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Autore: EternityLoveDESK    14/05/2013    2 recensioni
Damon ed Elena hanno litigato.. non è una novità questa, ma il litigio che li ha visti protagonisti, è stato molto forte.. tanto da tenerli separati molte settimane.
Elena non si è fidata di Damon, dopo tutto quello che lui ha fatto per proteggerla.. ha preferito ancora una volta Stefan..
Adesso, tuttavia, è tempo di riflettere e ammettere i propri errori, si da parte di Elena che di Damon.. solo che, la serata che lei sceglie per chiarire, sarà proprio quella sbagliata.. o forse no?
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Just a Wish


Eccoci ritornate con un'altra delle nostre storie-role.
Questa volta tutto parte da un litigio, che quì non racconteremo, nato perchè ancora una volta Damon vede Elena fidarsi di Stefan, che fa passare lui per bugiardo.. ma Damon SA di avere ragione stavolta, e non accetta questa ingiusta decisione.
Passa più di un mese, da questa lite a quando, Elena, dopo aver scoperto che si, Damon aveva ragione, decide di andare a chiarire, e lo cerca per tutta la città, senza trovarlo..
Grazie all'inaspettato consigio di una Katherine diversa da come ce la immaginiamo di solito, Elena riesce a trovarlo alla fine, e per la prima volta in quasi due secoli, Damon trascorre in compagnia di un'altra persona, il giorno più triste e doloroso della sua vita: il suo compleanno.

Prima di lasciarvi alla lettura, come sempre vi ricordo che queste ff nascono da delle Role, Giochi di Ruolo, quindi i Pov, saranno alternati frequentemente, uno per ogni commento.
Buona lettura,
D.



-DAMON-
Madre sbrigatevi, fate presto dovete venire a vedere le nuove rose che il giardiniere ha piantato l'autunno scorso, sono in fiore ora, ed emanano un profumo buonissimo.. *dissi felice a mia madre, stringendole la mano come sempre freddissima, mentre troppo lentamente per i miei gusti, attraversavamo i prati della tenuta diretti verso il suo amato roseto dove prima che si ammalasse eravamo soliti passeggiare.
Ero così eccitato dal fatto che dopo tante settimane, fosse finalmente riuscita ad alzarsi dal letto che non stavo più nella pelle.. Era il più bel regalo di compleanno che potesse farmi..
Sollevai il viso verso il suo e la vidi sorridermi, con quell'aria un po' misteriosa con cui negli ultimi giorni era solita guardarmi.
Quando andavo a leggere per lei nella sua stanza il pomeriggio, spesso sollevando gli occhi dai libri la vedevo incantata ad osservarmi come se potesse vedere qualcosa a me sconosciuto..
Anche in quel momento mi guardava allo stesso modo, mentre camminava sempre più lentamente per il giardino.
Vidi la sua cameriera personale avvicinarsi e porgere il braccio chiedendole premurosamente se fosse stanca, ma lei scosse caparbiamente la testa, muovendo i capelli lunghi e neri proprio come i miei.
Incrociai nuovamente i suoi occhi azzurri sempre penetranti, che facevano paura a tutti i bambini che la vedevano, per la loro intensità, mentre mi chiedeva se davvero quelle rose erano così profumate..
Fermandomi un istante al suo fianco, mi limitai ad annuire, accorgendomi di quanto strana fosse mia madre oggi..*
Guardate, hanno preparato tutto per il nostro pranzo all'aperto.. *dissi indicando un punto in riva al lago, alle nostre spalle.
Per via di una promessa fattami da mia madre, quando annunciò di aspettare mio fratello Stefan, una volta alla settimana pranzavamo sempre in quel posto, seduti su coperte stese per terra.. Era il nostro momento quello, in cui lei era solo mia..
La sua salute, tuttavia, dopo la nascita del mio fratellino, si era aggravata, e quell'abitudine era diventata una vera e propria rarità.
Non mi era parso vero quando quest'oggi dopo colazione, l'avevo vista entrare in biblioteca dove studiavo con il mio precettore, e congedare l'uomo dicendo che un bimbo di 8 anni non doveva studiare, nel giorno del suo compleanno.*
Aspettatemi li, vi porto alcune di quelle rose che ne dite? *domandai ansioso di vederla felice e spensierata nuovamente, come quando passeggiavamo nel roseto.. Lei si limitò ad annuire, accarezzandomi il viso con un sorriso, mentre di corsa mi allontanavo, per raggiungere il cespuglio delle rose bianche, le sue preferite, e coglierne un po' per lei.
Feci in tempo a prenderne solo una, prima di sentire l'urlo della sua cameriera che la chiamava per nome..*
Isabelle.. *non avevo mai sentito il nome di mia madre pronunciato con tanto dolore, e quando mi voltai verso di loro, capii il perché.
Era caduta fra le sue braccia, ed ora erano entrambe a terra, li dove le avevo lasciate, e dall'interno della tenuta gli uomini accorrevano verso di loro, trafelati.*
Mamma.. *anche io cominciai a correre verso di lei, stringendo la rosa fra le dita fino a ferirmi la mano con le spine, e quando la raggiunsi, lei aveva ancora gli occhi aperti, e sorrideva tranquilla, quasi a voler calmare lei me..*
Mamma cosa ti succede? *domandai nonostante il terrore mi spingesse già a capire quello che stava succedendo..
Con una mano, lei prese la mia, che stringeva ancora quella rosa, e la fece avvicinare al proprio viso, per annusarla..* avevi ragione.. profuma davvero.. *mi disse pacata..*
No Damon.. Non devi piangere, sei un bravo bambino, i bravi bambini non piangono.. *allungando la mano fece scomparire le lacrime dalle mie guance, lacrime che non mi ero nemmeno reso conto di versare.. Annuii in risposta a quel suo gentile rimprovero, ero un bravo bambino, non avrei pianto.. Con la mano libera mi pulii il viso da quelle lacrime, sperando potesse bastare..* devi stare vicino a tuo fratello, lo sai? Ha bisogno di te.. È' piccolo.. *sussurrò poi, volgendo lo sguardo verso la tenuta, dove stava Stefan..
Non feci nemmeno in tempo a risponderle, a dirle quanto bene le volessi, che i suoi occhi si chiusero e la mano che stringeva ancora la mia, cadde a terra senza vita.
Gli uomini della servitù , preceduti da mio padre, ci raggiunsero qualche secondo dopo, e brutalmente lui mi afferrò per la giacca spingendomi lontano da lei, incurante delle mie proteste e affidandomi alle cure della cameriera personale di mia madre..

Osservando il mazzo di rose bianche che la commessa del negozio di fiori aveva appena incartato per me, mi ridestai da quei ricordi, e senza nemmeno darmi pena di soggiogarla, pagai il conto ed uscii dal negozio.
Ogni anno, nel giorno del mio compleanno, venivo qui, compravo un mazzo di rose bianche per lei ed una bottiglia di bourbon per me, ed andavo a rendere omaggio a mia madre.
Non alla grande statua di marmo che raffigurava un angelo, che mio padre le aveva fatto costruire nel cimitero cittadino, ma nel posto che lei amava di più, e dove era morta.
Il roseto della vecchia tenuta Salvatore.
Nel punto dove era morta, il giardiniere aveva piantato un albero.. all'epoca mi sembrava una cosa così stupida, misera, ma con il passare degli anni mi ero dovuto ricredere, ed ora la rigogliosa quercia bianca di quasi 200 anni, si stagliava imponente nel giardino, proiettando la sua ombra sul prato.
Lentamente mi avvicinai, posando poi il mazzo di rose alla base del tronco, per poi rivolgere come ogni anno la stessa domanda, al nulla.*
Capirò mai perché mi hai lasciato? Tornerai mai fra noi comuni mortali per spiegarmi perché mi hai abbandonato quando avevo bisogno di te? *dissi alzando il tono della voce, parlando con l'albero..
Era ridicolo, eppure a volte, soprattutto quando ero piccolo, mi sembrava che il fruscio del vento fra le sue fronde, mi rispondesse.*
Sono troppo grande per credere al "posto migliore" o al destino che ti voleva via con se..
E sono dannatamente stanco che tutte le donne che amo nella mia vita, mi abbandonino quando sono stanche...
*sollevai lo sguardo, sedendomi ai piedi del l'albero e aprendo la bottiglia di bourbon che avevo portato con me..
Dopo un lungo sorso mi guardai attorno, vedendo come la desolazione di quel posto incolto e semi distrutto potesse essere la metafora della nostra famiglia..*
Da quando te ne sei andata si è sfacciato tutto lo sai anche tu.. Ora anche Stefan.. come posso rispettare la promessa che ti ho fatto? A questo non avevi pensato vero? A quanto stronzo tuo figlio sarebbe stato.. Però il cattivo ragazzo sono sempre stato io non è' vero?
*non c'era un filo logico nei miei pensieri in quel momento, così come le mie parole. Quasi duecento anni di ricordi vorticavano nella mia testa, ma sapevo che, se lei davvero mi stava ascoltando da qualche parte, avrebbe capito.*
Com'è che dicevi? Nonostante tutto ne sarà valsa la pena? *ricordavo che lo diceva sempre quando qualcuno moriva..
Quando ero piccolo, fra guerre e giovani morti in battaglia e malattie banali che erano in grado di uccidere interi villaggi, la morte era qualcosa con cui si doveva imparare ad avere a che fare fin da bambini.. e quando capitava, lei diceva sempre quella frase..*
Un giorno capirò cosa intendevi forse.. ma per ora l'unica cosa che vedo e' un vuoto una lunga serie di vuoti dove una volta c'erano le persone che amavo, e che niente e nessuno sarà mai in grado di riempire.. Davvero ne vale la pena? *Scettico e stanco mi rialzai da li, battendo un paio di volte la mano sul tronco, quasi a volerlo salutare, e poi andai a sedere in un punto più lontano di quel che rimaneva del giardino, dove una volta un lungo colonnato in marmo disegnava un percorso, mentre ora tutto quello che rimaneva erano un paio di colonne crollate, in riva al lago.
Appoggiai la schiena a una colonna, con la bottiglia vuota lasciata per terra, e chiusi gli occhi, sperando almeno per qualche ora di potermi abbandonare all'oblio come anche lei aveva fatto, decine e decine di anni fa..*


- ELENA -
*Non avevo idea da quanto tempo stessi vagando per strada senza alcun risultato dovrei aggiungere.
Non riuscivo a capire dove mai si fosse nascosto Damon ed avevo provato a chiamarlo più volte, senza, ovviamente, alcun risultato.
Mi stava evitando o meglio da quel che Katherine aveva detto stava evitando il mondo intero ed iniziavo ad odiare ancora di più quella vampira saputella per non avermi rivelato nulla.
Sapevo di non essere tra le sue grazie ma avrebbe potuto fare un'eccezione per una volta a meno che non fosse sicura che lui non mi voleva con sè in quel giorno.
Non riuscivo a capacitarmi del perchè lui volesse trascorrere il compleanno senza nessuno vicino, era pur sempre uno dei giorni più importanti nella vita di tutti.
Non potei che ripensare al mio diciottesimo compleanno, a quanto stessi male in quel periodo ma lui era lì, vicino a me ed io avrei fatto lo stesso soprattutto dopo il nostro incontro di quella mattina.
Non riuscivo a non pensare a quanto fossi stata stupida nel nascondermi dietro al mio orgoglio invece di essere, per una volta, la persona che riconosceva in lui la ragione.
Scossi il capo quando dopo essere stata al Grill senza risultato, mi ritrovai in auto a pensare a dove sarei potuta andare; avevo setacciato l'intera cittadina senza nessun risultato: sembrava scomparso.
Fu un attimo, una sorta di lampo di genio che mi fece tornare la speranza: le parole di Katherine erano state chiare, voleva un luogo dove "trascorrere da solo quel giorno" ed io sapevo dove nessuno mai avrebbe potuto trovarlo.
Partii a razzo ed imboccai la statale che mi avrebbe portato in meno di mezzora in quel luogo abbandonato da tutti ma non dai fratelli Salvatore: la vecchia tenuta del loro padre era lì, immersa tra il verde, silenziosa e non appena vi arrivai davanti i ricordi della mia visita qui insieme a Stefan si fecero sempre più vivi.
Li riscacciai subito perchè non mi interessava tutto questo, non era una visita di piacere ma dovevo rimediare al male che avevo fatto e continuavo a fare all'unica persona che mai mi aveva voltato le spalle.
Raccolsi la bottiglia di Bourbon che avevo portato con me e dopo aver spento il motore scesi dall'auto e mi avviai verso l'ingresso.
Era tutto sbarrato, chiuso e qualcosa mi diceva che lui non si trovasse in quella piccola parte di edificio ancora intatta.
Voltai l'angolo e notai il cancello che portava al vecchio giardino della tenuta e lo attraversai, attenta ai vari ostacoli che si ergevano davanti a me.
Vidi in lontananza quel laghetto incredibilmente pulito nonostante l'abbandono e lo vidi: notai la sua chioma bruma che non potevo non riconoscere.
Mi incamminai piano anche se ero certa mi avrebbe sentito arrivare ed appena fui a pochi passi da lui mi fermai.*
So che odi le feste per determinate ricorrenze ma non c'è cosa più triste che passare il compleanno tutto solo..
*esordii con quelle parole, cercando di mantenere la calma nonostante fossi terrorizzata da una sua eventuale reazione negativa alla mia presenza..*


-DAMON-
*Il tempo, certe volte, pareva prendersi letteralmente gioco di noi, questo era assodato, anche se quando si è un vampiro, è più difficile rendersene conto.
Ogni anno, negli ultimi centosessant'anni, avevo desiderato che quel giorno non arrivasse, che semplicemente il calendario si dimenticasse di quella dannata data.
Ma ogni anno eccola li a torturarmi con i ricordi...
Il tempo, tuttavia, si divertiva anche a giocare rallentando il proprio scorrere, e beffandosi di me.
Avevo chiuso gli occhi, dopo aver finito l'ultimo goccio di bourbon nella bottiglia che ora giaceva vuota accanto a me, e semplicemente avevo sperato in cuor mio che questo bastasse, che quella notte silenziosa per la prima volta trascorresse leggera e se ne andasse portando con se tutti i dolorosi ricordi che ogni anno mi tormentavano.
Ne avevo passate troppe nell'ultimo periodo.. e se una specie di divinità dei vampiri esisteva, almeno questo me lo doveva...
Sfortunatamente, senza nemmeno sapere quanto tempo fosse passato da quando avevo chiuso gli occhi, appoggiandomi ad una delle colonne semi distrutte, cadute nel corso dei secoli, quando sentii una voce fin troppo familiare, chiamarmi, e rivelarmi quasi orgogliosamente di sapere per quale motivo fossi qui, ebbi la ferrea certezza che se una volontà superiore esisteva davvero, dovevo averla indispettita parecchio, perchè la presenza di Elena, in quel luogo, proprio quella sera, era la ciliegina che non serviva a quella giornata.*
Avevo l'ottima compagnia di un bourbon che conservavo per le occasioni speciali, qui con me.. quindi direi che non ero affatto solo, non credi? *domandai tenendo gli occhi chiusi, mentre un sorriso amaro mi si dipingeva sul viso.
Di scatto mi voltai verso di lei guardandola dritta negli occhi.. che cosa era venuta a fare qui, quando senza ombra di dubbio, Katherine le aveva detto che non desideravo vedere nessuno nel giorno del mio compleanno?*
Come mai sei venuta a cercarmi stasera? *chiesi guardandola, sapendo bene l'effetto che i miei occhi avevano su di lei....*


- ELENA -
*Il suo tono era piatto anzi forse leggermente infastidito da quella presenza che gli stavo imponendo e che sicuramente non era ciò che voleva.
Le parole di Katherine risuonavano continuamente nella mia mente e non potevo far finta che non fosse un azzardo il mio, presentarmi lì convinta di fargli cambiare idea sull'idea di solitudine che desiderava in quel giorno.
Notai la bottiglia vuota di Boubon e pensai che forse non era così una cattiva idea avergliene portata un'altra ed ero quasi pronta a fare un passo verso di lui se non fosse che si voltò e mi inchiodò con quegli occhi fissi nei miei.
Rimasi silenziosa per qualche secondo perchè davvero non sapevo quale risposta avrei potuto dare alla sua domanda e così cercai di escogitare qualcosa per uscire da quel momento alquanto imbarazzante e teso.*
Ti ho portato il mio regalo di compleanno..
*gli allungai la bottiglia che tenevo stretta tra le mie mani cercando di lasciar uscire un sorriso che non sembrasse teso così quanto in realtà ero io.
Non potevo sperare di cavarmela così e a dire il vero un motivo basilare per la mia presenza in quel posto c'era.*
E beh volevo rimediare al nostro incontro disastroso di questa mattina. Non mi va che i nostri rapporti siano, come dire, così tesi..
*piegai il capo di lato mentre stringevo ancora tra le mani quella bottiglia e speravo di non essere cacciata malamente anche se forse avrebbe potuto farlo benissimo.*


-DAMON-
*Sapevo bene che la stavo provocando con quella domanda, anzi più propriamente, mettendo alle strette, per il semplice fatto che non avrebbe mai voluto ammettere di avere torto.
Il vero problema al momento, era che era stata una lunga, lunghissima giornata, avevo bevuto un'intera bottiglia di bourbon e lei me ne aveva gentilmente portato una seconda, ed ero, ancora, parecchio arrabbiato con lei per quello che era successo.
Era il giorno del mio compleanno... non avrebbe dovuto essere quì.. nessuno avrebbe dovuto esserlo...
Voltai il viso, smettendo di guardarla e metterla in difficoltà, e fissai le increspature di quel lago, che riflettevano il cielo e le sue sfumature...*
Pare che tu conosca bene i miei gusti... *commentai riferendomi a quella bottiglia, potendo benissimo leggere il nome e l'annata del liquore che mi aveva portato.
Stavo volutamente evitando di rispondere, più perchè non era saggio che per mancanza di cose da dire, riguardo al nostro rapporto... ma alla fine, decisi di sputare il rospo...
Aveva commesso un errore, e probabilmente ne era consapevole, ma ne aveva commesso un altro venendo qui stasera...*
Cosa siamo noi Elena? *domandai in tono piatto, tornando a guardarla nuovamente...*
Non è sempre stato così fra noi? in bilico fra i momenti in cui mi odi, e quelli in cui hai bisogno del mio aiuto?
I nostri rapporti sono tesi, lo sono sempre stati.
*Ero stato molto duro con quelle parole, ne ero consapevole... e c'erano tante cose che non avevo detto, ma che lei sapeva comunque, come il fatto che una delle cose che rendevano tesi i nostri rapporti, era il fatto che fossi innamorato di lei, mentre lei amava mio fratello.. o come il fatto che, ancora mi tornavano in mente le parole di mio fratello, avrei dovuto rassegnarmi all'idea che il suo rispetto e la sua fiducia non mi sarebbero mai appartenuti, e ne avevo avuta una chiara dimostrazione in quel mese di lontananza....*


- ELENA -
*Non ero una psicologa ma che si fosse voltato dall'altra parte ed avesse smesso di guardarmi non era affatto un buon segno.
Era chiaro e palese che non mi voleva lì e la sua risposta alla mia domanda ne fu l'ennesima dimostrazione.
Mi guardava forse con disprezzo per la prima volta da quando lo conoscevo e sentivo tutta la mia convinzione nell'essere lì vacillare ogni secondo di più, ogni volta che mi soffermavo a fissare quegli occhi inflessibili nei miei confronti.*
Si forse sono un'egoista approfittatrice ma vedi sono anche molto testarda e risoluta.
*mi avvicinai a lui senza alcun timore, in fin dei conti vederlo seduto mi faceva quasi pensare di avere una sorta di vantaggio fisico nei suoi confronti: ero in piedi, sfrontata come poche volte ero stata e non mi sarei lasciata abbattere.*
Ho sbagliato a venire a cercarti quando mi è stato riferito che non volevi nessuno, me ne pentirò probabilmente già fra qualche ora, ma ora sono qui e non ho intenzione di andarmene Damon.
*posai la bottiglia di Bourbon a terra vicino a lui e poi allargai le braccia..*
Quindi puoi approfittarne e dirmi ogni cattiveria che ti sovviene, puoi rinfacciarmi ogni cosa, dirmi il famoso "te l'avevo detto Elena" riguardo a tuo fratello..
*tornai con le braccia lungo il corpo e presi fiato dopo quella sorta di monologo..*
..ma rassegnati all'idea che non me ne andrò di qui, non con noi due legato da un rapporto così teso.
*sapevo di non aver risposto alla sua prima domanda ma il motivo era semplice: non sapevo nemmeno io cosa fossimo l'uno per l'altro.
Era un rapporto davvero molto complicato da poter spiegare e non ero così tanto lucida da poter cercare le parole adatte in quel momento.*


-DAMON-
*La ascoltai in silenzio mentre non rispondeva alle mie domande ma mi chiariva la sua intenzione di rimanere qui con me, pur sapendo che avrei potuto trattaria male..
Quando alla fine rimase in silenzio, guardandomi, sfidandomi quasi a mandarla via, così come aveva fatto ad ogni sua parola, non riuscii a non scoppiare a ridere.
Per un attimo aveva assunto un cipiglio così vagamente minaccioso mentre io la fissavo dal basso.. Mi aveva ricordato Lei così tanto..*
Anche quando ero umano c'erano momenti in cui volevo stare solo sai.. *cominciai, senza nemmeno rendermi conto del fatto che invece di rispondere a tono, le stavo per raccontare di quella storia..*
In quei momenti, nessuno osa avvicinarsi, nemmeno mio padre..
*Abbassai nuovamente gli occhi, perdendomi in quei ricordi di quando ero un bambino, e dei momenti vissuti qui, prima di continuare..*
Solo mia madre riusciva a farmi ragionare quando mi intestardivo...
Ricordo che una volta, quando annunciarono l'arrivo di un altro figlio, mi arrabbiai talmente tanto che non volevo più rientrare in casa.
Allora venne qui, con un cestino pieno di cose da mangiare, e stese una coperta sull'erba dicendomi che non sarebbe cambiato nulla, lei mi avrebbe amato allo stesso modo, anche dopo l'arrivo del fratellino o sorellina.. *sorrisi istintivamente pensando a quanto profetiche fossero state quelle parole perché era cambiato Tutto dopo la nascita di Stefan..*
Da quel giorno, una volta alla settimana facevamo un picnic sull'erba, solo noi due.. Era il momento in cui lei era solo mia..
*Nuovamente mi voltai verso Elena, ancora in piedi davanti a me, e presi fra le mani la bottiglia, facendole un cenno del capo, per ringraziarla, mentre toglievo il tappo..*
Me la ricordi a volte, sai?
*C'era molto dietro quella frase, più di quanto potesse immaginare forse, ma una parte di me sapeva che lei avrebbe capito cosa le volevo dire con quelle parole..
Quei momenti, mentre volevo allontanarmi dal mondo, era come se la compagnia di qualsiasi persona potesse ferirmi, mentre avere accanto mia madre mi faceva stare bene.. Questa sera con lei.. era lo stesso..*


- ELENA -
*Avevo assunto un tono minaccioso che suonava ridicolo anche alle mie orecchie eppure sentivo che era esattamente ciò che volevo.
Non potevo andarmene non lasciando che i rapporti fra noi fossero così tesi; ero andata sino a lì per risolvere ed aggiustare le cose e non mi sarei arresa facilmente.
Mi aspettavo, tuttavia, di essere cacciata perchè lo conoscevo, sapevo perfettamente quanto fosse testardo e risoluto ma ciò che disse mi stupì e non poco.
Iniziò a parlare di sè, di un passato che conoscevo poco se non dalle labbra di Stefan ma sentire lui parlare in quel modo della madre mi lasciò del tutto senza fiato.
Non amava farsi vedere in difficoltà, spaventato o peggio ancora così insicuro riguardo a cose come questa.*
Non mi avevi mai parlato di tua madre..
*lasciai uscire solo quelle parole nonostante avessi capito tutto quanto, avessi compreso ciò che con quella semplice frase aveva voluto dirmi.
L'insicurezza che sentivo in quel momento iniziò a poco a poco a svanire e così feci un ulteriore passo verso di lui e mi sedetti, esattamente al suo fianco e presi dalle sue mani la bottiglia che teneva fra le mani.*
Non c'è di che..
*bevetti un sorso di quel liquido che tanto amava e deglutii a fatica per quanto bruciava alla gola.
Lo riconsegnai a Damon e cercai di dire qualcosa, nonostante mi sentissi totalmente non in grado in quel momento in cui non potevo che pensare a quella frase "era il momento in cui lei era solo mia".*
Mi dispiace di non essermi fidata di te, mi dispiace di non averti creduto quando in fondo sapevo che non mi avresti raccontato bugie sicuro di ferirmi.
*Avevo cancellato il mio orgoglio, avevo cercato di rimediare sperando che non fosse troppo tardi e poi mi voltai a guardarlo sperando che lui facesse altrettanto.*
Ti andrebbe di passare il compleanno insieme? So che ti ho imposto la mia presenza ma vorrei rimanere ancora un altro pò a farti compagnia, se ti va...


-DAMON-
*Quando la sentii sedere al mio fianco, dopo qualche attimo di esitazione, e bere un sorso di liquore, rispondendo ad un grazie che a parole non avevo detto, capii che aveva compreso perfettamente quel che a parole non avevo, di proposito, voluto esprimere..
Dopo un lungo sorso di bourbon, che mi permise di riflettere su quello che aveva detto, tornai a guardarla con un lungo sospiro...*
Beh.. in fin dei conti di tutte le compagnie possibili, non sei la peggiore no? E poi hai portato da bere... *risposi alla sua ultima domanda, con un voluto riferimento a quella conversazione che ormai sembrava vecchia di anni, avvenuta invece poco meno di un anno prima, quando ancora non ci conoscevamo così bene.. ed io ero solo il fratello di Stefan.. il fratello stronzo e menefreghista.
Tornai a guardare davanti a me, riflettendo su questo punto, e sapendo bene che prima di poter "passare oltre" dovevamo ancora chiarire quel discorso...*
Ti ho mentito... ti ho mentito eccome.
Non ti ho detto che avevo una traccia per seguire i movimenti di Stefan, questa estate, ne che avevo incontrato mio fratello il pomeriggi del tuo compleanno.
E lo rifarei anche ora, per il semplice fatto che stavo proteggendo te, dal mostro che lui sa essere quando vuole...
*Ero certo che ricordasse un concetto che pochi mesi prima le avevo espresso a chiare lettere: davanti a qualunque scelta, io avrei scelto lei, anche davanti a mio fratello.
Stavo per aggiungere qualcosa.. qualcosa che, pensandoci lucidamente, in effetti non avrei dovuto dire, e questo fece nascere in me un mezzo sorriso, mentre aprivo nuovamente la bottiglia, lanciando poi il tappo in acqua certo che non sarebbe servito ancora per molto...*
Sai che non sono abbastanza sobrio, ne abbastanza ubriaco per affrontare ora questo discorso si? *mi voltai guardandola con un sopracciglio alzato, vedendole le guance un pò arrossate per via del liquore, che sapevo, detestava...*
lo so che ti fa schifo sai? e infatti le brave ragazze non dovrebbero bere... *scoppiai poi a ridere perchè detto da me proprio non si poteva sentire e poi fu il mio turno di farle una domanda...*
nemmeno Stefan ti aveva mai parlato di nostra madre?


- ELENA -
*Captai perfettamente il riferimento a quella conversazione che avevamo fatto parecchio tempo prima di ritorno da Atlanta.
Molte cose erano cambiate da allora, noi due lo eravamo e sentivo quanto il nostro rapporto fosse evoluto adesso.
Tornai con il pensiero a quel momento non appena mi disse quelle cose di cui non ero a conoscenza ma non mi arrabbiai per il semplice fatto che sapevo perfettamente che ogni cosa che aveva fatto l'aveva compiuta per me, perchè non stessi male, perchè non soffrissi più di quello che già stavo facendo dopo la scomparsa di Stefan.
Rimasi perplessa nel vederlo sorridere forse perchè appena arrivata qui non sembrava per nulla l'emblema della felicità e poi tornai seria anch'io nel sentire quella domanda.*
Stefan non mi ha mai parlato molto di voi due umani, per capirci.. nè della vostra famiglia.
Diceva solamente che tu avevi un bellissimo rapporto con tua madre, piuttosto che con vostro padre..
*alzai le spalle scuotendo poi il capo..*
Non ho mai saputo altro a riguardo. A dire il vero ti stai aprendo più tu adesso che lui nel periodo in cui stavamo insieme..
*abbassai lo sguardo per poi rialzarlo subito incontrando nuovamente i suoi occhi e sapevo che avrei dovuto rompere quella tensione in un modo o nell'altro..*
E comunque si, non è tra i liquori che preferisco ma oggi farò uno strappo alla regola e lo berrò insieme a te..
*gli rubai la bottiglia nuovamente dalle mani e ne bevvi ancora, con lo stesso risultato precedente oltre che con un aumento del calore che percepivo..*
Se mi ubriaco mi riaccompagni a casa tu vero?
*scoppiai a ridere mentre appoggiavo a terra quella bottiglia e in quell'istante una domanda fuoriuscì dalle mie labbra, incontrollata.*
Che regalo vorresti per questa giornata?


-DAMON-
*Sorrisi per quella battuta sull'ubriacarsi, scuotendo la testa divertito, mentre in realtà riflettevo su quella sua domanda....
Un regalo per il mio compleanno?*
Non festeggio il mio compleanno da.. da quando avevo otto anni... *non avrei mai dimenticato quel giorno.. il mio ottavo compleanno...*
Non mi stupisce sai che non te ne abbia parlato.. Era troppo piccolo quando nostra madre è morta, per potersela ricordare per bene.. aveva poco più di tre anni...
Sai come funzionava all'epoca no? Donne giovani, date in sposa che erano ancora quasi ragazzine, a uomini molto più vecchi.. la qualità della vita non era quella di adesso... *per quanto mi sforzassi di mantenere il tono calmo, l'indignazione che ogni volta mi colpiva quando parlavo dell'argomento era incontenibile....*
Il mio parto non fu semplice, e mia madre per poco non morì.. quando si riprese il medico le disse che avere altri figli sarebbe stato molto pericoloso, che aveva visto molte donne nelle sue condizioni, morire e far morire anche il bambino se avessero tentato una nuova gravidanza... ma all'epoca avere un solo figlio era un disonore quindi mio padre.. le fece pressioni, negli anni successivi e quattro anni dopo la mia nascita venne concepito Stefan...
*mi voltai verso di lei, riprendendo fiato, certo della domanda che si sarebbe a questo punto formata nella sua mente...* sopravvisse al parto.. si... ma la sua salute da quel momento fu.. compromessa diciamo così.
Si era compromessa... per accontentare i capricci di un marito che la tradiva con qualsiasi cameriera o governante che passasse per casa nostra... *serrai i pugni, mentre ripensavo allo sconforto di mia madre, quando lui osò addirittura portare la sua "amante ufficiale" in casa nostra, sotto il suo stesso tetto.. era così che era stata portata avanti la casata dei Salvatore dopo la morte mia e di Stefan.. grazie a figli bastardi, avuti dai suoi tradimenti.*
Tenne duro per circa tre anni.. durante i quali un raffreddore per lei era una polmonite, persino una banale allergia si trasformava in qualcosa che la costringeva a letto per settimane.. ma non mancava mai i suoi doveri di madre.. non dimenticava mai di festeggiare il mio compleanno qui sul lago che suo marito le aveva regalato dopo la mia nascita...
Anche quel giorno fece preparare un picnic.. nonostante stesse male.. ma non voleva deludermi.. *il mio sguardo si perse verso il prato che costeggiava il laghetto artificiale, come se fosse nuovamente quella mattina autunnale, quando la vidi venire verso di me accompagnata dalla dama di compagnia...*
Cercarono in ogni modo di dissuaderla, ma era così testarda.. *a quel punto del racconto, ormai quasi al termine, la mia mascella si contrasse involontariamente prima di continuare...* la vidi cadere a terra nel bel mezzo del prato, mentre stava venendo da me... per festeggiare il mio compleanno, Elena.. e morì così, su quel prato.. senza che nessuno potesse fare niente per salvarla... e adesso.. da adulto posso dire che non è stata colpa mia.. ma all'epoca ero solo un bambino di otto anni, a cui suo padre rinfacciò a vita di essere stato la causa per cui sua moglie si era ammalata ed era poi morta... quindi non so.. per rispondere alla tua domanda... vorrei non aver festeggiato quell'ottavo compleanno forse... ma in ogni caso sarebbe successo comunque...
*appoggiai la testa alla colonna caduta a cui entrambi eravamo appoggiati, e mi voltai a guardarla un istante, distogliendo poi lo sguardo mentre bevevo un lungo sorso di liquore... avrei potuto indossare la mia solita maschera di indifferenza e dire qualcosa per alleggerire l'atmosfera.. ma per un solo giorno all'anno mi concedevo di essere triste...*


- ELENA -
*Se qualcuno mi avesse detto che Damon Salvatore sapeva parlare per più di due minuti filati non ci avrei mai creduto eppure in quel momento iniziò a farlo ed io ero troppo assorta ed interessata ad ascoltarlo per poter anche solo pensare per un secondo di interromperlo.
Quasi non respirai nel sentire quella storia tristissima e quasi mi sentii sollevata nel sentire che non era stato mettere al mondo Stefan a far morire la loro madre anche se si, forse in parte il problema era stato proprio quello.
Per un secondo pensai che Damon potesse arrivare ad odiare il fratello per quel motivo ma dal modo in cui parlava del padre sapevo a chi in realtà desse tutta la colpa.
Rimasi completamente disgustata nell'udire di un padre che colpevolizzava un bambino così piccolo per la morte della madre e fu in quel momento che vidi in lui qualcosa di diverso.
Il suo sguardo perso, quell'aria triste e malinconica mi fece subito intuire quanto lui stesso si fosse colpevolizzato probabilmente in tutti questi anni e non so cosa fu, non saprei spiegare il perchè di quel gesto ma posai una mano sul suo viso e lo feci voltare verso di me per poter baciarlo.
Un bacio lento, senza alcuna parvenza di malizia ma appena le mie labbra toccarono le sue capii di aver probabilmente compiuto uno sbaglio.*
Scusami.. non so cosa mi è preso..
*mi allontanai e scostai la mano dalla sua guancia non potendo far altro se non alzarmi..*
Io ora probabilmente dovrei tornare a casa...
*tremavo, la mia voce non usciva che insicura e sapevo di dovermene andare immediatamente da quel posto..*
..e comunque so che tu stesso ti sei sentito in colpa ma non dovresti. Non è morta a causa tua, ha compiuto quell'ultimo gesto perchè ti amava e per quanto tu lo possa credere impossibile, amarti in quel modo non lo è, non come pensi tu...
*distolsi nuovamente lo sguardo da lui, ancora una volta, e mi voltai certa che non sarei mai dovuta essere in quel posto, in quel momento.*


-DAMON-
*Non disse una parola, dopo che finii di parlare, e per un istante mi chiesi che cosa stesse pensando... ma ad un tratto sentii sulla mia guancia la sua mano, che attirava il mio viso verso il suo...
Un bacio.. o forse, meglio dire il semplice sfiorarsi delle labbra, ecco cosa accadde.. niente di più, ma sapevo, potevo intuire che ci fosse molto di più dietro.. forse un "ti voglio bene" che avrebbe forse voluto dire?
Si staccò pochi istanti dopo, alzandosi in piedi come se avesse preso la scossa, e scusandosi per quel gesto...
Mi alzai a mia volta, dopo quelle parole, che cercavano di farmi sentire, sicuramente, meno in colpa, e allungai la mano verso la sua accarezzandone il dorso con il pollice, per poi sfilarle le chiavi della macchina che aveva estratto.
Non avevo obbiezioni sul fatto che dovesse tornare a casa, ma di certo sul farla guidare, o lasciarla andare via da sola con Stefan in giro, ne avevo eccome.*
Guido io. *dissi semplicemente davanti al suo viso sorpreso..* direi che ci vuole ben altro che una bottiglia di bourbon per ubriacare me, mentre invece con te fa piuttosto effetto.. *lanciai uno sguardo al suo viso arrossato, e sorrisi lievemente...*
Coraggio ti riporto a casa.. *cominciai a camminare verso l'uscita, senza voltarmi verso di lei, certo che mi stesse seguendo, scocciata per la mia presa di posizione...*
Coraggio, non sono certo il vampiro più pericoloso che puoi incontrare per caso stanotte... *affermai arrivato al cancello per poi voltarmi e vedere quanto le mancasse per raggiungermi...* sono solo il più sexy.. *mentre copriva i pochi metri che la separavano da dove io mi ero fermato, mi voltai a guardare quel che rimaneva della tenuta, mentre ricordi sparsi, vagavano nella mia mente...*
Non ho mai detto a Stefan che la sua nascita ha aggravato le condizioni di salute di nostra madre.. ne ho mai ribattuto quando nostro padre mi accusava di questo... era solo un bambino, e poi un ragazzo... cresciuto senza sua madre... ma ora è un adulto Elena, e dovrà fare i conti con quello che sta facendo.
Potremmo farlo tornare a casa.. fargli rimettere la testa a posto per così dire.. ma è arrivato il momento che mio fratello venga messo non davanti ai suoi errori. ma alle sue responsabilità.. e per farlo avrò bisogno anche del tuo aiuto... *avrò bisogno che ti fidi di me.. qualsiasi cosa accada.. mi dissi, mentre riprendevamo a camminare verso la sua macchina...*


