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Autore: Prinzesschen    14/05/2013    2 recensioni
[...] -Anne, mi stai ascoltando?
La piccola scosse il capo facendo agitare i perfetti boccoli biondi senza staccare gli occhi da quelli del giovane precettore, guardandolo con aria scocciata.
-No, Mr. Salvatore…mi sto annoiando!
Un sorriso fu trattenuto a stento da Damon Salvatore che, osservando il broncio della bambina, ricordò quanto poco, lui stesso, amasse lo studio all’età di 5 anni.
-Oh suvvia, non essere capricciosa, signorina. A…B…
-G!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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elegantly9 Elegantly Broken



Capitolo Nono.

  

Il cielo notturno copriva la distesa erbosa circostante la tenuta come un velo cupo e inquietante, avvertimento di un pericolo incombente o forse semplicemente di un nuovo temporale.
Fred McGuire camminava a passo svelto, incurante del vento che gli sferzava il viso o dell’umidità di quella notte scura, dirigendosi verso la boscaglia per poi fermarsi e guardarsi intorno, attento.
I suoi occhi castani scandagliavano lo spazio circostante mentre la sua espressione dura non accennava a mutare minimamente.
-Mi chiedo quale sillaba della parola “uccidilo” non ti sia stata chiara, mi sembra di avertelo anche ripetuto svariate volte.
L’uomo strinse gli occhi, esasperato.
-Ho bisogno di più tempo. Devo indurre Anne a non..
-Anne? Credevo la tua fosse solo una stupida sbandata adolescenziale. Spero di non mi costringerai ad intervenire.
Un pugno fendette l’aria rovente come l’espressione furiosa di Fred McGuire ma il destinatario della sua rabbia fu più veloce a schivarlo, posizionandosi silenziosamente alle sue spalle.
-Lasciala fuori da questa storia, Marcus. – non appena finì la frase si trovò schiacciato contro il tronco di un albero con la mano dell’altro stretta alla gola.
-Sei tu a coinvolgerla con questo tuo infantile temporeggiare.- ringhiò minaccioso Marcus piantando gli occhi in quelli del suo interlocutore.
Fred McGuire si accasciò al suolo quando la mano dell’altro allentò la presa, tossendo convulsamente.
-Mi aspetto che tu porti a termine il tuo compito. Altrimenti ci penserò io, poco importa cosa dovrò sacrificare lungo la strada.


Damon bussò, teso, alla porta di Anne.
La ragazza lo aveva invitato a recarsi da lei dopo la cena, avrebbe voluto mostrargli un libro che l’aveva molto appassionata, aveva detto.
Si sentiva uno scolaretto disubbidiente mentre si guardava intorno nervosamente temendo che Mr. Williams o chiunque altro potesse scorgerlo davanti alla porta di Anne. Mr McGuire magari, pensò con disappunto.
Quando la porta si aprì mostrandogli il sorriso sincero e splendente di Anne qualsiasi preoccupazione svanì, come sempre accadeva inducendolo quasi a credere che fosse lei a soggiogarlo.
Senza dire nulla la ragazza afferrò la sua mano e lo trascinò dentro la stanza chiudendosi la porta alle spalle.
-Ciao..- disse improvvisamente intimidita dalla propria audacia circondandogli delicatamente il collo con le braccia.
-Buonasera, Miss Williams.- rispose cerimonioso lui con un sorriso sghembo prima di posare le proprie labbra su quelle della ragazza.
-Mi sei mancato oggi..- sussurrò la ragazza mentre lui la stringeva a sé, spingendosi fino al letto e facendola sedere sulle proprie ginocchia.
Dovette lottare con se stesso per non ricondurre quell’immagine così eccitante a quella invece assolutamente innocente di Anne che, bambina, sedeva nella stessa identica posizione.
-Anche tu, Anne. Ma immagino tu sia stata troppo impegnata con Fred..- rispose enfatizzando il nome dell’amico della ragazza con una neanche troppo lieve sfumatura di acidità.
Lei si scostò per guardarlo seria, cercando di capire se credere o meno che quello che aveva captato fosse fastidio.
Decise di distrarlo e di sfruttare lo spunto che involontariamente lui le aveva dato per annullare l’ostinata integrità che lo spingeva a fermarsi ogni volta che si trovavano in situazioni troppo intime.
-Ma a Fred non è permesso tenermi così vicina- sussurrò, indossando un broncio tanto fasullo quando adorabile, vicinissima alle sue labbra che le proprie sfioravano ad ogni parola.
Lui non poté resistere alla tentazione di posarle una mano sul ginocchio e farla scorrere lungo la gamba scoprendola dal vestito e facendola rabbrividire per l’eccitazione trattenuta troppo a lungo e troppo forzatamente.
-E chi mi assicura che sia come dici? – la sfidò guardandola languido e inclinando il capo.
Lei sorrise, allora, impertinente spostando il viso dal lato opposto e sfiorando con il naso il suo profilo.
-Perché non mi sognerei mai di fare questo, a Fred.
Con tocco ingenuamente nervoso ma dolcissimo cominciò a sbottonare la camicia del suo uomo che la guardava incantato godendosi ogni movimento.
-Lo spero bene, Miss Williams. – rispose allora lui faticosamente mentre lei faceva scivolare la camicia sulle sue larghe e possenti spalle cominciando a lasciare una scia di baci lungo i pettorali scolpiti.
Damon si sentiva spezzato a metà. Il suo lato virile, predatore e istintivo la voleva con tutto se stesso mentre la sua razionalità lo incitava a fermarsi, a scappare da quella stanza e da quelle mani, da quelle labbra che minacciavano di farlo impazzire.
L’avrebbe messa in pericolo, ogni giorno di più. E non poteva davvero desiderare la bambina che aveva istruito, seguito, cresciuto.
Se solo lei avesse ricordato, probabilmente, la situazione le avrebbe suscitato ribrezzo.
A quel pensiero si irrigidì ed Anne lo notò, alzando il viso e puntando gli occhi nei suoi, alla ricerca di una spiegazione.
-Scusami, io.. non so cosa.. l’ultima cosa che voglio è sembrarti una.. una..- cominciò a balbettare in preda all’imbarazzo e all’agitazione, muovendosi inquieta sul posto e torcendosi le mani che scostandosi avevano lasciato un freddo glaciale sulla pelle di Damon.
-Ma che stai dicendo, Anne? – cercò di tranquillizzarla lui corrugando la fronte. Non poteva che credere che avesse pensato che lui la stesse rifiutando.
-Io.. forse.. è meglio che vada e..- non fece in tempo a dire altro che lui le afferrò le mani e se le portò al viso per poi baciarla con trasporto e passione sperando di non trasmetterle insieme anche la frustrazione che non poteva evitare di provare.
La desiderava e non poteva essere davvero così sbagliato.
Senza dire altro le portò una mano dietro la schiena e la accompagnò nei movimenti fino a farla stendere sul letto, sovrastandola senza pesarle addosso.
Cominciò ad armeggiare con il corpetto fino a scioglierlo senza smettere neanche per un istante di baciarla e scese poi ad accarezzare con le labbra socchiuse il collo candido.
Cercò negli occhi della ragazza il permesso di continuare e il suo sguardo languido e devoto non poté che essere una risposta soddisfacente che annullò ogni remora e lo fece sentire autorizzato a continuare a spogliarla.
Era la creatura più bella e pura che avesse mai visto. Non avrebbe mai neanche osato chiedere tanto.
Lui e il suo cuore dannato non meritavano quel candore, pensò temendo di sporcarla di sangue mentre con le labbra disegnava linee immaginarie lungo il suo ventre che si alzava e si abbassava aritmicamente, scosso dai brividi di quel piacere che, evidentemente, doveva non aver mai provato prima.
-Damon.. soffiò tendendogli una mano che lui afferrò tirandosi su e portando il proprio volto alla sua altezza.
-Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, Anne.

