CAPITOLO
5
YOUSWELL
Un caldo sole estivo avvolgeva il
Deserto.
Un gran polverone si sollevava sulla pista che si dirigeva verso
Amestris; tre mustang bellissimi, snelli e agili, correvano a spron battuto
sulla sabbia, e i loro cavalieri li spronavano verso la fine dell’immenso
deserto dell’Est, verso occidente. “Quanto manca a Youswell?” chiese Edward,
voltandosi in direzione di Ling, che lo seguiva poco lontano, “poco, ormai
dovlemmo esselci. È lì che abbiamo appuntamento con l’emissalio mandato dal tuo
governo per scoltalci.” Rispose l’amico, aumentando l’andatura del suo cavallo,
“Questo me lo hai già detto… Ma il motivo di questo viaggio no! Io mi ero ormai
rassegnato di doverti venire a cercare fino a Xing…” esclamò il biondo
alchimista, “Segleto di Stato! Non ti rivelelò nulla fino a Youswell!” gli
ribattè l’imperatore, guardandosi alle spalle. La moglie li raggiunse in poco
tempo, con un kunai sguainato e serrato tra le labbra, facendo segno loro di
stare in silenzio: “Qualcuno si sta avvicinando.” Sussurrò solo, passando una
corta spada al marito e un gladio dorato all’amico. I tre si disposero
silenziosamente in difesa, mentre, in lontananza, un polverone terribile non
presagiva nulla di buono, che fossero banditi? Ed deglutì, sentiva l’adrenalina
scorrergli nuovamente in circolo, infondergli nuovo vigore. Era tornato di nuovo
il Fullmetal di un tempo, l’eroe di Amestris.
Il cane dell’esercito che aiuta la gente semplice, senza troppi
scrupoli.
Ormai, i misteriosi scorridori delle sabbie erano vicini, molto
vicini, e Lan Fan diede il segnale: Ed sentì l’emozione del combattimento sulla
sua pelle, ne avvertì distintamente il sapore, l’odore… Era felice di aver
ripreso possesso della sua vita. Senza pensarci su, smontò da cavallo con un
balzo, e si gettò nella mischia, assieme a Ling e Lan Fan, ma ciò che vide lo stupì grandemente, così bloccò gli
amici: “Fermi!! Non sono pericolosi! Sono amici miei!” esordì, correndo poi
incontro ai nuovi venuti, abbracciandoli. “Mio padre, Hohenheim, e il Generale
Maes Hughes.” Presentò semplicemente. “Felici di conoscervi.” Risposero i due
con un inchino. “Ling Yao, imperatore di Xing, e mia moglie, Lan Fan.” replicò
l’imperatore, inchinandosi a sua volta.
Il moretto squadrò a lungo l’uomo davanti a lui, un tipo umano
particolare, sorridente e dall’aria simpatica. Era sicuro di averlo già visto da
qualche parte. Poi, il flash! “Ora ricordo! Lei è quel militale, morto circa due
anni fa, del cui omicidio era stata accusata quel sottotenente!” esclamò, tra lo
stupore generale. Ed annuì, scambiandosi un occhiata complice col padre, mentre
Hughes, strabuzzando gli occhi: “COSA?? Che vuol dire accusata??? E di chi state
parlando??” il povero Generale era a dir poco sconvolto. “Ok, ok, sarà meglio
dare delle spiegazioni, non trovate? Ma prima, dobbiamo raggiungere Youswell.”
Rise Ed, balzando nuovamente in sella al suo cavallo, “Forza, volete restare qui
tutto il giorno? Io no di certo!” esclamò piccato il giovanotto biondo,
legandosi i capelli in una lunga coda
svolazzante.
§§§
Il Comandante Supremo camminava per le strade di Central
canticchiando e fischiettando allegramente. Aveva un aria serena e allegra,
sembrava quasi felice. Havoc non credeva ai suoi occhi: “Ma che diavolo gli è
successo?? Il capo ha un comportamento strano!” constatò il biondo tenente,
accendendo la terza sigaretta della mattinata. Non fece neppure in tempo a
tirarne una boccata che un colpo di calibro 9 gli passò a nemmeno un centimetro
dal naso, andandosi a conficcare nel muro a fianco, spegnendo la sigaretta: “Non
mi sembra il caso di sottolineare l’ovvio.” Rispose il tenente Hawkeye,
rinfoderando l’arma e guardando il suo superiore; era vero, Roy Mustang si
comportava in modo strano, perché si stavano dirigendo verso Piazza d’Arme?