- ELENA -
*Lo vidi alzarsi e si ero agitata, scossa, tremante un mix di cose che lui non mi avrebbe reso facili da nascondere ma quando arrivò vicino a me l'unica cosa che fece fu togliermi le chiavi dalle mani.
Si stava preoccupando della mia guida con qualche goccio di bourbon in corpo invece di preoccuparsi per ciò che avevo appena fatto.
Avrebbe dovuto farmi piacere la cosa, tranquilllizzarmi ma non fece altro che farmi innervosire; odiavo l'idea che il mio gesto fosse passato così inosservato ai suoi occhi.
Lo seguii con il broncio che sicuramente lui aveva notato ma non credo potesse capire il vero motivo e la cosa, questa volta, mi tranquillizzava.
Sbuffai palesemente appena si autoelogiò come era solito fare e lo feci soprattutto perchè non volevo dargli alcuna soddisfazione a riguardo.
Una volta che fui vicina a lui mi soffermai ad ascoltare quelle parole e si, lui era il genere di fratello che evitava la verità pur di non fare del male a Stefan ed era pronto anche questa volta ad aiutarlo.*
Non so cosa io possa essere in grado di fare, ma avrai il mio appoggio Damon..
*non dissi altro e camminai velocemente verso l'auto perchè per la seconda volta quel giorno avrei avvicinato quelle labbra ma un secondo rifiuto non lo avrei assolutamente accettato.
Presi posto sul sedile passeggero e quando fu al mio fianco ed accese l'auto mi persi a guardare fuori dal finestrino senza dire una sola parola durante tutto quel viaggio.
Essere andata lì a riprenderlo in un certo senso, non era stata forse la mossa più azzeccata da parte mia ma non potevo mentire a me stessa: ero felice di sapere che lui non mi odiava e tutte le cose che aveva condiviso con me sarebbero comunque state un bellissimo ricordo.*


-DAMON-
*Guidavo tranquillo per le strade deserte a quel l'ora della notte, ed osservavo di tanto in tanto il riflesso di Elena nel vetro.
Non avevo risposto alla sua domanda su quanto avrebbe potuto fare per aiutarci con Stefan.. In realtà non avevo parlato proprio per il semplice fatto che in quel momento desideravo solo sentire nuovamente le sue labbra toccare le mie..
Una decina di minuti dopo, parcheggiai infine la macchina davanti a casa sua, e mi voltai a guardarla prima che scendesse..*
Credimi Elena se vuoi tu puoi fare veramente tanto..
Stasera hai fatto tanto.. *erano poche pochissime le persone che conoscevano la storia di mia madre e a nessuno ne avevo parlato io lei era stata la prima con la quale mi ero confidato..
Aprimmo insieme gli sportelli e la riaccompagnai fin sotto il portico camminando lentamente lungo il via letto.
Potevo vedere una linea sottile indurirle la mascella.. Era arrabbiata o turbata in qualche modo..
Poteva essere solo per quel bacio a cui continuavo a pensare..
Beh come non farlo.. Si certo aveva detto che era stato un errore ma per la prima volta mi aveva cercato lei..
Pensava forse che non avessi dato peso al gesto?
Dio se si sbagliava..*
Forse hai ragione però.. Non ci possiamo sentire in colpa se succede qualcosa che vogliamo con tutto noi stessi.. *dissi cambiando discorso all'improvviso poco prima che entrasse in casa, e quando si volto' verso di me, come se l'avessi richiamata, la afferrai per un braccio coprendo la distanza che ci separava, e potendo sentire il suo sospiro sulle mie labbra un attimo prima che la baciassi..
Una mano immersa fra i suoi capelli, alla base della nuca, e l'altra a cingerle un fianco, per tenerla vicino a me..
E per una volta, davvero non mi sarei pentito di volere quello che volevo, perché per la prima volta sentivo che lo desiderava anche lei, che in quel bacio c'eravamo tutti e due..*


- ELENA -
*Quel silenzio iniziava a farsi pesante ma dovetti sopportarlo ancora per poco perchè nel giro di qualche minuto arrivammo davanti a casa mia finalmente.
Mai avevo affrontato un viaggio più pesante per il semplice fatto che odiavo quel genere di tensione.
La sua voce fece nuovamente capolino nell'abitacolo a dirmi quelle parole che forse in parte già conoscevo.
Sapevo perfettamente quanto lui fosse schivo e riservato e quella storia così personale non poteva che averla raccontata solo a me; lo pensavo veramente forse anche un pò troppo ottimisticamente parlando.
Scendemmo dall'auto e nonostante tutto non riuscivo a togliermi dalla testa il fatto che era stato indifferente a quel gesto che avevo compiuto.
Non riuscivo a dimenticare quel gesto non ricambiato e quando fummo vicino all'ingresso sapevo che sarei tornata a respirare dopo aver trattenuto il fiato per troppo tempo.
Nuovamente furono le sue parole a riecheggiare fra noi ma questa volta non ne capii il senso; lo guardai piegando il capo di lato e voltandomi verso di lui e fu un solo istante.
Mi ritrovai fra le sue braccia e nuovamente con quelle labbra premute sulle mie.
Avrei dovuto allontanarmi, spingerlo a mollare la presa su di me ma non lo feci e ricambiai quel bacio quasi come fosse una liberazione.
Potevo ora capire che non era stata indifferenza la sua ma che pensava a quel mio gesto esattamente tanto quanto lo avevo fatto io.*
Forse dovrei allontanarmi ed entrare in casa...
*sospirai quelle parole appena staccai le labbra dalle sue rimanendo ancora troppo pericolosamente vicino a lui.*
Voglio... voglio solo che tu sappia che non l'ho fatto per ciò che mi hai raccontato, per compassione, per il bourbon o altro...
*la voce mi tremava come poche volte in vita mia ma riuscii a dire ciò a cui tenevo perchè non avrei sopportato l'idea che lui pensasse che era stato un gioco.
Fissai i suoi occhi ed allo stesso tempo sentivo quanto non riuscissi ad allontanarmi da lui, quanto desiderassi che tenesse ferma la stretta su di me perchè ero troppo orgogliosa e forse spaventata a dirgli che non volevo andarmene ma allo stesso tempo, rimanere con lui così, mi sembrava all'improvviso giusto, la cosa migliore che potessi fare..*


-DAMON-
*Continuai a baciarla, sospirando quasi in modo liberatorio quando non la sentii allontanarmi da se nemmeno dopo i primi secondi di sorpresa, e continuai a stringerla fra le braccia, finchè non fui costretto a lasciarla andare più per lasciare che riprendesse fiato che per altro...*
Già forse dovresti.. *annuii lievemente con il capo quando, giustamente, disse che forse doveva rientrare.. ma le mie mani non sembravano molto collaborative in quel momento perchè ancora stavano ferme ai suoi fianchi e non accennavano a volerla lasciar andare.
Fremevo, dopo quel che aveva detto un attimo fa, dalla voglia di chiederle, se davvero non era stato per il bourbon, ne per compassione che mi aveva baciato al lago, e che aveva ricambiato il mio bacio poco fa.. perchè l'aveva fatto?
Sapevo che non l'aveva fatto per secondi fini, lei non era Katherine, pronta a correre fra le braccia dell'altro fratello quando uno dei due non la accontentava nei suoi intenti..
Sollevai una mano, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ma rimasi tuttavia a guardarla, ancora stretta a me...
I suoi occhi sembravano volermi dire di non lasciarla, ma come potevo farlo?*
Forse dovrei lasciarti andare.. *desideravo in ogni modo trovare una scusa anche banale per non doverlo fare, per poter restare insieme a lei. ma non sapevo se avrei potuto farlo..
Dipendeva da lei in realtà, ma anche se ufficialmente sarei dovuto andare via, sarei rimasto a controllare che fosse tutto tranquillo, dall'albero accanto alla sua finestra, come spesso avevo fatto anche in passato...
C'era una cosa che volevo sapesse, tuttavia, prima di doverla probabilmente lasciare.. come avevo fatto un attimo prima, baciandola, anche stavolta agii d'impulso e imponendomi di non sentirmi in colpa per lo stesso motivo, e la abbracciai chinando poi il viso in modo da poter parlare al suo orecchio...*
Mi sei mancata anche tu.. *anche se oggi pomeriggio avevo fatto, parecchio, lo stronzo, ero consapevole che era quello che aveva cercato di dirmi, senza forse trovare il modo giusto.. ma spesso a noi non serviva comunicare a parole...*


- ELENA -
*Per una volta da quando lo conoscevo avevo sperato che non mi ascoltasse, che facesse di testa sua e mi legasse a lui anche a forza.
Che diavolo mi stava succedendo? Non volevo che se ne andasse e più rimaneva a fissarmi con quegli occhi incantatori e più ero tentata di baciarlo ancora, nonostante forse non fosse la cosa giusta da fare.
Le sue mani stazionavano ancora sul mio corpo e la cosa non mi preoccupava minimamente: se anche fosse tornato Jeremy e mi avesse vista in quella situazione non mi sarei giustificata.
Avevo perso un sacco di tempo ad odiarlo, ad allontanarlo nonostante avesse ragione lui e la cosa mi aveva fatto soffrire più di quanto gli altri potessero pensare.
Quel gesto dolce, quella mano a scostare una ciocca di capelli dal mio viso mi portò a continuare a mantenere lo sguardo sul suo e gli avrei parlato se solo le parole fossero uscite dalle mie labbra ma ciò che lui fece dopo mi colse alla sprovvista nuovamente.
Mi sentii cingere in quell'abbraccio e dopo che mi rivolse quelle parole lo strinsi a mia volta e sorrisi con le labbra a ridosso della sua guancia..*
Immagino sia stato difficile per un osso duro come te dirlo vero?
*scostai il viso sorridendo nuovamente e non potei che lasciar scivolare la mia mano ad incontrare la sua e stringerla prima di abbassare lo sguardo..*
Visto che ci siamo mancati entrambi c'è una cosa che vorrei chiederti..
*sentivo le mie guance avvampare ancora prima che potessi chiarire ciò che intendevo e dopo aver stretto più forte entrambe le sue mani tornai a guardarlo negli occhi..*
..se ti chiedessi di passare la notte con me? Non sto dicendo che io e te dobbiamo... ma non vorrei te ne andassi..
*ero stata sfacciata, forse sin troppo con quella frase a doppio senso che avrei dovuto forse evitare ma oramai avevo parlato, il danno era stato fatto ed ora non mi restava che sperare che considerasse almeno l'idea che gli avevo proposto.*


-DAMON-
Mi stai velatamente prendendo in giro, Elena? *chiesi ironicamente sorridendo, per quella battuta che aveva fatto..
Sapevo che mi avrebbe punzecchiato sull'argomento, mentre dicevo quella frase, ma era la verità.. ed ero consapevole del fatto che negarla, l'avrebbe ferita..
Come potevo dire di amarla se, un mese senza vederla per me non faceva la differenza? Era impossibile da credere..*
Oh Damon sono felice che abbiamo chiarito.. mi sei mancato così tanto anche tu.. *dissi sarcastico mimando la sua voce...* sono stata una sciocca a non capire che avevi incredibilmente ragione dall'alto della tua saggezza.... *sapevo bene che l'avrei fatta arrabbiare ma era impossibile non punzecchiarla visto oltretutto che aveva cominciato lei..
Quando continuò, tuttavia, rimasi sorpreso di quella proposta, e la guardai, rendendomi conto delle nostre mani intrecciate...
Avevo capito cosa intendeva dire, e anche se sarebbe stato fantastico fare delle battute sul rossore delle sue guance, o sul fatto che quella proposta che nasceva come innocente, a causa dei suoi balbettii sembrava quasi una proposta sconcia.. decisi di non esagerare...*
Se vuoi, resterò con te, stanotte.. *risposi semplicemente, non potendo dire altro.. anche se di cose da dire ne avrei avute parecchie.. avrei voluto dirle che l'avrei stretta a me quella notte e anche molte altre a venire, o che avrei sempre vegliato sul suo sonno.. ma era ancora presto.. e lei probabilmente non si era rassegnata nemmeno ora ad aver perso mio fratello forse per sempre..
Sorrisi, rassicurante, e l'unica piccola concessione che mi presi, fu di portare la sua mano, ancora stretta alla mia, alle mie labbra, lasciandovi un bacio leggero...*


- ELENA -
*Ogni sua battuta mi scivolò completamente addosso perchè ciò che più di tutto mi premeva era che lui mi assecondasse, che lui decidesse di rimanere con me quella notte e si avevo compiuto un azzardo forse troppo grande a chiederglielo.
La sua risposta arrivò subito e non potei nascondere il sollievo nel sapere che non mi stava rifiutando e che forse aveva capito ciò che intendevo con quella frase a doppio senso.
Gli sorrisi mentre lo fissai baciare la mia mano e poi entrai in casa e lo trascinai su per le scale, fino alla mia stanza.
Era così strano e soprattutto imbarazzante averlo lì, fra quelle quattro mura completamente mio per una volta e non potei che distogliere lo sguardo.*
Dormiremo insieme e giù le mani Salvatore..
*dovetti per forza fare una battuta in quel momento perchè troppo era in ballo ma ero anche sicura che non potevo lasciarmi sfuggire quell'occasione e non lo avrei fatto.*
Damon io lo so che la mia proposta è arrivata improvvisamente e voglio sia chiaro che non l'ho fatta perchè non riesco a dormire da sola ma perchè non ero pronta a lasciarti andare..
*rimasi poi silenziosa per qualche istante e fu in quel momento che presi fiato e quel coraggio che ancora mi mancava.*
Ti ho baciato perchè avevo bisogno delle tue labbra così come ti sono venuto a cercare perchè senza di te non vi era alcun motivo di essere la persona che ero.
Ora sei qui, nella mia stanza e fidati non vorrei nessun altro al tuo posto perchè tu sei ciò che speravo, ciò che desideravo nel momento in cui sapevo che dovevo chiudere gli occhi...




- ELENA -
*Mi sentivo come una ragazzina alle sue prime armi che portava il suo fidanzatino in stanza per la prima volta pronta a fare l'amore con lui.
La cosa mi rendeva nervosa nonchè imbarazzata ulteriormente perchè non volevo fare l'amore con Damon
.. o almeno questo continuavo a ripetere a me stessa.
Mi ritrovai dopo qualche secondo fra le sue braccia e quelle carezze ebbero il potere di farmi rilassare nonostante quel suo sguardo e quel viso pericolosamente vicino al mio minassero quel poco di autocontrollo che mi era rimasto.
Non poteva farlo, non poteva provocarmi così, non poteva sperare di baciarmi in quel modo, sfiorare il mio corpo ed aspettarsi che rimanessi impassibile, lucida.
Alla sua battuta lasciai sfuggire un sorriso ed ero conscia del fatto che avrei dovuto mettermi a letto, far cessare quella tensione sessuale che si era creata fra noi ma era una calamita.
Era bastato lasciarsi andare e mollare il freno che mi ero autoimposta e baciarlo mi venire naturale come respirare.
Mi fiondai nuovamente sulle sue labbra e stavolta sapevo di non volermi fermare mentre le nostre lingue si incontravano ed intrecciavano ma sapevo anche che forse era sbagliato tutto questo.*
Ti prego fermami perchè non so se sarò in grado di farlo da sola..
*lasciai uscire quelle flebili parole mentre la mia bocca sfiorava ancora la sua ansante per quell'interminabile bacio ed i miei occhi non si staccavano dai suoi, che sembravano meravigliati più di quanto mi aspettassi.
Quasi senza aspettare che rispondesse iniziai a camminare piano spingendolo verso quel letto che avrebbe colto entrambi di lì a qualche secondo..*


-DAMON-
*Non l'avevo mai sentita così prima.. così mia.. così viva..
Ogni bacio diventava più forte del precedente, piu ricercato..
Dio quanto la desideravo... come poteva chiedermi di fermarla.. mentre mi spingeva a raggiungere quel letto...*
Non p
osso.. *tentai di dire, mentre la mia schiena toccava il materasso e le mie mani la attiravano su di me, ma il resto di quella protesta venne fermato dalle sue labbra nuovamente sulle mie..
Non potevo davvero fermarla ora..*
Aspetta.. *riuscii a dire, mentre si chinava meglio su di me, per riprendere a baciarmi, e vidi immediatamente il disappunto sul suo viso..
Sollevai la schiena leggermente estraendo con un sorriso ironico da sotto la mia schiena il suo diario che posai con noncuranza in bilico sul comodino, ritornando poi a guardarla, e portandola sotto di me con una mossa...
Il suo letto tuttavia, tremò per la velocità di quel movimento, e il diario dal comodino cadde a terra aprendosi e rivelando una fotografia sua e di Stefan contenuta al suo interno...
Non occorse un genio per capire quando vedere il faccione sorridente di mio fratello che la abbracciava, fosse alquanto contro indicato in quel preciso momento, e nel giro di tre secondi, l'atmosfera nella stanza cambiò completamente...
Chiusi gli occhi cercando di riprendere il controllo di me stesso, scivolando di lato, accanto a lei, respirando profondamente..
Era il suo ragazzo.. o neo ex ragazzo... era mio fratello...
Riaprii gli occhi, capendo dalla sua espressione che anche lei aveva risentito di quell'incidente del diario, e sorrisi accarezzandole il viso..*
Dovresti dormire.. *sussurrai ben sapendo che quella era l'ultima cosa che entrambi avremmo voluto fare..*
Vuoi comunque che resti quì con te? *le chiesi con voce il più naturale possibile, e la risposta la potei tranquillamente capire dal suo sguardo senza che parlasse...
Allungai le braccia attorno al suo corpo, attirandola contro il mio petto..
Avrei voluto dirle qualcosa, sapere se si stesse pentendo ora.. ma tutto quello che feci fu rimanere a guardarla, con il viso posato su una delle mie mani, aspettando che dicesse qualcosa...*