Quella notte si amarono, gioendo di ogni sensazione, godendo a fondo di ogni tocco e di ogni espressione.
Quando le prime luci dell’alba cominciarono a filtrare attraverso le tende Damon si mise a sedere lasciandosi cadere il lenzuolo in grembo e guardando Anne che ancora dormiva, serena.
Si sarebbe volentieri dilungato in riflessioni romantiche riguardanti la notte da poco trascorsa ma il timore di essere scoperto lo spinse ad alzarsi e rivestirsi rimandando il tutto.
-Già vai via?- chiese una voce sonnacchiosa ma ilare alle sue spalle facendolo voltare.
-Purtroppo devo andarmene prima che il drago venga a controllare la principessa nella sua torre, milady! – rispose con un sorriso affascinante quanto sghembo chinandosi sulla fanciulla che gli aveva rubato il cuore e che approfittò di quella vicinanza per prendergli il viso tra le mani e baciarlo ancora con trasporto.
-Se lo farai di nuovo probabilmente non troverò più la forza per andarmene..- la ammonì lui sofferente.
La risata cristallina di Anne invase la stanza come una melodia incantevole mentre si tirava a sedere stropicciandosi gli occhi ancora segnati dal sonno.
-Non potrei sperare di meglio!
-Non sai quel che dici, tesoro, tuo zio potrebbe cacciarmi e allora si che sarebbe un problema per entrambi.
Senza smettere di sorridere la ragazza si alzò e proprio mentre Damon allacciava l’ultimo bottone della sua camicia cominciò a spingerlo verso la porta, frettolosamente.
-Fila via, allora! – lo esortò facendolo ridere a sua volta.

Uscito dalla stanza Damon decise di fare una passeggiata, troppo su di giri per sperare di tornare a dormire, e si incamminò lungo il prato della tenuta.
Decise di recarsi alla scuderia, dove per la prima volta si era avvicinato ad Anne, per ripercorrere dolcemente quella follia; era ancora assorto nei propri pensieri quando una voce lo scosse, riportandolo alla realtà.
-Siamo mattinieri quest’oggi, Mr Salvatore.
Si girò lentamente verso il punto dal quale provenivano quelle parole apparentemente casuali ma pronunciate con tono tagliente e sarcastico.
-Lo sono sempre, Mr McGuire. Che mi dite di voi? Il richiamo della natura ha portato anche voi giù dal letto di buon’ora?
Fred si avvicinò all’altro tenendo le mani in tasca e mostrando un ghigno beffardo.
-Dipende a quale natura vi riferiate, Mr Salvatore.
Damon era pronto a difendersi nonostante non lo desse a vedere cercando di mostrarsi più che rilassato.
-Devo ammetterlo, quando vi incontrai per la prima volta, oltre al fastidio per la vostra indesiderata e superflua presenza, avete suscitato in me un vago senso di preoccupazione ma se questo è il vostro modo di spaventarmi, lasciatemelo dire, non state raggiungendo i risultati sperati.
-Come potrei, d’altronde, spaventare un temibile vampiro, dico bene?- chiese ironico l’altro fronteggiandolo, immobile.
-Potreste solo se fosse un licantropo oppure..
-L’avreste avvertito, se lo fossi stato, o sbaglio?
Damon abbassò lo sguardo agitando il capo, divertito.
-Non lo siete ma sembrate essere un vero esperto di vampirismo, o siete uno cultore molto attento di tale materia, e aggiungerei notevolmente stolto, oppure siete un cacciatore. Mi sbaglio?
Pochi secondi e in tutta risposta si trovò intrappolato nella ferrea morsa del cacciatore che lo strinse alla gola, senza timore o tentennamenti.
-Se c’è uno stolto, tra noi due, Damon Salvatore, siete voi.



@ngolo dell'autrice:
Okay okay okay lo so sono scomparsa! Puff! Anna? Più! Ma non è colpa mia, sono sempre troppo incasinata! Non mi dilungherò in sproloqui di alcun genere perchè devo tornare a ripetere la materia che avrei già doovuto darmi da un po' e quindi vi lascio, sperando che il capitolo vi sia piaciuto e promettendovi che risponderò ad ognuna di voi singolarmente appena possibile! Non abbandonatemi, anche se me lo meriterei! A presto (no, non vi sto prendendo per il c**o!). <3
  
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