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Autore: Luxij_    15/05/2013    9 recensioni
TRATTO DALLA STORIA
-Fin da quando ero piccola ero costretta a subire abusi e violenze...-mi girai verso di lui: mi stava guardando. Aveva la mascella serrata e gli occhi lucidi... Mi maledii averglielo detto...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrò poi lui in macchina
-Andiamo?- annuii debolmente e spostai lo sguardo fuori dal finestrino. Mi sentivo male dopo aver trattato justin così,dopo che lui era stato così gentile con me, stavo sempre sulla difensiva con chiunque, ero fatta così e mi dispiaceva molto averlo trattato in quel modo. Non volevo che mi succedesse quello che è accaduto con gli altri e di certo non mi sarei fatta più toccare ma justin è…come dire…boh sceglietelo voi una parola che lo descrive,è stato diverso a modo suo.
 
Non mi piaceva quello che vedevo sul mio corpo, ero terrorizzata anche solo il pensiero di vedermi allo specchio. Guardavo e dietro ogni livido, graffio o quant’altro c’era una ricordo doloroso, li conoscevo a memoria e anche se i lividi scomparivano il ricordo restava…
Guardavo e ricordavo tutto ogni minimo particolare,vorrei non avere una vita di merda oppure non essere mai nata almeno avrei sofferto meno.
Pov justin
Non capivo molto,non capivo come si era fatta quei lividi o come si fosse rotto il polso  ma era mio dovere scoprirlo.
E se fosse stato qualcuno ? Forse l’ex, se l’avessi tra le mani non so cosa gli farei.
 A nessuna ragazza deve essere tolto il sorriso perché nessuna merita di soffrire. Ha detto che a chiunque si avvicina le fanno del male, mh…
Se potessi fare qualcosa lo farei, ma cosa?
 
Girai la testa per un secondo e non mi piacque quello che vidi…
Si toccava lievemente i lividi e piangeva. Agii per impulso, accostai la macchina in un punto dove non ci potessero vedere e scesi, raggiungendo la sua portiera. La aprii e mi sedetti sul bordo del sedile.
 
 L’abbracciai e cominciò a piangere più forte, le accarezzavo il viso raccogliendo ogni lacrima che versava. Non sapevo cosa fare ma sicuramente non l’avrei lasciata sola…
 
Tremava e piangeva, piangeva e tremava, perché doveva soffrire così? Una persona non si meritava questo e soprattutto una ragazza, odiavo l’immagine di un ragazzo che alzava le mani contro di lei o anche…NO non ci dovevo nemmeno pensare!
 
Ma che cazzo, noi ragazzi siamo più forti e a posto di proteggere,che facciamo? Infliggiamo dolori su dolori?Non mi stava bene…
Guardavo nei suoi occhi e vedevo un blu spendo, un blu che si era spento per colpa di qualcuno. Che rabbia avevo,che rabbia vedere così una persona.
 
Si stava calmando e tirai un sospiro di sollievo. Stava con la testa sulla mia spalla, con il viso rivolto verso il mio collo. Le mie mani sulla sua schiena e le sue sul mio petto.
-Grazie- sussurrò con un filo di voce, sorrisi e non risposi
Stemmo minuti interminabili,con un silenzio che poi si fece imbarazzante.
-Meglio?- decisi di rompere quel silenzio oramai creatosi fra noi. Annui e io mi risedetti al mio posto. Ci volle pochissimo per arrivare all’ospedale…
 
