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Autore: _xgiuliasfight_    16/05/2013    1 recensioni
"Qual'è la canzone che preferisci del tuo nuovo album?"
"Little Things."
"Perché?"
"Perché sono innamorato di te e di tutte le tue piccole cose."
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 1.

“From the moment I met you,
everything changed.”

Volevo solo andarmene.
Lasciare tutto, scordarmi del presente e sognare per quel poco tempo.
Perché sapevo che sarei dovuta ritornare.
E lo avrei ritrovato.


“Sorry, where is Piccadilly Circus?”
“I don’t know.”
Gentili e socievoli qui.
Presi la valigia e, con forza, iniziai di nuovo a trascinarla per le vie londinesi a me sconosciute.
Trovai una metropolitana, entrai e chiedendo a un gentilissimo poliziotto mi avviai alla corsia 5B per Piccadilly Circus.
Mi sedetti in attesa del treno e quando arrivò salii velocemente.
In Italia era impossibile salire su un treno senza fare a gomitate con le persone, invece a Londra ti fanno posto, anche se hanno la loro espressione seria.
La temperatura fuori era la tipica temperatura londinese, e la popolazione non sembrava lamentarsi di questo. Avevano quasi tutti un caffe Starbucks e qualcosa da mangiare tra le mani, camminavano velocemente e i più giovani ridevano spensierate, fissando ogni tanto una loro coetanea trascinare una pesantissima valigia.
Dopo dieci minuti e tanti metri arrivai davanti al Burger King a Piccadilly Circus.
Ero certa che fosse li, o almeno il foglio che tenevo in mano diceva così.
Mi spostai vicino il muro e con lo sguardo la cercai: eccola. Con un sorriso a 32 denti mi avviai verso lei.
“Mrs. Gracy, i’m here!”
“Finally! How are you babe?”
Beh, I suoi 40 anni li portava molto bene. Mrs. Gracy era la gentilissima signora che, attraverso conoscenze di mia madre, si era offerta di ospitarmi nella sua casa per tre mesi. Era single e, da quanto ho capito, dipingeva quadri e puliva le case.
*parlando inglese*
“Sorry Gieulia, ma devo andare a pulire una casa, ma tu verrai con me, il padrone è molto felice di conoscerti.”
Ci misi un paio di secondi per capire che quello strano suono era il mio nome ‘londinese’.
“Oh, se è un problema non preoccuparti, mi faccio un giro un per Londra” dissi, impiegando 30 minuti per esprimermi.
Fece una faccia storpiata che tradussi come un “no”, poi ingranò la marcia e partì in quarta.

Per tutto il viaggio non smisi mai di guardare al di fuori del finestrino, con il sottofondo della voce di Mrs. Gracy riempire l’imbarazzo di quella situazione.
Dopo mezz’ora arrivammo. Era una zona isolata e stavamo a nord di Londra.
Scesi e, facendo un giro completo su me stessa, mi soffermai su una casa dove Mrs. Gracy si stava avviando: la struttura era imponente, con una facciata a vetri e un grande giardino.
“C’mon Gieulia, dentro è ancora più bella!”
Sorrisi ed entrai in casa. Aveva proprio ragione: l’arredamento era moderno, pareti con quadri e foto, un salone con il camino… Di sicuro erano serviti molti soldi.
Mi tolsi il giacchetto e, come su istruzioni dettate da Mrs. Gracy, lo appesi sull’attaccapanni, mi tolsi gli Ugg e mi diressi in cucina, o meglio, i 40 metri quadri di cucina.
Mi sedetti su uno sgabello e sorseggiai la cioccolata calda che intanto Mrs. Gracy mi aveva preparato.
“Mrs. Gracy…”
“No piccola, chiamami semplicemente Sonny.”
“Va bene Sonny, it’s a beautiful name!”
Proprio in quel momento squillò il mio cellulare.
“Mamma, proprio questa di punizione? Sai che detesto l’Inghilterra: non sopporto più il vento e il clima londinese, la gente con il suo sguardo da “attenta che mi trovi dietro e ti ammazzo”… Mi sarei offerta di fare il lavoro di Sonny piuttosto che passare tutta l’estate qui… Adesso potrei stare con Marco al mare, con le mie amiche…”
“Tesoro, non fantasticare più di tanto. Potevi non prenderti la sbornia di una settimana fa e vedrai che ora stavi al mare con tutti loro. È meglio che ti ‘stacchi’ da questo paese, e conosci anche il mondo. Comunque sono felice che tu abbia incontrato Sonny e che ti trovi bene con lei. Comportati bene nelle case in cui ti porterà. Ora vado, ti salutano tuo padre e tuo fratello. Ciao bambina mia.”
“Ciao.” Dissi, facendo la faccia seria e attaccando.
“Giuly, are you okay?”
“Oh yes Sonny, don’t you worry.”
Scesi dallo sgabello e andai in giro per la casa: aveva tre piani, tutti molto grandi. Salii al piano superiore e, vedendo una porta semi-aperta, mi intrufolai. Con un peso sulla coscienza sorrisi vedendo un letto molto grande, un mega schermo plasma, dei mobili e delle mensole in vetro sulle quali erano poggiati tanti (e quando dico tanti non esagero) capelli e scarpe, di tutti i tipi.
Incuriosita presi un cappello e mi avvicinai allo specchio, poggiandolo in testa e mettendomi apposto i capelli. Feci lo stesso con altri dieci cappelli. Come undicesimo cappello ne presi uno blu degli Yankees, feci lo stesso procedimento e iniziai a fare facce buffe, ridendo da sola.
Presi il mio Iphone per farmi la foto, diedi le spalle alla porta e portai il cellulare davanti alla faccia, feci un sussulto quando vidi una faccia oltre alla mia sorridere alla telecamera. Mi girai e vidi un ragazzo sorridermi con fare simpatico e gentile.
Colta in flagrante effrazione?


Hei ragazze!
Beh, eccomi qui con una nuova FanFiction!
Come abbiamo ben capito la nostra protagonista è stata costretta ad andare a Londra per tre mesi, a causa di una sbornia, ma ancora non saprà che questa vacanza si rivelerà molto meglio di come se l'era immaginata.
Grazie mille a tutte per qielle che leggono l'altra storia, siete davvero tantissime! Spero che questa storia vi piaccia come l'altra! :)
Fatemi sapere un vostro parere su questa storia con una recensione per favore! Un saluto,
Giulia x
  
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