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Autore: Tatia    02/12/2007    2 recensioni
Fu allora che mi resi conto che la sensazione di calore avvertita poco prima, proveniva da dentro di me; da un posto che non credevo neppure di avere. Quello che provavo allora, per la prima volta nella mia vita, era lo strano calore di un cuore che batte a duemila, come impazzito, abbracciato ad un altro.

Un Tom RIddle x ginny Weasley. Perchè l'amore non ha limiti
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Tom Riddle/Voldermort
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Why not merely the despaired of
occasion of
wordshed

is it not better abort than be barren

the hours after you are gone are so leaden
they will always start dragging too soon
the grapples clawing blindly the bed of want
bringing up the bones the old loves
sockets filled once with eyes like yours
all always is it better too soon than never
the black want splashing their faces
saying again nine days never floated the loved
nor nine months
nor nine lives

 

La porta della Camera dei Segreti si aprì cigolando, facendo entrare un leggero fascio di luce, sul quale si stagliava la delicata figura di quella che sarebbe diventata la mia sola ragione di vita. O forse lo era già… Quando il tuo incedere elegante ti portò vicino a me, per un minuto intero dimenticai il resto del mondo, perché avevo di fronte a me la creatura più meravigliosa che potessi immaginare. Il mio aspetto non era quello di Lord Voldemort, ma quello di Tom Riddle e, forse, fu per quello che non ti sottrassi al mio sguardo; o forse perché sapevi di aver ceduto l’anima a colui che rispondeva ai tuoi pensieri, annotati in un logoro diario. Lo sapevi e, soprattutto, sapevi di avergliela donata in piena coscienza. Rimanemmo così per diversi minuti, poi ricordo i tuoi splendidi occhi socchiudersi e poco dopo dormivi, appoggiata a me. Quella stessa camera che per secoli non aveva visto che morte, finalmente conobbe l’amore. Sollevandoti sentii il tuo profumo e mi sconvolsi nel rendermi conto di dovermi mettere un freno; altrimenti ti avrei baciato davvero. Il tuo corpo tra le mie dita era così caldo, morbido e delicato…sembravi al tempo stesso risoluta ed indifesa. Quando hai aperto gli occhi mi sono tornati in mente tutti gli scontri a cui avevo partecipato in passato; tutte le volte che, nella mia vita, ho rischiato di morire per un ideale, pensando che non ci fosse niente di più importante per cui vivere. Allora, invece, stringendoti tra le mie braccia, ringraziai il cielo di avermi concesso di vivere, per poter ammirare gli occhi più belli del mondo. Mi hai guardato, poi mi hai cinto il collo con le mani. È stato un gesto, il tuo, dettato dall’istinto, ma mi stupii nell’accorgermi che mi faceva piacere; nel rendermi conto che un gesto così semplice mi stava facendo martellare il cuore nel petto. Io, il Lord Oscuro, il più grande mago di tutti i tempi, mi facevo ridurre in quello stato da una ragazzina. Impossibile, eppure…non potevo farci nulla; qualunque cosa fosse a ridurmi così, era più forte di me. Ricordo le tue dita accarezzare delicatamente il palmo della mia mano e la stanza intorno a noi sparire. Sentivo la pelle bruciare nei punti in cui tu l’avevi toccata ma, guardandomi la mano, non vidi nessun segno. Confuso, abbassai lo sguardo sulla piccola ragazza che mi sorrideva, stretta tra le mie braccia. Senza volerlo mi ritrovai a sorridere anch’io, stringendo la tua mano delicata, che scomparve dentro la mia, molto più grande, e sorridendo tra me per quella differenza. Fu allora che mi resi conto che la sensazione di calore avvertita poco prima, proveniva da dentro di me; da un posto che non credevo neppure di avere. Quello che provavo allora, per la prima volta nella mia vita, era lo strano calore di un cuore che batte a duemila, come impazzito, abbracciato ad un altro. Presi la tua mano e me la poggiai delicatamente sul petto, senza smettere di guardarti. Risi in modo sincero per la prima volta in vita mia, davanti ai tuoi occhi sgranati. Com’eri bella…e i tuoi occhi erano così grandi, così profondi, che per un  attimo credetti di annegarvici dentro. Era una sensazione che non avevo mai provato prima di allora, ma non ne ebbi paura; anzi, stranamente, desiderai con tutto me stesso di naufragare in quel verde smeraldo. Eri lì, di fronte a me, le mani contro il mio petto. Mi accostai ancora di più a te e mi abbassai, finché i nostri volti non furono a pochi centimetri l’uno dall’altro. Le mie dita scorrevano veloci sulla tua schiena, sui fianchi. Con un dito accarezzai le tue labbra carnose; volevo baciarti, ne avevo una voglia incredibile, ma non potevo. Non in  quel luogo, non in quella vita. Avevo la gola secca quando mi voltai, per impedirti di leggere nei miei occhi quell’eccitazione crescente e quel desiderio che, credevo, mi avrebbero fatto impazzire.

