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Autore: loveyajawaad    15/05/2013    3 recensioni
*Dal testo*
«Lo senti il mio cuore?» chiese spostando delicatamente la mia mano sul suo petto.
Annuii con un sorriso. Il muscolo batteva alla stessa velocità del mio.
«Questo è quello che provo quando sto con te. Non riesco a descriverlo a parole, penso che sia impossibile.»
Genere: Fluff, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRIMA DI FARVI INIZIARE A LEGGERE, VI CHIEDO SE POTRESTE LEGGERE LO SPAZIO AUTORE IN FONDO. GRAZIE E BUONA LETTURA. xx

Il freddo vento d’autunno sferzava i miei capelli lunghi costringendomi a tirarli continuamente dietro all’orecchio. Tremavo, quindi provai a chiudermi ulteriormente la giacca senza riuscirci.
Sbuffai infastidita proseguendo nello stretto vicolo che portava direttamente a casa mia.
Nonostante intorno a me ci fossero metri e metri di alto muro, sembrava che il vento ci passasse attraverso.
Aumentai il passo provocando soltanto altra aria indesiderata.
Cercai di pensare ad altro, quindi mi misi ad osservare le cose intorno a me.
Non c’era un granché, anche perché quella strada la facevo ogni santo giorno di ritorno dal lavoro.
Semplicemente due muri di mattoni rossi appartenenti a due differenti palazzi che formavano un vicolo talmente stretto che ci poteva passare solo una persona alla volta
Questa stradina era al massimo lunga una centinaia di metri e a metà era posizionato un cassonetto dei rifiuti utilizzato dai barboni che lasciavano sempre le loro coperte per terra al suo fianco.
Più di una volta avevo visto uno di questi frugare all’interno del cassonetto sperando di trovarci del cibo o qualcosa con cui scaldarsi, ma, a parte me, non c’era molta altra gente che lo usava.
Io lo utilizzavo apposta per aiutarli: ogni tanto lasciavo una scatoletta di cibo chiusa, senza far scoprire che l’avevo fatto apposta.
Mi facevano troppa pena ogni volta che li vedevo, e pensare che io potevo avere una casa, del cibo, delle coperte per scaldarmi e molto altro, mi faceva sentire anche un po’ in colpa.
Oltre che di questo, il viottolo, non era occupato da altro.
Era molto utile a me, perché mi risparmiava cinque minuti di cammino.
Finalmente arrivai nel cortile posteriore della modesta villetta di me e mia madre.
Scavalcai la recinzione, come sempre, facendo attenzione a non cadere rovinosamente a terra. Prima o poi avrei dovuto aprire un passaggio qua dietro in modo da potermi facilitare.
Corsi fino alla porta secondaria sentendo le prime gocce di pioggia iniziare a scendere.
Appena fui dentro, buttai la borsa a terra e chiamai a gran voce mia madre.
«Mamma, sono a casa!»
«Tesoro, sono in camera da letto!»
Tolsi il giubbotto e le scarpe adagiandole all’ingresso del soggiorno e salii di corsa le scale raggiungendo la donna indaffarata.
«Ciao, mami!» enfatizzai con un sorriso.
«Ciao, amore. Ascolta, sta sera ho un’importante cena di lavoro. Te la senti di stare in casa da sola?»
«Non ci sono problemi. Ne approfitto per rivedere delle fatture importanti.»
Sorrise venendomi in contro.
«Grazie tesoro.»
Mi abbracciò delicatamente spingendomi a ricambiare.
Solo quando ci staccammo notai il suo vestito elegante ricadergli sui piedi.
«Sei bellissima.» commentai stupita.
Lo pensavo davvero, non l’avevo mai messo in dubbio: mia madre era bella non solo dentro, ma anche fuori.
I suoi lineamenti dolci, ma marcati si adattavano perfettamente alla forma del suo viso e il fisico giovanile, la faceva sembrare una trentenne.
Si vestiva sempre con cura e perfezione, non dando l’impressione di essere esagerata e volgare.
