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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    03/12/2007    5 recensioni
SPOILER!! Questa storia si svolge un anno dopo la "morte" di Edward Elric. Siamo a Xerxes, o meglio, presso le sue rovine, e l'imperatore di Xing, in viaggio verso Amestris, rinviene un corpo umano, un ragazzo, malconcio ma vivo... E qualcosa rinascerà! Il titolo deriva da una specie di monologo che Ikki di Phoenix fece, poco prima di sparire con Shaka di Virgo, dopo la battaglia alla Sesta Casa dello Zodiaco, durante il Sanctuary. SEE-YA! Ah, più avanti, ci sarà un pairing a sorpresa!! ihih! (ma che pairing a sorpresa!! Tu pensi solo a una SOLA COPPIA!!ndEd)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 5

YOUSWELL

Un caldo sole estivo avvolgeva il Deserto.

Un gran polverone si sollevava sulla pista che si dirigeva verso Amestris; tre mustang bellissimi, snelli e agili, correvano a spron battuto sulla sabbia, e i loro cavalieri li spronavano verso la fine dell’immenso deserto dell’Est, verso occidente. “Quanto manca a Youswell?” chiese Edward, voltandosi in direzione di Ling, che lo seguiva poco lontano, “poco, ormai dovlemmo esselci. È lì che abbiamo appuntamento con l’emissalio mandato dal tuo governo per scoltalci.” Rispose l’amico, aumentando l’andatura del suo cavallo, “Questo me lo hai già detto… Ma il motivo di questo viaggio no! Io mi ero ormai rassegnato di doverti venire a cercare fino a Xing…” esclamò il biondo alchimista, “Segleto di Stato! Non ti rivelelò nulla fino a Youswell!” gli ribattè l’imperatore, guardandosi alle spalle. La moglie li raggiunse in poco tempo, con un kunai sguainato e serrato tra le labbra, facendo segno loro di stare in silenzio: “Qualcuno si sta avvicinando.” Sussurrò solo, passando una corta spada al marito e un gladio dorato all’amico. I tre si disposero silenziosamente in difesa, mentre, in lontananza, un polverone terribile non presagiva nulla di buono, che fossero banditi? Ed deglutì, sentiva l’adrenalina scorrergli nuovamente in circolo, infondergli nuovo vigore. Era tornato di nuovo il Fullmetal di un tempo, l’eroe di Amestris.

Il cane dell’esercito che aiuta la gente semplice, senza troppi scrupoli.

Ormai, i misteriosi scorridori delle sabbie erano vicini, molto vicini, e Lan Fan diede il segnale: Ed sentì l’emozione del combattimento sulla sua pelle, ne avvertì distintamente il sapore, l’odore… Era felice di aver ripreso possesso della sua vita. Senza pensarci su, smontò da cavallo con un balzo, e si gettò nella mischia, assieme a Ling e Lan Fan, ma ciò che vide lo stupì grandemente, così bloccò gli amici: “Fermi!! Non sono pericolosi! Sono amici miei!” esordì, correndo poi incontro ai nuovi venuti, abbracciandoli. “Mio padre, Hohenheim, e il Generale Maes Hughes.” Presentò semplicemente. “Felici di conoscervi.” Risposero i due con un inchino. “Ling Yao, imperatore di Xing, e mia moglie, Lan Fan.” replicò l’imperatore, inchinandosi a sua volta.

Il moretto squadrò a lungo l’uomo davanti a lui, un tipo umano particolare, sorridente e dall’aria simpatica. Era sicuro di averlo già visto da qualche parte. Poi, il flash! “Ora ricordo! Lei è quel militale, morto circa due anni fa, del cui omicidio era stata accusata quel sottotenente!” esclamò, tra lo stupore generale. Ed annuì, scambiandosi un occhiata complice col padre, mentre Hughes, strabuzzando gli occhi: “COSA?? Che vuol dire accusata??? E di chi state parlando??” il povero Generale era a dir poco sconvolto. “Ok, ok, sarà meglio dare delle spiegazioni, non trovate? Ma prima, dobbiamo raggiungere Youswell.” Rise Ed, balzando nuovamente in sella al suo cavallo, “Forza, volete restare qui tutto il giorno? Io no di certo!” esclamò piccato il giovanotto biondo, legandosi i capelli in una lunga coda svolazzante.

