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Autore: Cecia chan    02/12/2007    8 recensioni
Tenten è profondamente innamorata del Neji Hyuuga, non vede altri ragazzi se non lui. Un giorno l'Hokage, Tsunade, le affida una missione delicatissima e della massima importanza: portare un rotolo al Kazekage; dentro ci sono i dettagli per un'alleanza contro l'Akastuki. Un incarico difficile, un villaggio sconosciuto...e se nel cuore di Tenten ci fosse spazio anche per qualcun altro? E se questo qualcun altro fosse il temibile Gaara Del Deserto? (scommessa con Wiwo per paring più assurdi! ^.^)
AGGIORNATA! L'ATTESISSIMO (?) 5° CAPITOLO DOPO MESI DI ASSENZA
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 21:15 in un’oasi non lontano da Suna.

La squadra speciale decise di fermarsi. Ormai era quasi notte ed era inutile continuare a procedere, c’era il rischio di perdersi: quelle oasi  perse nel deserto erano così intricate...

Ichigo giace a terra, ansante. È la prima volta che si trova a fronteggiare una situazione simile, non è affatto preparato. Potesse, farebbe fagotto e tornerebbe di corsa a casa! Senza contare che, oltre a essere costretto a impegnarsi in una missione così difficile, è stato privato dei suoi compagni di squadra! Da quando erano appena genin lui, Shoko e Hideki hanno sempre affrontato ogni pericolo insieme...ora si ritrova a dover combattere fianco a fianco con due tizi che manco conosce e che, ne è sicuro, nel momento del pericolo gli diranno di scappare via o lo proteggeranno...Uff! Eppure non è così piccolo!

Akira stava in disparte, intento a preparare una specie di accampamento; non era necessario nulla di lussuoso, visto che comunque l’avrebbero dovuto lasciare il giorno dopo; però era sempre meglio che dormire sulle foglie. La missione? Beh, come ninja medico ne aveva passate talmente tante che ormai non si impressionava più di niente... dopo aver partecipato a vari scontri nel villaggio del Suono e all’invasione di Konoha da parte di Orochimaru, si riteneva abbastanza esperto di pericoli. Solo, aveva un po’ di apprensione per quel nanerottolo che si erano portati dietro, Ichigo o qualcosa del genere: era sicuro che, di fronte ad un criminale di livello S, se la sarebbe fatta sotto...uffa, mancava giusto la gita dell’asilo nido a complicargli la vita!

Tenten riposava, appoggiata contro un vecchio tronco. Il rotolo maledetto è nel suo zaino, al sicuro; per ora non hanno incontrato ostacoli e sono quasi arrivati.

Sembra che tutto stia procedendo per il meglio, per fortuna!

Pensa la ragazza socchiudendo gli occhi. Non vede l’ora di finire quella missione e di tornare in fretta a casa, sì a casa.

Nejino...tornerò presto,amoruccio mio, aspetta solo qualche altro giorno e poi... *ç* Spero che durante la mia assenza tu non abbia combinato guai, tipo esserti trovato una ragazza. E se così fosse? Oh, nooo! Neji, perché hai aspettato che io non ci fossi per fidanzarti con quella? T.T E tu che guardi, zo****la? Neji è mio, mio, MIO!!! Leva le tue manacce dalla sua candida e diafana pelle! Non inzozzare il suo sguardo con la tua presenza! Cosa stai facendo? Non provare a baciarlo, no...ti ammazzo!!! Ah, muori, muori! Mwahahahah! Tutti quelli che si frappongono tra me e Neji devono morir...

“Hai fame?” la voce di Akira risvegliò Tenten dagli orrori della sua (fin troppo) fervida fantasia.

“Eh? Oh, beh, sì...un pochino.”

“Ma a che diavolo stavi pensando? Ti agitavi tutta  e borbottavi strane frasi... sembrava che stessi facendo un brutto sogno.”

“Ehm... eheh! ^//^ lasciamo perdere, che è meglio! Piuttosto, che si mangia?”

“Tenten- san, quanto manca a Suna?” la voce infantile di Ichigo si impose nella conversazione. Si era quasi del tutto risvegliato dallo stato di coma in cui era sprofondato e ora si stava trascinando verso i due con lenti passi da bradipo in letargo.

“Mmh, arriveremo domani, verso le sette di sera...più o meno”

“Oh, meno male!  Non ce la faccio più con queste marce...comunque, parlavate di cibo? ^.^ Ho una gran fameeeee! Chissà quali sono le specialità di Suna...magari potremo chiedere al Kazekage se ci invita a cena, dopo tutto quello che abbiamo passato, direi che ce lo deve, no?”

