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Autore: brenda the best    14/05/2013    1 recensioni
Sono passati tre anni ma ancora non riesco a capacitarmi della sua scomparsa. Ora mi trovo davanti alla ruota panoramica, dove l’ho visto per l’ultima volta nella mia vita e ormai come ogni anno mi trovo a pensarlo.
Questa è la mia prima fanfiction, spero che possiate apprezarla!!! Se non va bene ditemelo, cosi non vado più avanti con la storia. Grazie e buona lettura.
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama
o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa
introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aprì prima un occhio e poi l’altro, avevo ancora la vista sfuocata e non riuscivo a cogliere, dove fossi. A un certo punto, mi resi conto che ero in un posto che non conoscevo e girandomi vidi Takagi abbracciarmi e dormire beatamente. Allora mi ero ricordata ciò che era successo la sera prima e inizia a diventare rossa a ciò che era successo stanotte. Non volevo svegliarlo, rimasi immobile senza muoversi e a fissare Takagi intensamente. Dopo un po’ anche lui, richiamato dal giorno appena sorto, iniziò a svegliarsi. Quando il nostro sguardo s’incrocio, mi sentivo persa e una profonda vergogna mi prese all’improvviso, volevo nascondermi, ma non riuscivo a muovermi, l’unica cosa che potei fare era girare lo sguardo da una parte. Ma ciò duro poco, perché Takagi, gentilmente mi prese per il mento e mi girò verso di lui ed io ritornai a guardarlo.



“Buon giorno, Miwako” mi disse Takagi sorridendo, con una luminosità che non gli ho mai visto.



“Buon giorno W-Wataru” dissi io, rossa in viso, mi sentivo strana, sembrava come se stessi vivendo un sogno, dopo un lungo incubo.



Si avvicino e mi baciò. Io immediatamente risposi, senza nessun invito. Dopo che ci staccammo Takagi disse arrossendo “Stanotte ho davvero dormito bene”.



Io nella sua stessa situazione gli risposi “Anch’io”.



“Miwako” mi chiamò all’improvviso Takagi, diventando serio tutto a un tratto.



“D-dimmi” dissi, cambiando espressione anch’io diventando preoccupata, né cambiamento improvviso di Takagi.



“Bè, ecco io vorrei, chiederti una cosa molto importante. Dopo ciò che è successo, vorrei, sapere se ti andrebbe, se, ecco, come dire” disse Takagi molto confusamente.



Io lo guardai incerta, non riusciva a capire cosa vollese dirmi. C’è da dire che Takagi se deve far spaventare una persona ci riesce.



Strizzò gli occhi più volte, all’improvviso aprì gli occhi e guardandomi con profonda determinazione, gridò “VUOI ESSERE LA MIA RAGAZZA?”



Io dopo di ciò, avevo avuto un blocco mentale. Se potevo guardarmi in quel momento, sicuramente avrei pensato che l’espressione che avevo assunto, non ero sicuramente normale. Takagi in quel momento non proferì parola, ero sicura che stesse aspettando una mia reazione, qualsiasi segnale, come già detto, non trasmettevo niente, ero un manichino. All’improvviso come riportata nella realtà, l’ho guardai e lessi nei suoi una certa voglia di sapere una volta e per sempre la verità.



“Sì, sì, sì, sì, ” dissi senza fermarmi, presa da un’improvvisa carica interiore e con un gesto repentino lo baciai.



“Sei davvero sicura di volere tutto questo?” chiese dopo Takagi, preoccupato ancora io potessi cambiare idea.



“Sì, ne sono sicura” dissi in una determinazione che non mi apparteneva. Era la stessa determinazione che assumevo quando mi scontravo con i criminali.



Takagi ed io, infine sorridemmo. Takagi poi cambiando argomento mi disse: “Andiamo a fare colazione? Non so tu, ma io avrei una grande fame”.



“Ok” dissi contenta.



Takagi si alzò e si rivisti e andò in cucina per preparare la colazione. Poi il mio cellulare squillò. Lo presi dalla borsa e lessi sul display che era mia madre, pigiai il tasto e risposi “Pronto”.



“Sato dove sei? Mi sono alzata e ho visto che non ci sei” disse mia madre preoccupata.



“Sono rimasta a lavorare anche stanotte mamma” disse Sato, cercando di essere il più credibile possibile.



“D’accordo tesoro, però la prossima volta avvisami, per favore, sono stata in pensiero, anche perché di solito mi avvisi sempre se fai più tardi” disse mia madre più calma.



“Ok mamma, scusami, ma non ho potuto, ma ti prometto che la prossima volta, ti avviserò” dissi io mortificata per aver detto niente a mia madre.



“Va bene, tesoro, allora ciao, cerca di venire a casa presto” disse mia madre.



“Ok mamma, ciao” risposi.



Chiusi la chiamata e mi alzai e mi vestì e raggiunsi Takagi in cucina.



“Ecco qui Miwako, è pronto, prendi tutto quello che vuoi” disse Takagi.



“Grazie” risposi.



“Ha chiamato tua madre?” mi chiese.



“Sì, era preoccupata per me, giustamente non le ho detto che non dormivo a casa” dissi.



Finito di mangiare. Ci finimmo di sistemare e partimmo per andare a lavorare in centrale. Ci sarebbe stato molto lavoro, su ciò che è successo il giorno prima. Ma ero finalmente serena, l’unica cosa che riuscivo a pensare e che ora avevo Takagi e che nulla avrebbe sconvolto la mia vita. Ma non era cosi, il mio incubo non era ancora finito. In quel momento, non mi sarei mai aspettato di vivere ciò che mi attendeva pochi di lì.
 

  
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