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Autore: Re_birth    13/05/2013    3 recensioni
"Cosa cazzo ho fatto ieri sera?!"
Amici, discoteca, alcol, molto alcol.... e poi?
Cosa sarà mai successo alla giovane Maka Albarn, una ragazza che sta per entrare all'università?
E sopratutto... quali saranno le conseguenze?
-Rehara&Firephoenix.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Alcol ed effetti indesiderati   

Avete presente quel fastidiosissimo raggio di sole che entra da quel minuscolo spiraglio tra le tende della finestra la mattina presto dei giorni feriali e ti va a finire giusto giusto in piena faccia nella zona degli occhi?
Bhè, quel giorno Maka si era svegliata così. Con quella cazzo di luce che non aveva pietà di una povera ragazza stanca, dopo una settimana di estenuanti esami per  poter entrare all’università.
Ancora era semi incosciente. Il letto era morbido e caldo e lei non aveva nessuna voglia di alzarsi da quell’oggetto divino che stava sotto di sé. Quel calore la avvolgeva come un abbraccio, anche se non era sotto le coperte. Strano.
Si stiracchiò un po’ e si strofinò gli occhi. Solo dopo alcuni secondi si accorse di ciò che la circondava: era in un appartamento che non aveva mai visto prima , a letto con un tizio totalmente sconosciuto e nudo che la teneva stretta a se. Ora che ci pensava meglio, cercando di scalciare le coperte, non è che lei fosse combinata meglio, ergo: nuda come un pulcino.
Cosa cazzo ho fatto ieri sera?! pensò la ragazza mentre cercava di uscire furtivamente dal quel giaciglio senza però riuscirci a causa di quel maledetto ragazzo che non mollava la presa dalla sua vita.
Ieri notte era uscita con Kid, Liz, Patty, Black*Star e Tsubaki, erano stati un po’ ad un bar, poi in discoteca, dove aveva preso un alcolico portatole da Liz, e… poi?
Osservando la situazione in cui si trovava era ovvio cosa era successo: si era ubriacata e si era fatta sbattere dal primo che capitava.
Mai prendersi dei cocktail in quei locali. Mai. Soprattutto se scelti da Liz.
«Che cogliona!....» diceva a se stessa la bionda sull’orlo della disperazione.
I suoi vestiti e la sua biancheria intima erano sparsi per la moquette, per terra, e la sua borsa era sul comodino.
Almeno, quel ragazzo aveva avuto la benevolenza di lasciarle un qualsiasi suo oggetto a portata di mano.
Sbuffò innervosita. Perché proprio a lei doveva succedere una cosa del genere?!
Si girò verso il cosiddetto “approfittatore di povere e incoscienti fanciulle indifese”.
Mpf... almeno è carino pensò la ragazza che lo fissava con quei suoi bellissimi occhi verdi.
Aveva la pelle di una carnagione olivastra, coperta parzialmente dal lenzuolo, dei candidi capelli bianchi  e se la memoria in parte recuperata non la ingannava aveva dei profondi occhi cremisi.
Maka, curiosa, avvicinò la mano sui capelli dell’albino per toccarli, per vedere come fossero al tatto.
Perché lo sto facendo?! si chiese la bionda visto il suo strano impulso istintivo.
Nel momento in cui stava per sfiorarli, fu fermata però dalla stessa mano del ragazzo che in giro di pochi secondi si ritrovò addosso a lei, attaccato.
Come poteva essere così energico appena sveglio??!...
«Oh…» si avvicinò alla bocca di lei «già di prima mattina?...» domandò il ragazzo maliziosamente.
Una domanda del cazzo.
Pochi istanti dopo si ritrovò disteso sul letto con una fontanella di sangue sulla testa dovuta ad un colpo di libro che la ragazza aveva preso dalla sua borsa.
«Ma vaff…» imprecò l’albino.
«Non ti è già bastato importunare una povera e indifesa ragazza sbronza?!» disse la bionda che si stava già vestendo.
«Tanto indifesa non direi…» precisò il ragazzo osservandola mentre si infilava le mutande, dandogli la schiena come se non avesse già visto abbastanza.
Altra librata.
«Ma vuoi uccidermi??!!» urlò.
«Mhmhhhm… possibile?» la ragazza sfoggiò un sorriso falsissimo degno di lei.
«Tsk…» si strofinò la testa e si mise seduto sul letto «non ti fai una doccia, stronza?»
«La faccio dai vicini. Grazie lo stesso, bastardo.» rispose la ragazza mentre stava già uscendo.
«A mai più rivederci!!»
«Volentieri!» e così uscì dalla porta.
Guardò il nome di quel pervertito sulla targhetta del citofono: Soul Eater Evans.