§§§

Il Comandante Supremo camminava per le strade di Central canticchiando e fischiettando allegramente. Aveva un aria serena e allegra, sembrava quasi felice. Havoc non credeva ai suoi occhi: “Ma che diavolo gli è successo?? Il capo ha un comportamento strano!” constatò il biondo tenente, accendendo la terza sigaretta della mattinata. Non fece neppure in tempo a tirarne una boccata che un colpo di calibro 9 gli passò a nemmeno un centimetro dal naso, andandosi a conficcare nel muro a fianco, spegnendo la sigaretta: “Non mi sembra il caso di sottolineare l’ovvio.” Rispose il tenente Hawkeye, rinfoderando l’arma e guardando il suo superiore; era vero, Roy Mustang si comportava in modo strano, perché si stavano dirigendo verso Piazza d’Arme?

Era una calda e tersa mattinata, e i commercianti cominciavano proprio in quel momento ad aprire i loro negozi: vecchi librai dagli spessi occhiali poggiati sul naso spazzavano il marciapiede dinanzi all’ingresso dei loro esercizi commerciali, mentre un penetrante e appetitoso odore di pane appena sfornato e di farina usciva prepotentemente dalle panetterie. Garzoncelli di tutte le età aiutavano i padroni a scaricare le merci dai camioncini o correvano da una parte all’altra della via, consegnando lunghi e dorati filoni oppure voluminosi pacchi. Le casalinghe, incrociatesi nei negozi, si scambiavano allegri saluti e chiacchieravano mentre facevano la spesa, mentre gruppetti di bambini giocavano agli angoli delle strade. La via che conduceva alla piazza centrale della città, però, era stranamente animata quella mattina; coppie di militari e alchimisti la percorrevano in lungo e in largo, chi portando lunghe e pesanti assi di legno dipinto, chi applicando l’alchimia per rendere più rapidi i lavori, sembrava un immenso e laborioso formicaio. Una giovane dai corti capelli neri corse loro incontro, trasportando un gran numero di pannelli rossi in compensato, tutti con la stampa del simbolo degli alchimisti sul davanti: “Buongiorno Comandante. Tutto a posto, ho appena lasciato il sottotenente Brosh a supervisionare gli ultimi preparativi prima di domani. Ormai è tutto pronto.” Interloquì quella, facendo un leggero inchino all’indirizzo del suo superiore, “Bene, sapevo di potermi fidare di voi. Sheska dov’è? Devo parlarle urgentemente.” La lodò Roy.

§§§

Per gli abitanti del piccolo centro minerario fu un vero shock vedere un gruppo di persone entrare a cavallo in paese dalla pista che s’inoltrava nel deserto: era strano veder giungere visitatori da quella parte, visto che l’attraversare il deserto equivaleva a un vero e proprio suicidio. In silenzio, i nostri eroi attraversarono la via principale tra due ali di folla curiosa, mentre Ed si guardava attorno con gioia malcelata, erano almeno 4 anni che non vedeva più la città, e doveva constatare che dopo la sua “opera di pulizia”, l’intero centro era più allegro, più vivo: “E allora, Ling. Sei almeno a conoscenza dell’identità di questo misterioso emissario?” lo stuzzicò Ed con un ghigno ironico dipinto sul volto pallido, fermando il suo mustang e smontando. “Non ne sono sicuro. So solo che è un alchimista di stato, proprio come te.” diede risposta l’imperatore di Xing, imitandolo. Inaspettatamente, da quella folla di persone, si levò un gridolino, e un ragazzino biondo, di circa 12 anni, si fece strada, fino a giungere vicino al Fullmetal; dopodiché, lo abbracciò forte: “Edward! Da quanto tempo!”, era un bel ragazzo, robusto e abbastanza alto, con i capelli tenuti corti. Ed gli sorrise, malinconico: “Ciao Khayal! Eh già, è passato un bel po’ di tempo! Come stai?” gli chiese, inginocchiandosi fino a raggiungere l’altezza del suo piccolo amico: in quegli anni s’era irrobustito, e i lineamenti infantili cominciavano a lasciare il giusto spazio a un espressività più adulta, temprata da lunghi anni passati a lavorare duramente nella miniera oppure come aiutante del padre. Abbronzato, ormai quasi del tutto sviluppato, ormai del ragazzino impertinente di un tempo era rimasto solo il sorriso furbetto. “Tutto a posto. Sai la novità? Ora siamo noi i diretti responsabili della miniera! Papà ha detto che il nuovo Comandante ha ritenuto più giusto darla in gestione a noi, non è fantastico?? Ah, quasi dimenticavo! Sai che è arrivato in città un alchimista di stato?”. Di tutto quel fiume di parole, Ed riuscì ad afferrare solo “Alchimista di stato”, e subito sentì l’adrenalina scorrergli nelle vene e riversarsi in ogni angolo del suo corpo, il suo passato era così vicino… “Dov’è adesso questo alchimista?” intervenne Maes, giunto alle spalle del minore; Khayal rise: “Seguitemi, è arrivato qui ieri. Se non sbaglio, dovrebbe essere assieme a mio padre, a casa.” Aggiunse quello, guidandoli attraverso vicoletti e stradine. Dopo alcuni minuti, il gruppo si ritrovò davanti a un edificio rustico, in pietra e con una piccola veranda in legno, la locanda della famiglia del ragazzo. In quel momento, la porta di quella si aprì, e ne uscirono due marcantoni; uno era il padre del ragazzo, e l’altro era inconfondibile: lunghi baffi biondi, carnagione molto chiara, e una considerevole muscolatura. Non c’erano dubbi. “Maggiore.” Salutarono i due nativi di Amestris, portando la mano alla fronte.

