Cascando
Why not
merely the despaired of
occasion of
wordshed
is it not
better abort than be barren
the hours
after you are gone are so leaden
they will always start dragging too
soon
the grapples clawing blindly the bed of want
bringing up the bones
the old loves
sockets filled once with eyes like yours
all always is it
better too soon than never
the black want splashing their faces
saying
again nine days never floated the loved
nor nine months
nor nine
lives
La porta della Camera
dei Segreti si aprì cigolando, facendo entrare un leggero fascio di luce, sul
quale si stagliava la delicata figura di quella che sarebbe diventata la mia
sola ragione di vita. O forse lo era già… Quando il tuo incedere elegante
ti portò vicino a me, per un minuto intero dimenticai il resto del mondo, perché
avevo di fronte a me la creatura più meravigliosa che potessi immaginare. Il mio
aspetto non era quello di Lord Voldemort, ma quello di Tom Riddle e, forse, fu
per quello che non ti sottrassi al mio sguardo; o forse perché sapevi di aver
ceduto l’anima a colui che rispondeva ai tuoi pensieri, annotati in un logoro
diario. Lo sapevi e, soprattutto, sapevi di avergliela donata in piena
coscienza. Rimanemmo così per diversi minuti, poi ricordo i tuoi splendidi occhi
socchiudersi e poco dopo dormivi, appoggiata a me. Quella stessa camera che per
secoli non aveva visto che morte, finalmente conobbe l’amore. Sollevandoti
sentii il tuo profumo e mi sconvolsi nel rendermi conto di dovermi mettere un
freno; altrimenti ti avrei baciato davvero. Il tuo corpo tra le mie dita era
così caldo, morbido e delicato…sembravi al tempo stesso risoluta ed indifesa.
Quando hai aperto gli occhi mi sono tornati in mente tutti gli scontri a cui
avevo partecipato in passato; tutte le volte che, nella mia vita, ho rischiato
di morire per un ideale, pensando che non ci fosse niente di più importante per
cui vivere. Allora, invece, stringendoti tra le mie braccia, ringraziai il cielo
di avermi concesso di vivere, per poter ammirare gli occhi più belli del mondo.
Mi hai guardato, poi mi hai cinto il collo con le mani. È stato un gesto, il
tuo, dettato dall’istinto, ma mi stupii nell’accorgermi che mi faceva piacere;
nel rendermi conto che un gesto così semplice mi stava facendo martellare il
cuore nel petto. Io, il Lord Oscuro, il più grande mago di tutti i tempi, mi
facevo ridurre in quello stato da una ragazzina. Impossibile, eppure…non potevo
farci nulla; qualunque cosa fosse a ridurmi così, era più forte di me. Ricordo
le tue dita accarezzare delicatamente il palmo della mia mano e la stanza
intorno a noi sparire. Sentivo la pelle bruciare nei punti in cui tu l’avevi
toccata ma, guardandomi la mano, non vidi nessun segno. Confuso, abbassai lo
sguardo sulla piccola ragazza che mi sorrideva, stretta tra le mie braccia.
Senza volerlo mi ritrovai a sorridere anch’io, stringendo la tua mano delicata,
che scomparve dentro la mia, molto più grande, e sorridendo tra me per quella
differenza. Fu allora che mi resi conto che la sensazione di calore avvertita
poco prima, proveniva da dentro di me; da un posto che non credevo neppure di
avere. Quello che provavo allora, per la prima volta nella mia vita, era lo
strano calore di un cuore che batte a duemila, come impazzito, abbracciato ad un
altro. Presi la tua mano e me la poggiai delicatamente sul petto, senza smettere
di guardarti. Risi in modo sincero per la prima volta in vita mia, davanti ai
tuoi occhi sgranati. Com’eri bella…e i tuoi occhi erano così grandi, così
profondi, che per un attimo
credetti di annegarvici dentro. Era una sensazione che non avevo mai provato
prima di allora, ma non ne ebbi paura; anzi, stranamente, desiderai con tutto me
stesso di naufragare in quel verde smeraldo. Eri lì, di fronte a me, le mani
contro il mio petto. Mi accostai ancora di più a te e mi abbassai, finché i
nostri volti non furono a pochi centimetri l’uno dall’altro. Le mie dita
scorrevano veloci sulla tua schiena, sui fianchi. Con un dito accarezzai le tue
labbra carnose; volevo baciarti, ne avevo una voglia incredibile, ma non potevo.
Non in quel luogo, non in quella
vita. Avevo la gola secca quando mi voltai, per impedirti di leggere nei miei
occhi quell’eccitazione crescente e quel desiderio che, credevo, mi avrebbero
fatto impazzire.
Saying
again
if you do not teach me I shall not learn
saying again there is a
last
even of last times
last times of begging
last times of
loving
of knowing not knowing pretending
a last even of last times of
saying
if you do not love me I shall not be loved
if I do not love you I
shall not love
the churn
of stale words in the heart again
love love love thud of the old
plunger
pestling the unalterable
whey of words
terrified
again
of not loving
of loving and not you
of being loved and not by
you
of knowing not knowing pretending
pretending
I and all
the others that will love you
if they love you
unless they love
you
Proprio quando i nostri occhi si riallacciarono,
un’esplosione spezzò la magia di quel momento, liberandoci come da un
incantesimo. Ecco, il momento del tanto atteso scontro era arrivato; anche se
allora avrei dato qualunque cosa per poterlo rimandare, per non dovermi separare
da te. Sciolsi con fatica il mio sguardo dal tuo e ti lasciai la mano, quando mi
resi conto di una spaventosa realtà: ero stato catturato. Avevi stretto il mio
cuore con le tue dita sottili senza che io me ne accorgessi e non potevo più
fare a meno di te. La porta della camera cadde con un tonfo sordo e l’ultima
cosa che ricordo è l’urlo di Potter e la mia ragazzina che correva verso di lui.
La mia ragazzina…da quand’è che avevo cominciato a chiamarti così? Forse da
quando con il tuo sorriso avevi fatto crollare ogni mia certezza. Sfolgorante
dispensatrice d’illusioni, è bastato un tuo sguardo a mettere in ginocchio
l’Oscuro Signore, a far crollare una maschera perfetta. O forse sarebbe meglio
dire quasi perfetta, perché aveva una falla, l’aveva sul cuore e recava inciso a fuoco il tuo
nome. Ginevra Weasley, la mia salvezza e la mia condanna. La mia
ragazzina…provai una fitta lancinante, vedendoti stretta a quel maledetto di
Potter. Dio, quanto lo odiavo. Mi aveva portato via la gloria quand’era ancora
in fasce, per sedici anni aveva messo i bastoni tra le ruote ai miei seguaci,
impedendo la mia rivalsa…ed ora mi stava allontanando dall’unica cosa che mi
avesse mai fatto battere il cuore. Voltandoti verso di me vidi i tuoi occhi
colmi di lacrime; urlavi, ma io non sentivo. Da quando ti eri allontanata da me,
niente aveva più avuto importanza; né il dolore, né la sofferenza…neppure la
morte. Ebbene si, di fronte all’idea di una vita senza di te, persino la nera
signora con la falce non mi sembrava più così spaventosa. Avevo bisogno di
sentire il mio cuore battere di nuovo; semplicemente dovevo riaverti con me.
Urlai a mia volta e scatenai l’Inferno.
----------------------------------------------
Questa Storia è una What If, cosa sarebbe successo se Tom avesse avuto un corpo Solido e soprattutto se avesse scoperto di potere amare?
This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder