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Autore: lauramelzi    13/05/2013    8 recensioni
"I-io non penso sia una buona idea.." lei sussurrò piano.
La dolcezza del suo smarrimento era quasi tangibile. Stefano le sorrise, bastardo.
L'alito del fascista le accarezzava le labbra, e Gaia sentiva il suo cuore batterle come impazzito nelle orecchie.
Annegò nei suoi occhi, oltre che nella vergogna, e come ogni volta in cui i loro sguardi si incatenavano, si creò un'elettricità che pregava di essere liberata.
Perché non voleva ascoltarla ora? Perché la stava ... perché si comportava così?
Confusamente Gaia si rese conto dell'inevitabile fine che le sue labbra avrebbero fatto di lì a poco.
Doveva fermarlo, pensò sconcertata.
... faceva così con tutte, era un montato, inafferrabile e irresponsabile.
lui, lui..
Lui la guardò.
La guardò e vide sotto la fievole luce della bajour quegli occhi nocciola, così sinceri, e con essi tutte le difese che la ragazza avrebbe voluto erigere contro di lui se avesse potuto, e le fece capire immediatamente che le avrebbe annientate se mai ci fossero state, che le avrebbe fatto ciò che era inevitabile, ciò che spingeva entrambi a stuzzicarsi ogni giorno, a essere così suscettibili, vulnerabili e ... duri.
"Non è mai una buona idea a fare la differenza."
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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Gaia si guardò per l'ennesima volta alle spalle, sperando di non vederli effettivamente entrare dopo di lei.
 
Dei brividi freddi le scesero lungo le braccia e velocemente si passò i palmi delle mani lungo la pelle, per farli scomparire.
 
I tipi non la stavano neanche più guardando, ma la tensione non scemò via.
Automaticamente il viso del ragazzo moro dagli occhi scuri le si materializzò di fronte, dal niente.
 
Con quel sorriso sfrontato quanto falso, quanto provocante.
 
Scosse la testa, cercando di scacciare i pensieri dalla testa.
 
Sentì un colpo improvviso al braccio, poi una leggera fitta che si diramava verso la spalla.
 
Si rese conto di aver sbattuto contro una ragazza e subito mostrò un sorriso dispiaciuto.
 
"Scusami tanto, non ti avevo vista arrivare" le disse massaggiandosi la parte lesa.
 
"Ei bella, traquilla" le ammiccò l'altra togliendosi una cuffietta dall'orecchio.
 
Poi soffiò esasperata su un ciuffo biondo e riccio che le era inevitabilmente sceso sulle curve morbide del viso,proprio sul piccolo naso storto in una smorfia.
 
Le rivolse un breve ma incoraggiante sorriso
 
"Anita, piacere" le porse la mano veloce, aggiustandosi contemporaneamente la borsa sulla spalla e cambiando due volte il peso da una gamba all'altra.
 
Sembrava avere il fuoco dentro quella ragazza perché non stava un attimo ferma.
 
"Gaia" le sorrise divertita.
 
"Nuova ve'?"
 
La mora rise, beccata in pieno "da cosa lo hai capito?" chiese curiosa.
 
Anita si portò lo stesso ciuffo ostinato dietro l'orecchio.
 
"L'accento. Sei del nord vero? Bologna?" 
 
"Milano, c'eri quasi" 
 
La bionda le fece cenno di seguirla mentre entravano in un corridoio in marmo.
 
"Fratelli?" curiosò
 
"Sorelle" rispose Gaia con un sorriso
 
"Oh ci sono, ci sono. Fidanzato?"
 
Gaia ridacchiò mentre la ragazza alzava e abbassava le sopracciglie in un modo buffo, come a dire "ehi sorella ti ho beccata"
 
"No, mi dispiace deluderti"
 
"Ah bee, rimedieremo. stanne certa. Se c'è una cosa per cui questa scuola è famosa, a parte la presenza di spocchiosi fascistelli, è la figaggine totale che le ragazze hanno a disposizione" Gaia le fece una faccia poco convinta.
 
"Un ben di Dio, vedrai!" 
 
La portò vicino a delle scale poi come se si fosse scordata qualcosa di estremamente importante, si portò una mano alla fronte.
 
"Non ti ho chiesto che classe sei, che idiota"
 
"Scientifico, quarto B"
 
"Siamo vicine, vieni. Ti avverto che sezione A e B a volte fanno lezione insieme, siamo pochi e abbiamo insegnanti comuni. Ah! E poi il primo giorno provano a farci iscrivere al coreutico, ma siamo tutti delle mezze seghe"
 
Gaia gioì alla notizia di averla vicina perché di certo, un punto fisso in una nuova scuola le sarebbe servito. Ma in che senso "provare il coreutico"?
 
Finite le scale, girarono a destra sbucando in un corridoio illuminato da finestre enormi che davano sul cortile soleggiato da un tiepido sole.
 
Anita quasi correva, mentre lei la seguiva divertita.
 
Erano in ritardo ahahah.
 
Delle voci rieccheggiarono dalle scale, e Gaia si rese spaventosamente conto di ricordare benissimo quella voce. 
 
Ma come?
 
Loro, lui.. non dovevano entrare!
 
Velocizzò il passo, raggiungendo la biondina che stava sbuffando mentre piccata guardava ogni classe.
 
"Ma perché cavolo ci devono sempre spostare di classe, eh? Cos'è? Il viaggio della scuola ?"
 
Sembrava una bambina a cui veniva tolto il leccalecca riflettè, ridendo tra se.
 
"Ah giusto! Siamo in aula magna per le prime tre ore! seguimi Gas Gas!"
 
"Eh?"
 
"Il topolino di cenerentola, quello cicciotto.... anche se tu non sei grassa"
 
In quella scuola erano tutte magrissime, si ritrovò a pensare confusa  la mora. Tutte, dalla prima all'ultima. Come se non ci fosse neanche la possibilità di essere in sovrappeso.
 
Gaia entrò a filo dietro di lei e si ritrovò in una specie di anfiteatro al buio, con un palco illuminato al centro che dava l'impressione spiacevole di essere immenso.
 
Un buffo cipiglio le contrasse la fronte.
 
"Anny ... che cosa dovremmo fare esattamente?" si girò in cerca della bionda, che in tanto si stava dirigendo verso una delle file di poltrone. La seguì spaesata mentre non riusciva a togliere lo sguardo da quel palcoscenico in legno.
 
"Vedrai
  
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