- ELENA -
*Quel "non posso" era esattamente ciò che volevo sentire, vederlo steso sul mio letto mi spingeva a continuare a cercare le sue labbra, a baciarlo e nonostante fosse agitata come non mai, avrei continuato se non fosse che le sue parole mi fer
marono.
Lo guardai stranita e stupita e nel vedere il mio diario fuoriuscire da sotto la sua schiena mi fece sorridere prima di ritrovarmi io stessa sotto di lui, così velocemente da lasciarmi senza fiato.
Quello scossone provocò la caduta dell'oggetto appena riposto sul comodino e ciò che successe provocò la fine di qualasiasi cosa stessimo per fare.
La foto mia e di Stefan fece capolino sul pavimento e per quanto sperai che Damon non la vedesse, appena scivolò di fianco a me capii che era troppo tardi.
Voltai il viso a quella sua domanda e non riuscii a dire nulla; le sue braccia mi cercarono nuovamente, mi portarono a stendermi vicino al suo petto e sospirai nel vedere i suoi occhi fissarmi.*
So cosa ti stai chiedendo Damon..
*interruppi quel silenzio e sollevai il viso per poter guardarlo meglio..*
..la risposta è no.
*dissi solamente quelle semplici parole ed allungai una mano a cercare la sua adagiata lungo il corpo sul materasso.*
Non sei qui per un mio capriccio, nè tantomeno per caso. Sei qui perchè ho voluto che tu ci fossi e forse si, sarebbe stato sbagliato spingerci oltre ma per il semplice fatto che non è il momento giusto.
Voglio che rimani con me stanotte esattamente come lo volevo qualche minuto fa..
*gli sorrisi perchè sapevo benissimo quanto bastassero quelle poche parole a tranquillizzarlo e dopo aver intrecciato la mia mano alla sua mi allungai verso di lui per un ennesimo bacio, stavolta casto, senza alcun secondo fine.*
Dormiamo adesso, ok?
*non attesi risposta, scostai con le gambe le coperte e mi sistemai meglio contro il suo corpo..*
Buonanotte Damon..
*ero certa di aver udito lo stesso augurio dalle sue labbra ma subito dopo aver appoggiato la testa contro il cuscino mi addormentai, serena e tranquilla come da tempo non ero più solita fare.*


-DAMON-
*Sapeva davvero cosa mi stavo chiedendo in quel momento?
Beh, indovinarlo forse non era particolarmente difficile..
Non credevo che lei fosse come Katherine, ma si, mi ero chiesto, non appena vista la foto di mio fratello, se non ci fosse anch
e il dolore per quello che aveva scoperto, fra i motivi che la spingevano a quei baci..
Non avrei sopportato di averla in questo modo.. o di essere, per un'altra donna, il supplente di Stefan.. ma ero anche sicuro che lei non l'avrebbe mai fatto...
Annuii lentamente, dopo la sua spiegazione, e dopo quell'ultimo bacio la strinsi fra le braccia vedendola prendere sonno immediatamente...*
Buonanotte principessa... *sussurrai sapendo bene quanto amasse quel nomignolo, e anche io mi sistemai più comodamente fra quei cuscini, per rimanere ad osservarla dormire per ore ed ore...
Erano successe così tante cose nel giro di così poche ore.. che cosa stava succedendo fra me ed Elena ancora non sapevo dirlo, ne sapevo cosa avrebbe portato.. ma stanotte, forse solo stanotte, o forse questa era la prima di una lunga serie di sere in cui sarebbe successo, a vegliare sul sonno di questa piccola umana che mi aveva rubato il cuore, ci sarei stato io, ed avevo tutta l'intenzione di imprimere nella mia mente ogni dettaglio del suo viso rilassato, ogni sfumatura del suo profumo.. così come la morbidezza della sua pelle, con la sua mano ancora intrecciata alla mia...
"Dormi piccola.." pensai perdendomi a guardarla... "ci sono io quì con te ora..." *






-DAMON-
*Era perfetto.. letteralmente tutto perfetto, forse quasi troppo per uno come me.
Non riuscivo a guardarla, i capelli sparpagliati sul mio petto, il respiro tranquillo, il viso rilassato, sereno, e a non pensare semplicemente alla parola Perfetta, in ogni singolo dettaglio.
Non mi era mai capitato di trovarmi in una situazione simile, così intima, così vicino a lei, avendo la possibilità di osservare con tutta calma ogni suo singolo dettaglio.. tutte le altre volte in cui avevo potuto avere quella splendida creatura così vicino, uno di noi due era sempre stato in pericolo di vita... mentre ora?
Tutto intorno a noi era placido e calmo.. un'altra mattina, una giornata come tante, stava per levarsi su Mystic Falls, mentre io mi rifiutavo categoricamente di levare gli occhi da lei.
Eravamo rimasti lontani un mese intero, e anche prima, dal ritorno di mio fratello le cose non erano andate affatto bene, come se il suo ritorno significasse che noi non potevamo più nemmeno essere amici..
Amici.. lo eravamo mai stati?
Non ero sicuro che si potesse essere amici di chi si ama come io amavo lei.. non riuscivo semplicemente a vederla come qualcuno con cui andare a divertirmi in un bar, o altre cose simili..
Lei era semplicemente quell'unica persona con cui non mi sarei mai stancato di passare il mio tempo... perchè qualsiasi cosa facevo con lei, era semplicemente più bella...
Bere qualcosa... quelle parole mi fecero sorridere, mentre la osservavo immobile fare una leggera smorfia, e ripensai alla notte scorsa..
Mai, fra tutte le volte in cui la sua testardaggine mi aveva sorpreso, mi sarei potuto aspettare che arrivasse a venirmi a cercare in Quella notte, che da secoli trascorrevo da solo... e sorprendentemente, passarla con lei, rese la notte del mio compleanno, non solo sopportabile, ma addirittura piacevole, perchè vedere la forza con cui mi aveva convinto a lasciarla rimanere, mi fece sentire che forse, davvero non ero più solo.
Spostai leggermente la testa sul cuscino, osservandola, e decisi di concedermi una piccola libertà...
Mi aveva invitato lei a rimanere, era stata lei a baciarmi per prima, e di certo non mi aveva allontanato quando l'avevo cercata io.. e se la foto di mio fratello non fosse scivolata fuori dal suo diario, probabilmente a quest'ora saremmo stati nudi in questo letto dopo aver finalmente fatto l'amore...
Quel piccolo scricciolo non aveva nemmeno idea di quanto fosse in grado di essere desiderabile ai miei occhi, tanto da farmi quasi impazzire.. ed averla qui, fra le mie braccia, con quelle labbra leggermente socchiuse era forse al di sopra delle mie capacità di resisterle...
Attento a non svegliarla, avvicinai lentamente le labbra alle sue, incapace di trattenermi, e lasciai un delicato bacio sulla sua bocca, risentendo ancora una volta quella morbidezza, quel profumo...
Si, per quanto mi sforzassi di ignorarla, una parte di me non riusciva a non ascoltare quella vocina che si chiedeva se non si sarebbe pentita, una volta risvegliata..*


- ELENA -
*Non potevo non pensare a quanto tempo fosse trascorso dall'ultima volta in cui avevo dormito così tranquilla e serena, in cui non bastasse un piccolo rumore a svegliarmi nel cuore della notte e farmi girare per casa come a cercare l'ennesimo pericolo che faceva parte della mia vita.
Molte volte Jeremy si era svegliato chiedendomi se fossi impazzita ma in realtà era la paranoia a guidarmi, la costante paura di essere in pericolo e peggio ancora che mio fratello lo fosse.
Quella notte, invece, una volta chiusi gli occhi non li riaprii mai se non un paio di volte, ma alla vista di Damon al mio fianco la tranquillità arrivava subito e così tornavo a dormire come se fosse la cosa più naturale del mondo che ci fosse lui nel mio letto, non Stefan, non qualsiasi altra persona.
Parecchie ore erano trascorse, potevo quasi sentire la natura risvegliarsi al di fuori della finestra della mia stanza ed una leggera luce entrare tra quelle quattro mura.
Mi ridestai da quel sonno aprendo piano gli occhi e quando incrociai i suoi che sembravano svegli da qualche minuto non potei che scostare appena lo sguardo e muovermi per sgranchirmi leggermente..*
Da quanto sei sveglio a fissarmi?
*sì, mi ero accorta di quanto quello sguardo non fosse semplicemente un guardare e soprattutto quel sorriso dipinto sulle sue labbra non poteva essere nato subito dopo essersi svegliato.
Mi voltai e vidi la sveglia che segnava un orario poco consono per me e non potei che rimanere sorpresa.*
Devo ammettere che era un secolo che non mi facevo una dormita simile..
*mi voltai su un fianco tornando a guardare lui stavolta con un sorrisetto furbo sulle mie labbra..*
..ed è strano che tu sia ancora qui..
*notai il guizzo di sorpresa nel suo volto e non potei che sorridere prima di spiegare ciò che intendevo.*
Damon Salvatore che non sgattaiola via dal letto della sua conquista della serata...
*imitai una voce seriosa per prenderlo in giro in parte e poi scoppiai a ridere perchè il suo sguardo era troppo per chi come me si divertiva a stuzzicarlo di continuo.
Tornai poi seria e prima che potesse rispondere alla mia provocazione sollevai il viso dal cuscino e scivolai contro il suo petto per poter posare le labbra sulle sue, in un bacio casto, senza alcuna malizia nascosta.*
Buongiorno a te...
*avevo sentito quel suo bacio in precedenza ed il desiderio di ricambiarlo era stato troppo forte per poter resistere alla tentazione di toccare quelle labbra e godere della sua espressione stupita che iniziavo a credere di essere l'unica in grado di fargli scaturire.*


-DAMON-
*Posai un braccio sul cuscino, appoggiando poi la testa sulla mano, e mi misi ad osservarla semplicemente, dato che ero stato scoperto...*
Da un pò.. *ghignai, rendendomi conto del fatto che si, sarei rimasto li ad osservarla per sempre se solo avessi potuto....*
Visto? Tutto merito mio *dissi, quando ammise di essere finalmente riuscita a riposare...
Non occorreva un genio per vedere che non aveva affatto l'aria fresca e riposata, ne il giorno prima ne in precedenza, anche se l'avevo vista pochissimo... e una parte di me non poteva essere che orgogliosa del fatto che fosse riuscita finalmente a dormire serena, per merito mio....
Non potei tuttavia trattenere la sorpresa quando fece quella battuta, e soprattutto quando, dopo essere scoppiata a ridere sicuramente per la mia espressione, quasi si definì la conquista di una notte...
Stavo per rimproverarla, perchè era inaccettabile per me che lei si considerasse in quel modo anche solo per un secondo, quando la ritrovai stretta a me, intenta a baciarmi con dolcezza le labbra...
Dal suo sguardo, quando si allontanò un secondo dopo, capii che si era accorta benissimo di quel mio gesto di pochi minuti prima, e non potei che chinarmi verso quelle labbra, come se stessi per baciarla ancora una volta, ma all'ultimo decisi di scivolare verso il suo orecchio...*
Saresti la conquista di una vita, non di una notte... *sussurrai, lasciando che quelle parole facessero presa dentro di lei, prima di allontanarmi leggermente, potendone vedere gli effetti dritto nei suoi occhi...*
Buongiorno a te...
Che cosa ne dici se.. ti preparassi la colazione, per ringraziarti della tua ospitalità? *continuai poi, con tranquillità.. avevo già controllato, grazie al mio udito super fino, che suo fratello non fosse in casa, sicuramente uscito presto per vedersi con gli amici.. e si, non avevo minimamente fretta di tornare a casa, o mettere comunque fine a questo.. incontro.. o forse era meglio dire, momento ritagliato solo per noi, a cui era difficile dare un nome, ma che di sicuro, stava sanando tante ferite piccole e grandi che quelle lunghe settimane di litigi e lontananza, avevano creato...*


- ELENA -
*Non avevo idea di come avrebbe reagito a quell'ennesimo bacio e quando lo vidi avvicinarsi nuovamente, con mia somma sorpresa, ero certa che se avessi sentito ancora una volta il sapore delle sue labbra non sarei riuscita a trattenere gli istinti che sentivo sempre più forti verso di lui.
Quasi mi vergognavo del fatto che provavo quella tale attrazione verso di lui ma alla fine sapevo che era più la paura a bloccarmi che non la mancata consapevolezza di ciò che provavo per lui.
Ogni mio pensiero, però, svanì quando le sue labbra deviarono il percorso e arrivarono vicinissime al mio orecchio: ciò che disse mi fece perdere un battito da quanta dolcezza nascosta potevo cogliervi.
Fissai i suoi occhi per qualche secondo silenziosamente e quando mi propose quella mattinata insieme quasi non potevo credere a ciò che stava succedendo: eppure lui sembrava così sicuro ed io non potevo che accettare di buon grado l'idea di passare ancora qualche ora in sua compagnia.*
Vuoi mostrarmi anche le tue arti culinarie?
*mi sollevai su quel letto portandomi a sedere divertita per quella situazione così familiare..*
E comunque non mi devi ringraziare di nulla, puoi fermarti quando vuoi...
*sentivo di aver detto una frase con più di qualche doppiosenso ed avvampai di colpo cercando poi di rimediare..*
Ma ho della fame in effetti quindi una buona colazione potrebbe starci perfettamente.
Vuoi che scenda con te o colazione a letto?
*finii la frase con una leggera titubanza nella voce perchè più parlavo più mi stavo addentrando in un terreno pericoloso e potevo benissimo cogliere dai suoi occhi quanto anche lui captasse quel mio nervosismo.*


-DAMON-
*Era strano come tutto quello che stava accadendo fra noi, in quel momento, risultasse semplicemente familiare, come se davvero fossimo una normale coppia di fidanzati che si risvegliava insieme, al mattino.. come se lei fosse mia..
Non potei trattenere il sorriso malizioso che nacque sul mio viso quando mi chiese se volessi mostrarle le mie arti culinarie, e dovetti trattenere alcuni dei pensieri che sfrecciarono nella mia mente.. meglio non correre troppo...*
Potrei prenderti in parola sai? *scherzai alzandomi dal letto, e guardandola.. si, mi ci sarei potuto abituare a condividere quelle piccole cose con lei dopotutto anche se mi sembrava ancora impossibile che potesse succedere davvero...
Potevo captare dal suo tono di voce, quanto nervosa fosse, esattamente come me, per quella situazione, ma non volevo che la paura, o l'imbarazzo, si mettessero in mezzo ancora una volta, quindi decisi di prenderla un pò in giro...*
Oh no mia casa...niente colazione a letto anzi, mi aiuterai... *ghignai sapendo bene quanto odiasse cucinare..
Prima ancora che potesse dire una parola, arrivai davanti a lei caricandomela in spalla, e scesi in cucina, incurante delle sue lamentele, posandola poi sul bancone di marmo gelido, dell'isola della cucina...*
Credevi di scamparla eh? *ghignai facendo un paio di passi indietro perchè se le fossi rimasto ancora così vicino, sarei finito col baciarla ancora ne ero sicuro...* e invece ti renderai utile, occhi belli... *mi fermai un secondo rendendomi conto di averla chiamata così, e una volta di più mi incantai ad osservare quelle pozze color cioccolato, di cui ero perdutamente innamorato....*
Allora, miss Gilbert, che cosa le andrebbe di mangiare per colazione? Pancakes? Brownies? Uova e pancetta? *le domandai, nonostante sapessi già quale fosse la sua colazione preferita...*


- ELENA -
*L'agitazione era palese ed elevata e speravo in fretta che lui con il suo adorato sarcasmo avrebbe risolto in fretta quella situazione pesante.
Non appena tornò a parlare sorrisi perchè sì, sapevo che avrebbe potuto prendermi in parola e dovevo ammettere che la cosa non mi dispiaceva affatto.
Furono, poi, le altre parole che mi rivolse a cambiare nuovamente il mio umore: odiavo cucinare, o meglio non ero mai stata così brava a farlo e di conseguenza non amavo assolutamente sembrare incapace agli occhi degli altri men che meno agli occhi del ragazzo con cui avevo dormito la notte precedente.
Non ebbi, però, nemmeno il tempo di dire qualcosa che mi ritrovai caricata sulle sue spalle e portata in cucina, ritrovandomi seduta sul bancone in pantaloncini corti, rabbrividendo così in pochi secondi.*
Tu sei pazzo...
*mi lasciai sfuggire quella frase prima di captare quel nomignolo con cui mi chiamò e rimanere bloccata per qualche istante.
Non ero abituata ai nomignoli, non detti da un uomo perlomeno ma dovevo ammettere che era davvero bello sentire il modo in cui lui era a suo agio con me e soprattutto io ero a mio agio con lui.*
Amo i pancakes ma non ho intenzione di mettere mano alla ricetta perchè non so se ti sfugga la cosa ma io sono una frana in questo campo mister Salvatore..
*gli sorrisi non perdendomi un solo gesto che stava compiendo all'interno di quella stanza..*
Visto che io ti ho ospitato, come ringraziamento, avresti potuto portarmi la colazione a letto.
A quanto vedo ti muovi bene nella mia cucina..
*sorrisi nuovamente allungando una mano verso il contenitore dei biscotti lì vicino a me, mangiandone uno mentre trattenevo una risata notando la sua espressione..*


