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Autore: Minerva Bellatrix    02/12/2007    4 recensioni
“Notte.
Fragile momento di quiete, morbida parentesi di pace.”
Comincia così una riflessione sotto la luce della luna nascosta, una riflessione senza soluzione, senza speranza di salvezza…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vigilia

Notte.
Fragile momento di quiete, morbida parentesi di pace.

Dov’era la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù…

Una figura in nero si volta di scatto.
Poi riconosce il suono, semplice richiamo di un uccellino notturno.
Sospira, volgendosi nuovamente.
Per un solo, terribile istante ha temuto di essere stato scoperto.
E’ preoccupato.
Non tanto per i rischi che corre, a quelli c’è abituato, è in questa situazione da tanto, troppo tempo.
No.
La sua vera paura è un’altra, quasi incredibile, visto chi è.
Ha paura di uccidere.
Ancora.

Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco di un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù…

Il verso si ripete, distraendo nuovamente l’uomo.
Ora sembra più acuto, una sfumatura più malinconica.
Possibile?
Che la natura capisca ciò che lui prova?
Che un uccellino abbia capito la verità, a differenza di tanti uomini?
O è la stanchezza che gli fa sentire cose immaginate soltanto?
L’uomo in nero scrolla il capo.
Non ha senso farsi tutti quei giri mentali, deve smetterla di divagare.
E’ la vigilia di un giorno importante.
Un giorno che cambierà la sua vita.
In bene o in male?
In male.
Lui lo capisce, a differenza di molti altri.
Comunque andrà, sarà un male.

Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?…);
e c’era quel canto di morte…
chiù…

Ancora quel verso.
Ancora più acuto, stranamente più forte.
Quasi un tintinnio.
O il sibilo di un incantesimo.
Che sia profetico?
Che gli riveli cosa accadrà domani?
L’uomo si stringe nel mantello nero.
D’un tratto, il braccio comincia a bruciare.
Un’altra riunione?
Ma quanto vuole parlare, il Lord?
Continua a proclamare che si è alla vigilia della vittoria.
Mentre si prepara a Smaterializzarsi, l’uomo dà un’ultima occhiata.
L’hanno messo a sorvegliare il castello, praticamente alle costole del Bambino Sopravissuto.
Sorride amaro.
Il Lord Oscuro può dire finché vuole di essere il mago più grande, ma ad averlo sempre sconfitto è stato un bambino.
Ma i suoi seguaci continuano ad adorarlo, come un dio.
Anche lui era così, all’inizio.
Poi ha aperto gli occhi.
Ma troppo tardi.
Era già uno dei suoi, ed il servizio al Lord è a vita, o morte certa.
L’uomo si Smaterializza.
Domani, alla battaglia finale, lui combatterà.
Domani lui, forse, morirà.
Ma non sarà l’unico, di ciò ne è sicuro.
E mentre raggiunge i suoi compagni Mangiamorte, nel cuore ha una sola preghiera.
Che il Lord, che proclama a tutti la propria immortalità, capisca quanto in realtà si sbagli.
E che a farglielo capire sia proprio quel ragazzino dagli occhi di speranza, che la Morte l’ha sconfitta davvero.



















Bon, alura.
La parte in corsivo non è mia, o sarei già una scrittrice famosa in tutto il mondo.
E’ infatti il testo della meravigliosa poesia “L’Assiuolo” di Giovanni Pascoli, unica poesia fatta finora in classe che mi sia piaciuta davvero.
Così, mentre la prof faceva parafrasi e cose varie, la sottoscritta ha scoperto di essere molto molto ispirata e si è messa a scrivere.
Ciò il risultato.
All’inizio, nella mia testolina contorta, il Mangiamorte protagonista doveva essere Sevvie-tesoruccio-puccio, ma man mano che la scrivevo è diventata sempre più impersonale.
Così, scegliete il Mangiamorte che preferite, gente!

Per inciso, sono al mio 4° POV introspettivo!

Piccolissimo ultimo appelluccio finale:
Vi imploro.
Commentate, mi va bene anche se lo fate per dirmi che faccio pena e che farei meglio a usare la penna per fare i compiti e non ‘ste robe (come ogni tanto sottolinea la mia cara compagna di banco, quando la costringo a farmi da beta), ma per favore, COMMENTATE!
Grassie!

Minerva Bellatrix

  
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