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Autore: Ilenia69    16/05/2013    0 recensioni
Cos'è che fa cambiare veramente le persone?
Cos'è che ci segna così tanto da renderci estremamente fragili oppure costruire una barriera intorno a noi?
Siamo esseri umani, facciamo scelte, sbagliamo e viviamo comunque a pieno la nostra vita?
A volte un semplice litigio potrebbe cambiare un'intera esistenza, o magari si ha solo bisogno di amore.
Ma cos'è che ci spinge a cambiare?
Sam lo scoprirà, lei lo scoprirà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Capitolo ottavo
-Absence.

Erano passate due settimane da quel pomeriggio.
Harry era stato promosso nell’azienda di suo padre, adesso era partito qualche giorno per Boston.
Il suo nuovo lavoro lo impegnava molto e potevamo sentirci solo qualche ora alla settimana.

Mi sentivo vuota e non avevo alcuna voglia di uscire.
Andavo a malapena a scuola e poi a lavoro, dopodiché direttamente a casa.
Niall e Sienna stavano facendo l’impossibile per distrarmi da quella perenne mancanza, ma niente avrebbe potuto farmi stare meglio se non il ritorno di Harry.



Anche quella sera girovagavo su Twitter, la musica di Ed come sotto fondo e la luce della luna rendeva la serata tranquilla.
Il cellulare sopra il comò vibrò, d’improvviso sgattaiolai giù dal letto rischiando di rompermi qualche ossa, speravo con tutta me stessa che fosse un messaggio di Harry.

Da: Sienna.

Vedi di muovere il culo e indossa qualcosa di carino!
Io e i ragazzi passiamo a prenderti alle otto. xx

Ricordai la promessa che le feci.
Non mi andava proprio di uscire quella sera ma lei aveva fatto così tanto per me in questo periodo che era giusto dimostrarle la mia gratitudine.
Ciò che mi spaventava invece era uscire con un perfetto sconosciuto solo per far compagnia a Sienna e Jason.


Le risposi e poi buttai il cellulare sul letto, accanto al pc ancora acceso.

Aprì l’armadio ed estrassi il primo paio di jeans scuro che trovai e una camicetta rossa coordinata alle mie semplici ballerine.
Mi vestì in pochi secondi.

Misi appena del mascara sulle ciglia e un leggero tocco di rossetto che rendeva le mie labbra più rosee.
Non amavo truccarmi e inoltre non avevo nient’altro che mascara, matita nera e rossetto.

Quella sera faceva caldo quindi decisi di legare i miei lunghi capelli scuri in una treccia laterale.

Forse avrei dovuto smetterla di essere così paranoica e cominciare a godermi un po’ la vita.
Harry sarebbe tornato e la nostra storia sarebbe continuata, nel frattempo avrei dovuto fare tutto quello che fanno gli adolescenti della mia età anziché leggere libri e stare su internet.
Avrei dovuto imparare a vivere.

***
La serata si dimostrò più tranquilla di quel che avevo previsto.
Alex, l’amico del tizio che aveva chiesto di uscire a Sienna, sembrava un ragazzo abbastanza normale.
Aveva dei brizzolati capelli scuri e occhi nocciolati.
Era stato cordiale per tutto il tempo fino ad allora, probabilmente perché ci trovavamo in un ristorante raffinato, un po’ troppo per i miei gusti.

Si chiamava Jason, il ragazzo su cui Sienna aveva messo gli occhi da un po’.
Era considerato uno dei più carini della nostra scuola, e Sienna non riusciva a capire perché avesse voluto uscire proprio con lei dato che aveva una miriade di ragazze ai suoi piedi.
Jason non mi andava giù.
Non mi era mai stato simpatico e lui lo sapeva bene benché facesse finta di niente dato le circostanze.

Avevo solo mangiato l’antipasto e il primo, ero già sazia e annoiata nonostante Sienna e Jason erano impegnati in una conversazione sulla loro vita.

Alzai lo sguardo dal piatto e mi accorsi che il ricciolo moro mi stava fissando.
“Che c’è?”
Gli chiesi aggrottando la fronte.
“Ti va di ballare?”
Mi propose non staccando gli occhi dai miei.
“Perché dovrebbe andarmi di ballare con te?”
Controbattei trovando il gesto scortese.
“Beh, se hai intenzione di giocare con la carne nel piatto che non hai nemmeno toccato piuttosto che ballare con il migliore amico del quasi ragazzo della tua migliore amica … ritiro la proposta.”
Non avevo mai conosciuto un ragazzo con tanta parlantina, sembravo non essere l’unica.