Si sarebbe ricordata di quel nome, prima o poi lo avrebbe ucciso. A colpi di pistola, a colpi di coltello, a colpi di libro… lo avrebbe ucciso. Punto.
Bussò alla porta accanto e le aprì una ragazza molto prosperosa, seminuda e che, a giudicare da come la guardava per niente stranita e con un sorriso furbo stampato in faccia, doveva essere abituata alle continue pollastrelle che si portava in casa il ragazzo della porta accanto.
Neanche dandole il tempo di domandarle chi fosse che Maka entrò nel bagno della casa, si spogliò e incominciò a farsi una doccia.
Si. Prima o poi, se lo avesse rivisto, lo avrebbe ucciso. Senza. Nessuna. Pietà.
La ragazza si sfregava duramente con la spugna sulle braccia magre, come per poter eliminare quel maledetto profumo di menta che quel ragazzo, quel Soul, le aveva lasciato addosso. Sapeva che non sarebbe mai andato via perché non era reale, era nella sua testa.
«Smettila di pensarci, smettila di pensarci...» continuava a ripetersi, ma più lo diceva, più i ricordi si facevano vividi nella sua mente: parole, frasi (e che frasi! Quel maledetto maiale!) carezze, sospiri, gemiti, ma soprattutto un piacere infinito. Perché sì, era quello il problema. A poco a poco che ricordava l’accaduto pensava a quanto fosse stato incredibilmente piacevole. Ai limiti del possibile, ai limiti della follia. Rabbrividì. Cazzo se le era piaciuto da matti!
«Basta Maka! Un po' di autocontrollo insomma!» la ragazza gettò a terra la spugna con frustrazione e uscì dalla doccia; si rivestì velocemente e, dopo essersi asciugata velocemente i capelli, si fece dei codini a lato della testa (Dio se la aveva fatta gridare di piacere tirandole quei codini) e, cercando ancora di auto censurare i suoi pensieri, uscì dal bagno di quella sconosciuta. Senza pensarci due volte imboccò diretta la porta ignorando bellamente la vicina che aveva cominciato a dirle qualcosa per attaccare bottone.
«Comunque io mi chiamo Blair! È stato un piacere!». Maka però non la calcolò di striscio e prese le chiavi della macchina dalla borsa, con tutto l'intento di tornarsene a casa.
Pensa positivo Maka! Domani inizi l'università! un sorriso solare le si dipinse sul volto.


***

«Proprio una bella serata ieri vero?» disse Liz trasognata per la ventesima volta. La notte prima era stato tutto un rigirarsi nelle lenzuola con il suo amato ragazzo, Kid, e la bionda sembrava voler farlo sapere al mondo.
«Già» le rispose Tsubaki cortese come sempre, ma anche lei un po' annoiata dalla ripetitività dell'amica. Per quanto riguardava Maka, bhé, lei se ne stava mezza stravaccata con la faccia sorretta da una mano sul tavolino del bar dove aveva deciso di passare il pomeriggio con le amiche, senza preoccuparsi minimamente di poter sembrare infastidita dai discorsi di Liz.
«Tu cos'è che hai fatto tornata a casa Tsu?» continuò la bionda.
Finalmente si cambia discorso! Grazie Dio! Adesso so che esisti! Maka girò il viso verso la mora giusto in tempo per vede le sue guance passare tutte le varietà di rosa fino al rosso fuoco.
«Bé ecco... io e... io e Black*star...»
Cos'era uno scherzo?! Adesso ci si metteva anche la dolce e angelica Tsubaki??
«Maka va tutto bene?» chiese Liz un po' preoccupata notando l'amica aveva cominciato a sbattere ripetutamente la testa contro il tavolino, facendo sobbalzare le coppette piene di gelato che la cameriera aveva portato loro poco fa.
«Una meraviglia...» biascicò guardandola male con i suoi penetranti occhi verdi.
«Tu non hai fatto nulla stanotte?» chiese innocente Tsubaki.