Era una calda e tersa mattinata, e i commercianti cominciavano
proprio in quel momento ad aprire i loro negozi: vecchi librai dagli spessi
occhiali poggiati sul naso spazzavano il marciapiede dinanzi all’ingresso dei
loro esercizi commerciali, mentre un penetrante e appetitoso odore di pane
appena sfornato e di farina usciva prepotentemente dalle panetterie. Garzoncelli
di tutte le età aiutavano i padroni a scaricare le merci dai camioncini o
correvano da una parte all’altra della via, consegnando lunghi e dorati filoni
oppure voluminosi pacchi. Le casalinghe, incrociatesi nei negozi, si scambiavano
allegri saluti e chiacchieravano mentre facevano la spesa, mentre gruppetti di
bambini giocavano agli angoli delle strade. La via che conduceva alla piazza
centrale della città, però, era stranamente animata quella mattina; coppie di
militari e alchimisti la percorrevano in lungo e in largo, chi portando lunghe e
pesanti assi di legno dipinto, chi applicando l’alchimia per rendere più rapidi
i lavori, sembrava un immenso e laborioso formicaio. Una giovane dai corti
capelli neri corse loro incontro, trasportando un gran numero di pannelli rossi
in compensato, tutti con la stampa del simbolo degli alchimisti sul davanti:
“Buongiorno Comandante. Tutto a posto, ho appena lasciato il sottotenente Brosh
a supervisionare gli ultimi preparativi prima di domani. Ormai è tutto pronto.”
Interloquì quella, facendo un leggero inchino all’indirizzo del suo superiore,
“Bene, sapevo di potermi fidare di voi. Sheska dov’è? Devo parlarle
urgentemente.” La lodò Roy.
§§§
Per gli abitanti del piccolo centro minerario fu un vero shock
vedere un gruppo di persone entrare a cavallo in paese dalla pista che
s’inoltrava nel deserto: era strano veder giungere visitatori da quella parte,
visto che l’attraversare il deserto equivaleva a un vero e proprio suicidio. In
silenzio, i nostri eroi attraversarono la via principale tra due ali di folla
curiosa, mentre Ed si guardava attorno con gioia malcelata, erano almeno 4 anni
che non vedeva più la città, e doveva constatare che dopo la sua “opera di
pulizia”, l’intero centro era più allegro, più vivo: “E allora, Ling. Sei almeno
a conoscenza dell’identità di questo misterioso emissario?” lo stuzzicò Ed con
un ghigno ironico dipinto sul volto pallido, fermando il suo mustang e
smontando. “Non ne sono sicuro. So solo che è un alchimista di stato, proprio
come te.” diede risposta l’imperatore di Xing, imitandolo. Inaspettatamente, da
quella folla di persone, si levò un gridolino, e un ragazzino biondo, di circa
12 anni, si fece strada, fino a giungere vicino al Fullmetal; dopodiché, lo
abbracciò forte: “Edward! Da quanto tempo!”, era un bel ragazzo, robusto e
abbastanza alto, con i capelli tenuti corti. Ed gli sorrise, malinconico: “Ciao
Khayal! Eh già, è passato un bel po’ di tempo! Come stai?” gli chiese,
inginocchiandosi fino a raggiungere l’altezza del suo piccolo amico: in quegli
anni s’era irrobustito, e i lineamenti infantili cominciavano a lasciare il
giusto spazio a un espressività più adulta, temprata da lunghi anni passati a
lavorare duramente nella miniera oppure come aiutante del padre. Abbronzato,
ormai quasi del tutto sviluppato, ormai del ragazzino impertinente di un tempo
era rimasto solo il sorriso furbetto. “Tutto a posto. Sai la novità? Ora siamo
noi i diretti responsabili della miniera! Papà ha detto che il nuovo Comandante
ha ritenuto più giusto darla in gestione a noi, non è fantastico?? Ah, quasi
dimenticavo! Sai che è arrivato in città un alchimista di stato?”. Di tutto quel
fiume di parole, Ed riuscì ad afferrare solo “Alchimista di stato”, e subito
sentì l’adrenalina scorrergli nelle
vene e riversarsi in ogni angolo del suo corpo, il suo passato era così
vicino… “Dov’è adesso questo alchimista?” intervenne Maes, giunto alle spalle
del minore; Khayal rise: “Seguitemi, è arrivato qui ieri. Se non sbaglio,
dovrebbe essere assieme a mio padre, a casa.” Aggiunse quello, guidandoli
attraverso vicoletti e stradine. Dopo alcuni minuti, il gruppo si ritrovò
davanti a un edificio rustico, in pietra e con una piccola veranda in legno, la
locanda della famiglia del ragazzo. In quel momento, la porta di quella si aprì,
e ne uscirono due marcantoni; uno era il padre del ragazzo, e l’altro era
inconfondibile: lunghi baffi biondi, carnagione molto chiara, e una
considerevole muscolatura. Non c’erano dubbi. “Maggiore.” Salutarono i due
nativi di Amestris, portando la mano alla
fronte.