-DAMON-
*Per un secondo, quando mi definì pazzo, fui sul punto di risponderle "pazzo di te" ma mi fermai giusto in tempo...
Quel gioco tra noi stava si stava facendo sempre più intrigante, ma anche pericoloso perchè qualche parola di troppo rischiava di scappare...
Sorrisi per quella considerazione, mentre dal frigo cominciavo a prendere gli ingredienti per i pancakes prima ancora che lei lo dicesse...*
Non avevo dubbi sai? Ma ti è sfuggito un dettaglio Miss Gilbert, che io sono un ottimo insegnante e forse potrei insegnarti qualcosina sai?
*La guardavo di sottecchi mentre cominciavo a dividere le uova, e poi con un gesto veloce la feci scendere dal mobile, intrappolandola poi fra il pensile e me, portandomi dietro di lei...*
Sai penso che anche se è un compito abbastanza complesso, riuscirai anche tu a mescolare uova zucchero e farina no? *la presi bonariamente in giro, mostrandole, con la mano posata sulla sua, come impastare il composto...
Rimasi un lungo secondo in silenzio, accorgendomi che non avevo mai fatto prima gesti simili, libertà del genere, senza sentirmi in colpa, con lei... c'era sempre la figura ingombrante di mio fratello fra noi, mentre oggi sembrava quasi fossimo due semplici ragazzi..
Normali, fin troppo normai, tanto che quando la mia mano scivolò sul suo fianco, mi accorsi che non mi sarei fermato li..ne ebbi la chiara certezza...*
Sai che ti dico? *le proposi, staccandomi un attimo dopo cercando di sembrare il più naturale possibile nonostante ogni parte di me urlasse "resta con lei"...* potrei davvero portarti la colazione a letto in effetti.. *vidi la sua espressione sorpresa, le labbra dischiuse, ma davvero se le fossi rimasto accanto ancora un secondo l'avrei baciata senza farla più respirare, e forse non era il caso di stuzzicare la fortuna più del dovuto...*
Quì ho quasi fatto se vuoi... *conclusi con un sorriso, prendendo la pentola per i pancakes...*


- ELENA -
*Notai una strana espressione nel suo viso che non riuscii a decifrare ma venni subito distratta da ciò che disse.
Davvero pensava che insegnarmi a cucinare fosse possibile?
Ritrovarmelo poi così vicino fu davvero un attentato alla stabilità mentale che avevo appena ritrovato.
Le sue parole riuscirono a farmi dimenticare di essere praticamente con la schiena contro il suo petto e la mia mano a stretto contatto con la sua ed un sorriso mi sfuggì per quella lieve presa in giro.*
Non sono così incapace eh..
*Finsi un broncetto prima di mettermi a lavorare o provare a farlo e per quanto mi sentissi a mio agio non mi ero nemmeno accorta di quella mano sul mio fianco, o meglio, la vedevo come un gesto normale fra due persone come noi che oramai non nascondevano di avere una certa sintonia, non dopo la notte passata insieme.
Fu proprio per questo motivo che il suo allontanamento improvviso mi lasciò una certa perplessità: non sapevo se avevo detto qualcosa di male o cosa mai gli fosse balenato per la testa.
In quel momento capii solamente che avrei dovuto ascoltare la mia razionalità e salire nella mia stanza, prima di compiere ulteriori danni.*
Beh se hai quasi fatto allora salgo in camera e mi sistemo un pò.. non sono molto presentabile in queste condizioni...
*mi avviai verso le scale e salii al piano superiore raggiungendo la mia stanza dove, ancora perplessa, tra i miei vestiti ne trovai uno da infilare, decisamente più carino della sorta di pigiama che indossavo.
In assenza di Damon ne approfittai per entrare in bagno e sistemare i capelli arruffati sopra la mia testa, raccogliendoli in una morbida coda di cavallo prima di tornare in stanza e sedermi sul mio letto, aspettando che lui tornasse, anche se iniziavo a non essere così sicura che sarebbe veramente tornato.*


-DAMON-
*Ero certo già un secondo dopo essermi staccato da lei, che avrebbe frainteso il mio improvviso cambio di rotta, e nonostante avessi mantenuto, mentre lei risaliva le scale, un'espressione tranquilla, non appena voltò l'angolo, mi maledissi per la mia stupidità..
Era vero che dovevo ancora abituarmi a tutto questo ma forse prima ancora di tutto, mi sarei dovuto abituare a ponderare le mie reazioni, per evitare che pensasse male...
Continuando a borbottare fra me e me, passai in pentola l'impasto preparando decine di pancakes, e posandoli poi ancora fumanti sul piatto con tutti i condimenti e dei succhi da bere, per poi portare di sopra la colazione su un vassoio...*
Credevi che mi fossi mangiato tutto? *le domandai con un sorriso intrecciando il suo sguardo quando mi vide entrare...*
Dato che non ho dubbi sulle mie abilità in cucina, ne sulla tua fame da lupo dato che sono sicuro che ieri non hai cenato, direi che possiamo cominciare no?
*La vidi sorpresa, mentre seduto sul suo letto davanti a lei cominciavo a riempire di cioccolata il mio piatto di pancakes, fingendo di non notare il suo sguardo su di me.. era ovvio che, nonostante tutto nonostante le settimane passate lontani, sapessi ancora tutto di lei, ogni minimo dettaglio...
Mentre ancora la vedevo incantata, presi dal piatto della frutta che avevo portato, un pezzo di fragola, e la intinsi poi nel cioccolato del mio piatto avvicinandola alle sue labbra perchè la assaggiasse...
Mentre masticava di gusto e la osservavo sorridente, notai che si era cambiata e pettinata, togliendo quell'adorabile pigiama e diventando se possibile ancor più bellla e provocante con quel vestito... *
Aspetta.. *notai che un filo di nutella le era colato sul bordo del labbro e istintivamente mi allungai per ripulirla con la mano e quando la mia pelle sfiorò nuovamente quella delle sue labbra, non fui più capace di resistere, e di scatto feci scivolare la mia mano sul suo collo fino alla nuca, e portai le mie labbra alle sue baciandola con passione, senza preavviso....*
Era da prima che volevo farlo... *sussurrai a mo di scusa, mentre mi staccavo di poco da lei studiando la sua espressione....*


- ELENA -
*Attendevo impaziente che salisse le scale e sbucasse da quella porta e mi stavo rendendo conto che non avevo smesso di fissare quel punto della stanza nemmeno quando lo vidi, con quel vassoio in mano e la tranquillità in volto.
Ero consapevole di non staccargli gli occhi di dosso nemmeno un secondo ma era così bella questa situazione che ciò che era successo qualche minuto prima era già passata in secondo piano.*
Hanno un aspetto delizioso..
*effettivamente non avevo cenato la sera precedente e francamente erano stato il mio ultimo pensiero, con tutto ciò che era successo.
Schiusi le labbra quando vidi la fragola avvicinarle ma subito dopo averla morsa mi maledii per essermi cambiata d'abito, sicura che sarei finita col macchiarlo.
Non ebbi il tempo di compiere alcuna mossa che lui stesso risolse quel problema, passando le sue dita sulle labbra.
Due secondi dopo mi ritrovai a baciarlo ancora una volta e a godere di quelle parole.*
Quindi non è solo perché volevi un po' di cioccolata..
*ironizzai sulla cosa prima di fissare il mio sguardo nel suo e semplicemente raggiungere nuovamente le sue labbra soffermandomici più tempo stavolta.
Appena mi ci staccai tornai a mangiare quella deliziosa colazione non riuscendo a non sorridergli.*
Dopo questa mattinata deduco che non sei più arrabbiato con la sottoscritta.
*forse era evidente anche dalla nottata precedente ma ci tenevo ad esserne sicura.*


-DAMON-
Cioccolato? Quale cioccolato.. *domandai sorridendo mentre mi allontanavo dalle sue labbra dopo quei baci, accarezzandole il mento con il pollice...
Sorseggiavo il mio caffè, quando mi chiese, velatamente, se avessi deciso di perdonarla o no...
Come avrei potuto non perdonarla? Anzi probabilmente non ero mai veramente stato arrabbiato con lei quanto, piuttosto, offeso per la sua poca fiducia in me...
Ma la vera domanda era, come avrei potuto non tenerla ancora un pò sulle spine? Impossibile resistere alla tentazione...*
Diciamo che... sto valutando l'opzione di perdonarti, mettiamola così.. *ghignai rimanendo sul vago, prendendola spudoratamente in giro...
Inclinai leggermente la testa di lato, osservandola da sopra l'orlo della mia tazza, mentre nella mia mente un'idea cominciava a frullare...*
E se... ti dicessi che potrei perdonarti, se venissi con me in un posto?
*avevo già in mente la destinazione in cui portarla, ma nonostante tutto mantenni un tono misterioso e tenebroso.. ero pur sempre un vampiro centenario con una reputazione da mantenere... ma avevo anche voglia di evadere, per una giornata.. con lei...
Anche se rimaneva comunque un grosso interrogativo:
Avrebbe accettato o no? e soprattutto, stavo correndo troppo e mi sarei scontrato con un muro ben presto?
Mentre lo pensavo, mi resi conto che in realtà non mi interessava.. se anche ci fosse stato un muro pronto ad aspettarmi dietro l'angolo, l'avrei scalato..per lei.*


- ELENA -
*Alle sue parole condite da quelle carezze con la mano non potei che sorridere mentre prendevo tra le mani la mia tazza di caffè che sorseggiai velocemente.
Attendevo la sua risposta che tardava ad arrivare e quando disse quelle parole alzai un sopracciglio: si stava divertendo, potevo esserne sicura, tenermi sulle spine era il suo gioco preferito sin da quando lo conoscevo.
Sbuffai appena ma quella domanda mi riportò completamente alla realtà e soprattutto a riflettere su di una cosa che non aveva pensato prima: voleva passare la giornata con me, era passata più di un'ora da quando ci eravamo svegliati e lui era ancora qui.
Dovevo ammettere che mai ci avrei creduto e sì il mio pensiero su di lui riguardo il comportamento con le donne non era mai stato così bello ma ero pronta a ricredermi.*
Non ti sei ancora stancato della mia compagnia?
*scostai poi il vassoio dal letto portandolo sul comodino perchè muovendoci non potesse cadere nulla e lentamente mi avvicinai a lui..*
E soprattutto, tu, Damon Salvatore, saresti disposto a lasciare questa stanza senza aver ottenuto ciò che forse speravi?
*cercavo di metterlo alla prova, non so nemmeno io perchè, o semplicemente avevo voglia di avvicinarmi ancora a lui, avere una scusa per farlo.
MI ritrovai, così, a pochi centimetri dal suo viso, quasi fra le sue braccia e non staccai un solo istante gli occhi dai suoi..*
Che intenzioni hai per la giornata?
*lo stavo provocando, ne ero consapevole, ma mi veniva davvero impossibile non farlo.*


-DAMON-
*Aspettavo una risposta alla mia domanda, notando immediatamente che la mia battuta di prima, lei l'aveva colta eccome...
La vidi accigliarsi, un secondo dopo, mentre spostava il vassoio e le altre cose dal letto, come se stesse ragionando su qualcosa di cui si era appena resa conto..
Le sue domande successive ebbero il potere di farmi sorridere..
Me lo aspettavo in effetti che prima o poi un dubbio simile le sarebbe nato.. anche se non sapevo se avrebbe potuto o meno credere alla risposta che avevo da darle..
Quando lei mi si avvicinò, tanto che mi sarebbe costato pochissima fatica intrappolarla nuovamente fra le mie braccia e baciarla fino a perdere il fiato, come morivo dalla voglia di fare, mi presi qualche secondo per riflettere sulle risposte...
Forse, rispondere a parole sarebbe stato riduttivo...
Schiusi le labbra, come per risponderle, ma prima di proferir parola, portai le mani ai suoi fianchi, facendola ricadere sul materasso con me chinato su di lei, nuovamente a pochi centimetri dal suo viso...*
Ti sorprenderebbe sapere che cosa mi aspettavo da questa serata, Elena... *sussurrai scostandole una ciocca di capelli che le copriva il viso...
Non mi aspettavo niente, ne ieri ne in generale, solo la possibilità di passare un pò di tempo con lei dopo tutto quello in cui eravamo stati divisi..
Avere la possibilità di passare una giornata insieme semplicemente a divertirsi, era qualcosa in più...*
Che intenzioni ho... mmh.. se ti proponessi un pò di brivido e avventura? La tua compagnia non è malaccio dopotutto.. *ghignai facendole l'occhiolino e rimanendo li, ancora vicinissimo,ad aspettare una risposta o una reazione da parte sua...*


- ELENA -
*Mi stava per nascere più che un sorriso nel vedere la sua reazione ma ritrovarmi stesa sul letto con lui sopra di me era un effetto collaterale che non avevo calcolato in precedenza.
Ciò che più di tutto mi meravigliava erano i pensieri che nascevano spontaneamente nella mia mente e l'agitazione che stavo provando in quella situazione.
Avevamo dormito insieme tutta la notte, ci eravamo baciati più volte eppure quel momento così intimo mi preoccupava e non mi lasciava affatto tranquilla.*
Non sono malaccio eh?
Credo dovresti allontanarti perchè siamo in una situazione pericolosa..
*ero sincera con lui, avrei davvero potuto perdere le staffe e finire a baciarlo ancora ma non sapevo se sarei stata in grado di fermarmi vista la situazione.
Di colpo divenni seria e dopo aver fatto un bel respiro mi decisi a parlargli.*
Tu sei innamorato di me Damon, nonostante io possa ancora pensare in piccola parte che sei un dongiovanni ma credo in questa cosa così come so che non è un caso se hai passato la notte qui con me, se ho permesso a qualcuno di dormire con me, svegliarsi con me e beh..
*non sapevo come continuare e soprattutto se era il caso ma oramai ero in ballo e dovevo arrivare al punto..*
..provo qualcosa per te, non so se sia il caso di chiamarlo amore, questo no, ma so per certo che vorrei passare il resto della giornata con te, magari non in questa posizione perchè è un tantino rischiosa per il mio autocontrollo...
*sorrisi più per stemperare la tensione che per altro: ero stata seria e forse sincera nei suoi confronti nonostante io stessa mi stessi ponendo un milione di domande nella mia testa.*


-DAMON-
*Sapevo che quella mossa, sarebbe stata un azzardo ma avevo comunque voluto rischiare..
Rimasi completamente in silenzio ascoltandola e si, aveva completamente ragione, rimanere in questa posizione sarebbe stato un rischio, ma ero troppo sorpreso per muovermi in quel momento..
"Provo qualcosa per te" avrei mai immaginato di sentirmelo dire? No..
Guardarla era così bello, perché avrei dovuto allontanarmi?
Costava una fatica immensa, però, resistere alla tentazione di non baciarla e fare l'amore con lei proprio su questo letto, fino a perdere la cognizione del tempo..
Rimasi ancora li con lei, per qualche secondo guardandola, e sospirai, incerto su che dire..*
Hai ragione.. *parlai infine, sollevandomi per poi allungare la mano verso di lei e farla alzare..*
Sono innamorato di te.. Sai bene cosa provo, ma non sai ancora definire quel che provi tu..
*fino a quel momento non avevo fatto altro che ripetere le sue parole..*
Che ne dici se oggi, definissimo solo la questione in questo modo..
*Allungai la mano verso di lei in un invito galante, prima di continuare con la mia proposta..*
Tu mi piaci, io piaccio a te..
Possono due persone che si piacciono, passare semplicemente una giornata insieme?
*Riformulai la proposta in quel modo, per farle capire che non volevo appesantire tutto con i se è con i ma, semplicemente.. essere noi stessi, Damon ed Elena e non etichettarci come "la ex ragazza di mio fratello" o "il fratello del mio ex"..
Dimenticare tutto, per un giorno, compresi i litigi le incomprensioni.. Tutto.*
Penso che il posto dove voglio portarti ti piacerà da morire..
E si, voglio farti morire di curiosità.. *ghignai infine giocando su quel suo tratto caratteristico che conoscevo così bene..*


- ELENA -
*Non sapevo come avrebbe potuto reagire alle mie parole, ero pronta a calmarlo in caso se la fosse presa ma la cosa che più mi preoccupava era sapere che se avesse compiuto un altro gesto non lo avrei affatto allontanato.
Sentirlo parlare così tranquillamente dei suoi sentimenti per me era sempre spiazzante perchè sapevo quanto fosse schietto e sincero e non potevo pensare che potesse non esserlo proprio con me.
Quando si allontanò quasi tirai un sospiro di sollievo perchè quella vicinanza iniziava ad essere davvero difficile da sostenere e dopo aver preso la sua mano mi misi seduta sul letto ascoltando ciò che stava dicendo.
Amavo come riusciva a rendere semplice un concetto magari più complesso e dopo aver udito la sua proposta sorrisi perchè sì, conosceva molto bene la mia curiosità.*
Nemmeno un indizio? Dovrei seguirti ad occhi chiusi fidandomi ciecamente di te?
*Lo stavo provocando perchè sapeva perfettamente che io in realtà la fiducia gliel'avevo concessa e stavolta senza alcun timore.
Mi alzai portandomi davanti a lui e quasi in un gesto automatico ed istintivo posai le mie mani sui suoi fianchi fissandolo negli occhi.*
So che non mi dirai nulla così come sai che io verrò con te perchè voglio passare questa giornata insieme l'unica cosa che ti chiedo è se devo cambiarmi o posso rimanere con questo abito..
*sollevai il viso e fu in quell'istante che mi accorsi di essermi riavvicinata a lui e dio sembrava quasi che ogni occasione fosse buona per provocarci a vicenda.*


-DAMON-
Tu Devi seguirmi ciecamente, perchè ti fidi di me... *ribattei con tutta la sfrontatezza che mi caratterizzava, ed un sorriso smagliante sul viso...* ed anzi, dovresti ringraziarmi che non ti bendo sai?
*Scoppiai poi a ridere e prendendo le sue mani le feci fare una giravolta, facendola ridere, e con sguardo critico e malizioso, la osservai dalla testa ai piedi...*
Credo proprio che tu sia perfetta sai?... vestita così... *aggiunsi, posandole la mano sulla schiena all'altezza della vita..
Non riuscivamo a non provocarci era inevitabile.. e bellissimo.. come qualsiasi cosa con lei...*
Ed ora mia curiosa ragazza... *cercai il suo sguardo, dopo averla chiamata in quel modo, lasciando la mano esattamente li dov'era...* se sei pronta, possiamo andare no?
*Lasciai che mi precedesse fuori dalla stanza, voltandomi poi per chiudere la porta e lanciare un'ultima occhiata a quel letto che avrebbe custodito il segreto di quel che era successo la notte precedente, e scesi con lei avviandoci poi alla macchina...
Passando per il vialetto notai una macchina parcheggiata, che sicuramente era di Katherine e una battuta mi venne spontanea...*
Non hai mai la voglia di impalettarla? Ti capirei eh... *scherzai sapendo quanto odiasse quella vampira...*
In effetti.. potrei anche insegnarti una o due cosette sull'auto-difesa sai? Giusto in caso di necessità.... *proposi, aprendole galantemente lo sportello per poi salire a mia volta in macchina...*
In realtà.. ti ho proposto questa breve fuga anche per un altro motivo... *mi voltai un attimo verso di lei...* ne hai passate tante anche tu ultimamente.. direi che ci meritiamo un pò di svago no? *chiesi mettendo in moto e partendo in direzione della superstrada..*


