Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: myloveislikeastar    15/05/2013    1 recensioni
Non sapevo cosa stavo facendo, sapevo solo che lui era lì, dopo dodici anni.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3:
 
Con le dita continuai a ticchettare con le mie unghie perfettamente smaltate sul tavolino di legno posto accanato al divano di pelle nera nella piccola sala attigua alla camera ovale.
Quanto ci avrebbero tenute ancora qui dentro?
Sì, perché sedute accanto a me c’erano altre signore, donne e ragazze. Ognuna di loro reagiva in modo diverso. Alcune piangevano, altre si torturavano le mani e tenevano un ritmo incostante con il piede, altre ancora stringevano fra le mani vecchie foto.
E poi c’ero io. Il mio viso era una maschera di pietra da cui non trapelava nessuna informazione, l’unico mio gesto che tradiva il nervosismo era il ticchettare sopra il tavolino.
<< Scusate per l’attesa, potete entrare ora >>
Disse un uomo di colore addetto alla sicurezza.
Ecco, è arrivato il momento.
Cosa farò?
Cosa dirò?
Ci sarà imbarazzo?
Arriverà tutto naturale e spontaneo nel momento in cui lo vedrò?
La mia mente era affollata di domande che non avrebbero trovato risposta fino a quando non sarei entrata.
Alcune donne erano già entrate e potevo sentire i loro pianti, le loro grida di gioia, il rumore di due corpi che si scontravano e il suono di due bocche che si cercavano.
“Un passo, ecco brava ora metti un piede davanti all’altro, oltrepassa la porta, alza la testa ora”
Con i miei occhi grigi scrutai la sala, dove la gioia si poteva fendere con un coltello.
Disposti in fila c’erano soldati di ogni tipo, ma io uno ne cercavo.
Sorpassai con gli occhi vari uomini e poi lo vidi.
Teneva la testa bassa, come era solito fare.
Era più alto, più uomo.
Si era irrobustito, le sue spalle si erano allargate e muscoli erano evidenti.
I capelli erano cambiati, non cadevano più in un ciuffo disordinato erano abbastanza corti e ordinari nel loro insieme ma sempre di quel colore castano dorato.
Persi il controllo sul mio corpo.
Le mie gambe si mossero veloci verso di lui, senza controllo.
Mi misi a correre a grandi falcate, spostando in modo rude e scortese le altre persone.
Lui nel frattempo alzò lo sguardo e mi vide e fu allora che il mio cuore cedette e io crollai.
Perché non era vero che era tutto finito e che eravamo due persone diverse ormai, eravamo sempre gli stessi perché il nostro amore era sempre lo stesso.
I nostri corpi si scontrarono e lui fece qualche passo indietro per la botta.
Le mie braccia lo strinsero forte a me, poggiai la mia testa sulla sua spalla come facevo sempre quando avevo sedici anni e cercavo conforto tra le sue braccia.
<< Camille >>
La sua voce era roca, rotta però dall’emozione.
Il mio petto era scosso dai singhiozzi e le lacrime mi uscivano ormai copiose dagli occhi rovinando il trucco elaborato.
<< Oddio Camille >>
Mi poggiò un tenero bacio sulla testa e io inspirai il suo odore che non era cambiato. Lo feci entrare dentro i miei polmoni e me ne saziai, assaporandolo appieno. Quello era l’odore di Justin, gli apparteneva, a lui e a nessun altro.
Lui si abbassò verso di me e io,come ogni volta, mi persi dentro quegli occhi color caramello.
Scrutai i tratti del suo viso come a cercare la conferma di quello che stavo vedendo, come se la mia mente non riuscisse ancora a credere che lui era lì.
Con lo sguardo percorsi la linea ben definita della mascella, gli zigomi,il mento piccolo, le labbra perfettamente delineate piene e rosee, il naso delicato, gli occhi dal taglio ammaliante, le sopracciglia di un folto bionde che gli davano un aria adulta.
Ma ormai anche lui era un adulto, non eravamo più ragazzini, non si giocava più ora.
<< Justin >>
Le sue labbra si aprirono in un grande sorriso spontaneo.
<< Sono io Cami, in carne ed ossa >>
Sentendo quel vecchio nomignolo il cuore mi si strinse e le lacrime ricominciarono a scendere copiose dai miei occhi ed anche i suoi occhi si fecero lucidi.
<< Sono passati dodici anni Justin >>
Nel mio tono non c’era accusa, era una semplice constatazione.
<< Dodici anni che ti amo come il primo giorno, dodici anni che il pensiero di poterti riabbracciare mi tiene vivo, dodici anni in cui non molliamo >>
Mi venne un groppo alla gola, io non gli ero sempre stata fedele.
 