“In realtà no. Ora taci, moccioso, se vuoi mangiare.”

“Akira- san! Lascialo stare, è solo un bambino! È piccolo...”

“IO NON SONO PICCOLOOOO!!! è.é ”

 

*****************************

 

Ore 7,15 Suna

Kankuro del deserto di stava allenando.  Le sue fedeli marionette, Karasu, Kuroari e Sanshou, erano state gravemente danneggiate durante la missione precedente e Kankuro si stava dando un gran daffare per ripararle. Per un marionettista quelle bambole erano tutto: la tua difesa, il tuo attacco, il tuo scudo, la tua arma letale... inserire coltelli, veleno in una marionetta era un’arte; l’arte di creare un precisissima macchina da guerra che si muova senza difficoltà al minimo, impercettibile movimento delle dita.

Ogni dettaglio era calcolato al millimetro, ogni singolo particolare minuziosamente studiato, ogni filo di chakra collegato  accuratamente alle mani del marionettista, così da creare una specie di simbiosi tra il ninja e la macchina. Sì, dovevano essere un tutt’uno, per poter funzionare.

Tutto questo Kankuro lo sapeva.

Aveva impiegato anni per perfezionare e modificare le sue marionette: aveva studiato i vari tipi di legno, di armi, di veleno... anni e anni passati in una stanza, tra i libri e le marionette. Con la sola compagnia di se stesso, si rifugiava lontano dalle urla e dall’odio della sua famiglia. Con la perfezione delle macchine, cercava rifugio dal caos che imperava in casa.   

La sua famiglia era un disastro. Sempre stata un vero casino.

Suo padre aveva avuto la bella pensata di impiantare un mostro nel figlio minore, sacrificando così la madre. Che razza di idea! Gaara, così si chiamava il bambino, era diventato emotivamente instabile e aveva la mania di distruggere tutto e tutti. Compresi i sicari che gli inviava il paparino.

Bello, no? Poi per fortuna era morto, Gaara aveva preso la poltrona di Kazekage e tutti vissero felici e contenti.

Beh, non proprio. Gaara non godeva della fiducia di tutti, anzi era ancora piuttosto malvisto... però continuava ad andare avanti lo stesso, sperando di essere accettato, prima o poi. Inoltre adesso aveva una famiglia: Temari, Kankuro,Gaara. I tre fratelli della sabbia. Ognuno di loro aveva messo da parte i propri rancori e si era dato da fare a costruire un...”qualcosa” che assomigliasse ad una famiglia. Una famiglia di orfani, di superstiti... ma che si vogliono bene.

Kankuro da piccolo aveva paura di Gaara: tremava davanti ai suoi occhi di ghiaccio e alla sua sabbia mortale. Ora non più. Ha capito che non è suo fratello il vero mostro, che è solo una povera vittima delle atrocità di qualcun altro, esattamente come lui.

 

Mentre stava rimettendo un braccio a Karasu, vide tre figure che si avvicinavano. Un ragazzo alto dall’aria saputella, un bambino che si guardava smarrito intorno e una ragazza con degli assurdi codini. Portavano il coprifronte di Konoha, alleati dunque.

“Che volete?” chiese.

La ragazza lo guardò con una faccia strana. Evidentemente non riusciva a capire cosa volesse da lei quel tipo con un cappuccio con le orecchie da gatto, truccato di viola e tutto sporco di polvere.

“Scusa, ma tu chi saresti?”

“Ehm, io sono Kankuro, il fratello del Kazekage. Scusate se mi presento conciato così, ma stavo riparando la mia marionetta...”

“Ah, capisco -.- ci potresti portare da lui?”

“Sì, certo. Seguitemi, vi faccio strada.”

 

Il resto della missione fu piuttosto semplice: il Kazekage non c’era, ma bastò la firma del suo segretario -nonché ex maestro- Baki. Poi il trio fu autorizzato a tornare a casa.

“Aah! Finalmente! ^.^ Mi manca tanto il ramen di mamma!”

“Ichigo, che razza di moccioso... -.- ”

Si incamminarono verso Konoha; ci sarebbero voluti circa tre giorni per tornare, era bene mettersi in marcia il prima possibile!

