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Autore: Tohmanska    15/05/2013    1 recensioni
Che occhi ragazzo, ti prego non smettere di fissarmi.
Che bei capelli tu, ti prego posso accarezzarli?
Non chiedermi di non amare, non posso, ci sei tu.
E poi quella pelle, bianca, bianca come la neve, e quella labbra, rosse, rosse come il sangue, posso baciarti? Eh julie, posso?
Però promettimi di non battere ciglio.
Ma i sogni più belli, si vivono ad occhi chiusi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
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AMORE.


'Grazie per la bella giornata.' 
Sapevo che qualcuno dei due doveva scriverlo, ma io decisi di aspettare, non volevo essere troppo invadente, insomma era solo il primo appuntamento, e per evitare di ricominciare con le paranoie mi 
 
chiusi in camera con le cuffie e la canzone di seguita da di florence. 
Distesa sull'immenso letto con le coperte celesti e bianche avevo raccolto i capelli in una treccia e fissavo il soffitto che avevo riempito di disegni. 
Ripensavo a quel bacio, solo a immaginarlo riprovavo quel brivido immenso e la voglia di sentire di nuovo quella lingua calda. 
Con la mano gelida giravo attorno all'ombelico e mi mordevo il labbro.
Mi cadde un cuffia, giusto in tempo per sentire la voce di mia madre che urlando mi chiamava.
Arrivai sul soppalco, mi affacciai e vidi una valigia blu a pois colorati.
" dove andiamo mamma?" Chiesi con tono preoccupato.
" no, voi restate quì " disse mio fratello da sotto guardando in alto. 
Mi sono persa qualcosa? E tu dove cazzo vai?
"Dove vai?" Chiesi neutra.
"Me ne vado sorellina." A quelle parole abbassò lo sguardo, battendo la punta del piede destro sul parquet.
No, ti prego.
Scesi le scale in fretta mi precipitai in salotto, mia madre era di spalle al muro, mio fratello aveva preso in mano la valigia, vedendomi arrivare la lasciò di colpo creando un rumore fastidioso. Corse 
 
vicino a me, mi strinse in un abbraccio con quanta più forza aveva. 
Affondai il mio viso tra il suo giubbotto di pelle marrone. 
Profumava di ricordi, di giochi e di feste. 
E di un "addio" arrivato troppo presto.
"Tornerò sorellina, te lo prometto." Mi strinse ancora più forte.
"No, non andartene" lo pregai stringendolo, mentre una lacrima mi scendeva lentamente bagnando la pelle secca ed il suo giubbino.
"Tornerò, ve lo prometto!" Disse staccandomi e tenendo le sue mani sulle mie spalle. 
"Ciao" mi disse guardandomi negli occhi lucidi, e il nero sotto del mascara colato. 
Si avvicinò a mia madre, l'abbracciò e si allontanò chiudendo la porta dietro di se.
Io e mia madre rimasimo immobili, ci guardammo e ci abbracciammo senza aprire bocca. 
"Cosa vuoi per cena?" Chiese "io non ho fame" continuò.
"tranquilla, ci penso io" risposi.
Mia madre era legata troppo a mio fratello, e ogni volta che preparava la valigia e usciva da quella porta, c'è n'erano di lacrime, di stomachi vuoti e occhiaie. 
'Ma deve studiare' era la scusa di mia madre, per farsi forza. 
Già doveva studiare, e Roma era distante.
Sarebbe sicuramente tornato, ma chissà tra quanto tempo. Andai in cucina e mi preparai un toast al volo, senza nemmeno farlo scaldare abbastanza da far sciogliere il formaggio, tornai in camera 
 
miua, e la musica delle cuffiette si sentiva ancora, mi buttai sul letto con le spalle al muro, fissavo le lucine colorate sul muro di fronte, il cellulare vibrò.
'Ciao rossa, aspettavo un tuo messaggio, ma mi sono rassegnato e ti ho scritto io.' 
'Ciao, io aspettavo il tuo.' gli scrissi, aspettando la risposta.
'Ti sei divertita oggi?' 
'..Si, veramente.'
'Avevo voglia di saltarti addosso lo sai?' Anche se stavamo parlando tramite cellulare, a quel messaggio arrossii.
'Non dirmi così! ahahah' 
'Dai ammettilo, anche tu volevi scendere con quella mano ..:P' 
Si, volevo, volevo e come.
'Mh, mi hai scoperto, non so come ho fatto a resistere.'
'Beh, non dirlo a me, hai un corpo da paura rossa.' 
La mattina seguente, mi svegliai, solita ora, non sentivo barry che mi chiamava o lanciava sassi, nesuno, uscii e infatti non c'era così mi diressi a scuola, arrivata nell'atrio mi sentii stringere da 
 
