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Autore: Aniel    16/05/2013    4 recensioni
Cosa accadrebbe se Bonnie facesse un incantesimo per far tornare indietro il tempo? E se solo lei e Klaus ne mantenessero il ricordo? Tutto potrebbe essere sistemato! Il problema? L’incantesimo decide da solo fin quando invertire il tempo, può essere fatto una volta sola e ha dei piccoli effetti collaterali.
L'originario vedrà così la sua vita venire brutalmente sconvolta e prendere una piega che nessuno si sarebbe mai aspettato. Buona lettura! =D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Klaus, Originari, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il ritardo di questo capitolo è mostruoso, ma una volta una persona mi ha detto che tutto avviene per un motivo. Quando ho finito di scriverlo, ieri, ho pensato di pubblicarlo oggi e di dedicarlo a Joseph Morgan, magnifico interprete del protagonista di questa storia, come augurio di buon compleanno. Invece lo dedicherò a una persona, una giovane donna, che è appena venuta a mancare, sperando che abbia trovato la pace.
 

9 – NUOVI RAPPORTI








Klaus continuava a ripensare alla conversazione avuta con il fratello e all’insensata paura che aveva provato avendolo vicino. Sapeva benissimo che Elijah non mentiva mai, eppure sapeva nel profondo che avrebbe continuato a provare quel terrore sia con lui che con gli altri membri della sua famiglia. Per la prima volta, da quando era diventato un vampiro, era il più debole fra loro, e per questo temeva che ne potessero approfittare per vendicarsi, in un momento in cui lui non aveva alcuna possibilità di difendersi. Questi pensieri lo tennero sveglio fino all’alba, poi chiuse gli occhi e crollò.
Fu un forte odore aromatico a svegliarlo. Klaus aprì gli occhi lentamente e rimase sorpreso da ciò che vide: Elena stava posando delicatamente sul comodino il vassoio della colazione.
« Non dovevi » le disse, a voce bassa. Lei sorrise.
« Non preoccuparti. Mi annoiavo e la colazione a pranzo è una delle cose migliori della vita » a quelle parole, Klaus si voltò verso l’orologio: erano quasi le due. Prese timidamente una tazza dal vassoio e vi poggiò sopra le labbra, bevendo a piccoli sorsi il latte caldo che vi era contenuto.
« Ho dormito cosi tanto? »
« Sei stanco, è normale nelle condizioni in cui sei. Ti serve riposo »
« Sei sicura di volermi ancora qui? Non ti disturbo? »
« No… al contrario. Questa stanza la usa mio zio John quando viene a trovarci. Finché è occupata abbiamo una scusa per non ospitarlo »
« Non credo di conoscerlo, ma in tal caso sono felice di farti un favore »
« Com’è andata con Elijah? » Klaus ammutolì e abbassò la testa. « Così male? »
« No, a dire il vero credo che mi abbia perdonato, almeno in parte »
« Però? »
« Ho paura di lui » ammise, provando rabbia verso se stesso. « È stupido e immotivato da parte mia, ma non posso farne a meno. Stanotte ero terrorizzato da quello che avrebbe potuto farmi. Da quello che aveva il potere di farmi »
« Sei un vampiro, non puoi morire »
« Ma posso essere ferito, anche gravemente. Nessuna ferita, per quanto grave, riuscirebbe ad uccidermi, ma non posso sopportarne altre. Finché questa storia dell’incantesimo non sarà finita, e questo tempo arriverà ad un punto che quello precedente non ha raggiunto, io non mi sentirò al sicuro con la mia famiglia »
« Quindi vuoi stare lontano da loro per i prossimi nove mesi? »
« Siamo stati lontani molto più a lungo. Nove mesi passano in un attimo per un vampiro »
« Non credo che approfitterebbero di questa situazione. Erano molto preoccupati per te » Klaus non rispose e finì la sua colazione in silenzio. « Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me, ma credo che adesso tornerò a casa mia. Ti ho disturbato anche troppo »
« Non se ne parla nemmeno » il tono che Elena usò lo fece sobbalzare. « Non c’è bisogno dell’invito a casa tua. Se volessi andare a vivere con i tuoi fratelli almeno avresti qualcuno che ti protegge, ma in quell’appartamento saresti solo, e se Mikael ti trovasse saremmo di nuovo al punto di partenza. Tu resti qui, fine della discussione »
« E cosa succederà quando tornerà Jenna? »
« Sarai gentile con lei per riscattarti del fatto che ricordi di averla uccisa » rispose lei con semplicità. « Faresti meglio a prepararti, perché dovrebbe tornare a momenti »
 
Jenna arrivò a casa un paio d’ore dopo, portando con sé un mucchio di libri e appunti vari. Quando la vide entrare, Klaus si sentì improvvisamente a disagio. I ricordi di come l’aveva trasformata e poi uccisa riaffiorarono di colpo, violenti e più nitidi che mai. Tutto ciò che desiderava in quel momento era poter fuggire e non dover più rivedere quei visi sorridenti, ma prima che trovasse la forza di muovere un passo verso la porta, Jenna si voltò verso di lui e lo guardò incuriosita.