- ELENA -
*Lasciai che una risatina fuoriuscisse dalle mie labbra non appena prese la mia mano e mi fece roteare davanti al suo sguardo attento ed ipercritico.
Era sempre molto propenso ai complimenti nei miei confronti ed io prima inconsciamente ora consapevolmente me ne beavo felice, perchè un uomo come lui non era così avvezzo a riempire qualsiasi donna di quella serie di parole che sapevo cosa significassero in realtà.
Uscii dalla stanza con lui al seguito e quando arrivammo a pochi passi dall'auto non potei che scuotere il capo per ciò che disse riguardo a Katherine.*
Diciamo che è stata una durissima convivenza ma non posso lamentarmi del tutto.
Anche se i suoi modi sono discutibili mi ha aiutato ad aprire gli occhi perciò non ho un così grande odio nei suoi confronti...
*Una volta seduta in auto aspettai che lui mi raggiungesse e mentre allacciavo la cintura mi sporsi verso di lui..*
Ovviamente penso ancora all'idea di sgattaiolare in camera sua la notte e lasciarle qualche scherzetto di pessimo gusto ma sai com'è, ultimamente pensavo ad altro mentre dormivo..
*alzai lo sguardo lasciandogli intendere ciò che stavo dicendo e dopo che il suo sguardo si fece serio ebbi quasi il timore volesse dirmi qualcosa al riguardo.
Ma le sue parole furono intrise di dolcezza e quasi automaticamente posai una mano sulla sua, sul cambio dell'auto e gli sorrisi..*
Passeremo una giornata bella e rilassante, qualsiasi sarà il luogo in cui mi porterai, di questo ne sono sicura.
Ai problemi penseremo un altro giorno...
*mi voltai seduta nuovamente composta non appena mise in moto l'auto e ci avviammo verso quella meta sconosciuta..*


-DAMON-
*Non potei che sorridere fra me, quasi meravigliato che Katherine avesse fatto davvero quello che le era stato detto di fare, senza secondi fini.. che anche lei avesse imparato la lezione?
Dopotutto, dovevo ammetterlo, mi dissi sbirciando Elena che guardava fuori il paesaggio che sfrecciava attorno a noi, l'amore cambiava.. ne ero io per primo la dimostrazione..
Sorrisi, aumentando la velocità diretto verso sud, e accesi la radio lasciando che una piacevole musica si diffondesse fra noi.
Per un secondo, nonostante mi fossi imposto di non rivangare un certo tipo di pensieri, non riuscii a non pensare al fatto che mio fratello l'avesse usata, ingannata, messa in pericolo.. le avesse mentito e spezzato il cuore...
Me l'avrebbe pagata, ne ero sicuro, ma non in questo momento perchè la grande ruota panoramica, del Lunapark in cui avevo deciso di portarla, si intravedeva davanti a noi, quasi a ricordarmi, esattamente come le sue parole, che per una giornata avremmo potuto essere due normali ragazzi senza problemi.*
Credo che la mia sorpresa sarà svelata fra poco sai? *le domandai indicando un punto davanti a noi, rallentando per poi fermarmi nel parcheggio del parco..
Mi voltai verso di lei, che si guardava attorno sorpresa realizzando dove ci trovassimo, e le presi dolcemente il mento con due dita, facendola voltare verso di me e trovandomi per l'ennesima volta in quella giornata con le labbra vicinissime alle sue, ancora con la con l'intensa voglia di baciarla...*
Una giornata senza finte zie, che sono in realtà psicopatiche vampire, vampiri originali, e senza esseri sovrannaturali, che ne dici?
Una tranquilla, e normale giornata con me.. *le proposi, rimanendo troppo a lungo a guardare le sue labbra, tanto che dovetti sforzarmi per non baciarla in quel momento..
Dopo che mi rispose, scesi dalla macchina sorridendo per andare galantemente ad aprirle lo sportello, per poi incamminarmi con lei verso l'ingresso...*
Oh, e ovviamente se mai ti dovesse servire una mano per prendere sonno nuovamente, basta chiamarmi sai? *scherzai ricordandomi quel che aveva detto a proposito del fatto di essere finalmente riuscita a riposare dopo tanto tempo, proprio quella notte passata con me..
Senza nemmeno rendermene conto, le presi la mano, mentre ci avvicinavamo alla biglietteria, spinti dal resto delle persone in fila, ed intrecciai le mie dita con le sue, come fosse il gesto più normale al mondo...*


- ELENA -
*La macchina sfrecciava ma io ero tranquillissima, non avevo timori, preoccupazioni: avevo passato una notte supertranquilla e la giornata sapevo si sarebbe rivelata uguale.
Non sapevo nemmeno da quanto non riuscivo ad avere quello stato d'animo e sì quel vampiro aveva davvero compiuto un mezzo miracolo in quei giorni: non pensavo a Stefan nè a nient'altro, solo a lui e a quello che tra di noi, inevitabilmente, stava nascendo.
Non avrei più nascosto la verità a me stessa, nè a nessun'altro: io e Damon non eravamo solamente amici, perlomeno non più e non mi importava di nulla e di nessuno, nemmeno di quella stupida vocina che ogni tanto si faceva sentire.
Sentivo il suo sguardo su di me mentre mi godevo quella musica che riempiva l'abitacolo dell'automobile e quando udii le sue parole mi accorsi di quell'enorme ruota panoramica che si ergeva davanti a noi, sempre più vicina.
Quando mi ritrovai nuovamente a ridosso delle sue labbra con le mie trattenni il fiato mentre assorbivo quelle parole che fecero nascere un sorriso sulle mie labbra.
Scesi poi dall'auto aiutata da lui che ringraziai prontamente e mi guardai attorno prima di sentirlo scherzare nuovamente.*
Ne terrò conto, non preoccuparti..
*sorrisi ancora mentre sentivo la sua mano cercare la mia e stringerla e l'unica cosa che feci fu di ricambiare quel gesto e seguirlo fino ad entrare in quel bellissimo lunapark.*
Sai che ho sempre amato i parchi divertimento? Soprattutto quei giochini dove si vincono i peluche e beh, la ruota panoramica..
*alzai lo sguardo vedendola davvero molto alta e poi mi voltai verso di lui senza dire una parola ma nascondendo un grazie dietro al mio sguardo.*


-DAMON-
Giochi a premi e ruote panoramiche? *le domandai con un sorriso sghembo..* e io che ti facevo più tipo da montagne russe e giro della morte... *la presi in giro scoppiando poi a ridere davanti alla sua espressione...
Mai provocare la piccola Gilbert.. poteva rivelarsi una piccola furia.. una piccola furia incredibilmente affascinante e divertente....*
Andiamo non fare quella faccia... *dissi stringendo maggiormente la sua mano e cominciando ad incamminarmi all'interno del parco divertimenti..
Mi guardai intorno, in cerca della prima attrazione da visitare e dato quel che aveva appena detto, la portai con me verso una bancarella di tiro al bersaglio..
Sapevo che per me sarebbe stato un gioco da ragazzi vincere uno di quegli enormi pupazzi che erano in premio, grazie alle mie capacità, ed alle numerose volte in cui avevo maneggiato un fucile in passato, ma il mio obbiettivo non era affatto quello..
Diedi venti dollari al titolare che mi consegnò un fucile ed una decina di colpi....*
Tranquilla... *dissi all'orecchio ad Elena,* non userò i miei fantastici super poteri stavolta... *le feci l'occhiolino mentre caricavo i pallini di gomma nel fucile, prendendo la mira..
Prima di sparare alle sagome a forma di animali, tuttavia, abbassai il fucile, e le feci segno di provare lei..
Non ci sarebbe stato gusto se avessi vinto subito io tutta la bancarella...*
Prova tu... *per un secondo la vidi indecisa, così le passai il fucile giocattolo, e mi portai dietro di lei, con il mio petto completamente accostato alla sua schiena, e passai le braccia attorno alle sue spalle, per mostrarle l'esatta posizione...*
Rilassati.. *le sussurrai all'orecchio abbassando poi le mie braccia e posandole sui suoi fianchi...* Prendi la mira.. e quando sei sicura, spara... *con un pizzico di fortuna sarebbe riuscita a centrare una delle figure di cartone, che ruotavano lentamente...*


- ELENA -
*Era sempre il solito Damon, sarcastico ed ironico ma dovevo ammettere che la cosa oramai non mi infastidiva più, anzi, forse, non mi aveva mai veramente infastidito.
La sua mano così allacciata la mia mi fece quasi subito scordare ciò che disse e non appena raggiungemmo il primo stand notai quanto fossero davvero meravigliosi i peluche in palio.
Avevo mantenuto quella sorta di amore per quei giochi sin da bambina e nonostante stessi cercando di non darlo troppo a vedere, quel posto per me era davvero il paese delle meraviglie.
Ero sicura che lui sarebbe riuscito al primo colpo a vincere qualcosa e stavo già pregustando di allungare le mani su uno di quei regali quando mi ritrovai con quel fucile giocattolo in mano e lui decisamente troppo vicino, alle mie spalle.
Cercavo di ignorarlo il più possibile ma le sue parole e quelle mani erano davvero troppo.
Il colpo partì ma non presi alcuna figura di cartone e mi voltai scivolando fra le sue braccia..*
Se il tuo metodo di insegnamento è sempre questo fidati che non andrà mai a buon fine..
*lasciai in sospeso la questione certa che avrebbe colto ciò che intendevo dire e poi tornai a guardare quei cartoni girevoli e piegai leggermente indietro il corpo spingendolo un pò più lontano col sedere.
Presi la mira e colpii la figura che già da prima avevo mirato lasciandomi sfuggire un sorriso.*
Che dici? Vuoi provare?
*lo guardai con aria di sfida e gli porsi il fucile e prima che si apprestasse a giocare mi portai alle sue spalle posando le mani sui suoi fianchi, accorgendomi che un lembo di pelle era scoperto dalla maglietta, risalita per il nostro contatto precedente.*


-DAMON-
*Ghignai spudoratamente alle sue spalle, mentre dalle reazioni del suo corpo, che si copriva di brividi leggeri, e dal martellare frenetico del suo cuore nel petto, potevo capire quanto la mia presenza dietro di lei non le fosse affatto indifferente anzi...*
Vorrà dire che sono più bravo in un altro genere di insegnamenti... *le dissi all'orecchio, lasciandola poi tranquilla sia perchè riuscisse a sparare indisturbata, che perchè temevo di essere picchiato in testa con quel fucile giocattolo, ma non abbandonai la mia posizione dietro di lei...
Venni colpito, esattamente come temevo potesse succedere, ma non dal fucile, ma dal suo sedere che mi spingeva un pò più lontano, probabilmente non consapevole dell'effetto che aveva su di me..o forse si...
Quando si voltò nuovamente verso di me, potevo vedere senza problemi un sorriso trionfo sulle sue labbra...*
Un ottimo colpo devo ammetterlo... vedremo se saprò fare di meglio...
*Prima che potessi sparare, tuttavia, la sentii portarsi dietro di me, probabilmente in una sottile ripicca, con quelle manine delicate, poste ai miei fianchi, appena scoperti a causa della posizione...
Sorrisi maliziosamente, mettendomi in posizione di tiro, e concentrandomi per prendere la mira, cosa che fece ulteriormente scoprire la mia schiena, a suo beneficio...
La mia mente di vampiro, tuttavia, mi permetteva di concentrarmi su diverse cose allo stesso tempo, quindi non fu difficile assaporare la sensazione di quelle mani alle mie spalle, ed allo stesso tempo prendere la mira e puntare esattamente nel punto in cui il motore che faceva muovere le figure di cartone disegnava una curva.. aspettando l'esatto secondo, riuscii a colpire due figure in traiettoria, sorridendo tranquillamente al proprietario che invece, non sembrava felice quanto me.*
Due a uno pare, Gilbert... *dissi voltandomi, e mentre posavo il fucile sulla bancarella mi abbassai verso il suo orecchio.. per sussurrarle una domanda...* Avevi freddo alle mani prima? *domandai vedendola arrossire.. avevo fatto centro ancora a quanto pare..e non alla bancarella..*
Avanti scegli il tuo premio... *mi spostai di lato come se nulla fosse successo, e non appena ebbe ritirato la sua vincita, le posai una mano sulla schiena attirandola con me verso un'altra bancarella, dove vista l'ora, ordinai due hot dog e due bibite, conoscendo perfettamente i suoi gusti...
La proprietaria tuttavia, fin troppo diligente si affrettò a darmi in mano tutto l'ordine prima che potessi pagare, quindi mi dovetti voltare verso di lei...* Prendi tu il portafoglio per favore? *le domandai indicandole la mia tasca posteriore dei jeans...*


- ELENA -
* Giocare non era il mio forte, ero troppo una persona emozionabile, avevo troppe mie espressioni o gesti che facevano intuire quanto non fossi indifferente a certe cose e sentire quella pelle sotto le mie mani e vederlo così bello davanti a me, non poteva che provocarmi un continuo battito del cuore, sempre più accellerato.
La cosa che più mi infastidiva, poi, era vedere che a lui non sembrava avere alcun effetto ciò che io cercavo di fargli ed era frustrante il modo in cui riusciva a mascherare le sue sensazioni.
Quando sparò il colpo non potei che sorridere ed allargare le braccia perchè non potevo competere con lui veramente.
Quando il proprietario del banchetto mi chiese ciò che desideravo e mi indicò i premi tra cui scegliere, non potei che puntare il dito contro quel bellissimo panda di peluche che avevo adocchiato dall'inizio del gioco.
Quando quelle parole arrivarono al mio orecchio ero certa che sul mio viso il colorito fosse cambiato da un rosa pallido ad un rosso abbastanza acceso perchè sapeva perfettamente quanto mi imbarazzasse quel genere di provocazioni.
Non gli diedi retta e lo seguii fino a quel banchetto dove lo vidi ordinare con tutta tranquillità quegli hotdog dall'aspetto invitante.
Mi chiedevo come potesse conoscere i miei gusti così bene ma venni subito distratta da quelle sue parole: come sospettavo il portafoglio era nella tasca posteriore dei suoi jeans e non potevo assolutamente rifiutarmi di fare ciò che mi aveva chiesto.
Scivolai con la mano nei suoi jeans cercando di trattenere l'imbarazzo e poi saldai il conto sorridendo alla donna che non aveva smesso un secondo di fissare Damon.*
Se glielo avessi chiesto sarebbe stata felice di prendere lei il portafoglio dalla tua tasca..
*gli rivolsi quelle parole prima di riporre l'oggetto al suo posto approfittandone nuovamente e recuperare poi il suo hot-dog.*
Ho visto una panchina di legno prima..
*allungai la vista e la vidi ancora libera, in un posto bellissimo che dava sulla ruota panoramica..*
Vieni con me...
*ricercai nuovamente la sua mano ed una volta arrivati mi sedetti a cavalcioni di quella panchina aspettando facesse altrettanto.
Non appena sedette anche lui nella stessa posizione difronte a me mi avvicinai a lui e mi portai quasi in braccio a lui, noncurante del fatto che era molto pericolosa quella posizione.
Cercavo una sorta di intimità con lui, la desideravo e non ragionai affatto su quel gesto, lo feci e basta.*
Sono buonissimi, grazie per il pranzo...
*gli sorrisi mentre addentai il mio hot-dog e notai quanto mi stesse fissando, forse per come avevo voluto avvicinarmi a lui.*


-DAMON-
*Provocarla, tirare fuori quella parte giocosa e divertente che troppo spesso teneva nascosta, era diventata la mia missione quel giorno,perchè era troppo divertente farlo, ed amavo, più di ogni altra cosa, il suo sorriso..
Sentii quella mano che nonostante il lieve imbarazzo sfilava il portafogli dalla mia tasca e pagava la cassiera che per tutto il tempo aveva fissato me imbambolata...*
E' forse un pizzico di gelosia quella che sento? *domandai ghignando mentre andavamo a sederci su quella panchina indicata da lei...*
Beh, devo ammettere che la vista è fantastica.. *commentai una volta che ci fummo sistemati, e anche se da quel commento, poteva sembrare che stessi parlando della gigantesca ruota panoramica a qualche centinaio di metri da noi, in reatlà io stavo parlando di lei, ed era esattamente sul suo viso che avevo puntato gli occhi dicendo quella frase...* la compagnia ottima.. *aggiunsi allungando poi la mano per rubarle alcune patatine dal suo cartoccio, beccandomi l'ennesima occhiataccia bonaria..* che cosa potrei volere di più? Abbiamo anche il pupazzo... *feci un piccolo cenno con il capo al pupazzo che aveva scelto come premio...* sai, ci avrei giurato che avresti scelto lui... è stato amore al primo incontro.. *commentai sovrappensiero, mentre prendevo un sorso dalla mia bibita, e ricordi di una notte di più di un anno fa, tornavano alla mia mente, consapevole di essere il solo dei due, a poter ricordare quegli avvenimenti...
Tornai a guardarla sapendo che non poteva aver colto quel riferimento... e notai che mangiando, si era sporcata con una delle numerose salse del suo panino, proprio sull'angolo della bocca..
La prima reazione fu quella di scoppiare a ridere, mentre invece mi limitai semplicemente ad un sorriso, avvicinandomi ancora di più se possibile a lei..
Oramai era quasi interamente in braccio a me, ora che anche tutti gli incarti del nostro pranzo erano stati gettati via...*
Hai... *cercai di dire, ma vedendo che non capiva, forse ancora ferma a pensare ai miei discorsi precedenti, chinai gli occhi in cerca di un tovagliolo e mi resi conto che il vento li aveva fatti volare tutti via, così mi avvicinai semplicemente al suo viso, con il mio, e con la punta della lingua andai a raccogliere quella goccia di salsa che era rimasta sul suo viso, staccandomi poi di pochissimi centimetri, sentendo l'irrefrenabile desiderio di baciarla ora, in quel preciso momento, davanti a tutta quella gente normale che si divertiva nel lunapark..
Senza nemmeno rendermene conto una delle mie mani era scivolata sul suo fianco, accarezzandolo piano, quasi a spingerla maggiormente verso di me.. ma all'ultimo, proprio quando già il suo respiro solleticava le mie labbra, decisi di aspettare...*
Vieni con me in un posto.. *le dissi, invece di compiere quel gesto, che ero certo desiderassimo in due...*