dietro, sentii il suo naso, gelido sul mio collo, barcollavamo, chiusi gli occhi un attimo, ma lui mi girò, e vidi Thomas che sorrise avvicinandosi a me, e baciandomi dolcemente, le nostre lingue 
 
s'incontrarono di nuovo, prese a mordermi il collo, poi le labbra, infine le avvicinò al mio orecchio: 
"Facciamo sega?" mi disse. "Dai, sai quante cose, possiamo fare?!" continuò, mentre una mano scendeva fino al mio sedere. 
Io stavo tremando, avevo una voglia assurda di scoparlo ora, lì. ma non potevo.
"No Thomas, devo andare a scuola oggi."
"Sicura?" mi disse mentre mi leccava le labbra.
"Oh .. si." risposi .. staccandomi poi in fretta.
"Peggio per te." mi disse, mentre si allontanava mordendosi le labbra.
Mi girai, andai verso l'entrata di scuola e salii le scale, ero arrivata nell'atrio del mio piano, quando vidi Barry e Riccardo salire insieme le scale, e tenersi per mano, rimasi sbalordita a quella vista, 
 
erano bellissimi insieme, si diedero un bacio, lì davanti a tutti e andarono in classe, arrivò da me e mi bbracciò forte, "stiamo insieme Ju!" mi disse sorridendo.
Ero davvero felice, per quello che mi aveva detto, si erano sempre piaciuti, e ora stavano insieme, e chi li avrebbe più staccati quei due.
 
Mentre tornavo a casa mi arrivò un nuovo messaggio da Thomas:
- Ti và se usciamo insieme? oggi??
-Si certamente, a che ora?
- Ci vediamo alle 16:00 al parco?
- A dopo <3
- Ciao rossa <3
 
Mi preparai, e come sempre mi incamminai, arrivata al parco, c'era Thomas che mi aspettava, appena mi vide corse verso di me, mi diede un acio, corto ma sensuale, poi mi prese per un polso e mi 
 
portò con lui, dall'altra parte del parco c'era la sua moto, era bellissima, verde e nera, mi diede un casco e mi fece salire, dopo di lui, mi prese le braccia e le strinse  al suo addome, mise in moto e 
 
partì, era bellissimo stare così abbracciato a lui, mi portò in un posto bellissimo, scendemmo dalla moto, davanti a me c'era un cancello enorme, un po' rovinato, e due salici piangenti ai lati che 
 
ostacolavano la mia vista.
Era un posto imboscato, vidi lui con il suo casco in mao, che si stava arrampicando sul cancello .. 
"Ma sei impazzito?!" chiesi.
arrivato in cima, fece un salto e così lo ritrovai dall'altra parte, sorrideva, e si era anche strappao la maglia.
"Si sono pazzo, dai passami il casco e arrampicati" mi disse mentre tendeva le mani, così gli passai il casco.
"Pazzo, ti sei strappato la maglia" gli dissi una volta dall'altra parte.
"Poco m'importa." disse, così mi abbracciò, mi guardò negli occhi e mi baciò.
Mi prese per mano, scostò le foglie dei due salici, che oramai toccavano terra, doveva essere vecchio quel posto, ma era affascinante.
Dietro gli alberi, c'era un viale, non troppo lungo, e poi un'enorme villa, color rosa antico, c'erano lievi crepe sui muri, l'intonaco era rovinato, c'erano ancora fiori sulle finestre, i cardini delle 
 
porte erano rovinati e la ringhiera delle cinque scale che portavano vicino la porta era arruginita, era bellissima quella casa, vicino l'enorme porta c'era una piccola lastra di marmo, anch'esa 
 
rovinata, con su scritto -Villa Elisabetta- in grande e più giù -Questa è per te, che sei amore eterno e mai finito, 1769- quella era la dedica più bella che abbia mai letto.
"Si dice, che ogni coppia che venga quì, deve baciarsi quì sotto .." 
detto questo mi scostò i capelli, mi prese per i fianchi e mi baciò. -sei bellissima-
Scostò poi un vaso a destra della porta, prese un mazzo di chiavi, e aprì la porta, ci tenevamo per mano, entrammo, dentro, nonostante fosse vecchio e rovinato, era bellissimo, pieno di quadri, 
 
anche se scoloriti, e i fiori, quei fiori sembravano vivi da sempre, c'erano mobili di legno e tantissime stanze, mi portò in una che da quanto mi disse era la più bella, c'era un letto e tantissime 
 
bambole stupende, aprì la finestra e il sole filtrava le tende azzurre e impolverate, mi portò vicino al letto mi fece stendere, lui si mise sopra di me m baciò, mi accarezzò e poi mi disse:
"Guarda lì" indicando dietro di se.
Sul muro color pesca, c'erano tantissime date e una marea di nomi, ed al centro, con una bellissima scrittura qualche innamorato aveva scritto:
- Quì, si fa l'amore ..-
  
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