Nejino!!! Adesso arrivo! Appena a casa mi faccio un bella doccia e poi corro subito da te! Sicuramente non mi chiederai come è andata la missione, ma io te lo dirò lo stesso! ^.^ Oh, spero che Lee capisca al volo e mi lasci un po’ sola con lui...magari riesco a fargli la mia benedetta dichiarazione! ^//^ uhuh! Magari, magari...e poi voglio andare con Sakura-chan e Ino-chan a fare un po’ di shopping, mi devo rifare il guardaroba. Magari potrei dare anche una spuntatina ai capelli...nono! Vanno bene così! A Neji piacciono quelle con i capelli lunghi.  E poi devo andare da Gai- sens...

 

Un kunai le sfrecciò accanto, sfiorandole la guancia. Dalla ferita cominciò ad uscire sangue.

Li stavano attacando.

“Tutti a terra!” gridò rivolta verso i due compagni.

Ichigo si guardò intorno, terrorizzato mentre Akira si mise in posizione di battaglia.

Si trovavano dentro ad un’oasi. Una di quelle intricatissime oasi perse in mezzo al deserto: il posto giusto per un agguato.

Dalle alte e impenetrabili fronde cominciarono a cadere alcune foglie.

È lassù. Tenten sfilò un kunai dalla tasca, pronta a lanciarlo al minino movimento.

“Buonaseeera!” un ragazzo biondo scese agilmente da un albero. Tenten provò a lanciare il pugnale ma quello la scansò senza troppa fatica. Aveva un grande tunica con delle nuvole rosse.

Oh, no...l’Akatsuki. Merda!

“Ehi, siamo un po’ nervosetti, sì! Tu che dici, Sasori?”

I tre si girarono di scatto. Dietro di loro c’era quella che sembrava un’enorme marionetta a forma di scorpione. Aveva anche lui una tunica a nuvole rosse.

Roteò la coda e la abbatté su Ichigo, che fu sbattuto contro un albero poco distante e rimase incosciente. Poi lanciò alcuni shuriken in direzione di Akira, che li schivò per un pelo. Tutto questo, senza che il biondo avesse mosso un dito.

Non è possibile. I marionettisti comandano le marionette muovendo le mani, come può questo stare fermo? È così forte da dargli ordini con il semplice pensiero? No, non è possibile, i fili di chakra non si possono omettere. Forse...forse si muove autonomamente? Sì, dev’essere così. Oh, merda! Quindi sono due, non uno solo!

Tenten spiccò un salto per evitare un attacco della marionetta. Che fare? Che fare?

Non posso scappare così...dobbiamo recuperare Ichigo...

“Akira, ascolta! Scappa!”

Akira stava utilizzando invano tutte le sue tecniche mediche... una codata lo fece volare addosso a Tenten.

“S-scappare? Non...non posso...”

“Ahia, ascolta: tu scappa più veloce che puoi, io tenterò di recuperare Ichigo e ti raggiungerò. Non possiamo batterci.”

“Questo è vero. Le mie tecniche non funzionano contro di lui...credo che sia una specie di marionetta umana. Non abbiamo le forze per sconfiggerlo.”

La coda del mostruoso essere stava per attaccarli di nuovo.

Akira fece per scansarla ma la colpì in pieno. Cadde a terra, coperto di sangue misto ad uno strano liquido verdastro, veleno probabilmente. Il ragazzo strabuzzò gli occhi e provò ad alzarsi.

Forse è ancora vivo... ma ora non ho tempo!

Tenten corse verso Ichigo, ma, mentre stava per raggiungerlo, una bomba esplose proprio davanti a lei.

La ragazza alzò la testa. Il ragazzo biondo era appollaiato sopra un ramo, sorridendo.

“Eh, no, cara. Mi dispiace ma non posso farti scappare, no. Tu hai qualcosa che ci interessa!”

Il rotolo?

“Ma non ti preoccupare. Se collaborerai ti risparmieremo la vita: mica posso far male ad una graziosa fanciulla. Su, cara, dammi il rotolo!”

“Mai!”

Tenten lanciò una serie di shuriken contro il ragazzo. Due centrarono il bersaglio e la spalla destra del biondo cominciò a sanguinare.

“Mi hai fatto male, sì! Ora la pagherai!”

Tirò fuori da una sacca una bomba, ma non la lanciò verso di lei. Con orrore, Tenten vide che quell’arnese puntava dritto contro Ichigo, ancora incosciente.

“NOOOOOOO!!!”

La ragazza si scagliò contro l’esplosione ma non riuscì a prendere il bambino. Il fumo l’avvolse e qualcosa le colpì la spalla destra. Forse un kunai. Sentì una voce che la chiamava e un gran dolore alla spalla: il kunai doveva essere avvelenato.

Provò a fare qualche passo ma le gambe cedettero.

Neji...