« Chi è il nostro ospite? » domandò ad Elena, senza tuttavia smettere di guardarlo.
« È un amico, speravo potesse rimanere per qualche giorno qui con noi »
« Certo, nessun problema. Hai un nome? » il modo in cui Jenna aveva continuato a fissarlo per tutto il tempo lo fece arrossire prepotentemente, e improvvisamente si ritrovò in grado solo di balbettare.
« Lui è Klaus » rispose Elena al posto suo, gettandogli un’occhiataccia. La zia sembrò sorpresa dal suo atteggiamento, ma non disse niente e si spostò verso la cucina.
« Che ti prende? » lo aggredì la ragazza, mantenendo la voce bassa così da non farsi sentire.
« Mi dispiace, è che… mi sento in imbarazzo pensando al nostro passato e a quello che ho fatto e… dal modo in cui mi guardava… » Elena gettò un’occhiata alla zia prima di sorridere maliziosa e rivolgersi nuovamente a lui.
« Non so se ne sei consapevole, ma sei piuttosto bello, e nonostante è evidente che sei stato pestato, si nota parecchio » Klaus rimase profondamente stupito da quelle parole. Certo, era consapevole del fascino che emanava, ma avere quel rapporto con Elena, e sentirsi dire certe cose da lei, lo lasciava basito.
Si diresse a passo lento verso la cucina, seguendo le due donne, e le osservò attentamente mentre le due chiacchieravano del più e del meno. Un profondo senso di colpa lo travolse all’improvviso, mentre si rendeva conto di quanto unite fossero, e di quanto dolore doveva aver provocato ad Elena quando aveva ucciso la zia davanti ai suoi occhi, senza prestare attenzione alle sue suppliche.
Dieci minuti dopo, erano tutti seduti intorno al tavolo della sala da pranzo. Klaus aveva preso posto dopo un momento di esitazione, mentre osservava quella famiglia all’apparenza così felice. Jenna le sedeva di fronte, Jeremy ed Elena, invece, erano ai suoi lati, ma c’era un ulteriore coperto sul tavolo, che Klaus non poté fare a meno di notare.
« Elena, chi altro verrà a pranzo? » la ragazza gli sorrise di rimando, proprio mentre suonavano alla porta. Il cuore cominciò a battergli forte nel petto al suono di quei passi che conosceva così bene, e il sorriso smagliante sul volto di Caroline, che vide dopo pochi istanti, lo rese incredibilmente nervoso.
« Buongiorno a tutti, ho portato la lasagna » annunciò la ragazza, alzando la teglia che aveva fra le mani. Sembrava allegra ad un primo sguardo, ma Klaus avvertì il battito leggermente accelerato del suo cuore e si agitò sulla sedia. Se Caroline era nervosa, lui lo era il triplo. Elena se ne rese conto immediatamente, ma ne ebbe conferma con il trascorrere del pranzo. Si era fatta un’idea di Klaus, del suo carattere e del suo modo di rapportarsi con le persone, e quello che l’originario le aveva mostrato di essere nelle ultime 24 ore la costrinse a cambiare tutte le sue aspettative.