Soul le baciava lentamente il collo scendendo verso il seno della ragazza già scoperto, solleticandole la pelle coi capelli chiari, all'improvviso risalì di colpo fermandosi ad ammirarle il viso arrossato e le labbra socchiuse; intrecciò le sue mani a quelle della bionda e schiacciandola col suo corpo riprese a baciarla senza esitare, come se lo facesse da una vita.

«Niente di che!» esclamò la ragazza con fin troppa enfasi guadagnandosi gli sguardi perplessi delle amiche.
«Perché Patty non è con te Liz?» proferì poi cambiando discorso e spostando l'attenzione su Liz.
«Ieri sera deve aver bevuto come un cammello... è da quando si è alzata che rigetta succhi gastrici come una fontana»
«Bleah!» fecero in coro le altre due e Maka ringraziò mentalmente il cielo che l'argomento si fosse spostato da quanto c'era di più lontano dal sesso.

***

Maka Albarn, studentessa modello, diplomata a pieni voti e in procinto di entrare all'università, si svegliò come al solito senza bisogno della sveglia. Le capitava a volte di ritrovarsi a vantare il possesso di un cervello capace di destarla ogni mattina all'ora giusta, senza bisogno di complicati marchingegni che suonavano l'impossibile per farti venire una frustrazione tale che poi-è-ovvio-che-ti-devi-alzare; così quella speciale mattina, quando ancora assopita lesse 08:30 in vece di 07:30 sull'orologio digitale, quasi ebbe un infarto.
«Merda, merda, merdaaaaaa!» come un tornado la ragazza si alzò e iniziò a infilarsi un paio di jeans saltellando con un piede solo fino al bagno e mettendosi lo spazzolino in bocca, quasi soffocandosi col dentifricio.
«Com'è possibile! Non può essere! Non mi è mai successo in tutta la mia vita e proprio oggi doveva accadere!» urlò frustrata in preda al panico più assoluto.
Si stava ancora facendo un codino quando uscì dal suo appartamento correndo come una forsennata con la cartella a tracolla.
Come prevedibile, arrivò con mezz'ora di ritardo. All'iscrizione, per fortuna, aveva già provveduto via internet quindi le sarebbe bastato trovare l'aula giusta e fare quella meravigliosa figura di merda dell'arrivare in ritardo il primo giorno di università. Svoltò correndo in quello che sperava fosse il corridoio giusto e gemette trovandosi di nuovo all'ingresso.
«Questo posto è peggio di un labirinto!» fece per rincominciare a correre quando vide un ragazzo, probabilmente un ritardatario cronico vista l'andatura per niente frettolosa, entrare in università cercando di slacciarsi il casco della moto. Appena la vide si fermò di botto in mezzo all'atrio con le mani ai lati della testa nell'intento di sfilarsi il copricapo.
Oh cazzo. Non è che ho beccato un professore? Adesso mi espelle di sicuro! pensò Maka, tuttavia decise per l'azzardo.
«Mi scusi, sono nuova. Mi saprebbe dire dov'è quest'aula?» gli disse porgendogli la stampa dell'iscrizione che avevo in mano.
In tutta risposta lui iniziò a ridere come un cretino. La bionda lo guardò storto.
«S-scusi ho detto qualcosa di sbagliato?»
«No, no» la sua voce arrivò attutita dal casco «è che l'altra notte ti avrei dato tutto meno che della svampita che si perde in un università» ghignò lui liberando i suoi capelli candidi e fissando la ragazza beffardo con i suoi occhi rossi.
La mascella di Maka toccò terra.
«Mi sembravi così sicura nei movimenti» fece ancora; lei ignorò le sue provocazioni e parlò con voce strozzata:
«Che cazzo ci fai qui?»
«Mah! Vendo caramelle!» Maka lo guardò malissimo «Secondo te cosa ci faccio qua, genio? Ci studio! Da un anno»
«Merda»
«È un piacere, Merda, io sono Soul, ma penso che tu lo sappia già da come lo urlavi una notte fa»
Cos... sta sicuramente bluffando! Io neanche sapevo come si chiamasse prima di leggerlo sul citofono! O forse lo sapevo? O era il sogno di stanotte quello? Che?? Aspetta! Porca puttana, ecco perché non mi sono svegliata stamattina! Stavo sognando di fare... la ragazza arrossì come un pomodoro.
«Che carina! Noto con piacere che il ricordo è ancora vivido»

