari aveva strategicamente piazzato vicino alla porta, il dolce fu sostituito in un lampo con un altro alimento di dubbia origine.

- Esperimento culinario!- esclamò trionfante Methin, uscendo con la torta in mano.



- Scusalo – disse Bones, sorridendo

- Crede di essere Pinin Cipollina.-

- E’ un credo fondato?- chiesi, annusando l’alimento… un dolce. Senz’altro un dolce.

- Devo ammettere che nella maggior parte dei casi si tratta di un credo fondato.-

- E tu?-

- Oh, io so scolare benissimo la pasta e come verso l’acqua io non la versa nessuno. Mi ci sono voluti dieci anni per riuscire a versarla in un bicchiere senza spanderne nemmeno una goccia.-

- Noooo…. Giura!-

- Sul serio.- disse lei, guardandomi attentamente mentre assaggiavo un pezzo di dolce. Buono.

La voce di Methin arrivò all’improvviso dagli altoparlanti

- E’ buono?-

- Methin!- esclamò Bones

- Buono. – confermai.

- Troppo zucchero?-

- E’ perfetto.- dissi, convinto, prendendone un altro boccone.

- Te l’avevo detto io…- sentii la voce di Methin ovattata, e la risposta stanca di Watari, prima che si spegnesse il microfono

-… non era mica una gara…-

Bones rimase zitta una ttimo, incerta se scusare o no il comportamento di un uomo che aveva il semplice difetto di essere un generoso entusiasta.

- Non credo che ti chiederò di scusarlo.- disse, sedendosi. Quel giorno indossava una t- shirt a righe nere e grigio scuro, jeans grigio- blu con una catena pendente dal fianco sinistro, all star bianche, una fascia a righe bianche e nere sui capelli, da cui lasciava uscire un ciuffo nero e scalato. E gli immancabili manicotti.

- Perché tieni i guanti? Fa caldo.-

- Ho delle cicatrici.-

- Non mi danno fastidio.-

Lei alzò le spalle, come a dire “come vuoi”, quindi si sfilò i guanti.

Una massa di tessuto cicatriziale al centro dei palmi, e anche sul dorso, cicatrici perfettamente rotonde.

- Erano chiodi grossi, quelli di legno.- spiegò, con un sorriso nervoso che non le toccò gli occhi.

- Mi spiace. Chi..-

- Non lo so.-

- Rimettili. Forse, in fondo, mi danno fastidio.-

- Grazie.- si coprì in fretta e tornò la ragazza puntigliosa e indisponente di prima. Una metamorfosi miracolosa.



Bones


- Mi dispiace. Chi…-

- Non lo so.-

Bugiarda.



L



Era circa l’una di notte quando Bones si addormentò. Strano, piuttosto presto…ma forse era da considerare il fatto che da 29 ore non dormiva.

- Methin, sei sicuro che sta bene?-

Chiesi, venti minuti dopo. Lui scrollò la spalle con un’espressione confusa.

La ragazza era raggomitolata su sé stessa in posizione quasi fetale, ma non aveva l’aria serena.

Le toccai le dita bianche, che erano freddissime, più del solito.

La guardai attentamente per valutarne il colorito… è difficile dire se una persona con la pelle bianca sia pallida, ma io volevo provarci.

Fu mentre avvicinavo la mia faccia alla sua, che Bones, aprì gli occhi.

- Scusa, è…-

Dissi, tentando di spiegarle perché il mio naso era a cinque centimetri dai suoi occhi. Mi alzai e mi sitemai sulla sedia. Lei cadde in avanti, sulle ginocchia, e mi prese le meni.

- Non era mio padre…-

Disse, con tono straziato.

Cosa?





Heilà! Questo chappy non mi piace molto… non so, lunghetto è lunghetto, ma mi sa di vuoto. Vabbè, spero che vi piaccia lo stesso… comunque vi avverto: Bones di questi tempi è piuttosto prepotente, quindi, come avete visto, una piccola parte di questo capitolo è dedicata a lei, mentre lo sarà quasi totalmente il prossimo. Nel prossimo chappy…scopriremo… il vero nome di Bones! Olè! Chi le ha fatto quelle stigmati…e perché! Olè! …grazie mille mille mollissime per le recensioni… ditemi sinceramente se questo capitolo vi piace, così considererò o no se andare avanti… grazie!
  
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