Entrammo e cercammo un dottore, che poi fu lui a trovare noi
-Ciao julie- disse un uomo sulla cinquantina, poco più basso di me. Capelli quasi interamente bianchi e occhi marrone scuro. Aveva gli occhiali, un camice bianco e una cartella tra le sue mani.
-Ciao robert- in confronto a tutti la sua voce era molto bassa,però non sembrava felice di vederlo.
-Ti sei ripresa dall’ultima volta? Ti fa ancora male?- cosa? Dal vaccino?
-Si ora sto bene, grazie- assunse uno sguardo abbastanza triste. Non capisco…
-E chi è questo bel giovanotto? Il tuo ragazzo?-  arrossii e così anche lei. Scosse la testa e mostrò il polso.
-Dio santo ancora tuo padre oppure i tuoi ex?- mi sentii morire dentro, il padre? gli ex? Perché loro?
-Papà- sussurrò, ecco se prima stavo male ora stavo peggio
-Vieni con me- ci portò in una stanzetta appartata, controllò il polso e sbuffò.
-Qua dobbiamo mettere il gesso, è stato peggio dell’altra volta- cosa? Altra volta?
 
Era abbastanza sorpreso, il padre le aveva messo le mani a dosso? Perché tanta violenza contro chi ha dato vita lui stesso? Più mi facevo domande, più diventavo confuso. Una dopo l’altra affioravano e a tutte nessuna risposta…
 
La portò in una stanza più grande dove io non potetti entrare. Stavo lì a pensare e a ripensare, ad andare avanti indietro. Il padre, gli ex, non era la prima volta. Da quanto durava questa storia?...
 
I miei pensieri furono interrotto dal dottore di prima
-Julie mi ha raccontato tutto, non sei stato tu a…picchiarla- abbassò lo sguardo a quella parola, io ero sempre più sconvolto da ciò che stavo vedendo e ascoltando.
-Che posso fare?- dovevo aiutarla
-Ragazzo tu non puoi fare niente è solo lei a decidere- perché non potevo fare niente? L’impotenza mi distruggeva.
-Senti solo una cosa, lei ha molta paura di te, ha paura che anche tu…beh hai capito-
-Non sono quel tipo di ragazzo- mi arrabbiai
-Lo so ma è più forte di lei non fidarsi delle persone,non lo fa a posta, ma dimostrale di non essere quel tipo di ragazzo. Fa che si fidi di te e non devi mai tradire la sua fiducia. Lei ora è chiusa in se stessa per questi 18 anni di merda. È da quando è nata che deve subire questo, è una routine continua ,per lei, stare qua. Per cosa le fa il padre o altri. Ti prego aiutala tu, io non posso-
-Perché?-
-Perché il padre a me mi conosce e sarebbe anche più violento se sapesse che è scappata- mi porse un bigliettino da visita- questo è il mio numero privato. Chiamami quando vuoi, se mette ancora le mani a dosso a julie. Per favore aiutala tu- non avevo mai visto un uomo così, aveva anche gli occhi lucidi.
-Non la toccherà più- abbozzò un sorriso e mi indicò di entrare nella stanza in cui aveva portato julie.
 
Bussai ed entrai. Vidi julie con il gesso al braccio destro, seduta su un lettino. Mi avvicinai lentamente. Mi misi di fronte a lei –Come stai?-
-Meglio- toccandosi il gesso
-Vieni con me- annui e scese dal lettino, salutammo il dottore e ci incamminammo verso la mia auto
*    *    *
Da li a casa mia ci volle un po’ e lei intanto si addormentò. Avevamo parlato poco e niente dall’inizio del viaggio e le parole del dottore mi risuonavano ancora in testa.
Lei ha molta paura di te…
Fa che si fidi di te…
Si ma come? Non posso obbligarla a fare niente.
Mi sentivo distrutto e davanti a questa situazione.
 
SPAZIO AUTRICE
Salve a tutte!
Un altro capitolo di questa storia…
Mi hanno chiesto ininterrottamente di pubblicare un altro capitolo e io l’ho fatto dato che tenevo il tempo. Questo però non significa che vi lascerò in sospeso per qualche settimana. Non accadrà…forse l’unica settimana che salterò sarà quella in cui farò l’esame ma credo aggiornerò prima…
Grazie tante per le recensioni sono tutte fantastiche e bellissime.
Ciao, ciao luxi  :) 

  
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