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Autore: Cloudy__    15/05/2013    1 recensioni
Con la mano tremante scorro col pennarello sul foglio, respiro profondamente, chiudo gli occhi e glielo mostro. ‘I love you’.
Non voglio vedere la sua faccia, sarebbe troppo imbarazzante, ma comunque apro lentamente una palpebra. La sua tenda è tirata, lui non c’è. Mi sono dichiarata alla sua finestra. Emozionante.
Ma che minchia di sfiga è?!
Chiamate anche ‘botte di culo alla Lucy’ e succedono spesso.
< La sfiga deve farsi una vita sociale e smetterla di rovinare la mia già inesistente per conto suo.> borbotto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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YOU BELONG WITH ME 



Noia.
Ecco di cosa sono composte interamente le mie giornate. I miei sabati sera sono tutti uguali tra loro, da sola in camera a leggere un libro o a finire i compiti rimanenti. Chi mai inviterebbe ad una festa la sfigata Lucy Stevenson? ‘ E’ comoda solo per farti copiare i compiti ’ avevo sentito dire da Tom pochi giorni fa, in risposta alla frase ‘ Chissà se la Stevenson si diverte qualche volta’. Lasciatemelo dire: ma Vaffanculo.
Solo perché non sono una ragazza molto estroversa e bella, non vuol dire che io sia un oggetto da cui trarre solo guadagno. Insomma, molte volte Allison, la mia migliore amica, dice che se io mi curassi un po’ sarei, testuali parole, ‘una figa da paura’. Peccato che non mi interessi essere al centro dell’attenzione e corteggiata da tutti i ragazzi. Va bene, non esiste più il corteggiamento da duecento anni, ma il succo del discorso è questo.
Come in un mio tipico sabato sera mi ritrovo sul letto, ad ascoltare una canzone depressa di cui non conosco neanche il cantante e a ragionare sul senso della vita. Ok, quello no, non sono così fuori, ma era per dire che i miei pensieri sono molto, molto profondi.
Mi alzo dal letto e mi metto davanti allo specchio. I capelli castani quasi neri e gli occhi color nocciola non mi danno proprio punti in più, anzi, tutti a questo mondo vogliono la ragazza perfetta bionda con occhi azzurri. E io sono proprio il contrario.
<… No Abby, non hai capito, non intendevo dire quello> sento una voce provenire da fuori della finestra. Mi avvicino lentamente e scosto le tende leggermente. Perdo un battito.
Louis Tomlinson, il mio vicino di casa e in assoluto il ragazzo più bello del mondo, è al telefono in camera sua con la sua ragazza. Le sue finestre aperte mi permettono di sentire la voce dall’altra parte dell’apparecchio, alquanto nervosa. Perdo un altro battito.
< Abby, dai stavo scherzando! Non ti trovo seriamente ingrassata… solo che magari quei pantaloni non ti rendono giustizia. Solo questo> termina sbuffando. La sua voce. Se continua così mi ammazza.
Conosco Abby ed è in assoluto una scassa palle. Si dice che la sua prima parola non sia stata ‘mamma’ o ‘papà’, ma ‘io’. Infatti è ancora la sua parola preferita, visto che la mette in ogni frase e questo dimostra che il suo cervello in diciotto anni, non si è molto evoluto.
Mi scappa un risolino quando vedo Louis allontanare il telefono dall’orecchio e spalancare gli occhi guardandolo, mentre la pazza continua ad urlare. Io sono ancora nella mia posizione da spia sovietica, molto instabile devo dire, ma funziona.
Cerco di far aderire il più possibile il mio orecchio alla finestra, spostandomi leggermente a destra, ma non vedo un cazzo di mollettone per i capelli per terra e ci poggio il ginocchio sopra , scivolando e portando con me anche le mie amate tende.
Che figura di merda.
Prego che Tomlinson fosse girato o impegnato a fare altro e che non abbia visto la mia caduta di stile, e mi rialzo, sbirciando fuori dalla finestra.
Tutto ok?’ mi mima il moro. Ok, uccidetemi.
‘Si si..’ rispondo. Riattacca la chiamata  non ancora conclusa e si gira verso la scrivania per prendere dei fogli. Intanto io riporto il mio culo sul letto, cercando di farmi passare l’imbarazzo evidente sulle mie guance.
Scrive qualcosa sul figlio e poi me lo mostra.
Ciao. Stai bene?
Afferro velocemente ,e rischiando di nuovo la morte, dei fogli da per terra e rispondo.
‘Si, tu?’
Sorride. Wow, è bellissimo. Gli occhi azzurri sembrano dei piccoli zaffiri incastonati in un viso particolare, con il quale creano uno strano effetto.
Insomma
Adesso il suo sorrido sembra amaro, come se fosse deluso.
‘Su  col morale!’ cerco di farlo ridere, riuscendoci. Non capisco perché non possiamo parlare a voce come le persone normali, ma usando degli stupidi cartelli, però devo ammettere che mi piace questo modo.
Con la mano tremante scorro col pennarello sul foglio, respiro profondamente, chiudo gli occhi e glielo mostro. ‘I love you’.
Non voglio vedere la sua faccia, sarebbe troppo imbarazzante, ma comunque apro lentamente una palpebra. La sua tenda è tirata, lui non c’è. Mi sono dichiarata alla sua finestra. Emozionante.
Ma che minchia di sfiga è?!
Chiamate anche ‘botte di culo alla Lucy’ e succedono spesso.
< La sfiga deve farsi una vita sociale e smetterla di rovinare la mia già inesistente per conto suo.> borbotto.
Ormai sconsolata, mi alzo e tiro le tende. Ritorno davanti al mio peggior nemico, lo specchio enorme che ho in camera, e mi fisso.
Cosa ha Abby in più di me? Lo so, lei si veste con gonne che a mala pena le coprono le mutande e tacchi e io invece con delle magliette lunghe e Converse, ma perché non si accorge di me? Sono la tipica secchiona, ma anche io ho un cuore e di sicuro so amare di più di Miss Capo Cheerleader.
Scommetto che il mio vestito più costoso valga la metà del suo pigiama, ma la cosa non mi turba.  Va bene, solo un po’. Cioè lei ha tutto, amiche, popolarità , bei capelli, occhi fantastici, corpo da urlo e , in particolare, Louis. Io ho solo del normali capelli castani scurissimi, occhi verdi e come migliore amica una pazza che dice di prevedere il futuro. Infatti lei dice di aver sognato me e Tomlinson insieme e pensa anche che un giorno lui si accorgerà di me. Ma l’ha già fatto eh! Sono la sua vicina di casa dalla nascita e una volta al suo compleanno l’ho spinto con la testa nella torta, per cui sa già della mia esistenza, purtroppo.
Un po’ giù di morale mi butto a letto, tentando di pensare a qualcuno che non sia bello, castano e con gli occhi azzurri, ma è impossibile. Ad un tratto mi metto velocemente seduta e guardo fuori dalla finestra. E’ una bella serata, ci sono le stelle, non c’è l’ombra di una nuvola eppure per me nessuna stella brilla di più degli occhi del mio vicino. Sono troppo melensa? Amen, è la verità, scommetto che se mi fissasse per un’ora, mi abbronzerei.
Stringo al petto Mino, il mio peluche a forma di coniglio, e mi rinfilo sotto le coperte. Dopo poco, quando ormai la mente è vuota da ogni genere di pensiero, mi addormento e si, russo come un facocero.
 
