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Autore: ILoveLedZeppelin    13/05/2013    0 recensioni
Takehiko, un ordinario ragazzo di 16 anni con un passato difficile. Rimasto orfano da piccolo è cresciuto con la nonna morta 2 anni prima dell'inizio della storia. La sua vita verrà man mano sconvolta, dall'arrivo di nuovi amicizie, nuove sensazioni ed emozioni... Un cambiamento di un adolescente con una vita segnata da dolori e lutti che vengono raccontati dal protagonista, in prima persona.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘’Ho sentito tanta gente dire che non bisogna mai arrendersi, che bisogna sempre sperare. Io credo in queste parole, ma in diverse occasioni ho dato spazio alla disperazione che come un mostro mi ha quasi mangiato l’anima, ed io egoisticamente ho spesso pensato di abbandonare tutto. Lasciare alle spalle quello per cui stavo combattendo e… Ma, parleremo pian piano della mia storia. Ecco, cominciamo dall’inizio.’’

 

Tokio 2013
Mi chiamo Takehiko Takahashi, ho 16 anni e vivo a Tokio. La mia vita è ordinaria; pratico da quando avevo 7 anni kendo, ed è la mia passione. Faccio parte del consiglio studentesco e i miei voti sono abbastanza alti.
Non conosco ne mio padre ne mia madre che durante un viaggio di lavoro rimasero coinvolti nel crollo delle Torri Gemelle.
Avevo un fratello maggiore, Hiroki, che era di 15 anni più grande di me. E’ morto all’età di 15 anni investito da un auto il cui conducente era ubriaco; non c’è stato nulla da fare, morì sul colpo.
Da due anni vivo da solo in una casa lasciatami da mia nonna. Una volta la settimana viene una mia lontana parente a controllare che tutto vada bene, essendo io minorenne.
Ho vissuto la mia infanzia e parte della mia adolescenza con mia nonna, che mi ha fatto sia da madre che da padre. Devo a lei tutto quello che so, ed è grazie a lei se sono bravo a kendo.
Quando ero piccolo, era solita portarmi con se, e dopo aver fatto le sue commissioni, passavamo per un luogo che col tempo era diventato nostro. Sì, nostro e di nessun altro!
Io, nell’incredulità di un bambino, mi incantavo e perdevo la cognizione del tempo e della vita reale. Immaginavo di giocare su quegli alberi. Di navigare su quei petali rosa, bianchi, belli!
Ora che non c’è più, quei colori sembrano così spenti. I petali non danzano più, il vento non soffia dolcemente scuotendoli, quasi accarezzandoli. Il vento ora è cattivo, soffia forte e prepotente, schiaffeggia quei petali, se li porta con sé, li uccide. Sì, li uccide proprio come ho fatto io con mia nonna, se non fossi nato: i miei genitori non sarebbero andati in America a creare un futuro per me; mia nonna non si sarebbe occupata di me, non avrebbe avuto mille preoccupazioni quando fossi stato malato e non avrebbe speso tutte le sue energie dietro un buon annulla… Ma che dico! Sono egoista anche ora, come posso pensare queste cose, come?!
Se non fossi nato i miei genitori avrebbero continuato a soffrire per la prematura scomparsa di Hiroki; mia nonna sarebbe stata sola, senza nessuno a cui mostrare quei ciliegi che tanto m’han fatto sognare.
Il fatto è che le ero molto affezionato, e quando è morta non ho pianto, sapevo che lei non voleva; le ho stretto la mano e son rimasto lì a guardarla dormire. Il suo volto era sereno, esprimeva pacatezza e sobrietà; il suo colorito biancastro era diventato più marcato. Solo il mattino dopo, avendo passato tutta la notte a vegliare sul cadavere inerme di mia nonna, avvisai l’unica nostra parente.
La feci sotterrare nello stesso cimitero dove si trovano i miei genitori e mio fratello. Vado a visitarla ogni giorno, e le porto un fiore di ciliegio, lei li adorava.
Quando le faccio visita, è come se lei stesse accanto a me ad ascoltare quello che le racconto. E’ come se continuasse a guardarmi con quegli occhi lucidi e pieni di orgoglio verso di me, quegli occhi color nocciola chiaro nei quali sprofondavo; i quali mi davano coraggio, mi facevano sentire protetto e a casa. Mi mancano quegli occhi.
Sento che la mia vita è incompleta.
  
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