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Autore: hethium    14/05/2013    2 recensioni
Restarono a parlare e a guardare la televisione fino a tardi: era quasi l’una quando Harry si accorse che Soph si era addormentata, con la testa sulle sue gambe e le mani che stringevano una delle sue.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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When the daylight comes, I'll have to go.


Harry si svegliò a mattina inoltrata, la luce del sole che filtrava dalle finestre chiuse. Un braccio gli cingeva la vita, tenendolo stretto. Accennò un sorriso mentre si girava dal lato opposto, trovando il viso di Soph a pochi centimetri dal suo. La ragazza continuava a tenerlo stretto, e anche se dormiva profondamente non sembrava avere nessuna intenzione di lasciarlo.
Harry si lasciò sfuggire un sospiro e scostò piano il braccio di lei, alzandosi dal letto e iniziando a rivestirsi. Gli piangeva il cuore a lasciarla ogni mattina così, vedere il suo viso rabbuiarsi quando il letto accanto a lei restava vuoto.
Quando ebbe finito di vestirsi, si chinò di lei per lasciarle un bacio dolce sulla fronte e coprirla meglio con il lenzuolo che aveva scalciato durante la notte. Uscì dalla stanza socchiudendo la porta, senza far rumore, e prima di andarsene le lasciò un biglietto sul tavolo della cucina, sperando di raddolcirle il risveglio.
 
‘Buongiorno piccola, non vedo l’ora che arrivi stasera.
                                                                                      Harry xx’
Soph si asciugò bruscamente una lacrima che le era sfuggita, sforzandosi di fare un sorriso per le poche parole che le aveva lasciato il ragazzo. Harry sapeva benissimo che amava sentirsi chiamare piccola, soprattutto quando era lui a farlo. Mentre si preparava per andare a lavoro, conservò il biglietto che le aveva lasciato quella mattina in un cassetto, dove ne conservava tanti altri, insieme a una loro foto.
Soph lavorava in una piccola libreria, vicino a casa sua. Amava quel posto, e ci si rifugiava ogni giorno. Non aveva un orario: la proprietaria era una vecchia amica di sua madre, che era stata felice di offrirle un lavoro. Entrò nel negozio, facendo tintinnare la campanella sopra la porta, e andò a sedersi dietro il bancone, riprendendo la lettura del giorno prima in attesa di qualche cliente.
 
Uscito da casa di Soph, Harry si diresse dall’altra parte della città, a casa di Ashley. Entrò grazie alla copia delle chiavi che aveva, e si andò a sedere sul bordo del letto della ragazza. O meglio, della sua ragazza. La guardò per qualche minuto, notando tutte le differenze con Soph: capelli corti biondi contro i lunghi capelli neri con cui amava giocare, fisico perfetto contro uno che lo era solo per lui, il viso rilassato di Ashley, perso in chissà quali sogni contro il viso nervoso di Soph quando lui se n’era andato. Scosse la testa, per mandare via quei pensieri, e baciò Ashley, svegliandola.
-‘giorno.- farfugliò, facendo per tornare a dormire. Harry si morse il labbro, pensando che era solo questa la reazione della ragazza che amava. Le diede un altro bacio prima di alzarsi. –Ti preparo la colazione amore.- sussurrò abbassando lo sguardo.
Dopo qualche ora, raggiunsero il gruppo di amici di Ashley nel parco davanti a un pub. Lei salutò tutti, che erano ragazzi eccetto poche eccezioni, mentre Harry si tenne in disparte. Non gli piaceva quella gente, lo faceva solo per lei. Sentì chiamare il suo nome, e si avvicinò al gruppo, sforzandosi di far conversazione.
 
Il pomeriggio sembrò passare in un soffio, come al solito. La libreria era conosciuta in tutta la città, e tra i clienti e i libri il tempo passava in fretta. Alle otto, Soph chiuse il negozio e si fermò a comprare una pizza sulla strada di casa. Ancora era presto, e Harry non si sarebbe fatto vedere per qualche ora, come al solito, e ne approfittò per passare un po’ di tempo dalla sua migliore amica, Stella. Lei non approvava per nulla la mezza storia di Harry e Soph, che lei continuava a chiamare una semplice amicizia. Si, non erano mai andati oltre a qualche bacio dopo essersi lasciati mesi prima, ma lei lo amava ancora, nonostante Stella cercasse in tutti i modi di dissuaderla. Erano quasi le dieci quando Soph tornò a casa, trovando Harry prendere a calci un sasso davanti alla porta. –Potevi chiamarmi, sarei tornata prima.- disse mentre gli si avvicinava, sorridendo come faceva solo quando c’era lui. Harry alzò lo sguardo e la prese tra le braccia, dandole un bacio sul naso. –Non importa.-
 
Dopo essersi sistemati sul divano, con ognuno una tazza di tè tra le mani, Harry iniziò a raccontare a Soph di come non approvasse le amicizie di Ashley, di come si aspettasse di più da lei dopo che gli aveva detto di amarlo e che lui l’amava. Soph lo ascoltò per tutto il tempo, cercando di dargli consigli senza mai scomporsi. Tranne quando Harry accennò al fatto di essere davvero innamorato di Ashley: Soph abbassò lo sguardo e rafforzò la presa sulla tazza, rilassandosi subito dopo. Restarono a parlare e a guardare la televisione fino a tardi: era quasi l’una quando Harry si accorse che Soph si era addormentata, con la testa sulle sue gambe e le mani che stringevano una delle sue.
 