Insomma, per me era un grande punto di riferimento. L’amavo come si può amare una madre, anzi, anche di più. Era quasi un’amica per me. Le confidavo praticamente tutto.
Solo di una persona non le avevo mai parlato: di Niall.
La nostra situazione era un po’ instabile: inizialmente ci odiavamo a morte, quasi non ci potevamo vedere. Un pomeriggio abbiamo iniziato a legare oltrepassando ed ignorando tutti i nostri pregiudizi e piano piano siamo diventati grandi amici. Infine, un giorno, siamo andati anche oltre alla semplice amicizia: ci siamo trovati a letto e da quel giorno siamo diventati scopamici. Adesso non ci vediamo più così spesso e quando ci vediamo andiamo direttamente in camera.
Solo una volta ho provato un sentimento superiore a tutto ciò, un sentimento vero.
Successe subito dopo essere diventati grandi amici. Quella volta eravamo da soli al parco e ci eravamo intrufolati su un albero. Quando raggiungemmo il ramo desiderato, lui si avvicinò più del solito a me, permettendomi di sentire il suo respiro sulla mia pelle. Un brivido mi percosse la schiena. Si ritrasse subito dopo quel contatto e non mi fece provare altre sensazioni simili.
Ecco cos’era l’unica cosa di cui mia mamma non era a conoscenza. Mi vergognavo di raccontarglielo. Mi sembrava un episodio stupido e infantile.
«Adesso devo proprio andare.» mi comunicò la donna sorridendo.
«Va bene. Mi raccomando, non abbandonarmi per troppo tempo.» scherzai ridendo.
Si unì per poco alla risata, per poi scendere le scale invitandomi a seguirla per chiudere la porta a chiave.
La salutai con un bacio sulla guancia e feci quanto mi era stato detto.
Sospirai pensando a quello che avrei potuto fare questa sera.
Sicuramente non avrei riguardato quelle “fatture importanti” come avevo detto a mia mamma. Quindi optai per un film romantico, uno di quelli che ti fa venir voglia di fidanzarti all’istante.
Accesi la tv inserendo un dvd a caso tra quelli di mia madre.
E, mentre aspettavo che lo leggesse, andai a prepararmi un sandwich.
Quando tornai in salotto guardai spaventata lo schermo: non c’erano due fidanzatini che si baciavano, magari. Al loro posto c’era un enorme cimitero buio infestato da chissà quali mostri.
Avevo messo il film sbagliato e tra tutti i generi che potevo prendere, avevo preso quello che più mi terrorizzava e meno mi piaceva: l’horror.
Non trovavo il telecomando, quindi mi toccò subirmi questo.
A circa metà visione ero riuscita a finire il sandwich, un pacchetto di patatine e uno di popcorn dalla tensione.
Avevo gli occhi sbarrati dalla paura e quando il campanello suonò, non potei fare a meno di lanciare un urlo.
Mi portai la mano al cuore cercando di calmarmi e raggiunsi la porta cercando di avere dietro le spalle solo il muro. Questo era l’effetto che mi facevano gli horror: mi spaventavo come una bambina di pochi anni.
Cercai le chiavi nel buio e, tremante, le infilai nella serratura piano piano facendola scattare.
Aprii lentamente la porta controllando prima chi ci fosse fuori.
Strizzai gli occhi per vederci meglio e di tutta risposta cacciai un altro urlo.
Un’enorme figura nera, bagnata e minacciosa sostava sull’uscio.
D’istinto cercai di sbattere la porta e chiuderla velocemente, ma la mano dell’uomo fermò la mia azione.
Scivolò in casa sorpassandomi e cercò a tastoni qualcosa. Improvvisamente le luci si accesero e un altro urlo uscì dalla mia bocca.
«Cosa urli a fare?!» esclamò divertito Niall chiudendo la porta a chiave.
Lo guardai con gli occhi sbarrati e iniziai ad urlargli contro.
«Dimmi come cavolo ti viene in mente di venire a casa mia a quest’ora, sotto questa pioggia e per di più mentre sto guardando un horror?!»
Il mio respiro era veloce e il petto mi si alzava e abbassava ad un ritmo irregolare.