« Allora Klaus, da dove vieni? » gli domandò Jenna, appena tutti ebbero iniziato a mangiare.
« Non c’è una risposta precisa a questa domanda… viaggio molto e non mi fermo a lungo in un posto »
« Come mai? A causa del lavoro? »
« No… sono un ereditiero, in effetti. Una fortuna che si tramanda da generazioni »
« Non hai nessun lavoro quindi? »
« No. Mi piace dipingere, ma è solo un passatempo »
« Mi sarebbe piaciuto imparare, ma non ho mai avuto il tempo. Magari un giorno potresti insegnarmelo »
« Mi farebbe molto piacere, Jenna » la donna sorrise e si appoggiò con i gomiti sul tavolo.
« Allora, come vi siete conosciuti tu ed Elena? »
« Andiamo Jenna, questo non è un interrogatorio » ribatté la diretta interessata, innervosita, facendo sobbalzare la zia.
« Mi dispiace, è solo che Jeremy mi ha detto che ha dormito nella camera degli ospiti in questi giorni e sono la vostra tutrice. Devo sapere chi c’è in casa mia con voi, soprattutto quando io non ci sono »
Elena rabbrividì. La verità era che lei stessa non aveva idea di come rispondere a quella domanda. Esistevano due risposte differenti e ne quella sua ne quella di Klaus andavano bene. Caroline dovette capirlo, perché fu lei a rispondere, dopo aver stretto una mano a quella del vampiro.
« Gliel’ho presentato io… è il mio ragazzo » Klaus la fissò, sconcertato, così come Elena e Jeremy. « Ci siamo conosciuti qualche settimana fa al Grill e stiamo insieme da allora. Casa sua ha avuto qualche problema all’impianto del gas, quindi aveva bisogno di un altro posto dove stare per un po’. L’avrei ospitato io, ma conosci mia madre, non avrebbe mai lasciato entrare in casa un ragazzo, soprattutto sapendo che stiamo insieme. Ho chiesto io ad Elena di ospitarlo per un po’ » appena ebbe finito di parlare, Caroline sentì la mano di Klaus aumentare la stretta intorno alla sua, in segno di gratitudine, pensò, ma lei avvertì che in quel gesto c’era anche qualcos’altro.
« Ok, d’accordo, solo, la prossima volta, avvisatemi prima »
« Certo, Jenna » la donna sorrise e il pranzo continuò in maniera serena, tra una chiacchiera e l’altra. Passò un bel po’ prima che Jenna si rivolgesse di nuovo a Klaus.
« Stai bene? » gli chiese « Non hai toccato cibo » in effetti Klaus aveva passato tutto il tempo a giocherellare con la forchetta, nervoso e imbarazzato, ripensando alla conversazione precedente e ascoltando i loro discorsi come se non si trovasse lì. Di solito amava mangiare, ma all’improvviso si accorse di avere lo stomaco chiuso e l’occhio continuava a pulsare terribilmente.
« Mi dispiace, non ho fame » dichiarò, sconfortato « Ho bisogno di riposare, credo »
« D’accordo, vai nella tua stanza… puoi dormire quanto vuoi » lo tranquillizzò Elena, lui annuì e non se lo fece ripetere due volte, sparendo alla volta delle scale. Dopo un paio di minuti di silenzio, Caroline si alzò.
« Scusate, vado a vedere come sta » se Jeremy o Elena rimasero stupiti, non lo diedero a vedere, ma non appena anche la ragazza fu lontana, Jenna si voltò verso i nipoti con impazienza.
« C’è qualcosa che devo sapere? »
« Di che genere? » domandò Jeremy con cautela.
