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Autore: anarchistZoe    03/12/2007    1 recensioni
Questa è una fanfiction strana,è "originale" per la maggior parte della storia,ma ad un certo punto compaiono vari personaggi della scena musicale asiatica (compresi personaggi di un anime che adesso non nominerò)...anche se ancora devo arrivare a scrivere quella parte! xD Beh...non siate troppo cattivi con i commenti! ^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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News at school


"Che palle, la scuola è una storia inutile e pro-ignoranza degli alunni, al contrario di quello che tutti vogliono farci credere. E' meglio ascoltare una buona canzone o farsi un viaggio intorno al mondo, piuttosto che farsi manipolare la mente in un liceo".
Cazzo, stavo pensando proprio questo il giorno in cui ricevetti una bellissima proposta da parte dell'università a cui mi sarei iscritta. Per una 18enne stramba ed anticonformista, con una grande passione per cose alquanto poco comuni come le culture e le lingue orientali, quell'occasione sarebbe stata il massimo, anche per dimostrare a tutti gli altri che valevo qualcosa e non ero solo una ragazzina con la cresta che ascoltava musica punk. Proprio in quel momento ero a scuola, nella mia classe di 20 persone, di cui 18 razzisti, truzzi e totalmente infantili. Ci salvavamo in due, i soliti emarginati che non possono fare altro che diventare amici a causa del loro essere così diversi, soprattutto nel modo di pensare. Il professore di storia stava spiegando qualcosa a proposito di una qualche nazione, mentre il mio amico darkettone/metallaro era assente, era riuscito a sfregiarsi tutto il lato destro del corpo cadendo dalla moto. Io me ne stavo in pace con il mondo, ignorando le prese per culo di coloro che non mi sopportavano e prestando grande attenzione alle parole ed al significato psicologico della canzone White riot dei Clash, mentre immaginavo quale potesse essere il ritmo della mia ultima canzone Justice is Utopia e scrivevo le parole di Fall back down dei Rancid come ispirazione. Potevano essere circa le 11.00, quando entrò in classe Nello il bidello. La signorina Smooth in segreteria. Cazzo, neanche me n'ero accorta, con tutta quella musica che stavo ascoltando, scrivendo, pensando. Ma tu guarda, che vuole ora la segreteria, che cosa ho combinato di nuovo? Ho fatto troppe assenze, troppi graffiti sui muri, troppe finte bombe per evitare le interrogazioni, troppi scioperi, troppa schietteza rispetto al preside e ai professori? O semplicemente non vado bene per questa società standardizzata e globalizzata? Cazzo, non devo fare una questione socio-psicologica di tutto quello che mi si dice, lo so ma non ci riesco. Ok, mi sfilai le cuffiette e, senza girare minimamente lo sguardo verso i miei 'amatissimi' compagni di classe, mi diressi verso Nello per andare in segreteria. Quei brusii che mi seguono sempre ogni passo che muovo mi danno troppo fastidio, ma quella volta decisi di non farci caso. Penso che feci la scelta migliore.
"Oh Zoe, ma che vogliono i piani alti da te?"
Troppo forte Nello, in classe mi chiama 'signorina Smooth', al di fuori è uno dei pochi amici che ho.
Percorsi lentamente le due rampe di scale che dal nostro seminterrato portano verso il piano terra e la segreteria, passai davanti al bar e fermai un attimo lo sguardo su Lucy che stava servendo un caffè ad un qualche professore. Si teneva bene Lucy, per i suoi 70 anni. Di fronte al bar c'era un maxi poster, sapevo chi l'aveva realizzato senza neanche chiederlo, Joseph era una specie di genio a scuola! Quel poster rappresentava un incubo per me, pubblicizzava la cosiddetta Night of angels, ossia quello schifo di prom di fine anno a cui ero costretta a partecipare, perchè l'organizzatore (un 'professore matto' che fortunatamente non mi ha mai insegnato) era il mio vicino di casa.
Fui costretta a distogliere sguardo e pensieri dal poster bianco e rosa, perchè Nello mi richiamò alla realtà. Uffa, mi toccava proprio andare, non ne potevo più dei richiami.
Nell'atrio incontrai un paio di genitori che uscivano con i loro figli, che probabilmente si erano finti malati perchè non ne potevano più della scuola.
L'ipocrisia dei professori e della dirigenza arriva a dei livelli incommentabili. Nelle nostre aule è quasi impossibile vivere, d'inverno fa freddissimo e i termosifoni sono rotti o piove dentre le aule attraverso il soffitto; d'estate, negli ultimi mesi di scuola, il caldo e il sole sono insopportabili. La dirigenza ha l'aria condizionata, loro vivono nell'oasi che è calda o fresca al momento giusto. Sono ipocriti perchè dicono che la scuola è degli alunni, che siamo noi che comandiamo e ci viviamo. E quel che è peggio è che il 99.9% degli studenti ci crede.
Con le mie divagazioni mentali, non mi resi quasi conto che ero arrivata davanti alla porta di Sophia, la segretaria migliore che una scuola possa desiderare, una donna fantastica completamente fuori luogo in un ambiente del genere. La salutai velocemente per poi dirigermi, attraverso il corridoio dell'oasi proibita, verso l'ufficio del preside che era esattamente l'ultimo. Un nugolo di persone sconosciute attendevano qualcosa o qualcuno fuori dalla porta in legno massello. Che dovevo fare io là? Quella situazione era veramente strana, non capivo cosa stesse succedendo. Quando il preside Beaver uscì dal suo lussuoso ufficio, tutti si congratularono con lui e con una piccola donna al suo fianco che non avevo notato prima. Quando la folla cominciò a diradarsi notai anche che la donna era piuttosto giovane, minuta e... giapponese! Non ebbi il tempo di riflettere e di sorprendermi perchè Beaver mi chiamò attraverso la folla. Ormai conoscevo bene quel piccolo uomo calvo ed untuoso, che era arrivato ai piani alti solo grazie alle raccomandazioni ed ai soldi. Non mi degnavo neanche di trattarlo come superiore, so che probabilmente non avrei dovuto farlo, ma lo chiamavo con l'abbreviazione del cognome e non abbassavo mai lo sguardo di fronte a lui. Mi sentivo molto più forte, non so il motivo reale... forse perchè lo disprezzavo veramente come pochi altri.
  
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