«Calmati, dolcezza. Adesso ci sono qua io.» disse con tono seducente.
Ridussi gli occhi a delle fessure cercando di fulminarlo con lo sguardo.
«Mi hai fatto prendere un colpo!» continuai più moderata.
Scoppiò a ridere.
Il suo sorriso era qualcosa di magnifico, per non parlare dei suoi occhi: azzurri e profondi come il mare. I capelli biondi tirati su col gel e le sue braccia forti e possenti.
«Sei proprio strana.» rise.
«Beh, io torno a guardarmi il mio film se non ti dispiace.»
«Prendo un asciugamano e ti raggiungo. Non morire di paura durante la mia assenza!»
Gli feci la linguaccia raggiungendo il divano.
Ora, con Niall in casa, mi sentivo in qualche modo più sicura.
Mi sedetti a gambe incrociate e incollai lo sguardo sullo schermo.
Poco dopo mi raggiunse anche il ragazzo che aveva messo una coperta sulle spalle a mo’ di mantello.
Proprio quando si fu accomodato ci fu una scena improvvisa nel film e io, come mio solito, urlai saltando verso di lui. Mi accoccolai al suo petto coprendomi la faccia con le mani.
Stranamente non sentì una sua risata, ma un tocco delicato all’altezza della cute.
Mi scoprì il viso fissandolo negli occhi.
I nostri sguardi furono a contatto per qualche secondo, finché non mi tirai su imbarazzata.
Cercai di concentrarmi sul film, ma sentivo ogni tanto una sua occhiata che mi distraeva.
Mi resi conto dopo un bel po’ che non sapevo neanche cosa ci facesse qui. Quindi glielo chiesi.
«Boh, avevo voglia di vederti.» rispose semplicemente evitando di guardarmi.
Non diede segni di voler fare qualcosa di più oltre a guardare un film, perciò mi limitai a continuare la visione.
«Senti…» la sua voce rimbombò nella casa vuota nel momento esatto in cui il dvd finì «Era da un po’ che io… ecco…» sembrava non sapesse cosa dire: la sua voce era impacciata «Oh, insomma! Se non vuoi mi dai uno schiaffo e basta!»
Senza darmi neanche il tempo di capire, afferrò il mio viso con entrambe le mani e lo avvicinò al suo.
Appena sentì la pressione delle sue labbra sulle mie, lo stesso brivido di qualche tempo fa, mi percosse ancora. A questo si aggiunsero le farfalle allo stomaco, che più che farfalle sembravano elefanti.
Sentii le mie dita entrare a contatto con i suoi morbidi capelli stringendoli leggermente.
Nella foga del bacio, mi misi a cavalcioni su di lui toccando ogni millimetro del suo viso perfetto.
Ci staccammo guardandoci dolcemente negli occhi e fu lui a prendere la parola per primo.
«Lo senti il mio cuore?» chiese spostando delicatamente la mia mano sul suo petto.
Annuii con un sorriso. Il muscolo batteva alla stessa velocità del mio.
«Questo è quello che provo quando sto con te. Non riesco a descriverlo a parole, penso che sia impossibile.» sorrise timidamente e a quel gesto sentii le mie labbra chiedere un altro suo bacio.
Ma prima che potessi avvicinarmi di nuovo, lui aggiunse un’altra cosa.
«Non so se è davvero questo quello che sento, visto che non ho mai provato niente di simile in vita mia, ma penso proprio che sia amore. » fece una pausa «Ti amo.»
Non mi fece aggiungere altro, perché le sue labbra premettero nuovamente sulle mie, con più forza e determinazione di prima facendomi dimenticare di tutto ciò che mi circondava. 



SPAZIO AUTORE:
Buona sera a tutti quanti.
Ho scritto questa OS in un'oretta ispirandomi ad una frase che mi è piaciuta molto.
Finalmente ho messo una storia anche su Niall e, se devo dire la verità, mi piace quello che ho appena scritto.
Voi cosa ne pensate? Mi lasciate una piccola recensione, please?
Grazie se lo farete c:
Baci xx
  
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