 
Non c’è cosa migliore per me di leggere all’aria aperta, anche se per ‘aperta’ intendo inquinata dalla smog di Londra, ma per un bel libro potrei anche morire.
Questa mattina il libro prescelto dalla mia libreria era stato ‘Amabili Resti’, letto già altre cinque volte e visto il film circa tre, ma mai un film rende come un libro.
Lo apro e recito ad alta voce le prime frasi, ormai memorizzate nella mia mente.
< Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973.> dico decisa, non badando neanche alle persone che ho intorno. Sono seduta su una panchina, nel parco e ho tutti il diritto di sembrare matta.
< Parli da sola?> chiede una voce dolce e calda alle mie spalle.
< Ehm, io no.. in verità stavo leggendo..> sussurro imbarazzata, riconoscendo il proprietario di quella voce, ma non vedendolo ancora in faccia.
< Che leggi?> si siede e realizzo che effettivamente avevo indovinato. Proprio lui, Louis Tomlinson.
< ‘A-amabili resti’> mormoro, certa che lui non ne abbia neanche mai sentito parlare.
< Beh, è il libro preferito di Lottie, mia sorella. Se lo sarà letto trenta volte! Per non parlare del film,quello l’ho visto anche io, è.. carino> sorride.
Annuisco, non trovando niente da dire. < Non vado matto per i libri, come puoi notare> ridacchia, sventolandomi in faccia dei film appena comprati. Mi aggrego alla sua risata, sperando di non sembrare un procione con un attacco d’asma e chiudo il libro, certa di non riuscire a continuarlo.
Appena sto per aprire finalmente bocca, una porsche rosa ci si ferma davanti e noto che alla guida c’è la simpatica Abby. Mi chiedo come abbia fatto ad avere la patente, solo per la stupidità l’avrei bocciata. Da’ qualche colpo di clacson, invitando Louis a salire in macchina. Lui sospira e si gira verso di me, alzandosi.
< Scusa, ora devo andare, il capo mi chiama> e si allontana, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Abby mi guarda con arroganza e appena è abbastanza vicina, si fionda sulle labbra di Tomlinson come una cozza allo soglio. Schifata, torno a leggere il mio libro, non notando che Louis si stacca violentemente da lei e sento solo un ‘Ma sei pazza?’ provenire dalla macchina sbrilluccicosa.
< ‘Negli anni Settanta, le fotografie delle ragazzine scomparse pubblicate sui giornali mi somigliavano quasi tutte: razza bianca, capelli castano topo. Questo prima che le foto di bambini…’, oh fanculo, e chi c’ha voglia di leggere ora?!> sbotto infastidita ancora dalla viscida cheerleader e mi alzo per tornare a casa.
Durante il ritorno mi metto a pensare e ad un  tratto mi ricordo di un piccolo evento. Piccolo si fa per dire, ovviamente.
Il ballo, the Prom. La più bella delle serate per un ragazzo del liceo, quella che racconti anche ai figli e ai nipoti, e loro ti ascoltano, estasiati, fantasticando sulla loro futura notte speciale.
In quell’occasione avviene l’impossibile, come dichiararsi alla persona amata e promettersi amore eterno, oppure trovare amicizie e passare gli ultimi secondi da liceale con loro.
E poi, mentre tutti si divertono e ballano, io , invece, sono a casa a studiare e a vedere un malinconico film tratto dal libro di Nicholas Sparks, con un kilo di gelato sulle gambe, il cucchiaio in mano e il gatto affianco. Il motivo? Nessuno mi ha invitato, perché io non sono nessuno.
Due giorni mancano alla sera tanto attesa da tutti, tranne che da me.
 