Non capì cosa mi spinse ad accettare quella strana proposta, ma quel ragazzo sembrava gentile.

“Solo un ballo.”
Dissi decisa.
Posai il tovagliolo di stoffa che avevo messo sulle mie gambe e mi alzai.

Alex mi sorrise soddisfatto.
Poi si alzò e mi prese la mano, portandomi in pista.

Non eravamo gli unici ad aver avuto quell’idea, parecchie coppie ballavano un lento sperando di baciarsi.

Mi avvicinò al suo corpo e io indietreggiai un piccolo passo.
La sua mano scese sul mio fondo schiena, io la tirai su di un bel po’, quanto la sua mano che teneva stretta la mia sembrava essere l’unica cosa al suo posto.

Tirai un sospiro e incrociai lo sguardo di Alex.
Cominciò a muovere qualche passo e io lo seguì.
“Rilassati Sam.”
Mi consigliò Alex.”
“Sono rilassata.”
Affermai quasi irritata della sua confidenza sfacciata.
“Non sembra.”
Replicò sicuro.
“Beh allora ti sbagli.”
Asserì decisa.

Alex rise, irritandomi.
“Sono così buffa?”
Chiesi sgarbatamente.
“Non sei buffa; è solo che non sembri la brava e timida ragazza che mostri”
Confessò fissandomi negli occhi.
Il suo sguardo divenne profondo mentre mi resi conto di aver ignorato che fossimo vicini e che la sua mano fosse di nuovo scesa.

La canzone finì e io mi fermai.
“Ho detto solo un ballo.”
Affermai allontanandomi.
Sembrava non approvare ciò che avevo detto così provò ad avvicinarsi.
“Vado alla toilette.”
Me la cavai.
Presi la borsa dal tavolo e scappai in bagno quasi correndo.

Avevo come la sensazione che quel ragazzo ci stesse provando con me.
Non mi andava di rovinare l’appuntamento con Jason ma non avevo nemmeno voglia di ritornare a tavola.

Nessuna finestra e nessuna via d’uscita che avrebbe potuto evitare il peggio.
Lavai le mani, com’era mio solito fare quand’ero nervosa.
Feci un respiro profondo e aprì la porta.

La mia visuale inquadrò Alex che aspettava impaziente nel muro di fronte.
Un piede poggiava nel muro, mani dietro la schiena appoggiata al muro e sguardo fisso su di me.
“Oh, mi hai spaventato Alex.”
Non appena chiusi la porta confessai.

Lo guardai, i suoi occhi erano diventati più scuri del solito.
“Credi davvero che lui tornerà?”
Domandò con voce solenne.
Si allontanò dal muro, con passo lento si avvicinava verso di me.
“Cosa?”
Replicai confusa.
“Credi davvero che un ragazzo come lui possa amarti?”
Era ormai vicino, i suoi occhi erano duri e aveva un aspetto timoroso.
“Che stai dicendo Alex?”
Indietreggiai cercando di non andare in panico.
Raggiunsi il muro, fermandomi.
 
La sua mano uscì dalla tasca dei pantaloni e premette contro il muro appena sopra la mia testa.
Il mio petto faceva su e giù sempre più velocemente.

“Che ti prende?”
Domandai con un fil di voce.
“Tu non puoi aspettarlo.”
All’inizio pensavo che stesse delirando, ma ora fui abbastanza lucida per capire a cosa si stesse riferendo.
“Non devo spiegarti niente.”
Replicai decisa.
I suoi occhi si strinsero quasi come se si stesse arrabbiando, ebbi il cuore in gola per un attimo.

“Io invece posso farti provare più piacere di quanto tu possa minimamente immaginare Sam.”
Asserì scrutandomi le labbra.
“Non azzardarti a toccarmi.”
Replicai motivata.
“Lui non ti farebbe mai stare bene come saprei fare io.”
Mi spaventava sempre di più, e avevo l’impressione che la storia sarebbe finita male.
“Vattene.”
Gridai con tutto il fiato in gola.

I suoi occhi si strinsero e il suo respiro divenne più pesante.
“Harry ti spezzerà il cuore in piccoli, minuscoli pezzi.”
La sua voce roca faceva quasi paura.
“Tu non lo conosci!”
Sputai.
“Lo conosco molto meglio di te, Sam.” Cercò di convincermi. “Ha avuto a che fare con me molto tempo fa.” Confessò ghignando una risata fastidiosa.

