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Autore: Paradoxofmyself    13/05/2013    9 recensioni
E poi arriva quel fottutissimo giorno.
Quel giorno che maledirai per tutta la vita.
Dirai che non è giusto, che non te lo meritavi, e forse è davvero così.
Ma prima o poi doveva succedere, e tu lo sapevi, lo sapevi fin troppo bene.
Non sapevi quando, ne come, ne perché, ma sapevi perfettamente che sarebbe successo.
Hai maledetto tutti quelli che potevi, hai mandato al diavolo la tua migliore amica, i tuoi genitori, tutti quelli che conosci, e perché? Perché sei stanca.
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ATTENZIONE CONTENUTI FORTI, PARTI DI DESCRIZIONI DI ATTI DI AUTOLESIONISMO. SE IL GENERE NON VI PIACE PASSATE OLTRE, GRAZIE.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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E poi arriva quel fottutissimo giorno.
Quel giorno che maledirai per tutta la vita.
Dirai che non è giusto, che non te lo meritavi, e forse è davvero così.
Ma prima o poi doveva succedere, e tu lo sapevi, lo sapevi fin troppo bene.
Non sapevi quando, ne come, ne perché, ma sapevi perfettamente che sarebbe successo.
Hai maledetto tutti quelli che potevi, hai mandato al diavolo la tua migliore amica, i tuoi genitori, tutti quelli che conosci, e perché? Perché sei stanca.
Non stanca per mancanza di sonno o cazzate del genere.
Sei stanca per il modo in cui ti trattano, per le parolacce che ti lanciano, per i discorsi idioti che ti fanno sentire una merda, per quella piccola e insulsa parola che all’inizio non ascoltavi neanche: merda.
Perché è così che ti chiamano, così che ti fanno sentire quando calpestano i tuoi sentimenti fregandosene solo dei loro, così che vorresti quasi diventare perché... beh, perché le merde almeno non sentono e non si possono tagliare.
Già.. tagliarsi.
È iniziato tutto con poco, un pezzo di plastica sufficientemente affilato per lacerare e le forbicine per le unghie, poi si passa al vetro, pezzi di vetro rotto che ti liberano da tutto quello a cui devi pensare.
Il sangue che scivola lungo le tue braccia è l’unica cosa che ti fa sentire viva.
Perché uno dei problemi è anche quello.
Dopo anni di tutto ti sei talmente rinchiusa in te stessa, alzando barriere su barriere tra te e il mondo, che ormai fatichi tu stessa a capire se provi rabbia, rancore, odio o solo tristezza.
D’estate, l’unico periodo dell’anno che potevi dire di amare quando eri più piccola, più innocente, ti senti anche peggio al pensiero che devi metterti in costume, mostrando a tutti quelli che hai intorno il tuo grasso orrendo e rivoltante.
E poi c’è il problema che d’estate non puoi stare con le felpe, o con le maniche lunghe, per due motivi fondamentalmente:
-primo: fa un caldo che si vedrebbe che hai qualcosa da nascondere;
-secondo: i costumi da bagno non hanno le maniche lunghe, tantomeno le felpe.
E allora ti scervelli, pensi a cosa fare: fasce, polsini, braccialetti impermeabili, chi più ne ha ne metta.
Certo, sei ancora strana perché sei l’unica in tutta la spiaggia che non è ancora entrata in acqua, e allora ti fai coraggio e provi ad immergerti, sentendo le ferite ancora aperte bruciare per il contatto con il sale, altra gente, ancora più gente di prima pensa che tu sia completamente pazza perché entri in acqua con i polsini. Con le fasce. Con tutti quei braccialetti.
Poi però ti giri, vedi i tuoi genitori sorriderti e magari vedi anche la tua sorellina piccola giocare nella sabbia, che pensa ancora che il mondo sia un posto bellissimo e che tra qualche hanno incontrerà il principe azzurro e che insieme vivranno per sempre felici e contenti.
Ammiri lei e la sua innocenza, quella che tu perdesti il giorno famoso in cui scoppiasti, prendendo qualcosa di tagliente e ferendoti le braccia, osservano con masochismo inconsapevole il sangue che scorre sui tuoi polsi, che esce a fiotti dalle lacerazioni che ora ricoprono le tue braccia.
Quel giorno in cui sai di odiarti, sai che è troppo tardi per tornare indietro e sai che non smetterai più. Cercherai sempre qualcosa di più affilato per percuoterti le braccia, qualcosa che magari tagli più del previsto, finendo con l’ucciderti.



SALVE PEOPLE.
Il perchè di questa OS? Non lo so, e sinceramente può quasi piacermi. 
E' la mia prima OS, quindi per favore siate carenti con me.
Parla di una ragazza che si autolesiona (*e ma va'??* mi domandano, e lo so) perchè è stanca di come tutti la trattano. E' stanca di fingere sorrisi e stanca di non poter mai essere se stessa per via della paura del giudizio degli altri.
Il resto lo lascio a voi, spero vi possa piacere :). (fatemelo sapere in una recensione, magari *occhi da cucciola*)
Bacioni xx

 
  
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