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Autore: Lucash99    16/05/2013    1 recensioni
Giv é un ragazzo di 1° media, un giorno viene a scoprire dai suoi amici cosa sono le Cuballs e si appassiona alla cosa. Insieme ai compagni di classe vivrà emozionanti avventure, sfidando avversari sempre nuovi e diventando ogni volta più forte. Nel rispetto dei lettori cercherò di non fermarmi mai per periodi troppo lunghi, dopo avervi detto questo vi auguro una buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuballs'
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Era incredibile come più crescessero le prove contro Giv, più Zadi era convinta della sua innocenza, un giorno prima le registrazioni offerte da Neiv avevano fatto scattare in lei l'input che diceva: “Giv é un imbroglione”; ora, invece, l'input era partito dall'espressione del ragazzo dopo la sua vittoria, la tristezza che arrivava da un trionfo, qualcosa di mai visto prima. Però, c'era una domanda a cui ancora non riusciva a darsi una risposta: se Giv é pulito, allora quei trucchi quale significato hanno?

Forse non era lui a comandarli, può darsi ci sia stato qualcuno che voleva ostacolarlo, ma chi sarebbe stato e cosa ne avrebbe ricavato? Forse era stato Neiv ad architettare l'ingegnoso piano? O era stata tutta opera di Dortmund? L'ipotesi più improbabile, ma da tenere comunque in lista, era quella di un fine diverso dalla vittoria, qualche obiettivo a cui il giovane puntava, un qualcosa che non aveva nulla a che vedere con il torneo; ma se fosse stato così, quale ragione di esistere avrebbe avuto lo sconforto provato a fine gara? Qualunque risposta a quelle domande ne avrebbe generate altre, che a loro volta ne avrebbero causate altre ancora, fino al momento nel quale il colpevole non avrebbe messo giù la maschera e rivelato tutto.

 

Il corridoio era semivuoto, tutti erano concentratissimi sulla prossima sfida: Dortmund contro Milo; ma c'era anche chi non era particolarmente attratto da questa, un ragazzo che se ne stava lì, poggiato al muro, pensando al suo futuro dopo ciò che era accaduto: “non doveva finire così, adesso tutti mi considerano un farabutto, come ho fatto a cacciarmi in questa situazione? Che sia davvero colpa mia? Non posso più andare avanti con questo peso addosso, voglio lasciare tutto e...”

Si mise a piangere, non credeva a ciò che gli accadeva intorno, provava un grande dolore dentro.

Se ragiono bene, però, un modo per uscire da questo problema ci sarebbe, anche se...”

Rifletteva sul da farsi, ma poi si convinse: “no, basta insicurezza! Se devo prendere una decisione forte, vuol dire che la prenderò! E' l'unica maniera per risultare credibile, mi lascio il passato alle spalle e vado avanti, quel che fatto é fatto e io non piangerò sul latte versato! Se gli altri mi credono un impostore, io dimostrerò a questi altri che non lo sono, anche se questo vorrà dire rinunciare alla mia gloria personale. L'ho detto a Zadi e lo ribadirò a chiunque osi pensare male di me, preferisco perdere uno stupido torneo, che i miei amici. Sono consapevole del fatto che gettare all'aria il mio lavoro é una pazzia, ma questi traguardi non sono farina del mio sacco e io non li voglio, i miei obiettivi devono essere esclusivamente opera mia e di nessun altro! Per riacquistare la credibilità dei miei compagni c'é un prezzo da pagare ed io sono pronto a scontare ciò che di sbagliato ho fatto o che qualcuno ha compiuto per conto mio, ho fatto una scelta e non cambierò opinione per nessun motivo al mondo, non tornerò sui miei passi, nossignore, né ora, ne mai!”

 

Zadi passò per quelle parti, probabilmente ancora alla ricerca di Neiv, Giv volle riferirgli delle sue idee:

«Ho deciso di ritirarmi.»

Ma la ragazza, che credeva nell'innocenza dell'altro, provava a convincerlo del contrario:

«No, non fare questa sciocchezza, hai faticato tanto per arrivare fin qui.»

Ma le sue parole servirono a ben poco:

«Faticato? Ricordati che sei stata tu la prima a darmi dell'imbroglione.»

E' dispiaciuto, é chiaro che non mente. Però... sembra così deciso, che non so in che maniera fermarlo.”

«E' stato solo un grande malinteso, Neiv mi aveva mostrato delle prove che ti incriminavano, inizialmente io e lui vi abbiamo dato credito, dopo, invece, ci siamo ricreduti, stavamo facendo un grosso sbaglio. Non sei tu a star barando, é possibile che sia rimasto travolto da questa ondata di eventi, non lasciarti scoraggiare dagli ostacoli che trovi di fronte a te, non arrenderti, é successa la stessa cosa a noi due, ne uscirai anche tu.»

Spero sia stata abbastanza incisiva, mi auguro che non si ritiri, sarebbe un vero peccato e io non me lo perdonerei mai, d'altronde é solamente colpa mia se adesso la pensa in questo modo.”

«Hai delle prove che mi inchiodano? Mostramele, voglio venirne a conoscenza.»

A questo punto, Zadi decise di non proferire nulla riguardo le registrazioni, visto che le sue precedenti affermazioni avevano già fatto degenerare fin troppo la faccenda:

«Non posso, aggraverebbero ancor di più la situazione.»

La risposta fu raggelante:

«Fa ciò che vuoi, so già tutto, so già di aver imbrogliato.»