§§§

“Eccomi capo, doveva parlarmi?”

Dopo qualche istante, una ragazza dai capelli rossi aveva fatto la sua comparsa alle spalle di Maria Ross, Sheska. In quegli anni era cambiata molto, si era fatta carina, e non pochi suoi colleghi le facevano la corte. “Si, avrei un favore da chiederti. Dovresti accompagnarmi in un posto.” Affermò tranquillo l’uomo, “Nessun problema.” Replicò quella.

Roy sorrise soddisfatto: “Eccellente, Allora, domani mattina alle 9 fatti trovare davanti all’Headquarters. È importante.” Aggiunse il moro. “Scommetto che riguarda la cerimonia, sbaglio” domandò la rossa, con un sorrisino sornione. Sapeva già la risposta.

§§§

Il maggiore Alex Louis Armstrong ne aveva viste di cose strane nella sua vita, dalle chimere trasmutate e tenute come cani da guardia, alle trasmutazioni umane fallite, agli homunculus… Ma nulla poteva essere comparato a quello che aveva davanti, a ciò che il suo cervello si rifiutava di accettare. Come era possibile che due persone, di cui una morta e sepolta da tempo e l’altra sparita nel nulla, potessero ripresentarsi ai suoi occhi così, come se niente fosse? Ma ai sentimenti non si poteva comandare. I suoi occhi si riempirono di lacrime, lacrime di felicità, di incredulità: “Edward, generale…” mormorò emozionato, prima di gettarsi loro addosso, abbracciandoli forte. “La situazione si fa interessante, chissà cosa ci aspetta ancora prima di arrivare a destinazione.” Meditò Ling.

§§§

“EH??? Potrebbe ripetere, per favore??”

“Te l’ho detto Fullmetal. Il Comandante Supremo in persona ha istituito questa importante cerimonia in vostra memoria.”

Ed non credeva alle sue orecchie.

Seduto comodamente su una sedia nell’ampia sala da pranzo della locanda, assieme a Khayal e a suo padre, e accompagnato dai suoi amici, ascoltava incredulo le parole del maggiore Armstrong: “Scusi maggiore, ma come è possibile che il Comandante Supremo abbia tributato simili onori a noi, se era stato proprio lui a ordinare l’eliminazione del generale e proprio lui era a capo degli homunculus.” Cercò di capire Ed, infervorato come non mai; “Ma cosa hai capito, giovane Fullmetal?! Ora il comando del paese non è più in mano a King Bradley, bensì è passato in mano al colonnello Mustang!” spiegò Armstrong. A quelle parole, Ed non potè trattenere un nuovo moto di sorpresa: “EH???!!!”

Buonanotte!!! Come vedete, la sottoscritta ha preso la decisione definitiva: vi toccherà sopportarla ancora a lungo!!!! Beh, in questo capitolo vi sono parecchi colpi di scena, e nel prossimo sarà ancora meglio! Non ho tempo per ringraziarvi uno a uno perché è un po’ tardi, quindi esprimo gratitudine nei confronti di Ed92, Bea, liena, WINRY-93 e Lady Greedy. GRAZIE A TUTTI!!

   
 
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