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Autore: Gravirei    16/05/2013    5 recensioni
Pillow talk per la mia OTP! Kidd ha dei seri dubbi sul fatto che Law lo apprezzi davvero. Ma il nostro medico saprà come rassicurarlo a dovere...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non sei obbligato.»

Trafalgar Law socchiuse leggermente un occhio e spostò lo sguardo sul proprietario di quella voce che, a quanto pare, aveva deciso di impedirgli di godersi il meritato riposo. Era lo stesso uomo che in quel momento gli stava facendo da cuscino. Lo stesso con il quale si ricordava di avere avuto le più memorabili schermaglie di insulti e le battaglie più accese della sua vita. Lo stesso che, con lui, condivideva la nomea di Supernova. Lo stesso con cui aveva appena consumato -e con soddisfazione reciproca, bisognava dirlo, anche se l’altro non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura- una bollente notte di sesso selvaggio.

Eustass Kidd, il Capitano.

Soffocò una risata al pensiero dell’altro che, con aria assurdamente tronfia, si presentava a quel modo in giacca e cravatta e tendendo una mano. No, non era proprio una cosa da Kidd. Per questo faceva tanto ridere.

Ma non era una cosa da Kidd neanche il voler parlare dopo il…fattaccio. Solitamente, dopo aver finito di fare i suoi porci comodi e aver deciso che cercare di schiacciare Law sotto il proprio peso era sì allettante, ma non abbastanza da sprecare il suo tempo, rotolava su un fianco e si metteva a russare. In alternativa, si alzava, si rivestiva e se ne andava, senza che l’altro avesse il tempo di accorgersene. Quindi fu la curiosità di sapere cosa lo avesse trattenuto lì quella notte e cosa gli impedisse di andarsene nel mondo dei sogni che lo spinse a rispondergli.

«Non sono obbligato a fare cosa?»

Sentì il rosso emettere un grugnito seccato. Oh già, perché al signor Cretinostass non piaceva spiegarsi, ma poi pretendeva che le persone seguissero i ragionamenti convulsi che avevano luogo nella sua testa. Un gran peccato che tra le abilità del dottore non figurasse quella di leggere nel pensiero. Law non si scompose e attese una risposta.

Trascorsero diversi minuti di silenzio, durante i quali l’unico rumore che giungeva alle sue orecchie era quello delle onde che si infrangevano sul fianco della nave del capitano. “Forse si è addormentato”, pensò il chirurgo. Meglio, così avrebbe potuto finalmente riposarsi anche lui. Si mosse un po’ per trovare una posizione confortevole, ma un acuto dolore all’osso sacro gli impedì di sistemarsi come avrebbe voluto fare.

Ouch. Eustass-ya si era messo particolarmente d’impegno, quella notte. Non che gli fosse dispiaciuto, chiaro. In un attimo si ritrovò beatamente immerso nei ricordi del piacere accecante che lo inebriava appena pochi minuti prima. Era incredibile il modo in cui Kidd riusciva a fargli dimenticare qualsiasi cosa che si trovasse fuori dal letto; ed era altrettanto incredibile che fosse proprio lui ad elargirgli tutta quella goduria, dopo una giornata passata a detestarsi amichevolmente. Law era così concentrato  sui suoi pensieri che quasi sobbalzò quando il Capitano finalmente gli rispose.

«A dire il mio nome. Cioè», aggiunse subito, prima che il Chirurgo della Morte potesse fargli un’altra domanda, «a dirlo quando…quando orgasmi.»

«Kidd, smettila di essere così volgare.» Al tono di rimprovero dell’altro il rosso alzò gli occhi al cielo, ancora più seccato. “Tu ti diverti a scomporre la gente, brutto sadico, e io non posso parlare come mi pare?”, avrebbe voluto ribattere. Invece si limitò ad un ironico «Sì, mammina.»

Law sorrise. Poi ripensò a ciò che il rosso gli aveva appena detto. E il sorriso si allargò a dismisura. Aw, il piccolo Kidd faceva il sensibile, ma che carino.

«Se stai pensando a qualcun altro mentre scopiamo», proseguì poi Kidd ignorando a bella posta lo sguardo ammonitore dell’altro, « puoi anche urlare il suo, di nome. Mica mi offendo. »

“Che bugiardo. È troppo orgoglioso per non infuriarsi come una biscia se facessi una cosa del genere.” Il sorriso non sparì dal suo volto. “Mi stai chiedendo di rassicurarti, Kidd? È questo che vuoi?” Law si arrampicò sul Capitano, stendendosi sopra di lui, e appoggiò le braccia sul suo torace. Il rosso lo guardava quasi spaesato. Il dottore gli fece uno dei suoi infami sorrisini e gli puntò il dito contro.

«Stammi bene a sentire, Stupistass. Credi davvero che io gridi il tuo nome ai quattro venti solo per fare un favore a te? Dio, quanto sei egocentrico.» Gli pizzicò il naso. «Se davvero avessi voluto pronunciare il nome di qualcun altro, sarei andato direttamente dall’interessato, mica avrei usato te come sostituto. E sappi che se durante il sesso urlo il tuo nome in mezzo agli spasmi dell’orgasmo è perché TU sei la cosa più eccitante che mi passa per la mente, e per nessun altro motivo.»

All’espressione confusa di Kidd, Law fece un altro sorriso e si accoccolò come un gatto sul suo petto. «Va meglio ora, Eustass-ya? O hai bisogno che ti dica qualche altra cazzatina smielata, sulla linea di “sei l’unico uomo della mia vita”?» L’altro ringhiò. «Taci, medicastro.» Tutto quello che fece il dottore fu ridacchiare e chiudere gli occhi.

Passarono altri minuti pieni di nulla.

«Ti amo», disse poi bruscamente Kidd, rompendo il silenzio.

Law sorrise, grato. Sapeva bene quanto all’altro capitano costasse aprirsi così. Anche dopo tutto quel tempo.
«Non sei obbligato», gli rispose, con qualcosa di simile all’affetto nel tono di voce.

Kidd si limitò a chiudere gli occhi e sospirare.

«Lo so.»
  
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