Sentì qualche secondo dopo la sua mano accarezzare il mio viso.
Mi voltai allontanandolo.
“Non toccarmi.”
Sussurrai mentre il mio cuore faceva su e giù all’impazzata.
Ma sembrò non darmi retta e cominciò ad accarezzare violentemente tutto il mio viso per poi scendere sotto il mio collo.

“Non toccarla figlio di puttana!”
Fu come un lampo quel pugno che sprofondò nello stomaco di Alex.

I miei occhi si spalancarono quando la mia visuale nel buio inquadrò una figura imponente.
Alex gemette di dolore e poi cadde per terra.

Nel silenzio si sentiva solo il mio respiro affannato.
La luce della luna illuminava il profilo del ragazzo che, per la seconda volta, mi aveva salvato la vita.

Non riuscivo a crederci.
“Harry…”
Ebbi appena la voce per sussurrare il suo nome.

Lui si voltò verso di me.
Riconobbi i suoi occhi.
Le iridi verdi adesso erano illuminate dalla luna, mi sembrava quasi un sogno.

Quasi di scatto lo abbracciai.
Lui mi sollevò stringendomi più forte di quanto facessi io.

Mi teneva stretta mentre sentivo i miei occhi bagnarsi.

Il profumo dei suoi capelli inondò i miei sensi, le sue grandi mani calde mi tranquillizzarono.
Perché adesso mi sentivo felice?

Le sue mani mollarono la presa e con riluttanza raggiunsi il pavimento.
“Va tutto bene?”
Mi chiese Harry, mentre premurosamente mi asciugava le lacrime che, mischiate al mascara, macchiavano i miei zigomi.

“Ora si.”
Aprì gli occhi e riuscì a scorgere ogni dettaglio di quel viso perfetto.
Mi abbracciò di nuovo, stavolta fui completamente immersa dal suo corpo.
Sembravo talmente piccola rispetto a lui.

Sentivo il mio stomaco minacciare di buttar fuori tutto quello che conteneva, in più credevo di non riuscire a smettere di guardarlo.
Perché adesso, con Harry al mio fianco, mi sentivo così in pace con il mondo?

***
“Non è colpa di Sienna, non prendertela con lei.”
Confessai mentre continuavo a fissare il profilo di Harry, ritto solenne oltre il parabrezza.
“Le avevo detto di non farti uscire per evitare quello che è appena accaduto Sam.”
Asserì Harry.
“Ma non mi ha ascoltata.”
Mi rivolse uno sguardo severo.

Non ebbi il coraggio di obbiettare.
Sembrava arrabbiato anche con me.

Mi girai verso il finestrino.
Non volevo nemmeno immaginare ciò che sarebbe successo se lui non fosse arrivato.

Fissai senza batter ciglio le luci che rapidi scorrevano.
Quella serata tranquilla e dolce era così in contrasto con i miei sentimenti.

La mia visuale cominciò ad appannarsi, sentì un nodo alla gola, singhiozzai.

Vidi le luci scorrere più lentamente, fino a che la macchina si fermò.

“Sam…”
Sussurrò Harry.
Non risposi, ma i miei singhiozzi continui gli fecero comprendere che ero più spaventata di quanto dimostrassi.
“Forse è meglio se resti da me stanotte.”
Disse quasi come un ordine.
“Non c’è alcun bisogno che tu ti prenda cura di me, so benissimo farlo da sola!”
Risposi sgarbatamente.
“Si certo. Magari Alex ti avrebbe stuprato se solo non fossi arrivato, dovresti ringraziarmi piuttosto!”
Affermò alzando il tono di voce.
“Nessuno ti ha costretto ad aiutarmi.” Gli gridai contro, guardandolo. “Me la sarei cavata comunque in qualche modo.” Continuai piangendo a dirotto.

Lo sguardo di Harry era fisso su di me.
Cercavo di calmarmi e di non fargli capire che mi stava facendo male, ma non lo riconoscevo più.

Riaccese il motore e senza dire qualcosa si rimise in strada.
Qualche chilometro e imboccò la via che conduceva a casa sua.
“Vuoi o non vuoi stanotte resterai a casa mia.”
Mi ordinò con voce roca.

Avrei voluto sinceramente prenderlo a pugni.
Lo odiavo in quel momento.
Lo odiavo con tutta me stessa.
Ma sapevo che gli dovevo la vita per la seconda volta, ed era questo ciò che mi tormentava di più.
Io ero in debito con lui per la vita.














 





 





 
   
 
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