Due braccia la sostennero.

Fumo dell’esplosione.

Capelli rossi.

Chi...?

E poi il buio.

 

*****************************

 

“..nten- chan? Tenten?”

Luci  bianche.

Rumore di voci concitate.

Tenten aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono. Riprovò e stavolta articolò le parole:

“Dove...sono?”

“Oh, Tenten- chan! Sei viva!”

Quella voce...dove l’aveva già sentita? Le pareva familiare...

“Tenten? Stai bene? Riesci a sentirmi?”

Questa voce...Kankuro?

Tenten si alzò a sedere. Si trovava su un lettino, in un ospedale. Attorno a lei c’erano Kankuro, Baki, una ragazza bionda che riconobbe come Temari e...

“Gaara ti ha trovato in mezzo ad un esplosione. Oh, Kami! Che cretini siamo stati! Non avevamo pensato che l’Akatsuki vi avrebbe potuto attaccare durante il viaggio di ritorno. Avremmo dovuto darvi una scorta...era il minimo. Ci dispiace, ci dispiace veramente!  

Gaara...allora il tizio con i capelli rossi che aveva visto prima di svenire era lui?L’aveva...salvata?

Il ragazzo stava in disparte, osservando con uno sguardo vacuo la scena. Era cresciuto dall’ultima volta che Tenten l’aveva visto; non sembrava più il mostro senz’anima che aveva visto combattere contro Sasuke, tre anni fa, e anche l’atteggiamento, seppur sempre freddo e distaccato, sembrava diverso.

“Un momento!” un pensiero passò fulmineo nella mente di Tenten. Akira e Ichigo! Se Gaara aveva trovato lei, allora doveva aver salvato pure loro...

“Dove sono i  miei compagni? Stanno bene?”

Tutti i presenti abbassarono la testa.

Tenten si voltò; a destra c’erano due lettini: le due figure che lì giacevano, avevano le coperte tirate fin sopra la testa e stavano immobili. Immobili.

No...

“No...”

“Purtroppo, non siamo riusciti a salvare i tuoi compagni. Vedi, Akira la coda di quella marionetta era completamente imbevuta di veleno e il colpo è stato mortale. Per quanto riguarda Ichigo...beh, lui non ha sentito nulla: la bomba è esplosa mentre lui era ancora svenuto... “

Gli occhi di Tenten si inumidirono. Le lacrime le rigarono le gote e il suo corpo esausto fu percosso da singhiozzi disperati.

Perché, perché? Eppure ti avevo detto di scappare, Akira, almeno tu saresti stato salvo! Adesso chi guarirà i ninja di Konoha, chi? E tu Ichigo, o piccolo Ichigo, temo...temo che non potrai più assaggiare il ramen della tua mamma! Kami, ma eri solo un bambino! Maledetti quei bastardi  che vi hanno ammazzato... Non è giusto, non è giusto! Erano così buoni...erano ninja veramente in gamba! Non è giusto...

“Come si chiamano?”

“Come?”

“Come si chiamano quelli che ci hanno attaccato?”

“Vuoi sapere i loro nomi?” tutti si voltarono. A parlare era stato Gaara. “Va bene: uno è Deidara e l’altro Sasori. Sono due criminali ricercati di livello S e fanno parte dell’Akatsuki. Cosa ci vuoi fare?”

Gli occhi di Tenten brillavano di una luce maligna, omicida. La rabbia e il rancore si erano impossessati di lei.

“Voglio vendicare i miei amici. Quei bastardi me li hanno ammazzati e devono morire! Devono crepare!!”

Lo sguardo di Gaara si indurì.

“Non commettere il mio stesso errore.”

 

 

 

~Continua nel prossimo capitolo~

 

 

 

Minuto di silenzio per Ichigo e Akira.

Vi confesso che mi è dispiaciuto moltissimo farli morire...sniff... T.T

 
Comunque, così va la vita! (by Kurt Vonnegut) ringrazio tantissimo:  _TaKiKo_, WinryRockbelltheQueen, bambi88, Mina, annasukasuperfan, Wiwo, gollum93 grazie millissime per le vostre recensioni!

 
Ah, come Wiwo mi ha fatto notare, non tutti capiscono il giapponese (nemmeno io, in realtà) e quindi il titolo risultava leggermente incomprensibile... tranquilli, non è nulla di spaventoso -anche se può sembrare- “aishiteru” significa semplicemente “ti amo”...l’ho messo in giapponese per mascherare la sua insulsaggine: “Ti amo, Gaara” suonava troppo patetico...

  
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