chapter 1.
Harry’s point of
view:
Ero
agitato, ero fottutamente agitato. Giravo per la
casa senza una meta precisa, stavo impazzendo. Tra cinque minuti sarei
partito
per andare alle audizioni.
“Harry,
tesoro, non hai motivo di essere agitato.
Sei un ottimo cantante, passerai quelle audizioni, io credo in
te” mia madre mi
accarezzò la schiena rassicurandomi.
La
abbracciai: lei era la donna della mia vita,
l’unica che non se ne sarebbe mai andata.
“Ti
voglio bene mamma, sei meravigliosa” le dissi
stringendola.
Era
sempre stata al mio fianco e mi aveva sempre
supportato e sapevo che avrebbe continuato a credere in me.
“Adesso
andiamo” disse prendendo le chiavi dell’auto
e la sua borsa.
Sospirai.
Avevo paura.
“Andiamo”
sussurrai.
Chiusi
la porta e attraversai il vialetto di casa.
Salii in macchina, dove mia madre mi stava aspettando.
Sorrisi
involontariamente: stavo seguendo il mio
sogno.
Il
viaggio durò qualche ora, le ore più cariche di
tensione di tutta la mia vita.
Arrivammo
alle audizioni e rimanemmo sorpresi nel
vedere tutta quella gente in fila ad aspettare.
Dopo
lunghe ore di attesa ci trovammo dentro lo
studio, anche quello pieno di gente.
Chi
scaldava la voce, chi si rilassava, chi
accordava la chitarra e chi, come me, era in crisi.
Avevo
bisogno di prendere un po’ d’aria e di
schiarirmi le idee, quindi andai in bagno.
Camminavo
con la testa chinata e non guardavo dove
andavo.
Stavo
per aprire la porta del bagno, ma qualcuno
dall’altra parte mi precedette e andai a sbattere contro un
ragazzo.
“Opss”
un ragazzo abbastanza basso e magrolino mi
guardò con occhi dispiaciuti.
“Tranquillo
amico, tutto apposto” feci un piccolo
sorriso.
“Sicuro?
Sei bianco come un cadavere” scherzò lui.
“E’
solo l’agitazione” dissi cercando di fare il
vago, non volevo diventare ancora più teso.
“Piacere,
io sono Louis Tomlinson” sorrise di nuovo
porgendomi amichevolmente una mano.
Sembrava
un ragazzo davvero simpatico.
Guardai
la sua mano e pensai se presentarmi oppure
no.
“Piacere,
Harry Styles” strinsi la sua mano e
sorrisi.
Iniziavo
a sentirmi meglio, forse avevo solo bisogno
di ambientarmi un po’ e fare amicizia con qualcuno e Louis
sembrava la pesona
giusta.
“Ti
va se ci sediamo qui?” indicò una fila di sedie
vuote appoggiate al muro.
Annuii
e mi sedetti, anche Louis lo fece.
“Allora,
sei agitato?” mi chiese girandosi verso di
me.
“Sì,
molto. E’ la mia prima audizione e ho paura di
fare qualche cavolata come mio solito” dissi fissando un
punto indeterminato
del pavimento.
“Capisco,
ma devi stare tranquillo. Sali su quel
palco e sii te stesso, non cercare di mostrarti diverso da quello che
sei, sii
naturale e mostra tutto il tuo talento, è questo
l’importante”
Sorrise.
Ascoltai
attentamente le sue parole e mi sorpresi
nel vederlo così arzillo e disinvolto.
“Come
fai ad essere così tranquillo? Io non ci
riuscirò mai” dissi sfregandomi le mani sudate sui
pantaloni.
Non
fece in tempo a rispondermi perché sentimmo
qualcuno gridare il mio nome.
Mi
voltai e vidi una donna sulla quarantina con un
elenco tra le mani che mi chiamava.
“HARRY
STYLES, CHI E’?” mi alzai e le andai incontro
seguito a ruota da Louis.
“sono
io” dissi facendo cenno con la mano.
“devi
venire con me, tra poco è il tuo turno” disse
scrivendo qualcosa sull’elenco.
Impallidii
e sentii lo stomaco contrarsi. Mi voltai
verso Louis che stava ancora sorridendo.
Mi
fece l’occhiolino e mi fece segno di andare.
Mi
allontanai con quella donna e sentii Louis
gridare un “buona fortuna”: sorrisi.
[…]
Era
questione di minuti e sarebbe stato il mio
turno, stavo esplodendo.
Non
capivo come mi sentivo: avevo lo stomaco
contorto e i muscoli paralizzati, la mia mente era piena di pensieri
intrecciati
e non capivo nulla.
Come
mi sarei sentito quando sarei salito sul palco
e avrei cantato davanti a tutta quella gente?
[…]
Avevo
ricevuto due “sì” ed ero corso ad
abbracciare
mia mamma. Era stato tutto così surreale. Era troppo bello
per essere vero, non
riuscivo neanche a parlare. Strinsi mia mamma più forte che
potei e una lacrima
di gioia solcò il mio viso.
Sciolsi
l’abbraccio e notai due occhi azzurri che
fissavano la scena: Louis.
“Ehi
Harry, ce l’hai fatta, ne ero sicuro” disse
avvicinandosi a me.
Sorrideva
di nuovo, era impressionante, lo faceva
sempre. Scoppiai a ridere per quello che avevo pensato.
“Perché
ridi?” disse ridendo anche lui.
“Niente
niente” dissi sorridendo.
Mi
accorsi solo in quel momento di quanto fossero
luminosi i suoi occhi.
Erano
azzurri e sembrava fossero pieni di gioia.
“Comunque
ce la farai anche tu, ne sono sicuro”
affermai convinto di quello che stavo dicendo.
“Lo
spero” disse guardando il pavimento, per la prima
volta lo vidi preoccupato.
Lo
conoscevo da un’ora e avevo capito che nascondeva
le sue paure con un sorriso.
“Se
ce l’ho fatta io allora ce la farai anche tu”
dissi poggiandogli una mano sulla spalla.
“Grazie
Harry” rispose.
“Harry,
chi è questo ragazzo?” mia mamma si
avvicinò
a noi due con uno sguardo confuso in volto.
Non
feci in tempo a rispondere perché Louis mi
precedette.
“Piacere
signora, sono Louis Tomlinson, io e Harry ci
siamo conosciuti prima” porse gentilmente una mano a mia
madre che la afferrò
dolcemente.
“Io
sono Anne, la mamma di Harry” mamma sorrise
sinceramente.
Amavo
vederla sorridere, rendeva felice anche me.
Era come se la mia felicità dipendesse dalla sua.
“Io
adesso devo andare, buona fortuna per tutto Harry”
Louis mi tirò una pacca sulla spalla.
“Buona
fortuna anche a te, Louis” dissi ricambiando
la pacca.
Si
allontanò da me e mia madre e io mi girai verso
di lei.
“Sembra
davvero un ragazzo simpatico” disse lei
cercando qualcosa dentro la borsa.
“Già…”
- - -
allora,
questo è solo l’inizio.
ho
intenzione di raccontare la
storia dei larry
partendo da
x-factor, dove tutto
ebbe inizio.
sarà
una cosa basata su ciò che è
successo veramente, ma ci
sarà
anche qualcosa inventato da
me.
RECENSITE E
DITEMI CHE NE PENSATE
DELLA MIA IDEA.
ACCETTO
ANCHE CRITICHE E
CONSIGLI.
se volete
sapere di più contattatemi
su twitter (https://twitter.com/breathjng)
o su ask (http://ask.fm/xziopeppecionas).
bye bella
gente J
crediti
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