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Autore: dubhe_michi    16/05/2013    0 recensioni
Riuscireste a credermi se vi dico che io non ho mai trovato l'altra metà in una donna mortale?
Quelle creature fingono, sono complessi enigmi che solo l'anima perfetta predisposta e gemella può risolvere.
Nella realtà ho sempre pensato che non esistessero cose inspiegabili. Sbagliavo Sono tra noi e hanno migliorato la mia intera vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era un sabato. 
Ore 13:00 davanti alla scuola media privata delle suore dorotee.
Io passavo di lì e cercavo un pò di ispirazione per la mia tesina di psicologia, avrei avuto gli esami di maturità a breve e mi occorreva uno spunto.
Eccole che uscivano, quelle ragazzine spensierate con i capelli legati e la divisa perfettamente stirata. 
La mia macchina era parcheggiata poco più avanti dall'ingresso. Non potei fare a meno di notare una giovane Mercury seduta su un muretto. Il nome era scritto sul quaderno che portava tra le braccia come se fosse l'unica cosa di cui si fidava nella sua vita. 
All'inizio esitai, poi mi avvicinai a lei e le chiesi che cosa faceva li tutta sola.
Lei, con calma quasi irreale e fermezza, mi rispose che evidentemente i suoi genitori avevano di meglio da fare e se non fossero arrivati nel giro di pochi istanti, avrebbe comprato un biglietto del metrò.
Cominciai a pensare che era una  bambina complessata con alle spalle una famiglia disastrata, del resto, questi strani soggetti hanno scariche di ormoni pazzesche. Mi offrì di accompagnarla a casa e così cambiò la mia vita. Avevo 19 anni e lei 12. Sacrilegio.
"E' questa. Puoi fermarti qui, grazie". Non sembrava intimorita, di certo i suoi tutori non l'avevano educata bene considerando che non si dovrebbe mai accettare un passaggio da un estraneo.
"Sei sola a casa?" "si, come sempre". Altro errore. Potevano farle del male e io, non so come mai, temevo per lei e per la sua vita.
La vidi camminare frettolosamente verso il cancellino senza degnarmi di uno sguardo e così tornai anche io alla mia cara abitazione per riposare un pò e buttare giù qualche appunto. Notai che quella bambina mi affascinava, il suo carattere era perfettamente ciò che cercavo per la mia tesi. Certo io dicevo "bambina"  ma non lo era, era alle porte dell'epoca più dura della sua vita: l'adolescenza. 
La notte dormii sogni tranquilli, immaginai di prendere il massimo dei voti nella mia tesi di psicologia e tutto grazie a Mercury. Mercury. Perchè Mercury? Che strano nome era? Insomma, quale persona normale chiama sua figlia mercurio? Eppure le donava, se avessi rivisto quella creatura in un altro mondo, in un altra epoca, in un altro contesto... avrei detto: "quella è Mercury, il suo viso fa intendere questo".
 
Passò una settimana da quello strano incontro e decisi di vedere come se la passava la mia prediletta.
Stessa ora, stesso giorno della settimana, stessa aria confusa di madri che elogiano le primogenite e di cani che ringhiano. 
Ci sono tutti, tutti quanti, tranne i demoni, i suoi genitori, quei disgraziati che l'hanno voluta e l'hanno lasciata sola.
Ma che stavo dicendo, non era mia figlia, non erano cazzi miei. Ma ancora una volta desiderai accompagnarla, provavo pena e un forte senso di sconforto a vederla così.
"Posso darti un passaggio?" " daccordo". Stavolta decisi di avviare una conversazione con lei e non ottenni il risultato sperato, ma daltronde, c'era da aspettarselo". " Come ti chiami?" " non sai leggere? C'è scritto sul mio quaderno che tengo sempre in braccio" " è un bel nome sai?" " lo detesto. Perchè continui a seguirmi?" " non lo faccio. La mia scuola è poco distante dalla tua" "fammi capire, durante la settimana la tua scuola si sposta?" " no perchè?" " perchè è già il secondo sabato che mi chiedi se voglio un passaggio" " sei piuttosto intelligente per essere così piccola" " beh, non mi faccio prendere in giro da uno sconosciuto di cui non so nemmeno il nome" " Karmain. Comunque, com'è andata oggi a scuola? " " e chi sei , mia madre? Sono fatti miei" " beh, a quanto ho visto, non mi sembra che i tuoi genitori si preoccupino molto di te" " e con questo? Meglio cosi, sono indipendente e non ho bisogno della cura di nessuno. Ma chi sei , uno dei servizi? un assistente sociale? Si può sapere cosa vuoi da me? " " niente, sono solo uno studente davvero. Ti lascio qui?" " si. Ciao, grazie" "figurati". Beh, almeno mi ringraziava sempre alla fine del tragitto. Non era poi così maleducata e soprattutto... non utilizzava parolaccie. Era già una buona cosa.
 