Quest'ultima affermazione scosse profondamente la giovane ragazza, rimase di sasso e domandò titubante:

«Quindi... dichiari di essere... il colpevole?»

«Da un certo punto di vista... sì. Ma non ad opera mia e contro la mia volontà.»

Si rasserenò, il pensiero che le aveva sfiorato la mente era stato il peggiore di sempre: un suo amico che dichiara di essere l'artefice di un diabolico piano mirato a chissà quale obiettivo.

In un istante la fiducia accumulatasi negli anni verso Giv stava per crollare precipitosamente, per fortuna la smentita non si era fatta attendere troppo.

Gli mise una mano sulla spalla e tentò di fargli capire come stavano, a suo parere, veramente le cose:

«Fidati di me, se mollerai proprio adesso la darai vinta ai tuoi avversari, che stanno cercando di intralciarti in ogni maniera possibile.»

«Eventualmente potrei anche cambiare idea ed andare avanti, però ad una sola condizione.»

Zadi non si tirò indietro:

«Dici pure, accontenterò la tua richiesta se questo servirà ad aiutarti.»

«Porta qui Neiv, se lui mi confermerà quel che hai detto in precedenza, cioè che anche lui ha cambiato opinione riguardo me, io disputerò la semifinale, altrimenti annuncerò la mia resa.»

Fece cenno di sì e partì alla ricerca del ragazzo; strada facendo, si imbatté in Boost:

«Come mai sei qui?»

«Vado ad assistere all'incontro di Grey, tu non vieni?»

Zadi era assorta nelle sue riflessioni, Boost la richiamò a sé:

«Allora?»

Per evitare ulteriori fraintendimenti, preferì schiarirgli le idee sulla faccenda attuale, ma senza entrare troppo nei particolari:

«Verrei volentieri, ma adesso devo risolvere un problema di fondamentale importanza. Devo chiederti un favore, se incroci Giv sii molto cauto con lui, dopo l'ultima sfida si é molto demoralizzato ed il suo pensiero é quello di arrendersi, se gli parlerai incitalo a non farlo.»

«Va bene.»
«Mi raccomando, non usare espressioni che possano sconfortarlo ancor di più, in questo momento é molto fragile ed anche una piccolezza lo abbatterebbe definitivamente.»

Ognuno andò per la sua strada, e mentre loro camminavano, un uomo, che aveva da poco vinto (per l'ennesima volta con dubbi mezzi) la sua gara, si fermò di fronte a Giv e disse:

«Non scoraggiarti e vai fino in fondo.»

Che intento aveva avuto Dortmund a pronunciare quelle parole? Che cosa ne avrebbe ricavato da altri trionfi del giovane? Si stava servendo di lui, oppure i due erano alleati in incognito? Per caso, era interessato al bene del tormentato ragazzo? Esistevano davvero collegamenti tra loro? Chi lavorava per ricevere queste risposte era Neiv, da tempo scomparso nel nulla, sempre con Zadi attorno, che anche stavolta tentava di scovarlo, invano però, visto che il bersaglio sapeva dove nascondersi.

Intanto, anche il match tra Totu e Sommy stava terminando:

«Usa la freccia destabilizzante!»

«E come farai? Non sai neppure dove si trova la mia Cuball.»

La bambina si era allenata dall'ultima volta e lo dimostrò:

«Ma prima usa il tuo radar e rintraccia il cubo!»

La Cuball di Totu era fuori controllo e quest'ultimo non sapeva cosa fare, chiuse la gara la sua avversaria con un missile; la vittoria fu di Sommy, i partecipanti si strinsero la mano, ma non solo quella, tra i due coetanei nacque un forte legame di amicizia, e mentre il resto dei concorrenti continuava a farsi la guerra, loro tornarono tra il pubblico spensierati e consapevoli di essere lì per un'unica ragione, divertirsi. Gli iscritti più giovani avevano dato vita ad una sfida a dir poco entusiasmante e i restanti tributarono ad essi un lungo applauso; ma il loro umile scopo non era condiviso da tutti: c'era chi tramava nell'ombra chissà quale piano, chi era ancora fermo ad aspettare risposte, e chi invece queste risposte andava a cercarle da chi a sua volta ne cercava altre da coloro che tramavano; un'immensa catena destinata, forse, a non sciogliersi mai, chi l'avrebbe spezzata? Quale dei componenti di questa grande e intricata catena avrebbe risolto l'enigma finale, e come avrebbe fatto? Forse Neiv: “chissà... può darsi che il padrone da loro nominato non sia obbligatoriamente Dortmund... e se fosse Giv? Non oso immaginare come la prenderebbero gli altri, non sarebbe certamente una bella notizia. Per adesso, però, meglio pensare a raccogliere altri indizi, quelli lì rivelano molto e spero non mi scoprano, altrimenti sarebbe la fine.”

Forse Giv, il quale era sicuro della risposta di Neiv, cioé no; oppure Zadi, che si stava dimenando per trovare Neiv, nella speranza di convincere Giv a non mollare; e se ad offrire la soluzione fosse stato il più distratto del gruppo? Era Gord la chiave del mistero? No, impossibile, dato che del mistero... non ne aveva capito nulla, inoltre era troppo impegnato nel raggiungimento del suo nuovo record: pronunciare 100 volte di fila “Sindi, Sand”:

«Sindi, Sand, Sindi, Sand, Sindi, San-n-di. Ne mancava soltanto uno! Peccato, ma io non demordo, ci riprovo: Sindi, Sand, Sindi, Sand...»

  
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