- ELENA -
*Non risposi alla sua provocazione sulla gelosia e mi limitai ad ascoltarlo parlare mentre affamata mangiavo quella meraviglia di panino che stringevo fra le mani.
Voltai lo sguardo al panda vicino a noi che mi avrebbe per sempre ricordato quella splendida giornata e poi tornai a fissarlo mentre mi spiegava che era certo lo avrei scelto.
Tuttavia furono le parole successive a lasciarmi perplessa senza capire a cosa si stesse riferendo.
Tutto passò, però, in secondo piano quando mi ritrovai ancora più vicina a lui a rabbrividire per quella lingua che ripuliva le mie labbra.
Ero rimasta completamente senza parole ed incantata mentre quasi senza accorgermene cercavo quel bacio che desideravo da troppe ore.*
Dove vuoi andare?
*Lo stringevo con le mani sui suoi fianchi perché non avevo intenzione ne' voglia di allontanarmi da lui.*
Ti seguo...
*stavo per aggiungere "ovunque vorrai" ma riuscii a zittirmi in tempo.
Lasciai la presa su di lui e mi alzai allungando entrambe le mani verso di lui, sorridendo felice*
Andiamo uomo che stuzzica la mia gelosia...
*volevo sapesse che si, prima la gelosia mi aveva colto e soprattutto comprendesse che non era facile scatenarla in me.*


-DAMON-
*sapevo bene che a scatenare la sua curiosità bastava un attimo, ma non potevo che essere felice di quella piccola ammissione velata..
Era gelosa di me.. Me!
La aiutai ad alzarsi e quasi senza rendermene conto, la attirai contro il mio petto, lasciando che entrambi rimanessimo immobili, uno davanti all'altra a fissarci negli occhi..
Notai poi, staccando gli occhi dal suo viso e passandoli sul resto del suo corpo, dei brividi, stavolta forse causati dal freddo che cominciava a calare, con l'avanzare del pomeriggio..*
Hai freddo? *le domandai scivolando con le dita sulle sue braccia, e sentendo paradossalmente la sua pelle d'oca aumentare..
Con un gesto rapido mi tolsi la giacca e la posai sulle sue spalle, accarezzandole poi di riflesso la guancia..*
E' quasi il tramonto.. Ma vorrei portarti in un ultimo posto prima di tornare a casa.. *le dissi passandole istintivamente il braccio attorno alla vita, portandola con me verso la ruota panoramica.
Prima, mentre era distratta a guardare alcune delle attrazioni, avevo avuto il tempo di fare "due chiacchiere" con l'addetto a quella giostra, che quando arrivammo mi riconobbe, cominciando a far sgombrare la folla dicendo che la giostra aveva finito per quella sera.*
Hanno avuto tutto il giorno per salire, devono farlo proprio quando tocca a noi? *chiesi quasi scocciato ad Elena, facendole l'occhiolino..
Si, avevo fatto in modo che l'ultimo giro della ruota fosse Solo per noi..
Sapevo bene che mi sarei guadagnato un'occhiataccia da lei ma era poco importante in quel momento..
Senza smettere di tenerla stretta a me, salimmo in una delle cabine prima che cominciasse a girare..
Rimanemmo in silenzio, a guardare il paesaggio che si apriva davanti ai nostri occhi man mano che arrivavamo più in alto, fin quando non si fermò del tutto, lasciandoci nel punto più alto..
Solo allora mi voltai verso di lei, che stupita guardava attorno a se..
Dio era bellissima, il vento le solleticava i capelli, e la luce del tramonto la rendeva.. se possibile ancora più bella..*
Elena.. *la chiamai a voce bassa, accorgendomi solo in quel momento che la mia mano per tutto quel tempo aveva stretto la sua..
Lei si voltò verso di me, e non potei che sistemarle una ciocca dispettosa dietro l'orecchio..*
Siamo solo noi qui.. Nessuno che possa vederci.. giudicarci..
Ne un'umana ne un vampiro.. *lentamente, per darle il tempo di allontanarmi se avesse voluto, mi ero avvicinato a lei, ma sapevo che non l'avrebbe fatto, perché quello che stavo per fare, lo desiderava anche lei, ne ero certo..*
Solo Elena e Damon.. *ripetei nuovamente, prima che i miei occhi si scontrassero un'ultima volta con i suoi trovandoci lo stesso cieco desiderio che albergava in me..
Un secondo dopo, le mie labbra erano sulle sue, e la stavo baciando come probabilmente non avevo Mai baciato Nessun'altra al mondo...
Sentivo quanto l'avesse desiderato, aspettato anche lei quel bacio e senza pensare, passai le braccia attorno alla sua vita, portandola a sedersi su di me, senza smettere di baciarla e stringerla fra le mie braccia come fino a ieri mai mi sarei aspettato di poter fare..
Perché li, sospesi fra la terra e il cielo, eravamo solo noi due, giusto o sbagliato che fosse..*


- ELENA -
*Avevo ammesso candidamente di essere gelosa di lui e quando me lo ritrovai davanti con quel viso soddisfatto non potei che essere felice di averlo fatto.
Ero incantata a guardarlo quando le sue mani posarono la sua giacca sulle mie spalle e non potei che pensare che i brividi non erano solamente dovuti al freddo ma a quella serie di sensazioni che non riuscivo a frenare, non più perlomeno, non davanti a lui o quando le sue mani mi toccavano.
Quella carezza sulla guancia fu davvero una delle cose più dolci che mai avevo ricevuto e quasi fu un dispiacere accorgermi che era davvero quasi il tramonto e che la giornata stava volgendo al termine.
Lo seguii quando mi rivolse quelle parole curiosa di sapere cosa mai aveva in mente e non appena vidi la ruota panoramica non potei che sorridere perchè era l'attrazione che più amavo sin da bambina.
Notai come le persone vennero allontanate e lo sguardo d'intesa fra Damon ed il titolare della giostra mi fecero capire quanto pazzo era stato: sarebbe stato un giro solamente per noi, senza nessun altro a disturbarci.
Non gli dissi nulla, non potei perchè tutto ciò aveva un qualcosa di così romantico che rovinarlo era un peccato così mi limitai a sedere al suo fianco e guardarmi attorno con la mano stretta nella sua.
Mi voltai verso di lui quando lo sentii pronunciare il mio nome e dal suo sguardo capii perfettamente cosa stava pensando: le parole successive non fecero altro che confermarlo e quando sentii le sue labbra sulle mie non potei che ricambiare quel bacio, stringendolo sempre più forte ora che mi trovavo seduta fra le sue braccia.
Mi staccai poco dopo più per riprendere fiato che altro e dopo un altro lieve bacio a fior di labbra gli sorrisi senza allontanarmi da quella posizione comodissima.*
Non mi vorrai dire che hai organizzato tutto questo solo per baciarmi sulla ruota panoramica al tramonto, vero?
*lo presi in giro bonariamente mentre posavo le mani sul suo petto come se fosse la cosa più naturale del mondo.*
Pensi sia tanto sbagliato non voler scendere più da questa ruota panoramica e desiderare che fossimo sempre solamente Elena e Damon?
*Dal suo viso notai lo stupore nel sentirmi dire quelle parole ma ero seria, sicura e soprattutto non potevo desiderare di meglio, che essere con lui in quell'istante.
Portai una mano nella tasca dei miei pantaloni ed estrassi due fogliettini che all'apparenza sembravano bianchi.*
E penso che in un certo senso potremmo esserlo con una cosa molto poco seria ma ben adatta alla giornata passata insieme...
*sorrisi notando la curiosità palese dipinta sul suo volto e gli posi davanti agli occhi quei due tatuaggi lavabili.
Scostai appena la maglietta per poter posare il suo sulla sua spalla e lo bagnai con un pò d'acqua della bottiglietta nella mia borsa.
Tolsi poi la carta lasciando che una lettera E, non grandissima comparisse sulla sua pelle.
Scostai poi il colletto della mia maglietta per poter posare il mio sulla mia pelle e lo guardai forse ancora imbambolato per quella cosa così infantile.*
Mi aiuti?
*non vedevo l'ora di notare il suo sguardo non appena avrebbe visto l'iniziale del suo nome comparire sulla mia pelle..*


-DAMON-
*Sarei potuto rimanere li, per tutta l'eternità, semplicemente a baciarla, senza il bisogno di cacciare, senza il bisogno di respirare, solo con lei..era tutto quello che mi serviva, ma lei doveva anche respirare, sfortunatamente per le mie labbra, così dopo un pò fummo costretti a mettere fine a quel bacio da cui non ci saremmo staccati mai, potendo...
Le sue parole, però, dette mentre le mie mani scivolavano dolcemente sulla sua schiena, mi fecero restare a bocca aperta...
Nemmeno lei se ne sarebbe mai andata da questa giostra?
Prima, però, che potessi chiedere a me stesso o ad alta voce,come mai allora, continuavamo a stare lontani, nella "vita reale", la sua proposta stuzzicò la mia curiosità.. che intendeva fare?
Un attimo dopo la vidi estrarre due piccoli tatuaggi lavabili, disegnando poi sul mio braccio la E, del suo nome...
Un sorriso mi si dipinse sul volto quando mi chiese di aiutarla a fare lo stesso, e scostando ancora un pò la sua maglia, ripetei le sue stesse operazioni di poco fa, imprimendo sulla sua pelle la D, del mio nome, ed incantandomi poi a guardarla per qualche secondo...*
Mi piace sai? *le dissi con un sorriso divertito..* ho sempre trovato i tatuaggi.. e in generale, qualsiasi cosa lasci un segno, un ricordo, sulla pelle, qualcosa di molto più profondo di una semplice moda.. *mi fermai un secondo prima di continuare quella frase...* qualcosa che ti entra dentro.. sotto la pelle...
*avvicinai le labbra a quella D, sul suo braccio e senza staccare gli occhi dai suoi, le lasciai un bacio lento.. rimanendo li con le labbra su di lei, per lunghissimi secondi...*
Se ti dicessi.. che potremmo sempre essere solo Damon ed Elena? *le domandai poi, quando mi fui rimesso a sedere composto, sempre con lei in braccio a me...* voglio dire.. *la guardai sorridendo appena, perchè nemmeno io sapevo bene come spiegare a parole quel che avevo in mente.. tutto quello che sapevo, era che ero terribilmente stufo di vederla come "la ragazza di mio fratello", quella intoccabile, da non avvicinare...
Mi aveva rubato il cuore.. non potevo più fare finta di niente, ma spiegarlo a parole era un altro conto...*
Quando siamo io e te, potremmo essere soltanto Damon ed Elena, proprio come oggi.. senza definizioni o confini.. solo noi sue.. che ne pensi?
*Quello che le stavo proponendo era una enorme zona grigia, nella quale lei non era la ragazza di Stefan, ed io non ero suo fratello.. eravamo solamente noi due.. il che apriva una serie infinita di domande, possibilità, situazioni.. e si, perchè no, anche di baci.. perchè in un secolo e mezzo non avevo mai trovato una donna che mi baciasse come lei.. e forse era giusto farglielo sapere....*
E si, per rispondere alla tua domanda.. *aggiunsi al suo orecchio...* ho pensato a come baciarti da quando siamo arrivati, perchè non mi stancherei mai di farlo.. *confessai, lasciandole un lievissimo bacio in quell'angolo di pelle sensibile fra il collo, ed il lobo dell'orecchio...*


- ELENA -
*La sua espressione era impagabile, nonostante pensassi che tutto quello che avevo fatto fosse semplicemente un gioco o meglio che lui vedesse in quel modo, ero davvero felice di capire quanto seriamente, invece, avesse preso la cosa.
Le sue parole erano ciò che più desideravo sentire ed il tocco delle sue labbra sopra quel lieve tatuaggio fu la cosa più bella che mai avessi potuto desiderare.
Quel lieve bacio condito dalle sue parole mi fece rabbrividire per l'ennesima volta quella sera: sapeva sempre come provocarmi e dovevo ammettere che ci riusciva perfettamente.
Fui sul punto di baciarlo ancora una volta quando la giostra ripartì e mi dovetti stringere a lui per non rischiare di cadere.*
Mi sa che qualcuno ha fretta che ce ne andiamo..
*gli sorrisi tornando a sedermi al suo fianco e non potei non rispondere a tutto ciò che prima mi aveva chiesto.*
Penso che in fondo siamo sempre stati solamente Damon ed Elena io e te, nonostante tutto ci siamo legati in modo indissolubile quindi inutile dire che sono certa che questo non cambierà nè domani fuori da questo lunapark, nè mai..
*credevo davvero alle mie parole ma sapevo anche che non sarebbe stato facile tornare alla vita di tutti i giorni dopo quei momenti così meravigliosi che ci eravamo permessi di vivere.
La ruota panoramica si fermò e dopo che fummo scesi da quella giostra mi voltai verso di lui per poter fissare i suoi occhi.*
Io so di non dovertelo dire per forza, so che non me lo chiederesti mai e so che forse importerà poco non appena torneremo alla vita di tutti i giorni ma vorrei farti una promessa... se così si può chiamare...
*ero davvero insicura se dire o meno ciò che continuavo a pensare da giorni oramai ma poi pensai che l'unico modo per scoprire se era la cosa giusta da fare o meno era parlare e dire ciò che volevo sapesse.*
Appena tutto sarà tornato al suo posto, tuo fratello tornato ad essere la persona che tutti noi abbiamo conosciuto e la mia vita non sarà una continua roulette russa vorrei dare una possibilità a Damon ed Elena, darci una possibilità...
*la voce si era fatta più flebile ed un pò tremante ma non mi sarei concessa esitazioni perchè mai avrei voluto che lui pensasse che tutto questo non era ciò che realmente volevo.*


-DAMON-
*Ebbi per un secondo un moto di stizza con quella giostra frettolosa che ci aveva fatto sfumare un nuovo bacio ma quando la sentii stringersi a me, non potei che sospirare, soddisfatto, posando il mento sulla sua spalla, e godendomi quella sensazione, mentre piano tornavamo verso terra...
Non seppi dire con certezza, per quanto la osservai quando mi fece quella promessa, o dono divino o semplicemente mi diede quella speranza che per me rappresentava molto più di quanto lei poteva anche solo immaginare...
Dio solo sapeva quanto avessi desiderato una possibilità con lei, ed il fatto che lei lo stesse proponendo.. certo, c'erano dei se e dei ma davanti, ma era concreto.. sarebbe accaduto, diamine l'avrei fatto accadere!
Volevo così disperatamente che ci concedesse una possibilità di essere felici o tristi o di odiarci, ma qualsiasi cosa fosse, quella che ci stava consumando da dentro, a furia di tenerla nascosta, che glielo lasciasse fare per davvero....
Non le risposi, non a parole almeno...
La presi per i fianchi, attirandola contro di me e la baciai con passione, molta piu di quella che avevo mai messo in un bacio con lei, per il semplice fatto che volevo con quel bacio, o meglio quella lunga serie di baci, farle capire quanto felice mi avesse reso....
La spinsi delicatamente contro una colonna, pochi passi dietro di lei, facendo modellare il mio corpo contro il suo ed imprigionandola in quella gabbia dalla quale non avrei voluto uscisse mai...
C'eravamo solo noi in quel momento, del resto del mondo non mi importava....
Solo lunghi, lunghissimi minuti, fitti di baci, dopo, mi accorsi che non era solo una semplice sensazione la mia, eravamo davvero soli, nel lunapark, tutti gli altri ospiti se ne erano ormai andati....*
Pare ci abbiano dimenticato qui... *sussurrai sfregando lievemente il naso contro il suo, mentre riprendevamo fiato entrambi....
In altre circostanze sarei stato ben felice di approfittare di quella dimenticanza, ma ora volevo riportarla a casa.. era stata una lunga, e bellissima giornata, ma doveva rincasare...*
Credo ci servirà qualcuno dei miei super poteri per uscire da quel cancello... *le dissi allontanandomi di qualche passo e prendendola poi in braccio senza fatica...*
Reggiti forte Principessa.. *sussurrai fra i suoi capelli, stringendola forte per poi iniziare a correre e spiccare un balzo oltre i cancelli che ci riportò vicinissimi alla mia macchina nel parcheggio....*


- ELENA -
*Sapevo di aver detto una cosa parecchio forte e mi aspettavo una reazione dello stesso spessore che però tardava ad arrivare.
In pochi secondi mi ritrovai tra le sue braccia ad accogliere quel bacio così passionale che per un pò mi lasciò di stucco.
Non ci misi, però, troppo tempo a lasciarmi andare e quando la mia schiena raggiunse la colonna alle mie spalle portai le mie mani a scivolare sul suo corpo, stringendolo poi sempre più forte verso di me perchè mai e poi mai avrei messo fine a quel bacio.
Ma dovevo respirare, per mia somma sfortuna e così mi ritrovai a breve distanza dal suo viso a godere di quella dolcezza che spesso mi riservava per poi guardarmi attorno e notare che eravamo soli davvero.
Annuii alle sue parole perchè sì, forse era il caso di tornare a casa dopo quella lunga giornata e non potei che sorridere nel pensare che davvero ci avevano dimenticato all'interno di quel parco divertimenti.
Risi divertita per il nomignolo che mi affibiò e poi mi strinsi a lui come suo ordine ed in pochi secondi ci ritrovammo alla macchina.*
Devo dire che è davvero utile frequentare un vampiro..
*quella frase uscì da sola, senza che vi ragionassi e sapevo che avrebbe potuto avere più significati ma non per questo evitai di dirla.
Gli sorrisi dandogli un altro, l'ennesimo, bacio sulle labbra prima di stringermi nella sua giacca fredda, e sedermi in auto con quell'enorme pupazzo fra le braccia che fungeva da coperta.*
Dovremmo farlo più spesso sai? Giornata per noi due, giro panoramico, vincere premi...
*evitai apposta di menzionare i baci perchè quelli sapevo che oramai sarebbero potuti capitare ovunque.
Non smisi un attimo di sorridere durante tutto il tragitto in auto lanciandogli un'occhiata di tanto in tanto, perdendomi a guardare il suo profilo..*