<< Ti va di venire da me? >>
La malinconia, la tristezza e la nostalgia la stanno uccidendo così la ragazza dagli occhi grigi dice di sì, sa cosa la aspetta da lui, sa che lo tradirà, ma che importa! Lui è disperso da qualche parte in Iraq, probabilmente è morto.
Non ha neanche il coraggio di pensarlo, che è morto.
Sarebbe troppo reale, troppo vero, se lei lo pensasse, preferisce accantonare in un angolo la possibilità molto concreta che non ci sia più.
<< Certo >>
L’uomo è più grande di lei, se ne sta approfittando.
Si sta approfittando della sua giovinezza, del suo corpo nel fiore degli anni, della sua purezza e lei lo sa bene ma non si oppone.
Dopo poco arrivano a casa di lui, è un appartamento spazioso nel centro di Washington.
Lei si è appena trasferita, la città le sembra troppo grande e frettolosa.
Le mani di lui le percorrono il corpo seminudo e le sue labbra cercano le sue.
Altre labbra sulle sue, non quelle di Justin, labbra che vanno veloci, frettolose e passionali.
Lei si lascia andare alla prima notte d’amore senza di lui.
Ma aspetta… quello non è amore, è solo sesso.
 
Poggio la mia borsa sul tavolino di vetro accanto al divano del mio appartamento.
<< E la nostra casa? >>
La domanda di Justin viene spontanea.
<< L’ho venduta, era…troppo grande e non riuscivo a pagarla da sola, mi serviva un posto più funzionale qui a Washington >>
Justin fa un cenno di assenso con il capo, il silenzio è inquietante e imbarazzante. Io mi muovo veloce, apparecchio la tavola e metto su l’acqua per la pasta, poi apro il letto sotto al mio in modo che diventi matrimoniale e ci metto sopra cuscino e coperte.
<< Lascia che ti aiuti >>
Avverto la sua presenza calda dietro di me e mille brividi mi partono su per la schiena, ecco l’effetto che mi fa, ancora dopo dodici anni.
<< Ecco fatto >>
Il letto è finito così corro in cucina e vedo che l’acqua bolle già così ci butto dentro la pasta e mi fermo un attimo, mentre lui entra in cucina.
<< Cosa dovrebbe succedere ora? Dovremmo correrci incontro come prima e fare finta che questi dodici anni non ci siano? Cosa dobbiamo fare? Justin io sono così confusa! Ho paura di sbagliare, di non fare le cose giuste… >>
Infatti dopo quei momenti alla Casa Bianca dove la nostalgia e l’emozione ha preso il sopravvento a mala pena ci siamo sfiorati e siamo tornati due estranei.
<< Io ti amo Cami, non so cosa sia successo questi dodici anni e non lo voglio sapere, ma sappi che tutto quello che mi teneva in vita laggiù eri tu. I tuoi occhi grigi, i tuoi capelli ramati, la tua pelle bianca, le tue lentiggini, il tuo sorriso, le tue labbra, tu. >>
<< Anche io ti amo J ma ora mi sembra tutto cambiato >>
Lui si avvicina a me, riesco a sentire il suo respiro caldo sulle labbra.
<< E’ tutto cambiato solo se tu vuoi che sia così >>
Sinceramente non so cosa voglio, voglio che tutta vada bene, voglio essere felice.
Non so se sarò felice con Justin, ma ora come ora è tutto quello che ho e lo amo, chi potrebbe farmi più felice?
Così mi avvicino ancora di più alle sue labbra e lo bacio.
Dopo dodici anni riscopro la morbidezza delle sue labbra, le emozioni che un semplice contatto mi può scatenare e l’amore c’è, si sente nell’aria.
Ora lo so, è lui quello che ho voluto per questi dodici anni, lui.
Perché solo lui può farmi felice. 

AMATEMIIII

No ok, lo so che sono secoli che non aggiorno
ma sono stata in gita e sto in punizione D:
Poi ho dato la precedenza ad un altra storia mi dispiace.
Però ok....... ECCO IL CAPITOLO!
E' uscito una mezza schifezza e poi l'ho dovuto riscrivere
perchè me lo aveva eliminato fanculen.
Lasciatemi una recensioneeeeeeee sennò non continuo.

Passate dalle mie altre storie DAIIII
Se volete: on twittah @fagioloecarota  

  
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