Il giorno dopo, Harry restò con Soph fino a tardo pomeriggio. Lei era stata sorpresa di trovarlo ancora a dormire accanto a sé, e molto più felice di quanto gli diede a vedere. Stavolta toccò a lei alzarsi senza farlo svegliare, restando a guardarlo qualche secondo, prima di correre a preparargli la colazione, che mangiarono insieme restando a letto. –Su, vuoi restare a letto tutto il giorno? Sfaticato!- Soph diede una spinta a Harry e si alzò ridendo, scappando in bagno a prepararsi per uscire. Lui restò a letto a guardarla uscire dalla stanza, passandosi una mano sulla faccia. Si era messo in un bel casino: amava Ashley, o almeno pensava di amarla, ma Soph non la poteva dimenticare.. E sapeva quanto sforzo faceva lei, ad ascoltarlo quando le chiedeva consigli su Ashley, o semplicemente a stargli vicino come amica. La sentì uscire dal bagno e si affrettò a vestirsi. –Allora, che ti va di fare?- gli chiese Soph mentre sistemava il letto, senza mai smettere di sorridergli. –Ti va un gelato?-
 
Dopo qualche minuto di camminata per arrivare al bar più vicino, Soph corse dentro, con il viso premuto sul vetro del banco dei gelati, come una bambina. Harry rise e le scompigliò i capelli. –Che gusti vuoi piccola?- Lei sorrise e indicò il cioccolato, prima di girarsi a guardare il ragazzo. Lui ordinò due gelati al cioccolato e ne passò uno a Soph, che iniziò a mangiarlo soddisfatta. Harry rise e la prese per mano, portandola fuori dal locale e sedendosi su un muretto, facendola sedere accanto a sé. Subito Soph si sporcò la bocca, e quasi metà faccia, di gelato, senza preoccuparsi che qualcuno potesse vederla. –Ma come sei bella oggi, nuovo rossetto?- la prese in giro lui mentre mangiava il suo gelato, ricevendo come risposta una linguaccia di lei. –Harry.. ma quella non è la tua ragazza?- il tono di voce di Soph lo preoccupò, e finì il gelato mentre si girava lentamente. Appena in tempo per vedere Ashley che si avvicinava a un ragazzo per baciarlo.
 
Soph restò seduta sul muretto a mangiare il suo gelato, mentre Harry correva incontro a Ashley, separandola dal ragazzo. Era troppo lontana per sentire cosa si dicevano, ma vide benissimo il calcio che tirò Harry a quel tipo, che scappò senza degnare di un’occhiata Ashley. Lei, nel frattempo, sembrava stesse cercando di spiegare a Harry che aveva visto male, che si era sbagliato. Lui continuava a far cenno di no con la testa, dopotutto aveva visto benissimo com’erano andate le cose. Ashley gli prese le mani, ma lui si allontanò. –Ti avevo anche detto che ti amavo.. Non farti più vedere.- Soph sentì dire solo questo a Harry, prima di allontanarsi da Ashley e tornare verso di lei. –Va tutto bene?- gli sussurrò poggiandogli una mano sul braccio, cercando il suo sguardo, che lui teneva fisso sulle sue scarpe. –Andiamo via Soph.-
Lei scese dal muretto e si pulì in fretta la faccia con la mano, prima di seguire Harry che si era incamminato verso la spiaggia. –Potresti almeno aspettarmi!- gli urlò quando ormai erano già quasi in riva al mare. Harry si girò e la guardò sorridendo.
–Dai, come sei lenta!- Sbuffò, con una smorfia di disappunto. Soph lo guardò, fingendosi offesa, e gli corse incontro spingendolo in acqua. Lui risalì a galla e la guardò con la bocca spalancata e si tolse i capelli bagnati dal viso. –Questo non dovevi farlo.- sussurrò a denti stretti e prese Soph per una caviglia, facendola scivolare in acqua e tenendola giù per qualche secondo.
–Stronzo! Ti odio!- urlò lei quando riuscì a riprendere aria, annaspando prima di appoggiarsi a lui per tenersi a galla. –Ti odio anch’io.- rispose lui, guardandola negli occhi serissimo. Dopo qualche secondo, accennò un sorrisetto e la prese meglio in braccio per farla reggere a sé. –Scherzo stupida.- Soph continuò a tenergli il broncio. –Mi hai fatto spaventare.- Stavolta fu lui a guardarla un po’ preoccupato, ma lei non resistette per più di qualche secondo, scoppiando a ridere. –Scherzavo.-
Fece per sciogliersi dalla sua presa, scostandogli piano le braccia, ma lui la strinse ancora più forte a sé. –Non ti piace stare con me?- disse lui con un sorriso malizioso, mentre le lasciava un bacio dolce sul collo. Soph si irrigidì appena tra le sue braccia, mentre lui continuava a lasciarle baci sul collo, poi, lentamente, portò il viso all’altezza di quello della ragazza. Lei stava trattenendo il fiato, guardandolo negli occhi e tenendolo stretto. Harry sorrise ancora, prima di baciarla dolcemente, a lungo. Soph esitò un secondo solo, poi si lasciò andare e ricambiò il suo bacio, facendo scivolare la mano in quella del ragazzo.
–Non mi hai risposto.- sussurrò Harry senza allontanarsi, parlando sulle labbra della ragazza.
-No, non mi piace.- rispose Soph sorridendo e lui fece per allontanarsi, senza riuscire a muoversi: lei lo teneva troppo stretto.
–Io amo stare con te.- sussurrò alla fine, senza trattenersi dal baciarlo ancora. 
  
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