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Autore: flaffy_    15/05/2013    1 recensioni
Complessi, sono quelli che mi faccio ogni volta, ma che cerco di ignorare.
Infondo, chi è che non si fa problemi?
Magari anche i morti se li fanno, per i lombrichi che spuntano dal terriccio e disturbano il loro riposo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Conteggio parole: 730

 
Complexes
 


Complessi, complessi e complessi.
Ogni giorno uno nuovo, a volte ritornano anche alcuni dimenticati.
Voi vi chiedete mai come siete veramente?
Io sì, ogni giorno.
Perché la mia personalità varia a seconda della persona con cui mi trovo al momento.
Con una sono seria, con un'altra sembro stupida, con un'altra ancora sembro pazza.
E allora la notte, quando sto tra le coperte del mio letto, guardo il soffitto della stanza buia, chiedendomi 'Ma come sono realmente?'.
E io che una volta ho pensato di poter diventare psicologa da adulta.
Io che non posso neanche scegliere i miei amici, perché sono loro a scegliermi; io non ho scelta, non riuscirei mai a spezzare l'amicizia, ho paura di offenderli.
Ma, anche se non capisco me stessa, riesco a capire gli altri, forse perché hanno problemi che li accomunano. O forse sono io che ho gli stessi loro problemi?
Ma, se non posso fare la psicologa, potrei fare la scienziata.
Dopotutto anche loro si pongono sempre problemi.
Se non se li fossero posti non ci sarebbero mai state tutte quelle teorie sull'universo, il sistema solare, l'evoluzione della specie umana...
Domande che si pongono un po' tutti, come quando da bambini chiediamo ai genitori come siamo nati e loro se ne escono con la storia del cavolfiore o della cicogna. 
Ma io non gliel'ho mai chiesto, l'ho scoperto col tempo.
Come quelle degli scienziati, sono delle teorie. Le hanno immaginate, sì, ma non potevano certo dire la verità a dei bambini.
Ma, le domande ce le facciamo perché abbiamo la ragione, senza di essa non saremo mai arrivati a questo punto.
 
Da bambina sognavo di diventare una ballerina, ma non mi è mai piaciuta la danza classica.
Avevo cinque anni quando ho fatto danza classica; ogni  volta uscivo nel mezzo della lezione piangendo.
Poi tre anni dopo ho iniziato danza moderna e mi è piaciuta, anche se non è molto diversa da quella classica.
Ho iniziato, poi, a voler diventare una veterinaria e questo desiderio è proseguito per tanti anni.
Qualche mese fa ho capito che fare qualche operazione ai poveri animali mi farebbe impressione.
Poi, interessandomi comunque nel campo della medicina, ho voluto diventare un medico, ma non sapevo di preciso cosa.
Il chirurgo lo avevo escluso sin dall'inizio, perché mi farebbe ribrezzo vedere gli organi interni di una persona.
Così avevo pensato di fare l'oculista, ma dopo un po' avevo scartato anche quello.
E così sono giunta al dentista, niente animali o gente da cucire, solo denti da trapanare.
 
A volte penso di poter fare la scrittrice, ma questo desiderio viene spazzato via quando, dopo essermi venuta un'idea, non riesco ad esprimerla.
Vorrei esprimere tutte le mie sensazioni con delle parole, delle frasi, ma poi non ci riesco.
Vorrei esprimere le emozioni che mi da il mare, anche se ad altri piace più la montagna.
Il rumore rilassante delle onde che s'infrangono sugli scogli, o semplicemente sulla riva del mare.
Quello che provo nel camminare a piedi nudi sulla sabbia, che s'infiltra tra le dita.
Il correre verso l'acqua, perché mi si stanno bruciando i piedi sulla sabbia bollente.
Nascondersi sotto l'ombrellone, per non tornare a casa con la pelle rossa, che dopo un paio di giorni inizierà a spellarsi.
L'odore di salsedine che mi da la nausea e che mi fa soffocare.
Però per nuotare preferisco il lago, senza le onde che bloccano i movimenti.
E poi preferisco la piscina al lago, perché non ha le alghe, che mi fanno ribrezzo; anche se ha il cloro, a cui una volta ero allergica, che mi fa arrossare gli occhi.
 
O magari parlare della primavera, la mia stagione preferita.
Il caldo che inizia a presentarsi, ma sopportabile.
Il profumo dei fiori che iniziano a spuntare sempre di più con il passare dei giorni.
Le giornate senza pioggia, che odio tanto, che s'infiltrano nell'ambiente.
E gli insetti indesiderati che ti saltano in faccia o fra i capelli, le api che entrano in casa e che ti fanno scappare in un'altra stanza.
 
Ho iniziato tante storie, ma non sono mai state completate, perché iniziavo a pensare che siano stupide, senza senso.
Storie che mai nessuno leggerà, in una cartella del mio computer, che aspettano la loro conclusione, che io non riesco a scrivere.
Blocco dello scrittore, è forse questo il problema?
No, non credo.
 
Complessi, sono quelli che mi faccio ogni volta, ma che cerco di ignorare.
Infondo, chi è che non si fa problemi?
Magari anche i morti se li fanno, per i lombrichi che spuntano dal terriccio e disturbano il loro riposo.
 
 



Angolo autore:
Ok, non so da dove mi sia uscita questa... cosa.
Dopo di tutto è un'idea che mi è venuta in mente mentre mi facevo la doccia.
E' semplicemente un delirio.
Non ha una trama, è semplicemente un... discorso.
Forse non dovrei neanche pubblicarla....
  
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