-DAMON-
*Sorrisi per quell'ultimo bacio sulle mie labbra, così spontaneo, quasi fosse normale per noi.... che lo stesse diventando?
Mi voltai, dopo che partimmo in direzione di casa,a guardarla per un secondo e non potei che sorridere, vedendola abbracciare teneramente quel pupazzo gigante...*
Gli darai un nome? *le domandai allungando poi la mano per picchiettare affettuosamente sulla testa del pupazzo...* lo chiamerai Damon? *proposi illuminandomi in un sorriso...
Feci scivolare la mia mano dal pupazzo, fino ad incontrare la sua, intrecciando poi le nostre dita, per poi portarle istintivamente alle labbra, lasciando un dolce bacio....
Rimanemmo semplicemente così, con le nostre mani intrecciate sul cambio, fin quando parcheggiai davanti a casa sua...
Mi voltai a guardarla, sorridendo, pervaso dalla voglia di non separarmi da lei, e per un secondo vidi lo stesso desiderio anche nei suoi occhi.. come una richiesta...
Lentamente scesi, e feci il giro della macchina, andando ad aprirle la portiera, per poi riaccompagnarla fino davanti la porta di casa..
Era ironico.. quel che era successo qui la notte scorsa.. quel che era successo oggi.. eppure.. per un secondo mi fermai a pensare.. sembrava davvero la stessi riaccompagnando a casa dopo un appuntamento in piena regola...*
Dici che Kath aprirà la porta sgridandoti per essere tornata tardi? *le domandai stemperando quella lieve tensione che si era creata...
In effetti non avevo risposto a quel che aveva detto prima, semplicemente perchè era troppo...*
Non ne ho avute molte Elena.. *dissi ad un tratto.. prima che rientrasse.. e sapevo che per un secondo avrebbe potuto travisare quelle parole...* di occasioni, possibilità... *mi avvicinai a lei, lievemente impacciato, perchè situazioni del genere per me erano del tutto nuove, e le presi il viso fra le mani...* ma.. questa, con te.. quando sarà.. è un'occasione che non voglio sprecare... *dissi, posando la fronte sulla sua, serissimo...
non avrei rovinato tutto, non in questo caso....*


- ELENA -
*Mi voltai a guardarlo per quella domanda alla quale non avevo minimamente pensato e dopo che ebbi intrecciato la mano alla sua mi fermai a riflettere per quanto oramai gesti di quel tipo venissero così spontanei ad entrambi.
Non era stata un'uscita amichevole la nostra, era ben palese ed evidente, ogni bacio scambiato, quei gesti, quelle provocazioni, le mani intrecciate non erano assolutamente cose tipiche per due persone che provano solamente una profonda amicizia.
Io sapevo benissimo ciò che provavo per lui e fu in quell'istante che mi resi conto di non aver udito risposta a ciò che in precedenza gli avevo detto.
Forse si, ero stata esagerata, avevo voluto guardare troppo avanti ma quei baci non potevano davvero essere di una persona che non vedeva le cose al mio stesso modo.
Il viaggio fu veloce, davvero troppo veloce ed arrivati su quel portico mi fermai a fissarlo divertita per quella battutina riguardante Katherine.
Avrei tanto voluto che lei non esistesse, così come il resto dei problemi e delle persone che avrebbero avuto qualcosa da ridire su di me e lui, su un possibile noi due e quando mi voltai verso la porta sentii nuovamente la sua voce e quelle parole che aspettavo da non so quanti minuti.
Stretta a lui con la fronte poggiata alla sua sorrisi perchè non potevo credere alla dolcezza di ciò che disse, a quanto si stesse mettendo in gioco per me.*
Tu sei un folle, ed io è proprio una follia che voglio che tu faccia con me ora...
*mi scostai appena da lui notando come mi stesse guardando curioso.
Presi poi la sua mano aprendo la porta di casa e pianissimo vi entrai trascinandolo con me...*
Fai piano o la strega potrebbe sentirci..
*sapeva perfettamente a chi mi riferivo e non potei che sorridere mentre imbarazzata lo attiravo con me su per quelle scale che conosceva anche lui a memoria oramai.
Arrivati difronte alla mia stanza vi sgattaiolai dentro, chiudendomi poi la porta alle spalle.
Mi ci appoggiai con la schiena girando la chiave mentre lui era davanti a me in attesa forse di una spiegazione.*
Rimani con me...
*Non dissi altro, sapevo che aveva colto tutto quanto da subito ma quel silenzio era davvero imbarazzante.
Mi voltai vedendo il mega pupazzo su una sedia lì vicino e sorrisi..*
Se lo chiamassi Damon inizierebbero a pormi troppe domande...
*cercai di stemperare quella tensione che si era creata per poi tornare ad incontrare i suoi occhi blu che non si erano staccati un secondo da me.*


-DAMON-
*Folle..di tanti modi in cui ero mai stato chiamato, in centocinquanta anni, raramente era stato detto con un tono, ed una dolcezza simili...
La guardai incuriosito, mentre mi prendeva per mano risalendo poi con me le scale, dopo quella battuta...
Una risata a bassissima voce mi sfuggì quando definì Katherine come "la strega" ma evitai di rispondere finchè non fummo in camera sua...
Stavo per chiederle qualcosa, una spiegazione, nonostante una parte di me avesse già capito, quando lei semplicemente si limitò a chiedermi di rimanere... aggiungendo poi una battuta che mi fece sorridere..*
Si in effetti sarebbe troppo esplicito... *sussurrai avvicinandomi lentamente a lei, ancora ferma con la schiena contro quella porta appena chiusa a chiave.. posai le mie mani sulla porta, ai lati dei suoi fianchi, e la guardai per un lungo secondo...
Potevo tentare l'ennesimo azzardo di quella splendida giornata con lei, o forse sarebbe stato meglio fare "il bravo" ancora un pò...
Ero indeciso.. non volevo rovinare per la mia solita fretta impudente, tutti i passi avanti fatti quel giorno.. ma quando posai lo sguardo per un attimo sulle sue labbra, che sembravano ancora gonfie per quei baci che ci eravamo scambiati fino a poco tempo prima, e ripensai al modo in cui mi aveva chiamato, mi dissi che si, ero un folle.. folle di lei, e mi sarei goduto ogni secondo in sua compagnia come fosse un tesoro prezioso..*
Eri bellissima stamane.. così rilassata.. fra le mie braccia.. *un moto di orgoglio attraversò i miei occhi, mentre ci ripensavo, e sollevai una mano accarezzandole la guancia..*
Dormi fra le mie braccia anche stanotte.. *le domandai, guardandola negli occhi, sapendo che era la stessa cosa che mi aveva chiesto anche lei..
Seguii lo stesso percorso che il suo sguardo aveva tracciato prima, per fermarmi sul pupazzo, e poi sorrisi...* Forse ho un'idea per il nome che potresti dargli sai?


- ELENA -
*Ero immobile contro quella porta e sentivo che un solo passo verso di lui avrebbe potuto portare ad un qualcosa che non ero sicura fosse giusto in quell'istante.
Ero felice di aver avuto l'intuizione di spostare la conversazione su quel pelu
che bellissimo perchè non sapevo per quanto ancora avrei letto quella palese tensione fra noi due, soprattutto dopo la mia richiesta.
Distratta verso quel pupazzo non mi ero subito accorta che lui si era avvicinato, così tanto dal sentirlo oramai addosso a me, imprigionata fra il suo corpo e quella porta chiusa.
Non potevo spiegare quanto mi sentissi attratta da lui in quel momento, tanto che non sentii quasi ciò che disse persa a fissare i suoi occhi.*
Che nome gli daresti?
*posi quella domanda quasi come fosse automatico farlo ma in realtà la mia mente era ben oltre sin da quando avevamo messo piede in quella stanza.
Portai le mani sui suoi fianchi e mi staccai da quella porta alle mie spalle, avvicinandomi a lui ulteriormente..*
Che mi hai fatto Damon?
*sapevo di stupirlo con quella domanda, che non avrebbe colto il senso di tutto ciò che stavo dicendo ma mi limitai a sfiorare il suo viso con il mio, arrivando con le labbra così vicine al loro del suo orecchio tanto che ero certa sentisse il mio respiro contro di esso..*
E' tutto il giorno che ho voglia di fare l'amore con te....
*mi allontanai nuovamente per poter fissarlo nuovamente in viso..*
Ogni volta che mi tocchi, mi sfiori, avvicini le tue labbra alle mie sento di volere di più, sento di desiderarti così tanto che fermarmi è davvero difficile...
*erano parole forti, forse inaspettate da parte mia ma avevamo incentrato la giornata solamente su noi due e su ciò che volevamo e desideravamo entrambi.*
So anche quanto sia sbagliato volerlo, almeno per ora e so che non farai l'amore con me ora così come non è successo stanotte ma dovevo dirtelo..
*il mio cuore sembrava esplodere nel mio petto per quanto la mia schiettezza si fosse resa protagonista di quel momento fra noi due e sapevo di non poter rimanere un secondo di più in quella posizione o davvero avrei perso il controllo di me stessa.
Scivolai con la mano sulla sua e poi mi scostai appena con l'idea di allontanarmi da lui.*


-DAMON-
*Tutto mi sarei potuto aspettare, tranne quella frase, quella domanda..
Sapevamo entrambi che non le avevo fatto niente, non nel senso più sporco del termine, perchè mai avrei potuto farle fare qualcosa che non voleva sotto questo aspetto..
S
emplicemente avevo provato a farmi conoscere per quello che ero davvero, per l'uomo che ero prima che per il vampiro... e forse, dopo che lei mi aveva concesso la possibilità di farlo, si era accorta che in me c'era qualcosa di più di quel che pensava.. tanto da voler fare l'amore con me...
Posai la mano sul suo polso, quando la vidi allontanarsi, e la attirai nuovamente a me, fermandomi poi semplicemente a guardare il suo viso....*
Ogni volta che ti tocco, che ti sfioro, o che le mie labbra incontrano le tue.. vorrei fare l'amore con te, con tutto me stesso... *le dissi, vedendo nei suoi occhi, limpide, le emozioni che provava...* ma non lo faccio per questo, lo faccio perchè Ti Amo.. di un amore così grande, che quando sei così vicina a me, è impossibile contenerlo..
*Non potevo più tenermelo dentro.. e dopo una giornata simile, mi chiedevo davvero perchè farlo ancora.. era inutile, impossibile, continuare a nasconderlo o mentire a me stesso...*
Ma hai ragione.. non farò l'amore con te stanotte, e probabilmente anche senza interruzioni, non l'avrei fatto nemmeno ieri notte.. e non perchè non lo desideri... *scossi la testa sorridendo, perchè Dio solo sapeva quanto desiderassi unirmi completamente a quella donna, perchè ormai per me non era più una ragazza..* ma perchè quando accadrà.. voglio che tu sia sicura di quel che provi per me, così come lo sono io... voglio svegliarmi la mattina dopo, e trovarti ancora nel mio letto, con i capelli sparpagliati fra il mio petto ed il cuscino, ed il viso nell'incavo del mio collo.. e voglio che quando i tuoi occhi incontreranno i miei, quando ti sveglierai.. e ti bacerò per darti il buongiorno, io possa dire che ho baciato la Mia Donna... *dissi con tutta la serietà e la determinazione possibili, guardandola dritta negli occhi....*
Quindi no.. fino a quel momento non farò l'amore con te.. ma pensavo dovessi saperlo comunque.. *aggiunsi ammiccando leggermente, mentre ripetevo le sue parole...e piano, la portai verso il letto...*
Pensavo.. lo potresti chiamare DJ nessuno saprebbe per cosa sta quella D no? E poi... *mi fermai un secondo, sperando di aver alleggerito un pò il carico di emozioni che aleggiava attorno a noi in quella stanza...* potrebbe tenerti lui compagnia la notte.. quando non ci sono io... ha una faccia affidabile sai? *Era presuntuoso pensare che nessun'altro l'avrebbe tenuto fra le braccia la notte a parte me.. era.. sfrontato.. era da me, e sapevo avrebbe capito, come faceva sempre.*


- ELENA -
*Puntavo il mio letto, l'idea di raggomitolarmici dopo quella confessione che gli avevo fatto, forte e sentita ma soprattutto vera e genuina.
La sua stretta arrivò perentoria a bloccarmi e ritrovarmi nuovamente di fronte a lui ad ascoltare qu
ello che aveva da dirmi e la prima cosa che pensai fu che non avevo mai ricevuto una dichiarazione così bella in tutta la mia vita.
Lui, l'uomo che molte avevano additato come quello sempre pronto a prendere ed usare le donne mi stava mettendo su di una sorta di piedistallo, mi stava rispettando e soprattutto ora più che mai ero certa che non voleva fare sesso con me, che non lo sarebbe stato mai ma che l'amore che provava per me era così forte da frenare ogni suo istinto pur di avermi completamente con tutto il cuore.
Non smettevo di fissarlo mentre quelle parole colpivano il mio cuore e vi ci si stampavano dentro indelebilmente e non avrei saputo rispondere o dire nulla se non mi avesse preso e portato con sè verso il letto cambiando discorso ed allentando l'inevitabile tensione che era nata fra di noi a causa di tutte quelle dichiarazioni.
Fissai quel pupazzo fingendo di pensarci un pò su e poi mi sedetti sul letto sollevando le coperte.*
Beh effettivamente lui non mi sembra il tipo che durante la notte si perde ad accarezzarmi continuamente o che ogni tanto mi lascia un bacio...
*avrebbe capito subito che mi stavo riferendo a lui e a quei piccoli gesti che aveva compiuto la notte precedente convinto forse che io non mi fossi accorta della cosa.
Sorrisi poi ed allungai una mano verso di lui..*
Ma per questa notte voglio rischiare quindi vorrei con me il meno affidabile dei due...
*gli sorrisi mentre mi portavo in ginocchio e senza aspettare che cogliesse il mio invito mi avvicinavo al bordo del letto, ai piedi del quale lui sostava.*
Hai paura Salvatore? Ti vedo titubante sai? Prometto che non ti salterò addosso nel sonno...


-DAMON-
*Non potei che sorridere, osservandola stupito quando fra le righe, mi svelò che non stava affatto dormendo come invece pensavo quando questa notte, dopo aver perso il conto delle ore passate ad osservarla, avevo preso ad accarezzarle i capelli
e lasciarle di tanto in tanto qualche bacio sulle labbra...*
E così stanotte vuoi correre il rischio eh? *domandai ironico mentre mi invitava, in quel modo sottilmente provocante, a salire a mia volta sul letto...
Sfruttando la mia velocità sovrannaturale, in un attimo la bloccai con la schiena contro il materasso, e me sopra di lei che la guardavo divertito...*
Sai non dovresti fare promesse che non puoi mantenere.... *le dissi chinandomi malizioso verso di lei, come se avessi tutta l'intenzione di baciarla...*
perchè..... *trattenni il fiato man mano che mi avvicinavo al suo viso fin quando all'ultimo, non deviai traiettoria arrivando al suo orecchio...* di notte scalci come non mi è mai capitato di vedere dai? *sussurrai scoppiando poi a ridere, prendendola in giro e cominciando a farle il solletico sui fianchi....*
ma se ci pensi bene, è un vantaggio questo sai? *aggiunsi in fretta evitando la sua occhiata truce..* perchè significa che per evitare di essere picchiato nel sonno, dovrò tenerti saldamente fra le mie braccia tutta notte.... *spiegai con tono più dolce, scivolando anche io su quel materasso, e prendendola fra le braccia..*
Sai.. credo questa sia stata la più bella giornata della mia vita negli ultimi.. due secoli penso.... *sussurrai poco dopo, guardandola dritta negli occhi....* ed è solo merito tuo lo sai?
*Sollevai la mano, accarezzandole lievemente il viso, e posai le mie labbra sulle sue, in un bacio privo di malizia o passione, semplicemente carico della dolcezza che poteva esprimere quel ringraziamento venuto dl cuore...
Quella ragazza non immaginava nemmeno l'effetto che aveva su di me.. mi faceva sentire nuovamente umano.. e felice.. ogni istante passato con lei.*


- ELENA -
*Non passarono che pochi secondi prima di ritrovarmi nuovamente in una posizione davvero compromettente con lui.
Era sopra di me, su quel letto che oramai non vedeva altro che noi due insieme e si stava avvicinando così tanto che nemmeno rius
civo a concentrarmi sulle sue parole, ma solamente su quelle labbra che presto avrebbero toccato le mie.
L'illusione svanì quando queste sfiorarono il lobo del mio orecchio per dirmi quella serie di cose che non mi aspettavo minimamente.
Lo fissai incredula per poi cercare di fermare quelle mani che mi solleticavano i fianchi e mi fermai dal ridere solamente quando mi ritrovai fra le sue braccia ad ascoltare quelle parole meravigliose che mi stava rivolgendo.
Ritrovai, infine, quella bocca perfetta alla quale ricambiai quel dolce bacio prima di puntare gli occhi nei suoi e sorridere felice..*
Sai posso dirti che è stata la più bella giornata anche per me, dopo non so nemmeno quanto tempo in cui non ho fatto altro che essere triste, depressa, noiosa e beh, odiosa devo ammetterlo.
*Mi rendevo conto di non essere stata la miglior compagnia possibile nell'ultimo periodo della mia vita ma in 24 ore avevo riscoperto la voglia di divertirmi ed era tutto merito suo.*
Oggi hai conosciuto un'Elena diversa, la parte di me che per anni ho amato mostrare.
Sono stata spensierata, felice e per nulla preoccupata di ciò che sarebbe potuto succedere.
Ero con te, al sicuro da ogni cosa e penso che tu abbia compiuto una sorta di miracolo perchè non mi sentivo così da moltissimo tempo.
*Infilai una gamba fra le sue, in quella sorta di contatto molto intimo ma per nulla malizioso.
Non stavo pensando al sesso ma solamente a noi due, a quando avremmo potuto passare ancora delle ore spensierate come queste.*
Sai sono davvero stanchissima, che ne dici se diamo la buonanotte a DJ e facciamo una bella dormita?
*socchiusi gli occhi stringendomi ancora più forte contro il suo petto..*
ah e se ogni tanto vuoi svegliarti per lasciarmi qualche bacio o accarezzarmi finchè non mi addormento puoi farlo benissimo...
*aprii gli occhi per qualche secondo solamente per dire queste cose che gli avrebbero fatto capire quanto avevo apprezzato quei gesti così dolci e poi posai il viso sul suo petto e ricercai la sua mano per poterla allacciare alla mia, sicura che avrei dormito serenamente anche quella notte, stretta fra le sue braccia.*



Bene, a voi coraggiore che siete arrivate fin qui, non possiamo che dire grazie, e sperare che la lettura vi sia piaciuta.
Lasciateci un commentino, mi raccomando, ed ovviamente, passate a leggere le nostre altre ff:
Delena:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1153511&i=1

Kathefan:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1202578&i=1

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1352633&i=1

Damon&Elena :3


 
  
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