Mancava già un mese a Natale e io sarei stato solo a casa poichè i miei genitori desideravano andare dai parenti a festeggiare. Io volevo rimanere solo e con tanto tempo per me stesso, era da un pò che non me lo concedevo. Buttai l'occhio fuori dalla finestra e vidi una ragazzina con un cane al guinzaglio. Non potevo crederci, era Mercury. 
"MERCURY!  CHE CI FAI QUI?". Il mio quartiere non era eccessivamente pericoloso ma i lampioni funzionavano poco e verso sera non era molto raccomandabile come posto, soprattutto perchè nel parco a pochi passi era pieno di tossici, drogati e ubriachi. "Ancora tu??? Non costringermi a denunciarti per stalking o per pedofilia! Lasciami in pace!" "ehm... veramente sei tu che sei sotto casa mia... " " ah già... scusa" . 
Sembrava davvero dispiaciuta. Quasi mi pentivo di averle risposto così quando ecco che la piccina indifesa ritirò fuori le unghie, si sarà sentita debole dopo quell'unica frase carina . " Questa sarebbe casa tua? E' un pochino sprecata per gente per bene come te... si fa per dire" "perchè non entri a bere qualcosa? Fa caldo oggi" "prima i passaggi in macchina, adesso mi inviti per il caffè. Per chi mi hai preso?Per la fidanzata che non hai?" "mh, dovrei quindi interpretarlo per un rifiuto? Comunque niente caffè, non lo reggeresti, sei ancora piccola" "ah si? Quanto vuoi scommettere, indisponente cafone che non sei altro?". Accidenti, che caratterino. Intano il mio giochetto aveva funzionato, l'avrei portata in casa mia e avrei avuto modo di osservarla meglio, vestita normalmente, senza i capelli legati, liberi dal peso di quei libri che forse gli comprimevano il cuore.  Era dolce lì seduta abbracciata al suo cucciolo. 
"Tu tieni dentro un qualcosa, una rabbia repressa che ti induce a essere violenta con gli altri. E' colpa della tua situazione familiare?" " non ti deve interessare, te l'ho già detto. Perchè continui a farmi domande? Perchè a me? Cosa vuoi sapere da una trascurata? " " voglio passare il mio esame di psicologia e tu... tu sei perfetta" " quindi ti servo solo a quello giusto?" " cosa vuoi sentirti dire?" " si" " allora hai ragione tu, mi interessi solo per la tesina" " daccordo. Quanto mi paghi?" " 15 euro in tutto, non di più" " e sia,... per rispondere a delle domande è sufficente" " ok ma devi rispondere a tutte" " a quelle che potrò, risponderò" " di dove sei?" " Los Angeles" " ah,... anche i tuoi?" " si. Viviamo qui da 10 anni ma siamo tutti di quelle parti " " capisco. Il tuo colore preferito?" " il nero. Sempre".
A un certo punto la vidi impallidire, guardare fuori dalla finestra e immediatamente mi chiese di andare in bagno. Ero preoccupato, pensavo stesse male, ma lei mi spostò violentemente e si diresse fuorì. Quando corsi per raggiungerla e oltrepassai la porta... lei era scomparsa, come la luce del giorno. Era svanita fra le tenebre, nella tinta che tanto amava.
  
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