 
Spengo lo stereo da quella martellante canzone della Swift, ‘You belong with me’, pensando al fatto che noi due ci assomigliamo incredibilmente: la storia dei cartelli, la ragazza pazza di quello che ci piace, il ballo. Peccato che la Swift con un po’ di trucco e un vestito decente diventa presentabile, io resto la solita sfigata, solo con degli abiti diversi, più eleganti. Non poi così tanto però, perché se andassi al ballo, di sicuro ci andrei in jeans e converse.
Alzo lo sguardo alla finestra, notando una luce provenire dalla casa di fronte alla mia. Subito appare un Louis Tomlinson tutto elegante e in tiro, con smoking e camicia. Mi rivolge un leggero cenno in saluto e io gli sorrido.
Vieni questa sera?’ chiede attraverso un cartello. Io gli sorrido amaramente, scuotendo la testa e precipitandomi a prendere dei fogli.
‘No, devo studiare.’ Scrivo velocemente. Cazzo, è vero che sono una secchiona, pure nella sera del ballo resto a casa a studiare?
Vorrei che ci fossi’ mi rivolge un sorriso speranzoso. Spalanco la bocca e gli occhi contemporaneamente, assistendo poi alla risata del moro che butta la testa indietro. Realizzo di aver fatto una figura di merda e ritorno con la mia solita espressione facciale, cioè quella di un bruttissimo castoro. Anche lui si calma, prende il cellulare dal letto e si alza, sventolando la mano nella mia direzione.
Ciao, si, divertiti.
Assisto alla sua uscita dalla stanza pentendomi di essere troppo timida, troppo insicura, troppo stupida, troppo troppo.
Mi lancio in piedi e corro per la camera, afferrando il necessario e rinchiudendomi in bagno, con l’intento di restarci per un bel po’.
 
