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Autore: alillina    16/05/2013    5 recensioni
Non siamo semplici bambole in mano a Capitol City. Se lo fossimo, sarebbe tutto più facile. Le bambole non hanno un cuore, non provano amore, rabbia, odio, dolore. Le bambole stanno ferme, lasciandosi scivolare addosso il tempo che passa.
Siamo esseri umani. Ed è proprio questo il problema. Ci scivolano addosso solo le lacrime, lacrime di amore, rabbia, odio, dolore. La nostra stessa umanità ci uccide.
Alle bambole non crolla il mondo addosso se vedono i corpi delle due persone che amo più al mondo che giacciono in una cassa di legno. A me sì.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rue, Thresh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice

Hi there!

Prima di lasciarvi alla lettura di questa roba che ho ancora la sfacciataggine di chiamare fanfiction, ho bisogno di rifilarvi qualche notuccia.

Il titolo di ogni capitolo sarà quello di una canzone che mi ha aiutata a scriverlo, e l'ultima frase sarà estrapolata da quella canzone. Probabilmente in alcuni capitoli la canzone che ho messo non c'entrerà niente, ma va bene lo stesso.

Questo prologo non dice quasi niente sulla storia, sorry, ma è importante per gli ultimi capitoli. Aggiornerò al più presto.

Anyway, questa è la mia prima ff, e spero che qualcuno gradisca. Vi scongiuro, anche se vi fa totalmente schifo recensite, non abbiate pietà. Ho davvero bisogno di consigli.

Ora mi spengo e vi faccio leggere, giuro.

Bacioni

-Camy

PROLOGO

Castle of Glass

 

Sole. Sole ovunque. Penetra in ogni singolo poro, in ogni singola fessura del mio corpo. I miei occhi stanchi, pian piano, si abituano a questa luce. Metto a fuoco una piccola radura verde chiaro, isoletta sperduta in mezzo a un mare di alberi. Avanzo come in un sogno verso il piccolo sentiero che mi si apre di fronte.

La scatola che porto fra le mani mi sembra un macigno, che mi spinge verso il suolo, verso il centro della terra.

Cado a terra, perché sono debole, terribilmente debole. E vigliacca, terribilmente vigliacca.

Ed è tutta colpa della mia vigliaccheria e della mia debolezza se siamo arrivati a questo punto. Vedo il viso di mia sorella sotto le palpebre, sento la sua voce che canta alle ghiandaie imitatrici. E poi distinguo il suo esile corpicino scuro, avvolto in un telo bianco, dentro una semplice cassa di legno. Sembra come addormentata, se non fosse per la ferita rossa che le deturpa l'addome. Mi manca l'aria. Sono soffocata dal dolore e dal senso di colpa. Vorrei esserci io, non lei, in quella cassa. La morte è facile, dolce in questi casi. La morte ti toglie il macigno della vita dalle spalle.

Poi la visione cambia. È lui, ovviamente. Anche lui avvolto in un telo bianco, anche lui in una semplice cassa di legno. Sembra una marionetta senza fili, l'orsacchiotto dimenticato di un bambino ormai grande. Il mio gigante buono che non potrà più portarmi nel bosco, che non potrà più portare mia sorella sulle spalle alla fine di una giornata di raccolto, che semplicemente non potrà più far brillare le nostre vite, anche se ormai c'è ben poco da far brillare. Voglio solo che tutto questo finisca, voglio mettere la testa sotto il terreno come uno struzzo e stare lì ad aspettare la fine.

Sto per rialzarmi e andare dolorosamente avanti, quando vedo una piccola macchia gialla che interrompe la monotonia del prato. “dandelion” sussurro. Dente di leone. Sembra quasi uno scherzo. Dandelion. È il mio nome. Sono io. O almeno lo ero, prima di ridurmi in questo stato. È inevitabile: scoppio a piangere. Perché sono debole e perché sono vigliacca.

La vita è come un film: c'è chi è nato per andare in scena, e chi invece sta a guardare. Io, fino al giorno della mietitura dei 74esimi Hunger Games, ero protagonista: calcavo le scene, facevo sentire la mia presenza anche a chi mi disprezzava. Adesso sto a guardare. Fisso impassibile i frammenti del fragile castello di vetro che costituiva la mia esistenza, che ormai mi sommergono. Perché sono debole, e perché sono vigliacca.

 

'Cause I'm only a crac, in this castle of glass.

 

 

 

  
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