«Puttano!» esclamò nell'imbarazzo più totale a corto di un insulto migliore. Soul ghignò. Maka sospirò rumorosamente, poi tornò in se e prese il ragazzo per il colletto della maglia, cogliendolo di sorpresa.
«L'altra notte non è successo niente. Io non ti ho mai visto. Tu non mi hai mai visto. Nessuno, dico nessuno, dovrà mai sapere qualcosa» gli soffiò ad un centimetro dal volto, dopodiché si staccò bruscamente e cominciò ad allontanarsi lasciando il ragazzo ancora scombussolato.
«A mai più perfetto sconosciuto!» Soul la guardò allontanarsi piano e lo sguardo gli cadde inevitabilmente sul fondo schiena della ragazza.
«Questa si che è la ragazza che ho scop...» prima che potesse finire un librò lo colpì atterrandolo, di nuovo.

 

 

 

Salve salvino dalle vostre autrici schizzate!
Rehara:"Benvenuti comuni mortali nel Mondo delle Fan fiction SoMa! Buhahaha >:3"
Firephoenix: "Così sembri crudele! Comunque ciao a tutti anche da me :)
Rehara: "Forse un po' lo sono... visto che creo sempre delle trame dove Maka è la malcapitata... :D"
Firephoenix: "Sicuro! Come avrete capito se avete un briciolo di intelligenza più della sottoscritta (e fidatevi non ci vuole tanto) io e la crudele qua ci siamo unite per creare questa storia che da Palermo a Verona è approdata sui vostri pc :)"
Rehara: "Ebbene sì, anche se siamo dei due lati opposti dell'Italia riusciamo a collaborare più che bene! ù_ù"
Firephoenix: "Se il risultato è piaciuto come sperato bè sta a voi decretarlo! Quindi rendeteci felici! Recensiteee   :)"
Rehara: "E in tanti *tiene qualcosa di strano nascosto dietro la schiena* E ricordate che io, Rehara, sono innocua, pura e candida  come un agnellino! :33 *nasconde ancora di più l'oggetto*"
Firephoenix: "Giàààaà *cerca di nascondere Rehara che sta tentando di non far vedere ciò che tiene in mano* spero davvero che il capitolo sia piaciuto e speriamo di pubblicare presto il seguito :)"
Rehara: "Perchè mi nascondi?? Che faccio di male? *le è caduto ciò che teneva dietro la schiena e si sente un rumore metallico all'atterraggio dell'oggetto" Eh…eh...eh.. :D"
Firephoenix: "Forse è meglio che chiudiamo qua prima che invece di recensire contattino la polizia, eh?"
Rehara: "Aiutooo! Perchè mi trascini fino alla porta legata come un salame! Dx"
Firephoenix: "E-ehm… ciao a tuttiiiiiiii! Alla prossimaaaaaa!! :3 *la butta dentro l'auto fuori l'edificio e parte a tutto gas*”
-Rehara&Firephoenix
[DALLA SERIE: I momenti di deficienza non finiscono mai. MAAAAAI ♥]

  
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