« Ditemelo voi… state nascondendo qualcosa. Prima tutte le bugie di Alaric, ora le vostre. Chi è quel ragazzo? »
« È il ragazzo di Caroline, come ha detto lei »
« Non sono nata ieri, Elena » ribatté Jenna. « Non si sono rivolti la parola per tutta la sera, lui non aveva la più pallida idea del fatto che lei sarebbe venuta a cena, ed eravate tutti stupiti quando Caroline mi ha dato la sua spiegazione dei fatti, incluso lui. Chi è? Perché dorme qui? Perché è ricoperto di lividi? » Elena si sentì con le spalle al muro.
« Non è facile da spiegare »
« Provaci, perché se non saprò la verità entro due minuti, giuro che chiamerò Liz Forbes e vedremo cosa ne penserà lei quando le dirò che sua figlia sta uscendo con uno che è appena stato coinvolto in una rissa »
« Non è stato coinvolto in una rissa, Jenna… è molto più complicato di così »
« La verità ragazzi, o me la dite voi adesso o la scoprirò da sola. È l’ultima occasione »
« Ok » annuì Elena, con voce tremante. « Klaus è il fratello di Elijah… è arrivato a Mystic Falls qualche settimana fa, ha a attaccato bottone con Caroline al Grill e sono usciti insieme, una volta… poi lui ha avuto una lite con i suoi fratelli ed è scomparso. Elijah era preoccupato, così l’abbiamo aiutato a cercarlo e l’abbiamo trovato dopo tre settimane, per puro caso, picchiato e… rinchiuso in una stanza, dal padre » Jenna era visibilmente scossa, ed Elena valutò la possibilità di fermarsi lì, ma decise che non aveva senso. « L’abbiamo portato qui dieci giorni fa e si è svegliato solo stanotte. Il padre è un tipo violento, e ha scoperto che Klaus è il figlio dell’amante della moglie. Non può stare con i fratelli, ne a casa sua da solo… deve stare con qualcuno, ma in un posto in cui suo padre non ha motivo di cercarlo. Per questo è qui »
« Avete chiamato la polizia? »
« Non possiamo… la situazione è molto più complicata di così. Il coinvolgimento della polizia complicherebbe le cose. Questo è tutto quello che posso dirti. Ti basti sapere che è quasi morto e che ora ha bisogno di protezione » Jenna si portò una mano sul volto e sospirò.
« E che succede se il padre lo trova qui? Saremmo in pericolo »
« Jenna, per favore! Non ha un altro posto dove andare »
 

/--------/

 
Klaus si gettò sul letto, ignorando il dolore che quel gesto aveva causato a molteplici parti del suo corpo, e nascose la faccia contro un cuscino. Inspirò forte, come se quel gesto potesse riuscire a calmarlo, ma non ebbe l’effetto sperato, al contrario, sentì l’immediato bisogno di fuggire via, lontano da quel luogo, e di continuare a nascondersi e a fuggire, sebbene l’idea che la sua vita fosse diventata una pura e semplice lotta per la sopravvivenza lo disgustasse. Era così concentrato sul proprio respiro e i propri pensieri, che non udì il timido bussare alla porta, né quella stessa porta aprirsi, o i passi in avvicinamento. All’improvviso avvertì il materasso abbassarsi sotto il peso di un’altra persona, e alzò di scatto la testa, solo per osservare l’espressione assorta di Caroline.
« Scusa, ho bussato, ma non hai risposto »
« Cosa fai qui? »
« Sono venuta a vedere se stavi bene » Klaus si alzò a sedere lentamente, senza mai distogliere lo sguardo, e sorrise impercettibilmente di fronte all’imbarazzo di lei.
« Perché hai detto a Jenna che stiamo insieme? » le chiese a bruciapelo. Caroline ci rifletté su un momento prima di rispondere.