 

 

Saying again
if you do not teach me I shall not learn
saying again there is a last
even of last times
last times of begging
last times of loving
of knowing not knowing pretending
a last even of last times of saying
if you do not love me I shall not be loved
if I do not love you I shall not love

the churn of stale words in the heart again
love love love thud of the old plunger
pestling the unalterable
whey of words

terrified again            
of not loving
of loving and not you
of being loved and not by you
of knowing not knowing pretending
pretending

I and all the others that will love you
if they love you

 

unless they love you

 

 

Proprio quando i nostri occhi si riallacciarono, un’esplosione spezzò la magia di quel momento, liberandoci come da un incantesimo. Ecco, il momento del tanto atteso scontro era arrivato; anche se allora avrei dato qualunque cosa per poterlo rimandare, per non dovermi separare da te. Sciolsi con fatica il mio sguardo dal tuo e ti lasciai la mano, quando mi resi conto di una spaventosa realtà: ero stato catturato. Avevi stretto il mio cuore con le tue dita sottili senza che io me ne accorgessi e non potevo più fare a meno di te. La porta della camera cadde con un tonfo sordo e l’ultima cosa che ricordo è l’urlo di Potter e la mia ragazzina che correva verso di lui. La mia ragazzina…da quand’è che avevo cominciato a chiamarti così? Forse da quando con il tuo sorriso avevi fatto crollare ogni mia certezza. Sfolgorante dispensatrice d’illusioni, è bastato un tuo sguardo a mettere in ginocchio l’Oscuro Signore, a far crollare una maschera perfetta. O forse sarebbe meglio dire quasi perfetta, perché aveva una falla, l’aveva  sul cuore e recava inciso a fuoco il tuo nome. Ginevra Weasley, la mia salvezza e la mia condanna. La mia ragazzina…provai una fitta lancinante, vedendoti stretta a quel maledetto di Potter. Dio, quanto lo odiavo. Mi aveva portato via la gloria quand’era ancora in fasce, per sedici anni aveva messo i bastoni tra le ruote ai miei seguaci, impedendo la mia rivalsa…ed ora mi stava allontanando dall’unica cosa che mi avesse mai fatto battere il cuore. Voltandoti verso di me vidi i tuoi occhi colmi di lacrime; urlavi, ma io non sentivo. Da quando ti eri allontanata da me, niente aveva più avuto importanza; né il dolore, né la sofferenza…neppure la morte. Ebbene si, di fronte all’idea di una vita senza di te, persino la nera signora con la falce non mi sembrava più così spaventosa. Avevo bisogno di sentire il mio cuore battere di nuovo; semplicemente dovevo riaverti con me. Urlai a mia volta e scatenai l’Inferno.

 

 

 

 

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Questa Storia è una What If, cosa sarebbe successo se Tom avesse avuto un corpo Solido e soprattutto se avesse scoperto di potere amare?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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