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Autore: Meredhit89    14/05/2013    2 recensioni
Raccolta di Shot, ispirate esclusivamente alle canzoni di Lana Del Rey.
Tratto da "Carmen": A chi non piaceva Carmen?
Non era normale non amarla. I ragazzi, le ragazze, a tutti piaceva Carmen.
Il vestito rosso le scivolava alla perfezione mentre ancheggiava verso gli ospiti.
Non vorresti essere come me?
Famosa e stupida nell'incoscienza della mia giovane età?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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American

 
 
 
1968
 
- Hai visto quel tizio?
 
Sophie concentrò lo sguardo sulla persona indicata e perse completamente la testa.
I suoi occhi s’incrociarono con quelli di un ragazzotto alto e massiccio e il resto del mondo andò a farsi fottere.
Cominciò così la loro storia d’amore. Semplici occhiate che infiammarono Sophie nelle viscere, che la resero pazza e selvaggia per il ragazzo dalla pelle ambrata.
Era così carino, qualcuno lo definiva cool, e le lanciava occhiate invidiose di quel trofeo.
Aveva un che di erotico quando le domandava se anche secondo lei Springsteen era il vero Re di quel maledetto paese. E le rispondeva di sì, sorridendogli e desiderando di morire e rinascere nella sua bocca. Affogare nella sua lingua soffocandoci ogni particolare della sua faccia.
La sua guida era veloce, e quando Sophie osservava il paesaggio di L.A. dal finestrino le sembrava di poter volare lontano… via con il suo bell’americano.
Tutti le dicevano che aveva trovato il meglio; carino, simpatico, amante della musica di Elvis. Si sentiva così bene, come una bambina che girava intorno al mondo senza smettere di muovere i piedini, allegra e spensierata. E quando la sensazione di essere piccola difronte ai suoi occhi scuri e alla sua pelle dorata spariva, Sophie diventava selvaggia all’idea di possedere il suo corpo.
- Un giorno, mi porterai sulla luna?
- Baby, la luna è così lontana e distante, ma se vuoi ti ci porto oggi stesso.
Conversazione di questo genere nascevano quando entrambi erano soli, fuori dal mondo reale, estranei ai rumori e alle persone. Non era così stupida da credere che lui potesse davvero realizzare il suo sogno, ma solo lui era capace di portarla dove voleva anche solo con l’immaginazione e il pensiero.
Sophie girò pian piano la manovella del volume della radio che trasmetteva una canzone mezza sconosciuta ma dalla melodia tranquilla e rilassante.
La canna ancora accesa posata sul comodino e la vodka accanto. Il tizio che la faceva impazzire di desiderio era sdraiato nelle lenzuola disfatte. La pelle dorata ancora una volta la rese selvaggia di desiderio e di rifarci l’amore. Forse era l’effetto della droga o forse no, ma gli sorrise, osservando sottecchi gli occhi assonnati dell’amante.
Riportò le mani sulla manovella del volume e lo alzò al massimo. Era partita un’altra canzone, ritmata e allegra. Le prese la voglia di ballare, come una bambina che gira a piedi nudi per il parco in primavera, come un uccello in cerca di libertà.
E nel suo piccolo si sentiva libera e orgogliosa di se stessa. Nuda nel corpo e nell’anima sorrise al suo bell’americano.
Ti amo…gli mimò con le labbra, lasciandosi sfuggire qualche lacrima. Lui non si accorse immediatamente del pianto di Sophie, e anche quando vide quelle poche lacrime scivolare sulle guance candide della sua amata si limitò a un sorriso mesto.
L’indomani sarebbe partito per il Vietnam.
Avevano parlato poco della partenza. Non si conoscevano abbastanza da permettersi progetti futuri. Sophie non era neanche certa di rivederlo vivo da qui all’anno dopo, come poteva immaginarlo il Natale dopo a casa sua a mangiare un pollo arrosto e le lasagne di sua madre?
Fecero l’amore quella notte, per l’ultima volta, con la luce accesa e le canzoni di Elvis in sottofondo.
Non ci fu niente di scontato né di finto nei loro ultimi saluti.
- Mi mancherai, Sophie. È stato bello conoscerti.
Alzò una mano e, accarezzandogli una guancia, sussurrò: - Porta onore alla nostra nazione, giovane e orgoglioso americano.
Nei giorni a seguire, Sophie pregò per lui, senza lasciarsi andare alla malinconia e nei ricordi della sua pelle dorata e i suoi occhi scuri.
Nella primavera del 1969 il suo giovane, figo e orgoglioso americano morì sul territorio nemico.
Sophie apprese la notizia dai giornali e fu così devastante che si chiese che cosa ci fosse peggiore di quel dolore assordante e martellante.
Niente, probabilmente. Solo la morte.
Ma Sophie andò avanti con la sua vita e negli anni ricordò con una certa dose di malinconia il suo bel giovanotto, quello che desiderava ogni ragazza nel raggio di cento chilometri. Il ragazzo amante di Springsteen e di Elvis.
L’americano che le aveva fatto perdere la testa.
 
 
 
 
__
 
Eccomi qui con la seconda shot ispirata alla canzone American.
Volevo precisare che le mie shot non sono traduzioni delle canzoni, ci sono accenni, a volte anche qualche frase, per i testi tradotti delle canzoni ci sono i siti adatti  vorrei ricordare a qualcuno ;)  Chi conosce Lana e le sue canzoni, capirà subito quale siano le parti ispirate dalle canzoni o le frasi.
Detto questo, ho postato in questa sezione perché l’ho ritenuta opportuna, scartando le altre, ma se volete darmi dei suggerimenti, io sono qui :)
Un bacio.
 

 
 
 
 
   
 
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