« Quando ho saputo chi eri mi sono sentita tradita. Pensavo mi stessi usando per arrivare ad Elena. Poi Bonnie ci ha raccontato tutto. Ha detto che saresti disposto a fare qualunque cosa per me e che, per questo incantesimo, hai rinunciato al rapporto che eravamo riusciti a creare »
« Bonnie è fin troppo perspicace per i miei gusti »
« Che tipo di rapporto eravamo riusciti a creare, Klaus? » lo domandò con un filo di voce, ma lui la udì perfettamente.
« È complicato da spiegare… io ho fatto cose terribili in questa città, soprattutto a te e ai tuoi amici. Questo ci teneva lontani, ma c’era qualcos’altro che ci avvicinava. Era come una forza fisica che ci impediva di stare lontani l’uno dall’altra. Io mi sono innamorato di te la prima volta che ci siamo scambiati più di tre parole, la prima volta che abbiamo realmente interagito. E tu eri attratta da me… non l’avresti mai ammesso, ma riuscivo a leggertelo negli occhi… nei piccoli gesti. Tu sei riuscita a farmi ridere per la prima volta dopo tanto tempo. Con te riuscivo ad essere umano. Non ho mai voluto ingannarti, Caroline. Volevo solo aspettare il momento giusto per dirti la verità, se te l’avessi detta subito avresti pensato comunque che ti stavo usando solo per arrivare ad Elena. Invece, la verità è che potevo rinunciare all’ossessione con cui ho convissuto per mille anni, ma non potevo rinunciare a te. Io ti amo »
Caroline non sapeva cosa dire. Non conservava il minimo ricordo di ciò di cui Klaus aveva parlato, eppure avvertiva quell’attrazione in maniera così forte da lasciarla stordita. Con lentezza esasperante, alzò una mano verso la guancia di Klaus, poi alzò anche l’altra, fino a prendergli il viso tra esse, e si avvicinò. Le loro labbra si sfiorarono con dolcezza e le loro lingue si accarezzarono in una danza infuocata, sempre più veloce. I vestiti volarono via senza che i due ne avessero cognizione, totalmente concentrati sulle sensazioni che stavano provando. Klaus abbracciò Caroline in vita e la distese con delicatezza sotto di sé, poi iniziò a lasciarle una serie di baci umidi partendo dal collo fino ad arrivare all’ombelico, godendo dei movimenti incontrollabili che le provocava. Si riportò alla sua altezza, strusciando volutamente il suo corpo contro quello della ragazza, e la baciò con trasporto, mentre, per la prima volta, la faceva sua.
 
Quando Klaus si svegliò impiegò un paio di secondi per ricordare ciò che era successo e un minuto buono per realizzare che non si era trattato di un sogno. E neanche il fatto che Caroline se ne fosse andata riuscì ad intaccare il senso di felicità che gli si creò dentro. Tutto ciò che trovò accanto a sé, al risveglio, fu un bigliettino, scritto con una grafia semplice ed ordinata.

Klaus, mi dispiace andare via così, ma mia madre mi ha chiamata e non volevo svegliarti. Ci vediamo domani. Baci, C.

Sospirò e sperò con tutto se stesso che la ragazza non si fosse pentita dell’accaduto. Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, poi aprì l’acqua calda e si preparò per la seconda doccia della giornata. Tuttavia non riuscì a sentirsi meglio… continuava a sentirsi sporco, come se fosse ancora rinchiuso in quel buco umido e maleodorante. Forse era solo la sua immaginazione, una sorta di stress post-traumatico per vampiri, sapeva solamente che non riusciva a smettere di pensare al tempo trascorso in balia di suo padre, e a quello che lui gli aveva fatto. Ultimamente perdeva spesso la cognizione del tempo e quella doveva essere una di quelle volte, perché Elena entrò in bagno con stizza.
« Jeremy, sei lì dentro da un’ora, cosa stai facendo? » urlò la ragazza. Klaus chiuse di colpo il rubinetto e si sentì più sporco e dolorante di prima. « Jeremy? »
« Elena, sono io e… non posso uscire » si rese conto con un gemito che non aveva vestiti lì. Quando si era svegliato indossava una tuta, probabilmente un prestito del giovane Gilbert, e per quella giornata aveva messo i vestiti con cui era stato trovato, opportunamente lavati e disinfettati. Elena sembrava ammutolita, ma si riscosse in fretta e andò a prendere qualcos’altro dall’armadio del fratello, poi gli passò il necessario per coprirsi dallo sportello della doccia.