§§§
“Eccomi capo, doveva parlarmi?”
Dopo qualche istante, una ragazza dai capelli rossi aveva fatto la
sua comparsa alle spalle di Maria Ross, Sheska. In quegli anni era cambiata
molto, si era fatta carina, e non pochi suoi colleghi le facevano la corte. “Si,
avrei un favore da chiederti. Dovresti accompagnarmi in un posto.” Affermò
tranquillo l’uomo, “Nessun problema.” Replicò
quella.
Roy sorrise soddisfatto: “Eccellente, Allora, domani mattina alle
9 fatti trovare davanti all’Headquarters. È importante.” Aggiunse il moro.
“Scommetto che riguarda la cerimonia, sbaglio” domandò la rossa, con un
sorrisino sornione. Sapeva già la risposta.
§§§
Il maggiore Alex Louis Armstrong ne aveva viste di cose strane
nella sua vita, dalle chimere trasmutate e tenute come cani da guardia, alle
trasmutazioni umane fallite, agli homunculus… Ma nulla poteva essere comparato a
quello che aveva davanti, a ciò che il suo cervello si rifiutava di accettare.
Come era possibile che due persone, di cui una morta e sepolta da tempo e
l’altra sparita nel nulla, potessero ripresentarsi ai suoi occhi così, come se
niente fosse? Ma ai sentimenti non si poteva comandare. I suoi occhi si
riempirono di lacrime, lacrime di felicità, di incredulità: “Edward, generale…”
mormorò emozionato, prima di gettarsi loro addosso, abbracciandoli forte. “La
situazione si fa interessante, chissà cosa ci aspetta ancora prima di arrivare a
destinazione.” Meditò Ling.
§§§
“EH??? Potrebbe ripetere, per
favore??”
“Te l’ho detto Fullmetal. Il Comandante Supremo in persona ha
istituito questa importante cerimonia in vostra memoria.”
Ed non credeva alle sue orecchie.
Seduto comodamente su una sedia nell’ampia sala da pranzo della
locanda, assieme a Khayal e a suo padre, e accompagnato dai suoi amici,
ascoltava incredulo le parole del maggiore Armstrong: “Scusi maggiore, ma come è
possibile che il Comandante Supremo abbia tributato simili onori a noi, se era
stato proprio lui a ordinare l’eliminazione del generale e proprio lui era a
capo degli homunculus.” Cercò di capire Ed, infervorato come non mai; “Ma cosa
hai capito, giovane Fullmetal?! Ora il comando del paese non è più in mano a
King Bradley, bensì è passato in mano al colonnello Mustang!” spiegò Armstrong.
A quelle parole, Ed non potè trattenere un nuovo moto di sorpresa:
“EH???!!!”
Buonanotte!!!
Come vedete, la sottoscritta ha preso la decisione definitiva: vi toccherà
sopportarla ancora a lungo!!!! Beh, in questo capitolo vi sono parecchi colpi di
scena, e nel prossimo sarà ancora meglio! Non ho tempo per ringraziarvi uno a
uno perché è un po’ tardi, quindi esprimo gratitudine nei confronti di Ed92,
Bea, liena, WINRY-93 e Lady Greedy. GRAZIE A TUTTI!!