 
Cammina, inspira, sbatti le palpebre, espira, cammina, inspira, espira, sbatti le palpebre, non cadere…’ mi concentro, affrettandomi ad arrivare alla palestra della scuola.
Arrivo alla porta anti incendio, dalla quale proviene una musica assordante. Ed eccomi li, io me la sto facendo addosso.
< Ma chi me l’ha fatto fare? Io me ne torno a casa.> sussurro, girandomi e ripercorrendo il corridoio vuoto.
Fermati!’ urla una voce nella mia testa. Bene , sono anche pazza.
Mi blocco immediatamente dalla mia corsa verso l’uscita.
Non puoi arrenderti così, non dopo che sei arrivata fino all’entrata!’ mi sgrida la presenza.
‘Ma io questa voce la conosco..- rifletto un secondo- oh cazzo, sei Taylor Swift!’ festeggio mentalmente, lasciandomi scappare un urletto, che nessuno sente, visto che si stanno divertendo tutti.
Brava! Il premio lo ritiri dopo. Ora muoviti ad entrare, voglio vedere un bel lieto fine, mi raccomando.’ Mi incoraggia. Porto una mano alla pochette, e de essa tiro fuori un foglio. Il foglio. ‘I love you .’
Non so da dove tiro fuori tutto il coraggio, ma ritorno davanti alla palestra.
Ehi, ricorda: Lui ti appartiene.’ Sussurra Tay, prima di sparire. Chissà se qualcuno mi crederebbe se mi vantassi di aver avuto la Swift nella testa.
La porta si apre. La musica è assordante. Le persone ballano. Il DJ sta facendo tremare il pavimento. Le persone vanno da tutte le parti. Katy Perry è in replay.
E io sono ancora ben sveglia.
Quando entro tutti si voltano, la musica si stoppa e io divento viola in volto. Cammino spedita verso il centro della pista da ballo osservando divertita la reazione di tutti.
Tra i tanti ragazzi ne noto una , molto conosciuto, che sorride e mi guarda meravigliato. Che avevo? Mi sono solo infilata un vestito blu lungo , pettinata, truccata e porto le mie amate Converse al posto dei tacchi! Si avvicina a me facendosi strada tra i presenti e la musica riparte, non badando poi così tanto alla sfigata Stevenson.
< S-sei bellissima > esclama quando è ad un metro da me. Cerco con gli occhi Abby-rompicoglioni  dietro di lui, ma di lei non c’è traccia nei paraggi. Lui segue il mio sguardo e poi , leggendomi il pensiero e prendendomi una mano, dice < L’ho mollata. Era troppo superficiale per i mie gusti . Speravo che venissi tu…>. Annuisco, imbarazzata, lasciandomi andare in un sorriso da orecchio ad orecchio. < Ora sono qui.>
< Balliamo.. ti va?> domanda e io annuisco felice.
E’ vero che il ballo di fine anno è la festa più importante per noi ragazzi, dove tutti possono cambiare, compresa io.
Quando lo scatenato DJ mette un lento ed invita i partecipanti a andare in pista, sobbalzo e perdo qualche battito, sentendo la mano di Louis sui miei fianchi. ‘ Perfetto, ora noterà i miei rotoli e  addio. Almeno e’ stato bello fino a che è durato.’
Eppure non vedo segni di disgusto sulla sia faccia, anzi, il suo sorriso mi tranquillizza.
Un secondo dopo, i dieci centimetri che ci sono di distanza fra di noi vengono annullati completamente.
Chi l’avrebbe mai pensato!? Io no di certo, sono abbastanza pessimista come ragazza e la mia autostima si trova quotidianamente sotto terra , ma ora mentre bacio Louis Sono bellissimo Tomlinson e le nostre labbra di incastonano perfettamente, solo un pensiero mi compare in testa.
‘Liquirizia, Tomlinson sa di liquirizia.’


COSO:

Salve/buonasera/ buonanotte a tutti/e <3
Sono tornata eh! Non vi libererete di me facilmente, ve l’assicuro. AHHAHAHA
Infatti ora sto postando questa OS lunghizzzimaaaaa, avete la mia stima se l’avete letta tutta *w*
Gemma ritornerà, tranqui, le ho solo dato un po’ di pace così si gode il suo Malikino bello c’:
Lucy ha il volto di Lucy Hale, che tra parentesi io adoro, e beh Tommo è unico e inimitabile mi sa uu
Vi lascio una foto dei protagonisti, e mi farebbero piacere delle recensioni <3
se ve lo state chiedendo: No, non mi piace la Swift, per niente anzi, solo che dovevo metterla, per via della canzone OuO
Grazie mille, ancora, per chi ,mi segue. <3 ti voglio beneee
BYE BYEEEE c':
 
Claudia <3


Lucy: 


Louis :

 
  
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