« Devo mettere solo questo? » chiese Klaus, con una sonora nota di incredulità nella voce.
« Certo che no! Quelli sono soltanto per permetterti di uscire dalla doccia senza che io veda troppo. Bonnie mi ha chiesto di controllare le condizioni delle ferite, in particolare sulla tua schiena, quindi quale momento migliore di questo? Avrei chiesto a Caroline di farlo al posto mio, ma non penso abbia prestato attenzione a certe cose questo pomeriggio. Andiamo, esci! »
« Caroline ti ha parlato di questo pomeriggio? » balbettò lui.
« Non ce n’è stato bisogno. Ero in casa, così come Jeremy e Jenna, e non siete stati proprio silenziosi »
« Non ci posso credere! »
« Tranquillo! Non è stata una tragedia. Andiamo! Esci di lì! » gli disse di nuovo, con impazienza.
« Non posso »
« Davvero? Non sei mai andato al mare? Chissà quante donne ti hanno visto in costume prima d’ora… o nudo. Non puoi imbarazzarti per me » Klaus aprì la porta della doccia, ed uscì con cautela. Non vide la reazione di Elena, ma sentì benissimo il sussulto che ebbe.
I lividi e le ferite provocate da Mikael erano ancora lì, in vista, ma non erano quelle che avevano spaventato la ragazza. Klaus aveva strofinato il suo corpo con così tanto vigore e così a lungo da provocarsi graffi ovunque, graffi che, evidentemente, prendevano forza dal fatto che il corpo del vampiro fosse debole e non avevano alcuna intenzione di guarire.
« Perché? » gli chiese, semplicemente.
« Non riuscivo a sentirmi pulito » rispose lui, con altrettanta semplicità. Elena lo abbracciò senza pensarci due volte, e dovette scostarsi un po’ quando lui gemette di dolore.
« Scusami »
« Non importa. Mi passerà prima o poi, è solo questione di tempo. Dimenticherò quello che è successo e andrà tutto bene » lei annuì e si allontanò.
« Ho raccontato a Jenna del rapimento e di quello che ti è successo con Mikael. Non aveva creduto alla storia che le avevamo raccontato a pranzo e ha minacciato di chiamare lo sceriffo, così… »
« Ok… come ha reagito? »
« Siamo riusciti a convincerla che questo è il posto più sicuro per te. Puoi rimanere quanto vuoi »
« Il grande e cattivo vampiro Klaus protetto da tre esseri umani. È comico se ci pensi »
« In una casa in cui il grande e cattivo papà di Klaus non può entrare. È la parte più importante, l’hai dimenticata » Klaus finì di vestirsi in fretta, sentendosi impacciato nei larghi vestiti di Jeremy, e decise di non rispondere. Fu lei a riprendere la parola dopo alcuni minuti.
« Elijah ha chiamato oggi, mentre dormivi. Voleva sapere come stai »
« E cosa gli hai risposto? »
« La verità. Che non hai mangiato nulla, che hai parlato a malapena, che dormi tantissimo per uno che si è appena svegliato da una dormita di nove giorni. Che ancora non ci sono miglioramenti »
« Gli hai detto almeno qualcosa di buono? »
« Ho accennato al fatto che ti fossi divertito con la mia migliore amica, ma mi sono tenuta più sul vago che ho potuto » sorrisero entrambi e non parlarono più, poi, quando Elena stava per aprire la porta, Klaus la fermò.
« Non avrei mai creduto di poter trovare un’amica in te. Grazie per tutto quello che stai facendo per me »
« Per un amico questo ed altro » rispose lei, e con un ultimo sorriso si chiuse la porta alle spalle.

  
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